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30 agosto 2006

Il patto tra la destra e la sinistra: tra cavallari e padellari

Alla vigilia della stesura della finanziaria, cominciano ad essere esaminate le prime proposte di legge, ipotizzando riforme del bilancio statale e della stessa Costituzione, all'insegna della "innovazione e sviluppo". Le premesse, tuttavia, non premettono nulla di buono in quanto allo stato attuale non si può parlare né di innovazione perché ritornano gli stessi schemi e le stesse parole, né di sviluppo perché i tagli alla spesa pubblica sono tanti e forse ancora di più.Quando era stata avanzata la proposta di elevare i tempi di pensionamento i sindacati portarono la rivoluzione nelle piazze, mentre ora che vengono rivalutate quelle ipotesi le appoggiano in pieno perchè i sindacalisti sono stati ben remunerati per il loro silenzio.

Le proposte del Ministro Bersani si incentrano in particolar modo sulle piccole e medie imprese, e sulle manovre di politica economica per poter risollevare la sua situazione e rilanciare il Sud Italia. Da ciò che è possibile intendere dalle prime battute di discussione, la finanziaria porrà in essere un sistema di leggi che andranno a facilitare l'accorpamento delle imprese e la concentrazione delle stesse in grandi dimensioni, per renderle competitive. La competitività delle piccole imprese è importante, ma questo non dovrebbe giustificare l'emanazione di regole che consentano acquisizioni e fusioni di imprese in difficoltà, di concorrenti diretti e indiretti. Allo stesso modo è stata ventilata l'ipotesi di creare un fondo di private equity e venture capital semi statale, come canale di finanziamento di imprese innovative. Si tratta questo di uno strumento nato per le società di grandi dimensioni, e la proposta di adottarlo anche per le piccole imprese rappresenta soprattutto un modo per portare l'Alta finanza nelle imprese a conduzione familiare, nelle aziende senza una struttura gerarchica o complessa. Anche le piccole attività produttive diventeranno degli investimenti finanziari come lo sono già le grandi società, delle attività speculative. Non bisogna poi dimenticare la grande opportunità che si presenta per i finanziatori nel poter indebitare, acquisire e rubare le conoscenze dei piccoli sperimentatori di nuove idee.
L'alta finanza è giunta anche qui, e se ciò è vero vuol dire che davvero le idee sono finite, e si cerca di rimescolare e far rivivere qualcosa di vecchio, tra l'altro nato non per le piccole imprese, vuol dire che non hanno idea di come affrontare i problemi del Sud.

Il nostro Ministro poi vuole rilanciare il Sud, e per far questo intende agire sul cuneo fiscale, cercando di cambiare sistema di tassazione, perché a quando pare non piace così com'è scritto. Vogliono ancora cambiare le regole del gioco, ma non il gioco, perché altrimenti, se avessero coraggio, cancellerebbero l'Irap per il Sud, e il debito della Sanità. Queste sono le riforme impopolari per il Parlamento, ma sono da sempre richieste dalle imprese del Sud che vorrebbero respirare dall'usura, l'usura delle Banche, delle tasse e delle camorre: mettere in sicurezza le imprese significherebbe anche la possibilità di lavorare, di dare lavoro e abbattere parte della grave disoccupazione.
Ma capiamo benissimo quale sia la difficoltà quando la Banca Centrale Europea, le agenzie di rating e il Fondo Monetario Internazionale chiedono di rispettare i vincoli di Maastricht nonostante siano loro i veri responsabili dell'aggravarsi di quell'equilibrio.

Tra le riforme che sono sbucate alla fine ne ritroviamo un'altra, a cui molti stanno facendo la corte da tempo e non riescono a convenire a giuste nozze: la riforma del Titolo V della Costituzione e l'introduzione del principio dell'interesse nazionale. L'obiettivo è riscrivere la Costituzione per fornire maggior potere e un certo sindacato di meritevolezza delle opere pubbliche agli enti statali, in modo da stroncare i passaggi e gli ostacoli nelle piccole Comunità alle opere lesive della salute e dei diritti della terra che le ospita.
Non vi ricordano qualcosa queste parole? È ovvio che è lo stesso tenore letterale della riforma costituzionale della Devolution che il popolo italiano ha già bocciato. Come abbiamo avuto modo di dire in occasione del Referendum degli scorsi mesi ( leggi ), la riforma era strumentale più al raggiungimento di questo scopo che alla devolution stessa, perché non esiste Federalismo senza federalismo fiscale. La riforma serve invece a superare ed evitare che si formino episodi come quelli della Val di Susa. L'interesse nazionale deve prevalere, ma se questo si traduce in un interesse solo di pochi, non vi sarà alcuna opera infrastrutturale fatta a beneficio della nazione. Se non è riuscito il centro-destra a far passare una tale legge, e far partire da quest'anno le opere per i rigassificatori, le turbogas e le grandi infrastrutture, ci penserà il centro sinistra che presenterà la questione come una decisione necessaria a tutela dei consumatori. I media e i giornalisti faranno il resto, e se si arriverà al referendum, questo sarà il referendum per l'interesse nazionale, per poi neutralizzare definitivamente le sommosse popolari alle grandi opere. Dopo lo stralgio delle leggi obiettivo, nel tentativo di stroncare i tempi e la burocrazia per le discussioni della messa in opera del progetto, si arriverà al Referendum delle infrastrutture. Se sarà necessario verrà chiamato decreto salva-energia, o comunque la riforma della svolta, nonostante sia stata già respinta. Cambieranno le parole, modificheranno il nostro pensiero, riscriveranno le cronache e arriveranno a dire che non si sono mai espressi in maniera contraria alla sua approvazione.
Come è stato per l'Iraq, il Libano e la Val di Susa, mentre prima erano in piazza a manifestare contro, ora siedono al potere e si ripropongono con le stesse riforme, ma con parole diverse. Evidentemente cambia lo stile, il colore, ma nulla cambia nella sostanza, perchè una mente loro non la hanno.

In verità, ciò che sentiamo è un nastro incantato, un moto perpetuo di proposte e intenzioni che vengono continuamente ritoccati per dare l'idea che al cambio del governo, si cambia anche musica, o eventualmente si migliora la situazione economica. Ciò a cui assistiamo è la vera offesa della intelligenza umana, credono che non abbiamo memoria o che dimentichiamo quante volte la storia la dite e la cancellate a ripetizione per confondere le idee delle persone. A Roma esiste il "cavallaro", cioe quello che vive di scommesse, mentre al Parlamento, seduti sui più alti troni del Governo, vi sono i padellari, cioè persone che sino a pochi mesi gridava e portava il popolo in piazza con le padelle per dimostrare contro una riforma. Adesso invece sono loro stessi che sparano sulla folla. Da quando Bertinotti è seduto su una bella poltrona, invece di lavorare, sta facendo la conta dei ragazzi da mandare in Libano assieme al suo amico D'Alema. Così mentre noi siamo qua che facciamo delle domande e esigiamo delle risposte, queste prostitute sono occupati a fare giri in barca e cenette a base di buon vino e filletto di primo taglio. Siedono insieme alla tavola rotonda dei CDA e poi si rivedono in Parlamento, fanno un po' di rumore per far passare la giornata e tirare a campare. La cosa più terribile è che non esistono carceri per contenere questo ammasso di gente, occorre trovare una soluzione perché di questo passo non avremo più gli occhi per piangere.