Sofia - Ahmed Dogan, il leader del partito liberale bulgaro "Movimento per i diritti e le libertà", sfugge ad un presunto attentato, nel corso del suo intervento ad congresso del partito a Sofia. L'aggressore ha puntato la pistola, che tuttavia non ha sparato. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno individuato un totale di tre cartucce nella pistola a gas utilizzata per l'attentato, mentre uno dei proiettili vuoti conteneva "pepe tecnico". L''attentatore è stato identificato come Oktay Enimemehmedov, di 25 anni, di etnia turco e residente nella città di Burgas, con precedenti penali per aggressione e furto. "L'attentatore del leader del Movimento per i diritti e le libertà (DSP) - Oktay Enimehmedov, era un conoscente di un trafficante di droga, popolare nella capitale bulgara Sofia - Hristo Shirev", ha dichiatato il Ministro degli Interni bulgaro, Tsvetan Tsvetanov. Questi ha aggiunto che Enimehmedov ha descritto Shirev come un caro amico, possedendo anche una foto in cui i due erano insieme. Secondo gli psicologi, lo stesso attentatore ha confessato di aver fatto parte di un gruppo criminale fino a due anni fa, e che aveva l'abitudine di essere molto aggressivo, nonché di essere coinvolto nello spaccio e nel consumo di droga. Parlando dei motivi che lo hanno spinto a tale gesto, il Ministro Tsvetanov ha affermato che sono da ricondursi alla sua depressione dopo il divorzio dei genitori, quando ha cominciato "ad accumulare aggressività e bisogno di auto-lesionismo". Enimehmedov aveva lasciato una lettera nel suo appartamento di Sofia, come rende noto il capo del dipartimento di psicologia del Ministero, Nedelcho Stoychev. La lettera era indirizzata alla madre di Enimehmedov, con cui si scusa e la saluta, nella convinzione che probabilmente sarebbe rimasto ucciso dopo l'attacco. Secondo Stoychev, l'uomo di 25 anni non aveva comunque intenzione di uccidere Dogan.