Bagdad - I membri dell'esercito regolare dell'Iraq hanno lasciato le loro postazioni nella città di Mosul, dinanzi all'avanzata dello «Stato Islamico dell'Iraq e del Levante» (ISIS). Dopo la guerra, questa è la prima volta che l'Iraq perde il controllo di una delle sue province. Centinaia di ribelli legati ai jihadisti dell'ISIS hanno preso le province di Ninive e Salahuddin, con una grave battuta d'arresto per il Governo. In Iraq, i jihadisti già controllano Falluja e diverse aree della provincia occidentale di Al Anbar, della Regione di Ninive. L'ISIS, nei suoi comunicati diramati sui socialnetwork, ha affermato di aver sequestrato armi e mezzi dell'esercito in fuga. Prima dell'alba, centinaia di uomini armati hanno lanciato un attacco a Mosul contro l'esercito e la polizia. Hanno preso il controllo della sede del governatore, delle carceri e della televisione, annunciando attraverso gli altoparlanti delle moschee che sono lì per liberare la città. I combattenti della Jihad hanno preso il controllo anche di due aree della provincia di Salahuddin, a nord di Baghdad. I ribelli hanno occupato le regioni di Siniyah e Suleiman Bek, dopo il ritiro delle forze di sicurezza, come confermato il generale dell'esercito e un funzionario locale.
Questa l'amara conseguenza dell'impatto del ripiegamento sui territori limitrofi dell'armata di ribelli cacciata dall'esercito siriano. Nei territori iracheni si sono nel tempo assembrati gruppi di jihadisti, che hanno quindi creato qui le loro basi logistiche, prima di entrare sul territorio siriano. La loro presenza ha destabilizzato del tutto la situazione interna dell'Iraq, dove le lotte politiche hanno subito le tensioni tra sciiti e sunniti. Ricordiamo che il Primo Ministro uscente e capo dell'esercito Nouri al-Maliki, aderente alla corrente sciita, e accusato dai sunniti di essere un "dittatore" non è ancora intervenuto dopo l'intensificarsi degli attacchi.