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03 aprile 2008

Una banca di investimento italo-russa nel mercato energetico europeo


Il Presidente russo Vladimir Putin, in collaborazione con Intesa Sanpaolo a Mosca, lancia la creazione della banca di investimenti italo-russa, su base paritaria, con un’entità giuridica che avrà sede in Italia, e che attirerà al suo interno una serie di gruppi industriali ed energetici. La Russia avrà così nel cuore dell’Europa un gigante energetico-finanziario attraverso il quale estenderà i suoi investimenti non solo in Italia, ma anche nel mercato europeo che, ha sete di gas e di energia, e, allo stesso tempo, un'arma per estendere la sua zona d'influenza.

Giunge da Mosca il progetto per la creazione della banca di investimenti italo-russa, che farà da perno per il futuro sviluppo di progetti energetici all’interno dell’Unione Europea e della Russia. Il Presidente russo ha infatti invitato le compagnie italiane a partecipare nella banca per sostenere i grandi progetti di investimento "nel territorio russo, in Unione europea, nella comunità di Stati indipendenti", per poi sbarcare nei mercati della Cina e dell'India. La proposta, ideata da Antonio Fallico di Intesa Sanpaolo a Mosca, è stata posta all’esamina del governo russo che ha così lanciato un progetto di collaborazione italo-russa a livello bancario, che si presta a essere internazionalizzato, e poi armonizzato con la legislazione italiana. Verrà così creata, entro la fine del 2008 una banca di investimento su una base paritaria, con un’entità giuridica che avrà sede in Italia, e che attirerà al suo interno una serie di gruppi industriali ed energetici. L’accordo vedrà anche l’ingresso della Gazprombank e del Consorzio Nazionale Russo della Banca di Sviluppo VEB, nonché di grosse società energetiche russe che cooperano con l'Italia e che saranno invitate anche ad entrare nel capitale della futura banca.

Secondo gli analisti, la futura grande banca degli investimenti italo-russa, che vede come controparti una delle più grandi Banche russe direttamente impegnata nel settore energetico, sarà un efficace strumento per la Russia per stabilire nel cuore dell’Europa un centro finanziario per il mercato energetico europeo. Un veicolo allo stesso tempo strumentale all’accordo concluso nel novembre del 2006 tra il gruppo petrolifero italiano Eni e la russa Gazprom, che ha già trovato una parziale realizzazione nella cooperazione all’interno del consorzio per la costruzione del gasdotto Southstream. Un’ipotesi ancor più avvalorata dal progetto che parallelamente Gazprombank sta portando avanti in Russia, in partnership con l'holding russa Gazprom e la Borsa interregionale del complesso gassifero e petrolifero, la MBNK (Interregional Oil and Gas Industry Exchange), per creare a San Pietroburgo la più grande borsa del gas d'Europa. Per realizzare questo progetto, è stato creato due mesi fa in seno alla Gazprom un comitato per lo sviluppo del commercio borsista, designando inoltre una società specialista che dovrà portare avanti il progetto. La nuova borsa del gas sarà creata sulla base della borsa petrolifera già esistente di San Pietroburgo, la SPBEX (Saint-Petersburg Stock Exchange) - attualmente il terzo luogo finanziario della Russia dopo le borse del Micex e dell'RTS - sul coordinamento di Marina Medvedeva, attuale collaboratrice del direttore generale del Micex, la borsa interbancaria degli scambi valutari di Mosca. Il proseguimento e lo sviluppo dei negoziati sulla creazione della borsa del gas di San Pietroburgo sono in corso, come confermato al quotidiano di Mosca Kommersant dallo stesso direttore del SPBEX, Viktor Nikolaiev.

La Banca degli investimenti italo-russa sarebbe, in quest’ottica, un progetto parallelo destinato a veicolare sul mercato finanziario i profitti e le transazioni dei prodotti petroliferi, stabilendo così nell’euro e nel rublo la moneta di riferimento per gli scambi. Rappresenta questo un obiettivo da tempo contemplato dalla Russia e dai produttori di gas e petrolio dell’Asia Centro-Orientale, che cercano in tal modo di rendersi indipendenti dal dollaro e dalla sua svalutazione. La Russia avrà così nel cuore dell’Europa un gigante energetico-finanziario attraverso il quale estenderà i suoi investimenti non solo in Italia, ma anche nel mercato europeo che, ha sete di gas e di energia, e, allo stesso tempo, un'arma per estendere la sua zona d'influenza.