Motore di ricerca

18 dicembre 2008

Banche e crisi economica: un alibi per tutti


Dinanzi ad un debito incalcolabile, la Federale Reserve e le Istituzioni americane hanno intrapreso una "caccia alle streghe" per dare all’opinione pubblica un colpevole. Allo stesso modo, la stessa campagna giustizialista contro le Banche è divenuta una manovra di propaganda, in quanto sono già pronte le Fondazioni per far ripartire la macchina del debito e della produzione di ricchezza.

Giornali, associazioni di consumatori, istituzioni di vigilanza, tutti si scandalizzano dinanzi alla truffa delle piramidi di Madoff, della bancarotta dei collaterali e il graduale fallimento delle Banche. Dinanzi al crollo di un sistema concepito sull’inganno e sull’incontrollata "creazione" di denaro, è ovvio che a tutti conviene gridare allo scandalo e arrestare il capro espiatorio di turno, perché altrimenti bisognerebbe ammettere che i sistemi di controllo sono inesistenti ed inadeguati, o addirittura chiedere il fallimento degli Stati che hanno costruito su tali meccanismi il proprio potere economico. E infatti, quando alcuni mesi fa venne sollevata la questione dei collaterali e dei titoli derivati sulla base dei quali le banche costruivano e concedevano capitalizzazioni, le alte autorità di vigilanza, come la Federal Reserve o il Dipartimento del Tesoro americano, non intervennero in maniera drastica. Dunque, affermare oggi che Bernard Madoff ha costruito una truffa in un clima di grande tensione e di allarme, quando lo stesso sistema bancario stava già vacillando, è solo uno sciocco tentativo di procurarsi un alibi e non rispondere delle proprie responsabilità.

D’altronde, i buchi del sistema finanziario sono sempre esistiti, soltanto che veniva dato per scontato che stampando denaro senza controllo, e obbligando i governi più deboli ad acquistare i titoli di debito del Tesoro americano, il sistema avrebbe retto ancora per molto tempo. Questo potrebbe essere anche vero, ma bisognava considerare che prima o poi le regole del gioco sarebbero cambiate. Così, dinanzi ad un debito incalcolabile, la Federale Reserve e le Istituzioni americane hanno intrapreso una "caccia alle streghe" per dare all’opinione pubblica un senso di giustizia che non esiste, e guadagnare altro tempo per costruire le nuove alleanze. Venuta meno la fiducia e la credibilità nelle istituzioni - e il lancio di una scarpa contro Bush del giornalista iracheno ne è la dimostrazione - si è preferito mandare in prima linea Barack Obama, nel tentativo di arginare la totale disfatta. L’amministrazione Obama, da parte sua, è un semplice prodotto di marketing, una maschera da porre sul viso del vecchio e fallimentare partito democratico di Clinton, progettata proprio per evitare che lo stesso popolo americano si rivoltasse contro il proprio Presidente. Allo stesso modo, la stessa campagna giustizialista contro le Banche è divenuta una manovra di propaganda, in quanto sono già pronte le Fondazioni per far ripartire la macchina del debito e della produzione di ricchezza, magari sotto altre forme.

Il vero problema, invece, è il blocco del sistema produttivo, considerando che le aziende, che hanno bisogno di liquidità, si trovano in forte difficoltà e sono in cerca di espedienti che possano aiutarli a coprire almeno le spese e a chiudere questo biennio tragico. Anche in questo caso, tuttavia, bisogna fare una giusta distinzione tra piccole e medie imprese - la maggior parte delle quali a rischio fallimento - e le grandi società (ex) capitaliste, le quali camuffandosi da "socialisti" continueranno a rimanere in piedi, attuando delocalizzazioni e parziali nazionalizzazioni. Tutto, ovviamente, a spese dei cittadini e dei lavoratori, a cui viene chiesto un sacrificio eccessivo per garantire a se stessi e alle proprie famiglie il sostentamento. Ad esempio, pian piano vedremo come i primi stabilimenti italiani verranno chiusi, per direzionare gli investimenti in economie più giovani, in via di sviluppo, che beneficiano dei fondi per la ricostruzione, nonché di quelli del riciclaggio delle attività illecite perpetrate nelle economie "apparentemente" di diritto e dalla criminalità organizzata, tenuta in vita dalle nuove classi politiche democratiche.

Ad ogni modo, quelle istituzioni incrollabili ed eterne ben presto non esisteranno più, saranno solo dei concetti astratti che possono essere anche cambiati. Così, il Presidente Bush sarà ricordato per il lancio della scarpa di un umile giornalista iracheno, Barack Obama sarà l’uomo del cambiamento e dell’avvento dell’era cibernetica, le fonti di energia fossili saranno considerate degli ottimi sintetici di quelle rinnovabili "in tempo di crisi", mentre la "grande crisi globale" sarà l’alibi del fallimento del sistema capitalistico e degli Stati Uniti. Infine, la grande conquista dell’umanità, l'internet, sarà la nuova "gabbia d’oro" della nostra economia, dove vi è già un monopolista che si è impossessato di tutta l'informazione. In questo modo, apparentemente perfetto, nasceranno presto gli invisibili, la classe dei "clochard e dei mendicanti" cibernetici, che tuttavia non vedremo, perchè nel nostro cinema non potete vedere mai quello che c’è dietro il palco: questa è la nuova frontiera dell'internet.