Motore di ricerca

31 agosto 2007

La lotta contro la Mafia per nascondere il seme del male


Recapitati nel carcere di Palermo inquietanti messaggi in una busta indirizzata al carcere di Opera a Milano, in via Borsellino, spedita il 20 luglio, due chiare allusioni alla strage di Via D'Amelio. "La pace è finita" , è il messaggio che è stato accreditato alla mafia direttamente destinato ai due boss di Cosa Nostra Totò Riina e a Bernardo Provenzano. Sorgono qui i consueti dubbi di interpretazione di segnali difficili da decifrare, soprattutto perché probabilmente destinati allo Stato e non ai capi mafia, considerando che la corrispondenza che viene recapitata all'interno delle carceri viene sottoposta ad un rigido controllo. È altrettanto inverosimile che siano destinati ai capi mafia, in quanto dopo un lungo periodo di latitanza, sono stati arrestati mentre conducevano la loro normale vita. Questo ha indotto infatti la polizia a temere l'inizio di una nuova stagione di stragi e di terrore, nell'eterna lotta tra Mafia e Stato.
Non vi sono invece dubbi che ciò a cui stiamo assistendo è il consumarsi di una grande sceneggiata, tenuta in piedi allo scopo di indurre la massa a credere che la mafia sia di nuovo pronta a colpire. In realtà, esiste un fondo di verità a tali timori, in quanto ci avviciniamo sempre più ad un'epoca in cui i problemi economici, la disoccupazione e l'impossibilità di sostenere un adeguato stile di vita, porteranno gli individui sempre più vicini allo scontro di civiltà, in uno stato di guerra perenne e controllata. La situazione economica dell'Italia sta peggiorando e questo, sebbene nessuno voglia ammetterlo, lo avvertono i singoli individui, che sanno di essere trascinati in una situazione di precarietà a causa della perdita del potere d’acquisto dei propri salari e del fallimento delle imprese. Il malcontento e il malessere sociale sconvolgeranno l’equilibrio politico già precario e le folle si solleveranno in manifestazioni sempre più violente . Gli atti di criminalità saranno sempre più frequenti contribuendo a creare una sensazione di caos e smarrimento: sarà questo uno strumento di controllo mentale. Gli episodi di violenza a cui assisteremo saranno così imputati alla criminalità organizzata, mentre altre saranno le menti che manipoleranno gli eventi per fare propaganda e portare acqua al proprio mulino.
Per tale motivo oggi assistiamo agli atti di pura follia di Bossi, che aizza le folle inneggiando alla legittima difesa armata "contro il clandestino", alla nascita di partiti sempre più nazionalisti ed estremisti, nella speranza di divenire l'alternativo portavoce di quella massa che è stanca di bugie e di demagogia.
Occorre tuttavia analizzare bene e capire quali siano le vere forze che agiscono all'interno del tessuto sociale per provocarne il suo sfaldamento. Da una parte vi sono gli estremismi controllati dalle intelligence deviate, mentre un'altra parte è quella criminalità organizzata che lo Stato e i servizi segreti hanno cercato di combattere negli anni '70 e '80 colpendo tuttavia i capi ma non la rete, che ora si sta accrescendo sempre a causa di un malessere sociale sempre più diffuso. La criminalità organizzata vive in funzione delle lacune e della mancanza dello Stato in quelle politiche sociali necessarie a mantenere un buon livello di vivibilità.

La Mafia riesce a risorgere continuamente proprio in funzione del fatto che coloro che a suo tempo furono indagate e inquisite da Falcone e Borsellino ora sono al potere, e fingono di combattere di nuovo la guerra alla mafia. Questo perché il sistema in cui oggi noi viviamo è un circolo talmente vizioso che le rete criminosa della mafia non è che la punta dell'iceberg, che ha le sue basi nel sistema finanziario. Le Banche rappresentano infatti il seme del cancro che è la mafia, in quanto usano e sfruttano il tessuto criminale per porre in essere oscuri traffici di danaro e finanziare la loro rete di lavanderie. Lo scandalo del contrabbando di sigarette che è partito dal Montenegro ha visto infatti coinvolgere la mafia, le Banche e i servizi segreti, coordinati tra di loro grazie all'opera del faccendiere Gerardo Cuomo, che incontrerà la procuratrice Carla del Ponte nel 1998. La collusione del sistema finanziario con la mafia è stata per molti anni oggetto delle indagini di Falcone che, a partire dal 1981 cominciò ad indagare sulle Banche luganesi e sui loro rapporti con i boss mafiosi. Le sue indagini porteranno a sgominare il 16 dicembre del 1989 la Wall Street di Cosa Nostra, ossia la rete delle finanziarie di Lugano delle famiglie Caruana- Cuntrera, che aveva la sua base finanziaria nella Algemene Netherland Bank di Chiasso , collegata a sua volta all'avvocato Luganese Francesco Moretti, la figura più controversa dell' affare Ticinogate. Pochi mesi prima dello stesso anno, Falcone incontra sulla strada Carla Del Ponte, procuratore del Ticino, che già da tempo si adoperava per nascondere i possibili collegamenti tra le finanziarie di Chiasso e i Caruana-Cuntrera, omettendo alcun dettagli dal rapporto stilato dalla procura di Lugano consegnato alla procura di Roma. Per coprire questo errore, e far sembrare che Carla del Ponte si stesse ancora impegnando nella lotta alla mafia, nel giugno del 1989 ad Addaura, vicino Palermo, viene neutralizzata una bomba, creando così il mito della paladina della giustizia.

E' chiaro dunque che non si può parlare di lotta alla Mafia, di giustizia e di criminalità se non si annientano determinati meccanismi che portano e rigenerare il male continuamente. Abbiamo creato l'Europa intorno ad uno Stato che si chiama Svizzera e al segreto bancario svizzero, che costituisce in sé la legalizzazione della mafia e la distruzione degli Stati nazionali . Il potere decisionale dell'Ordine Mondiale è rimesso nelle mani di entità invisibili, che compaiono nel mondo reale una volta all'anno mediante le cd. riunioni del Bilderberg, il cui Presidente è anche il Presidente della UBS Bank. Contro quale nemico ci troviamo dunque a combattere? Si tratta di semplici criminali, dei pizzini, o abbiamo dinanzi a noi la più vasta rete del riciclaggio e del racket internazionale che si nasconde nei consigli di amministrazione delle Banche e delle multinazionali, per poi partecipare a stucchevoli serate di gala in beneficenza dei Paesi del terzo mondo. È ovvio dunque che il crimine di cui gli Stati sono vittime è invisibile, e le armi e gli strumenti a loro disposizione sono al di sopra di qualsiasi legge dell'uomo.