Motore di ricerca

15 dicembre 2010

Traffico d'organi: strategia per sabotare negoziati Serbia-Kosovo

Banja Luka - Le elezioni anticipate in Kosovo, la pubblicazione di cablogrammi delle ambasciate americane di Pristina e Belgrado, ed infine il rilancio della relazione del Consiglio d'Europa sul traffico di organi di Dick Marty, dimostrano in maniera sempre più evidente che è in atto una strategia volta a destabilizzare il Kosovo, e soprattutto a compromettere i negoziati con Belgrado. Le forze in gioco sono molte, ma l'obiettivo resta quello di allontanare il Kosovo dalla sfera dell'Unione Europea e della Serbia, che stanno cercando di raggiungere un compromesso storico per la stabilizzazione del Kosovo. Stati Uniti ed Inghilterra non sembrano accettare l'uscita di scena con il definitivo ritiro della NATO e il trasferimento dei poteri ad una classe politica che veda la partecipazione di serbi ed albanesi, insieme per garantire la sostenibilità del Kosovo. Tolte le mira politiche, restano solo lobby e sciacallaggio, visto che mentre il Governo cadeva, gruppi di interesse e società internazionali hanno privatizzato società strategiche e sottoscritto contratti senza appalti pubblici.

Sembra quindi strano che, concluse le elezioni e pronti i negoziati per creare il Governo che dovrà dialogare con la Serbia , viene rispolverato il rapporto del Consiglio d' Europa sul traffico di organi. Come più volte ribadito dall'Osservatorio Italiano ( si veda Disinformazione e insabbiamento sulla pulizia etnica del Kosovo La 'Banda Kouchner' e la piaga dei Balcani ) il dossier del traffico di organi è stato studiato ed elaborato ad hoc, confondendo informazioni reali e disinformazione per inquinare le prove su reati realmente commessi e creare casi che, di volta in volta, si prestano a strumentalizzazioni politiche. Le dichiarazioni del Procuratore Carla del Ponte, dopo i controlli degli inquirenti dell'Eulex, sono state dichiarate infondate e senza alcun seguito giuridico, a differenza invece del caso della clinica Medicus, per il quale vi sono fatti e prove circostanziate. Per quanto riguarda invece il famoso collegamento con l'Albania - intrecciato di proposito per sabotare la riconciliazione storica tra Belgrado e Tirana, promossa con grande impegno dal Premier Berisha e dal Presidente Tadic - non esiste alcuna prova che dimostrerebbe un coinvolgimento albanese nel fantomatico traffico di organi. "La Procura Generale di Tirana in Albania non ha attualmente nessuna informazione su quanto citato nel rapporto di Dick Marty e del Consiglio D'Europa. Per indagare sulle rivelazioni della Carla del Ponte è giunta in passato una delegazione della Procura dell'Aja che, in cooperazione con la Procura dell'Albania, ha effettuato le dovute indagini senza individuare alcun elemento che dimostri l'esistenza di un traffico di organi sul territorio albanese, in connessione ad organizzazioni criminali del Kosovo". Questo quanto dichiarato da Plator Nesturi, consigliere del Procuratore Ina Rama che, interrogato dall'Osservatorio Italiano, ribadisce quanto in questi mesi ha sempre detto il Governo albanese e tutte le istituzioni competenti.

Nonostante tutto, il caso è stato rimesso in pista proprio dall'intervento del Consiglio d'Europa, organizzazione internazionale costituita da oltre 47 Paesi, che non ha una diretta connessione con l'Unione Europea bensì con il Club di Londra, che lo utilizza spesso per esercitare pressioni su Bruxelles o altri Stati, in nome della difesa dei diritti umani. Non è infatti un caso che accanto al CoE si schiera un quotidiano britannico che oggi viaggia sulla cresta dell'onda, grazie ai cablogrammi di Wikileaks, accreditandosi così come 'strumento di diplomazia'. Invece il Guardian, come tutti i grandi media internazionali, sono uno strumento mediatico delle lobbies, e dietro di essi vi è un grande conflitto di interesse. Vogliamo così ricordare come in passato, la Serbia e altri Paesi, hanno messo in guardia la Comunità Internazionale sui crimini e le pericolose organizzazioni che si erano venute a creare in Kosovo, ma i loro appelli sono rimasti inascoltati, definiti complottisti e fuorvianti. Thaci era allora un paladino di democrazia, avendo al suo fianco la mano di Kouchner e della Allbright, mentre adesso è definito un trafficante e un guerrigliero.

"Dov'è la credibilità di un quotidiano che non ha memoria storica, che agisce dietro le 'veline' del Club di Londra e occulta la verità?