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13 giugno 2008

Kosovo: l'ONU si prepara al passaggio dei poteri all'Europa


Il Segretario Generale Ban Ki-Moon invia una lettera alle Istituzioni di Pristina, di Belgrado e della missione ONU in Kosovo, dando istruzioni sulla riconfigurazione della missione UNMIK delineando un ruolo per la Eulex e così anche il futuro del cosiddetto nuovo Stato del Kosovo.E' un intervento di riconfigurazione, preso nei termini previsti dalla risoluzione ONU 1244, e delle relative competenze del Segretario Generale dell’ONU, che va a modificare le competenze senza alterare la base legale di fondo, come molte altre misure prese in questi anni di permanenza della missione sul territorio del Kosovo.

Nella sua lettera inviata alle Istituzioni di Pristina, di Belgrado e della missione ONU in Kosovo, il Segretario Generale Ban Ki-Moon riconfigura la missione UNMIK delineando un ruolo per la Eulex e così anche il futuro del cosiddetto nuovo Stato del Kosovo. Una serie di istruzioni che dovranno adattare la missione amministrativa provvisoria delle Nazioni Unite alle circostanze che si sono venute a creare dopo la dichiarazione di indipendenza del 17 febbraio, riportate per i suoi tratti salienti dal media Balkaninsight.
Il provvedimento di Ban Ki-moon è prima di ogni cosa un intervento di riconfigurazione preso nei termini previsti dalla risoluzione ONU 1244 e delle relative competenze del Segretario Generale dell’ONU, che va a modificare le competenze senza alterare la base legale di fondo, come molte altre misure prese in questi anni di permanenza della missione sul territorio del Kosovo. Una decisione di questo tipo può non essere sottoposta al vaglio del Consiglio di Sicurezza, per essere poi gradualmente attuata, conferendo i poteri della UNMIK in parte alle Istituzioni di Pristina e in parte alla Eulex, che potrà coesistere rispetto alla missione internazionale ONU, con la nomina di un nuovo capo che va a sostituire Joachim Ruecker.
"In assenza di altre indicazioni da parte del Consiglio di Sicurezza, e in seguito alle ampie consultazioni tra le parti è mia intenzione riconfigurare la struttura e il profilo della presenza civile ed internazionale in relazione all’evoluzione della situazione in Kosovo", afferma Ban Ki-Moon nella lettera, specificando che la riconfigurazione "abilita l'Unione europea ad assumere un diverso ruolo operativo in Kosovo, nel rispetto della risoluzione 1244".

Le istruzioni del Segretario Generale riguardano innanzitutto le aree di pattugliamento, i tribunali, le dogane, il trasporto e i rapporti con la Chiesa Ortodossa Serba, che saranno oggetto di negoziazioni tra le parti. Per quanto riguarda le forze Nato, la KFOR continuerà a mantenere la sicurezza dei confini come previsto sempre dalla risoluzione 1244, conservando le sue competenze a carattere militare, mentre "le forze del Servizio di Polizia del Kosovo (SHPK) che operano in certe aree a maggioranza etnica serba dovranno fare rapporto alla polizia internazionale sotto la totale autorità dell'ONU", precisano le istruzioni di Ban-Ki Moon. Un provvedimento questo che andrebbe a conciliare le richieste della comunità serba, e in particolare degli ufficiali di etnia serba, che dopo la dichiarazione dell’indipendenza hanno chiesto di essere sottoposti al comando della polizia internazionale, e non delle autorità di Pristina. Saranno inoltre create, sempre nelle aree a maggioranza serba, delle corti supplementari che opereranno all'interno del sistema giuridico del Kosovo, in maniera da controllare le strutture parallele serbe che si sviluppano in maniera indipendente rispetto alle autorità di Pristina.

Si inserisce a questo punto la Missione Europea Eulex che avrà il ruolo di "supervisionare" l’implementazione di un sistema giuridico e legislativo adeguato, succedendo alla missione dell'ONU ad un livello superiore nell’evoluzione delle strutture statali del Kosovo, che otterranno invece le competenze amministrative detenute ora dagli ufficiali della Unmik. Precisando che "la missione dell’UE ricoprirà il suo mandato senza alcun tentativo di formalizzare l'indipendenza del Kosovo", Ban Ki-Moon afferma nella sua lettera : "consapevole dell'impegno che l’UE dovrà ricoprire nella regione, intendo consultarmi con l’Alto Rappresentane della Sicurezza delle Politiche Estere dell’Unione Europea per determinare un ruolo operativo per l'Unione europea all'interno della struttura neutrale delle Nazioni Unite", cita la lettera affermando che "tali consultazioni avverranno anche presso le autorità in Pristina, con riferimento alla realizzazione della nuova situazione".
Viene così confermato quanto già anticipato dal rappresentante speciale dell’UE per il Kosovo, Peter Feith, dichiarando che la Eulex avrebbe subito solo un ritardo, e che la presenza della UNMIK non sarebbe stata alterata. Si fa inoltre strada l’ipotesi che la Eulex potrebbe essere schierata nelle sue fasi iniziali proprio nel Kosovo settentrionale, area a maggioranza serba, andando ad affrontare il problema delle istituzioni serbe parallele, e ad attuare un unico spazio legale in Kosovo ispirato al piano Ahtisaari .
Al contrario, il quotidiano di Belgrado Blic, con toni più duri afferma che la missione internazionale in realtà passerà nelle mani della Eulex, che decreterà la sospensione della missione dell'ONU senza alcuna risoluzione da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, mentre la UNMIK sarà delegata nella parte settentrionale di Kosovska Mitrovica. Alla Serbia, secondo Blic, andrà un "contentino" quale l’accordo sulla spartizione dei poteri sulla polizia, il sistema legislativo, il controllo del confine, traffico ed eredità culturale nelle aree popolate dai serbi.

Il quadro di Ban Ki-Moon vede da una parte la permanenza delle forze dell’ONU rispettando così la risoluzione 1244, dall’altra l’evoluzione della presenza internazionale mediante l’implementazione di un sistema giuridico di stampo europeo. Le Istituzioni di Pristina dovrebbero, di regola, assumere su di sé le competenze amministrative dello Stato, anche se questo è alquanto improbabile visto che la parte albanese-kosovara non è organizzata, né strutturalmente né economicamente, in maniera da essere autonoma rispetto alla Comunità Internazionale. Si tratta pur sempre di uno "stato" estremamente povero, la cui economia è basata sulle mafie, sul contrabbando e i traffici, oltre che sui finanziamenti e le donazioni delle "fondazioni" internazionali che hanno così investito nella creazione di questo territorio fuori dal controllo della legge nazionale e sovranazionale. L’Europa rappresenta ancora una volta un’entità che fa da catalizzatore e si insedia negli Stati attraverso il suo linguaggio "tecnico-giuridico" da burocrate. Nei fatti, non ammetterà mai di aver fallito e continuerà a camuffare il suo ruolo eludendo il Consiglio di Sicurezza. Del resto, l’avanzata dell’UE e la retrocessione della UNMIK potrebbe anche essere frutto di un tacito accordo tra Stati Uniti ed Europa che accetta di ricoprire il ruolo di "pacificatore" per portare il Kosovo verso l’integrazione euro-atlantica. Lo stesso accordo tacito che potrebbe essere avvenuto tra il Presidente Tadic e Bruxelles, cercando di preservare la comunità serba minacciata di isolamento e di pogrom da parte dalla maggioranza albanese. In ogni caso, è stata scelta la strada più facile e meno controllabile, una specie di primo compromesso che presume un’evoluzione verso il completo passaggio dei poteri.

Rinascita Balcanica


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