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04 giugno 2010

Europa senza Balcani: solo vacche da mungere


Roma - Il Parlamento italiano, alla vigilia del Summit di Sarajevo del 2 giugno, approva la risoluzione della Commissione Affari Esteri, con la quale chiede al Governo di aprire un dialogo con gli Stati UE per accelerare le procedure di integrazione dei Balcani. Essa autorizza inoltre il Ministro degli Affari Esteri italiano Franco Frattini a proporre un preciso piano d'azione, una mappa per l'integrazione europea dei paesi dei Balcani occidentali. Una risoluzione che però giunge con scarsa tempestività da parte delle istituzioni italiane, visto che è stata elaborata dopo 3 mesi dalla missione della Commissione Affari Esteri nei Balcani, oltre al fatto che non aggiunge nulla di nuovo rispetto ai testi e ai comunicati diramati dalla Commissione Europea. Ciò che forse sfugge ai parlamentari italiani, è che in questi mesi è stato imposto un freno alle trattative diplomatiche con Balcani, visto che sono scomparse ormai le date e le scadenze, ed ogni termine viene citato in maniera molto vaga, ma soprattutto molto attenta.
Risoluzione 25.Maggio Stefani-Fassino
La risoluzione del Parlamento Italiano chiede la liberalizzazione dei visti per Albania e Bosnia Erzegovina. Il Parlamento italiano ha espresso il proprio sostegno per l'apertura dei negoziati di adesione con la Macedonia e l'approvazione dello status di candidato al Montenegro e all'Albania per l'adesione all'Unione Europea. I parlamentari italiani hanno sostenuto l'integrità territoriale della Bosnia Erzegovina, invitando i politici locali ad accelerare il processo di riforme. Riconosce nella Serbia un ruolo centrale nella regione, per cui chiede al più presto la sottoscrizione dell'ASAe l'apertura dei negoziati per lo status di candidato. Incoraggia Belgrado e Pristina a intavolare negoziati bilaterali su problemi reciproci, e l'intera regione dei Balcani occidentali a trovare soluzioni ai problemi comuni attraverso i negoziati e il raggiungimento del consenso. (versione PDF)

E' quasi certo che prima di dicembre non vi sarà nessun passo in avanti per nessuno dei paesi balcanici. Questo non per colpa del singolo Paese che, purtroppo, è schiavo anche dei problemi del passato, ma perchè l'Unione Europea stessa è in crisi su tutti i fronti. Crisi economica (recessione), crisi finanziaria (indebitamento continuo) e crisi monetaria (speculazioni sull'euro). In tale situazione conviene sempre non fare passi avanti, ma soprattutto conviene mantenere la regione del Sud-Est Europeo nel limbo, per godere del vantaggio del "nuovo mercato extraeuropeo" a due passi da casa, del basso costo della manodopera, della disponibilità di questi paesi ad indebitarsi per le grandi opere e gli investimenti esteri, delle monete deboli e fragili rispetto all'euro, di un'immigrazione più specializzata ma controllata ai confini. Per non parlare poi del gusto che si prova a ricattare i Governi per ottenere le concessioni, le licenze aeree, bancarie e di telefonia. Insomma la lista è infinita, ed è reale, perchè risponde al principio economico del cash-cow, o meglio "vacche da mungere": pochi investimenti e grandi guadagni, che sono assolutamente garantiti fino a quando anche questo mercato va in declino. Allora l'Italia cosa fa? Invece di continuare a fare da precursore di un'integrazione positiva, si unisce al ballo di inglesi e americani? Non va bene, non va proprio bene... Tanto poi si fa una bella risoluzione, in ritardo ovviamente, giusto per salvare la faccia con gli amici balcanici, a cui sono state fatte tante promesse...