Motore di ricerca

14 settembre 2007

La continua ascesa della Russia sulle macerie degli Stati Uniti


Mosca presenta al mondo intero la bomba ad implosione più potente del mondo, paragonabile in termini di efficacia ad un ordigno nucleare, ma classificata come arma convenzionale. Non emana radiazioni e, secondo gli esperti russi, permetterà di sostituire le armi nucleari con un basso potenziale di distruzione, senza violare alcun trattato internazionale. Denominata come "la madre di tutte le bombe", perché esplode lasciando dietro di sé un "fungo" privo di inquinamento per l'ambiente ma altrettanto pericoloso perché provoca un'onda d'urto con effetti distruttivi molto simili ad una bomba nucleare, come ad esempio l'implosione degli edifici circostanti. Rappresenta una delle prime bombe termiche, seguendo lo stesso meccanismo delle bombe termonucleari; è formata infatti da due serbatoi, il primo esplodendo provoca la detonazione dell'ordigno. Il suo segreto si cela proprio nel tipo di esplosivo utilizzato, derivante da meccanismi di nanotecnologia , che ne assicura l'efficacia e la possibilità di produrlo su larga scale a costi sempre più ridotti.

Il messaggio che la Russia vuole lanciare ai suoi alleati e ai suoi nemici è ovviamente chiaro: la nuova arma russa deve garantire la sicurezza dello Stato russo e un'efficace lotta al terrorismo internazionale.
Sicuramente dietro quest'atto dimostrativo, vi è molta propaganda che cerca di attirare su di sé attenzione, ma non di incutere paura. La Russia vuole rispetto, ma soprattutto vuole essere riconosciuta come nuova potenza mondiale in grado di far fronte, in maniera intelligente, a coloro che a lei si contrappongono, ora che gli Stati Uniti sono deboli come non mai. L'anniversario dell'11 settembre ha portato con sé due falsi messaggi di Bin Laden spacciati dalle intelligence come autentici, mentre dal rapporto di 130 ingegneri ed architetti di Auckland (California) presentato al Congresso americano, emerge una versione della spiegazione del crollo delle Torri Gemelle inaspettata: una "demolizione controllata" attraverso degli esplosivi. Tale versione viene così confermata anche da un ex consigliere del capo di Stato Maggiore generale delle Forze armate russe, Victor Baranets, secondo il quale la tragedia dell'11 settembre sarebbe stata orchestrata dai servizi segreti americani per giustificare la loro nuova strategia di lotta contro il terrorismo. È ovvio che finalmente la verità denunciata da tutti fino adesso sta venendo a galla dinanzi alle evidenti contraddizioni, e la Russia ha deciso di prendere una posizione autorevole, nel tentativo di far crollare a picco a tutti gli effetti, insieme al dollaro e alle borse, da un momento all'altro.

Chi, se non la Russia, può approfittare di una tale situazione per riemergere da vero leader incontrastato, non solo per essere una forza energetica, ma anche perché ha alle spalle una Tela di accordi e rapporti diplomatici che nessun Stato può vantare. La Russia ha aperto un varco all'interno dei Balcani e ora non intende perdere il suo ruolo di leadership all'interno della troika delle negoziazioni per il Kosovo: resterà accanto della Serbia che non accetta di entrare in Europa se verrà dichiarata in maniera unilaterale l'indipendenza kosovara. Inoltre, da sempre porta avanti delle relazioni diplomatiche con il mondo islamico volte alla pacifica coesistenza e convivenza, con un atteggiamento di fondo liberale, a differenza degli americani che hanno preferito creare la guerra falsa del terrorismo, e intraprendere la politica del terrore. Da non dimenticare infine è la recente riforma dell'intelligence russa che viene epurato delle cd. Agenzie investigative, per divenire un organo amministrativo statale all'interno del quale consulenti e tecnici civili possono collaborare, prestando il loro servizio.

La zona circostante al NYSE è stata chiusa
da barriere di protezione a partire dal 1 settembre.
Forse stanno nascondendo qualcosa

Proprio perché il potere della Russia è in assoluto in ascesa, la Presidenza di Putin non è una semplice parentesi perché molto probabilmente la sua indiscutibile leadership è destinata a continuare negli anni a venire. Non è passato molto tempo che le intenzioni di Putin sono divenute evidenti e plateali: le dimissioni del Primo Ministro russo Mikhaïl Fradkov di mercoledì
sono infatti direttamente legate alla successione del Presidente della Repubblica. Il Cremlino ha infatti subito dopo presentato la candidatura di Viktor Zoubkov, capo del servizio federale di lotta contro il riciclaggio di denaro. Viktor Zoubkov potrebbe così in futuro divenire un premier "ad interim", ossia un uomo alla Presidenza che risponde direttamente a Putin per assicurare a questi di riprensentarsi alle elezioni nel 2012, dato che la Costituzione russa non vieta l'accesso alla carica di Presidenza dopo la scadenza dei due mandati. Il successore scelto da Putin non è solo un uomo ben conosciuto dai media, ma è innanzitutto un tecnico, un economista di formazione, ha occupato delle funzioni ai servizi fiscali ed al ministero delle Finanze, un consulente della intelligence russa. È stata definita questa di Putin una manovra molto elegante e di intelligenza sottile, in quanto ha cambiato il governo senza per questo crearsi un rivale . Tuttavia, la Russia sa benissimo che il vero rivale che deve temere non si annida all'interno dello Stato, ma al di fuori, e proviene dall'esterno, da quei poteri occidentali che cercano di infiltrare le bande e i movimenti di opposizione per creare il terrorismo, il dissenso sociale, la repressione della libertà .
Queste dinamiche non vanno sottovalutate, perché quello che accade in Russia accade in ogni Stato europeo. Senz'altro dunque, la nostra Europa sta cambiando e dinanzi al pericolo di scontri di civiltà sempre più violenti, ci si aspetta un atteggiamento dei governi teso alla conciliazione e alle politiche vicino ai cittadini. Quello che si temeva essere "rischio di islamizzazione" guardando in faccia la realtà, è un eufemismo perché oggi siamo già nel fondamentalismo, viviamo già nel terrore e nel caos, in cui gli Stati nazione si stanno sgretolando sempre più. Il Belgio rischia di perdere le Fiandre, la Serbia il Kosovo, la Spagna lotta contro l'Eta, e l'Italia potrebbe un domani non avere alcune delle regioni di confine.