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23 agosto 2006

Il danno biologico del Terrorismo

Si moltiplicano di giorno in giorno gli episodi di attentato alla sicurezza dei traffici aerei, che segnalano la presenza di bombe mai esistite e di terroristi fantasma, ma che per un'automatica associazione di idee sono visti ovunque. La strategia del terrore dei maestri dell'allarmismo e del sabotaggio sta entrando sempre di più nella nostra vita quotidiana per alterare e pregiudicare l'equilibrio psicologico di tutta la società.
Quella in atto è una spietata operazione di intelligence che ha come obiettivo primario quello di modificare le persone, di influire sulla loro percezione della realtà onde indurli in questo modo a vedere ovunque mostri titanici. Questo tormenterà la nostra vita, fomenterà gli odi e i rancori contro le minoranze etniche islamiche presenti in Europa, ma soprattutto alimenterà la paranoia che, una volta diventata esasperante, renderà le persone indifese, e inermi.
In nome della difesa e della precauzione di atti terroristici stanno ora facendo una vera e propria violenza sulle persone che sono oggi in viaggio perché in vacanza, o per lavoro o per raggiungere i propri cari all'estero. Non solo è stata negata loro la tranquillità del viaggio, ma anche la fiducia che riponeva nel passeggero a lui adiacente, e tale diffidenza e insicurezza snervante rende le persone irritabili e violenti, pronti a scattare al primo comportamento sospetto. Migliaia di pendolari si spostano tutte le mattine e vivere questo trauma ogni giorno significa anche compromettere la sua sanità mentale, per creare soggetti paranoici pronti a credere a qualsiasi versione dei fatti che viene loro presentata. Se tali eventi entreranno stabilmente nel nostro quotidiano l'integrità mentale dell'intera società verrà alterata e resa una cavia di esperimenti mediatici eclatanti.
Basti pensare alle terribili bassezze dei controlli negli aeroporti britannici, che hanno spinto persino una madre ad allattare un bambino in una sala d'aspetto sotto stretta sorveglianza delle hostess: le persone sono state private del loro bagaglio e delle loro medicine se non erano di vitale importanza. È stato detto loro che si aggiravano sugli aerei dei pericolosi terroristi che con del liquido, un contenitore in plastica, e un lettore mp3 avrebbero dirottato un aereo e minacciato la morte di centinaia di persone. A quel punto tutti si sono trasformati in terroristi perché ognuno aveva con sé quei componenti, ognuno era un pericolo per l'altro.
In tal modo diventa ben più spaventoso e traumatizzante il pensiero dei controlli al check-in e della possibilità di vedere pregiudicata la partenza che l'idea del terrorismo in sé.
Protratto per troppo tempo, tutto questo va a provocare un vero e proprio danno biologico, che pregiudica l'integrità psico-fisica di un popolo, e porta all'etnocidio di uno Stato, completamente schiavizzato così al volere delle lobbies del denaro e del petrolio.

Le persone accetteranno l'invasione della privacy in cambio di sicurezza, di controllo costante e dell'intervento delle autorità in difesa della comunità presa di mira. Quanto accaduto l'11 settembre in America deve indurre il popolo europeo a riflettere bene sulle proprie azioni, sul fatto che sono pilotate e manovrate dall'alto senza che nessuno possa accorgersene. Mentre i telegiornali trasmettevano 24 ore su 24 le immagini del crollo dell'allarme "antrace", il Congresso approvava provvedimenti di urgenza anti-terrorismo, ovvero, invasivi al fine di tenere sotto controllo telefonate, transazioni e trasferimenti del popolo statunitense. La Cia ha tempestivamente monitorato il sistema di transazione della banca Swift: milioni di dollari che viaggiano da un capo all'altro del mondo, monitorate per tracciare le movimentazioni di merci e servizi, oltre che di denaro.
I decreti anti-terrorismo in Europa non sono ancora arrivati, ma quello che viene messo in atto è un vero crimine invisibile, molto sottile e subdolo perché nel silenzio agisce su altre sfere psicologiche ma che comunque è correlato con la guerra al terrorismo. Dinanzi al problema dell'allargamento della comunità europea verso l'est europeo, e la creazione di un'area di libero scambio nel Mediterraneo, gli Stati hanno risposto con leggi sull'emigrazione che lanciano come messaggio subliminale quello che induce le persone dall'estero a tentate la fortuna nella speranza di migliorare la propria vita. La situazione italiana è molto strana, perché il nostro governo ha approvato recentemente una legge che semplifica le procedure per ottenere la cittadinanza, e poi dinanzi allo sbarco di centinaia di persone sulle coste di Lampedusa e Pantelleria, si dichiara scandalizzato e sconcertato. Questo credo basti a far capire che chi ci governa sono dei "cafoni della campagna", messa lì al governo al posto degli Uomini di Stato e dei politici per realizzare i piani delle lobbies.
Il problema dell'integrazione ha così sollevato anche l'Ue che propone, come soluzione per favorire la naturalizzazione degli stranieri, e in particolare dei movimenti musulmani, mediante l'educazione degli Imam religiosi. Questi dovranno essere istruiti circa la cultura europea, la religione e le istituzioni, seguendo così gli standard e il modello perfetto e ideale del cittadino europeo. Raggiungere e manipolare le comunità musulmane mediante l'educazione degli Imam viene reso possibile proprio da una struttura decentralizzata, come quella della cultura islamica che comunque è molto più orizzontale di quella dei paesi occidentali, estremamente verticalizzate. Preso il capo, si prende e si convince anche tutte le persone che stanno sotto di lui: questa è la logica che permette alle cd. lobbies di influire sul destino e la politica di uno Stato, è il sistema che agisce perché non esistono uomini incorruttibili o scaltri al punto da prevenire inganni e giochi di potere apparentemente giusti.

Oggi hanno portato il terrorismo in Europa, e la Comunità Europea, dopo i primi momenti di silenzio e di continui rinvii nei vertici, parla per la prima volta al singolare, parla in nome di un'istituzione e non dei singoli Stati, pur non avendo una forza militare né una rappresentanza politica. L'Europa è minacciata su più fronti, stando alle loro parole, ma sarà solo l'Italia ad iniziare le danze prendendo sulle sue spalle la gestione del territorio libanese in nome della forza di contrapposizione dell'Onu. Viene affidata una missione così delicata ad uno Stato che non ha attualmente un'esperienza in questo tipo di guerre, ma solo alcune missioni di pace conservative di un equilibrio all'interno dello Stato occupato. L'Italia, tra le altre cose, non è abituata alle perdite umane, la ferita lasciata dai conflitti mondiali è ancora aperta e il dolore della perdita dei suoi uomini è ancora molto sentito. Questa non è una missione di pace, è una guerra a tutti gli effetti, una guerra strana e imprevedibile in quanto non si riesce a distinguere i nemici dagli amici: gli Israeliani hanno ucciso nel mese scorso gli osservatori Onu, mentre l'America sta armando di nascosto gli Hezbollah. Sarà questa una vera macelleria, l'esercito sarà vittima di attentati e sabotaggi, moriranno molti tra i nostri ragazzi e toglieranno all'Italia e, anche all'europa, quel senso di trauma alla morte dei soldati. Ci abitueranno a vedere morire la nostra gente, diranno che è giusto, che lo hanno fatto per la loro patria minacciata dal terrorismo, in realtà combatteranno una guerra che non gli appartiene, ma la guerra delle Banche.