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25 agosto 2008

Georgia-Russia: un altro conflitto senza fine


Un'intervista per Rinascita Balcanica del Generale Fabio Mini, ex comandante della Missione della Kfor in Kosovo, che analizza il conflitto russo-georgiano e le sue implicazioni sul piano internazionale. Definita come "un’altra operazione militare senza fine", secondo il Generale Mini questa guerra ha creato nient'altro che "un nuovo tavolo diplomatico e migliaia di morti e di diseredati sulla coscienza di tutti.

Che ruolo hanno avuto gli Stati Uniti in questo conflitto?
A giudicare dalle prime reazioni di Bush sembrava che non sapesse neppure cosa fosse la Georgia e di sicuro non ne sapeva niente. Ma le prime risposte dei suoi assistenti davano subito il senso del coinvolgimento che è senz’altro stato diretto e determinante. Bisogna soltanto vedere chi delle tre componenti che gestiscono la politica americana all’estero, il Dipartimento di Stato, il Pentagono e i Servizi Segreti, ha autorizzato il Presidente georgiano ad eseguire la sciagurata operazione in Ossezia e chi nell’ambito della Casa Bianca ha dato l’OK all’insaputa del Presidente. Non è infatti possibile che gli Stati Uniti che controllano da circa otto anni la Georgia non fossero al corrente dell’avventura. E se veramente non ne sapevano niente sarebbe anche peggio. Fra l’altro non ci crederebbe nessuno. Il fatto è che gli Stati Uniti hanno da tempo incluso la Georgia nel perimetro delle aree vitali per gli interessi nazionali che includono il petrolio, il controllo sulla Russia, sulla Turchia, sull’Iran e perfino sull’Iraq. Per questo non possono fingersi sorpresi e scandalizzati per un’avventura o per una trappola che essi stessi hanno istigato.

Perché secondo lei la Russia ha scelto l'Europa come "ambasciatrice di pace" ?
Perché non conta niente. E’ il classico interlocutore che non è in grado di promettere nulla o di mantenere ciò che promette. Un impegno preso con l’Europa non è considerato vincolante anche perché l’Europa dipende più da Mosca di quanto non dipenda da Bruxelles. Una deroga agli impegni assunti con l’Europa non è una violazione ma un atto di furbizia. Questo è il risultato di una politica estera assente o affidata soltanto ai servitori fedeli e girovaghi degli Stati Uniti. Bush si è evidentemente reso conto di questa labilità europea e ha fatto la voce grossa richiamando la Russia ad osservare i propri impegni. Naturalmente per i russi anche la credibilità americana è ai minimi storici, ma questo è un pericolo in più perché da un’amministrazione che sta agonizzando in mezzo al sangue sparso negli ultimi otto anni ci si può aspettare qualsiasi sciocchezza.

Crede che Washington sia uscita sconfitta sul piano diplomatico internazionale?
Washington sta cercando solo ora di aprire il proprio fronte diplomatico, ma è indubbio che abbia già subito una forte batosta sul piano della credibilità internazionale. Solo chi non vuol vedere la realtà scambia la voce grossa di Bush per autorevolezza. E solo chi non ha memoria può scambiare gli aiuti americani alla Georgia come sostegno umanitario.

La Russia ha cambiato gli equilibri geo-politici internazionali?
La Russia è tornata ad essere un attore dominante e gli equilibri possibili solo dieci anni fa con lo strapotere statunitense non sono più accettabili. Nella questione georgiana la Russia ha avuto successo nel mettere a nudo le vere intenzioni americane nell’area. E ha detto chiaramente e brutalmente che il dominio americano nel Caucaso non è più un fatto scontato.

Secondo lei, la Russia ha reagito bene alla campagna d’informazione fatta dall'Occidente e dalla Georgia?
No. Nonostante sia maestra della manipolazione la Russia non ha accesso ai media occidentali quindi le proprie campagne di disinformazione o soltanto di controidisinformazione sono labili ed hanno poca presa in occidente. Da parte nostra non siamo ancora pronti a recepire le giustificazioni di Mosca o a capire le sue logiche. Il marchio del comunismo è ancora molto forte e quello dell’imperialismo sovietico si accomuna ancora all’immagine della Russia. Poco importa se un imperialismo analogo guida l’occidente.

La Russia ha chiesto l’istituzione di un tribunale per i crimini di guerra contro gli osseti e ha parlato di genocidio. Cosa pensa di queste iniziative?

Fanno parte del gioco di rendere internazionale e umanitario un problema politico e di potere economico.

Il Kosovo influenzerà le trattative sullo statuto delle repubbliche di Ossezia del Sud e di Abkhazia?

Il Kosovo ormai rappresenta l’esempio negativo per tutta una serie di rivendicazioni e situazioni. Anche quando non sono paragonabili. L’Ossezia è una creazione sovietica ed è stata divisa per compiacere la Georgia di cui Stalin era illustre figlio. L’Ossezia è Russia e comunque appartiene al popolo che decenni fa è stato smembrato. E’ per lo meno bizzarro che gli Stati Uniti difendano le pretese georgiane che sono figlie naturali della politica di divisione etnica dell’URSS e del comunismo reale.

Come crede che si concluderà questo confronto tra Georgia e Russia?

Come sempre, con un nulla di fatto. Con un’altra operazione militare senza fine, con un nuovo tavolo diplomatico e con migliaia di morti e di diseredati sulla coscienza di tutti.

Rinascita Balcanica