Roma - Il grande allarmismo dei media occidentali e le speculazioni circa la possibilità di un dispiegamento delle truppe della NATO lungo i Paesi baltici, sono l'evidente sintomo della completa disfatta dell'esercito ucraino e delle brigate paramilitari supportate dall'Alleanza Atlantica. Come anticipato dall'Osservatorio Italiano, le truppe e i mercenari di supporto all'Ucraina sono stati accerchiati e bloccati dai filo-russi, che intanto preparavano l'apertura di un corridoio verso Mariupol e Odessa. L'umiliazione della strategia militare occidentale è tale che non si possono escludere atti scellerati ed eclatanti, per nascondere una disfatta segnata già in partenza, nonostante la mobilitazione multinazionale. Così la NATO potrebbe inviare un esercito regolare non per combattere la Russia, bensì per riprendere il controllo del territorio e riparare alle moltissime defezioni all'interno dell'esercito ucraino. I mercenari, infatti, non sono più disposti a combattere, ed è ormai chiaro che questa guerra non è per la "Santa Ucraina", bensì per gli oligarchi di turno. L'Ucraina ha perso la guerra per la sovranità, non è più uno Stato ma una crocevia di gasdotti ed un'enorme linea di confine tra i due blocchi. Una realtà che sarà dura da accettare per le lobbies che hanno investito molto in questa 'rivoluzione del Maidan'. Cercheranno quindi un nuovo teatro di scontro, una tragedia umanitaria da dare in pasto ai media, una sorta di "Srebrenica ucraina" , in modo da sacrificare le fila paramilitari armate e pronte a rivoltarsi contro.
Intanto, la Russia ha disposto con urgenza un cambiamento di strategia, dietro un apparente cessate-il-fuoco, che sembra essere maggiormente una manovra tattica per difendere le posizioni conquistate, e scongiurare ogni tentativo della NATO di aprire un nuovo fronte all'interno dell'Ucraina e vicino ai confini della Russia. In questa delicata fase diplomatica, il nostro Ministro Mogherini dovrebbe prestare maggiore cautela nelle dichiarazioni che rilascia con così grande spavalderia, ricordando ancora una volta che la Russia è ancora un paese partner e ha esposto chiaramente le sue intenzioni. Infatti, troppo spesso gli analisti delle intelligence occidentali hanno sottovalutato la reazione di Mosca, nell'illusione che fosse gestibile e manovrabile con azzardi mediatici. D'altro canto, le dichiarazioni della diplomazia europea non possono avere "due pesi e due misure", aggredendo di principio la Russia e tollerando l'aggressività della Polonia, nonostante l'evidente coinvolgimento nel conflitto ucraino, accettando l'installazione sul suo territorio di cambi di addestramento per mercenari. In tal senso, le parole della Mogherini fanno solo da eco ad una linea politica condotta dai Paesi Baltici, dagli Stati Uniti e dalla Polonia, mentre la stessa Germania sta cedendo il passo ad un nuovo approccio nei confronti di Mosca.