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01 aprile 2008

Intervista al Presidente Cossiga: nessuna cospirazione

L'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga risponde alle domande di Michele Altamura per Rinascita Balcanica. Nelle sue parole, un'analisi forte e sarcastica degli aspetti più problematici dei Balcani, con uno sguardo all'Unione Europa, agli Stati Uniti e alla Russia. Facendo cadere il velo del "cospirazionismo", traccia le fila dell'attuale confronto tra le potenze mondiali.

L'indipendenza del Kosovo ha sconvolto e scosso l'intera opinione pubblica. Gli Stati Uniti e parte degli Stati Europei hanno deciso di sostenere e riconoscere la dichiarazione unilaterale dello Stato del Kosovo, aggirando il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, per poi mantenere i poteri di fatto nelle mani della Comunità internazionale.E' possibile affermare che sia stato dato ai kosovari solo un semplice contentino per mantenere il controllo su uno "Stato fantoccio"?
Si tratta a ben vedere di uno Stato oggi quasi “semisouverin”, istituto ben conosciuto nell’impero ottomano - Egitto e Tunisia, ad esempio. Ma la tendenza a sottrarsi dalla protezione - non si capisce bene se dall’ONU o dall’UE o dalla NATO - sarà forte il giorno che il Kossovo disporrà di un proprio esercito e di una propria forza di polizia, tendenza frenata certamente dal forzato decremento del reddito derivante da attività criminose e dalla necessità degli aiuti degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.

Il riconoscimento del Kosovo da parte dell'Italia è giunto senza un'adeguata discussione e in assenza di un Governo. Secondo Lei, tale decisione presa in questo modo, è frutto di una nuova politica estera dell'Italia o è servilismo?
Che non si tratti di un atto di servilismo nei confronti degli Stati Uniti è dimostrato dal fatto che il riconoscimento è stato effettuato da un Governo che ha dimostrato chiaramente di non essere “filo americano”. Il riconoscimento da parte di Stati come la Germania e la Svizzera è anche dovuto alla presenza in quei paesi di una vasta comunità albanese e kossovaro-albanese. Ma è stata determinante la constatazione che sarebbe stato impossibile riportare il Kossovo sotto la sovranità di Belgrado.

La sua dichiarazione al Corriere della Sera a proposito della dinamica dell'11 settembre, ha destato non poche perplessità, in quanto ha confermato una tesi appartenente di solito al "cospirazionismo". Secondo Lei, determinate strutture manipolano gli eventi per il controllo di determinate zone geopolitiche?
La mia è stata una battuta! In relazione al Kossovo, l’unica vera cospirazione è stata - se si può parlare di “cospirazione”! - il fatto che la Russia e gli Stati Uniti, nella loro ripresa “confrontazione”, hanno voluto confrontarsi anche in relazione al problema “kosovaro”, sul “conto” dell’Europa! Se il regolamento del rapporto Serbia-Kossovo lo avessero potuto trattare direttamente, magari con la mediazione dell’UE, Belgrado e Pristina, il problema forse sarebbe stato risolto più “pianamente”.

Ricordiamo che, con la caduta della Jugoslavia, abbiamo assistito al brutale arresto e poi al sequestro del Presidente Slobodan Milosevic, che è stato sottoposto ad un processo definito da molti come parziale e non regolare, oltre che illegittimo. Dopo anni di vane indagini e ricerche, il Presidente Milosevic è morto in circostanze che non sono state ancora chiarite, a pochi giorni da una seduta decisiva per la difesa dalle accuse dell'Aja. A distanza di anni, dopo la sua morte, il Tribunale dell'Aja dichiara che la Serbia non è da ritenersi direttamente responsabile per gli eventi di Srebrenica, anche se rimane colpevole di non essere intervenuta per evitare il peggio. Come reputa Lei, da uomo di Stato e da Presidente, l'aggressione contro Milosevic?Crede che quello sia stato un atto di democrazia?
Io mi sono sempre pronunziato contro i così detti “tribunali internazionali. Ma il Tribunale de l’Aja è stato costituito dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e se dal Consiglio di Sicurezza si accetta una parte, si deve poi accettare il tutto!

L'ex Procuratore del Tribunale Penale Internazionale dell'Aja Carla Del Ponte, durante il suo mandato, è stata a lungo criticata perché considerata in evidente "conflitto di interessi" perchè paladina degli interessi di lobbies bancarie e finanziarie e non della giustizia internazionale. In ogni caso, nel corso del suo mandato, Carla del Ponte ha ricoperto un ruolo politico più che giudiziario. Come giudica Lei questo contraddittorio personaggio?
Conosco bene l’Avv. Carla Del Ponte, ottima giurista. Non dimentichiamo che la Carla Del Ponte è stata un pubblico ministero prima del Canton Ticino e poi della Confederazione Elvetica: e la giustizia in Svizzera è, come in molti altri campi, una cosa diversa dal resto dell’Europa….

Il Montenegro ha recentemente nominato Premier, per la quinta volta, Milo Djukanovic, con il completo benestare da parte dell'Unione Europea e dell'OCSE. Ricordiamo tuttavia che Milo Djukanovic è attualmente inquisito presso diversi tribunali nazionali, come ad esempio presso la Procura di Bari, per associazione mafiosa, riciclaggio di denaro sporco e contrabbando di sigarette. Secondo Lei, perché oggi siamo dinanzi a tali eventi così anomali?
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Bari è una inchiesta velleitaria! Per diritto internazionale il Capo di uno Stato o Governo estero è esente dalla giurisdizione di uno Stato diverso dal proprio!

Signor Presidente, Lei ha definito il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi "un vile affarista", esponente di una lobby bancaria che deciso e portato avanti privatizzazioni e liberalizzazioni selvagge. Possiamo tuttavia dirle, che nei Paesi dell'Est che chiedono l'integrazione all'Unione Europea, vi sono delle strutture e dei Comitati della Commissione Europea che decidono, allo stesso modo, privatizzazioni e svendite del patrimonio degli Stati, come mezzo per accedere all'Europea. A questo punto, Le chiediamo, come definirebbe Lei tale strutture?
Chi vuole entrare nell’Unione Europea deve sottostare a una serie di regole. D’altronde non è obbligatorio entrare nell’Unione Europea. Quando fu chiesto a Putin perché mai la Russia non chiedesse di entrare nell’Unione Europea, egli rispose: “E perché non l’Europa nella Federazione Russa?”

Il bombardamento all'uranio impoverito nei Balcani è stato definito una "guerra umanitaria". Lo Stato oggi ha deciso di riconoscere i danni ai militari che sono stati esposti alle radiazioni durante le esplosioni. Secondo Lei, verrà mai riconosciuto un pari risarcimento alle popolazioni colpite?
E alla popolazione kossovaro-albanese Belgrado, che con Milosevic si discostò totalmente dalla linea del croato Maresciallo Tito, il Governo di Belgrado pagherà di danni ?

Il Presidente Giorgio Napolitano ha in diverse occasioni dichiarato che occorre istituire un "Nuovo Ordine Mondiale" come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. A che tipo di struttura crede si stia riferendo?
Penso che Egli auspichi ad un rafforzamento dei poteri delle Nazioni Unite, e cioè praticamente del Consiglio di Sicurezza.

Rinascita Balcanica