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29 marzo 2006

E' il fallimento del capitalismo


Fino a pochi mesi fa, non si faceva che esaltare la continua salita delle borse, il «trionfo» e il «successo» del sistema capitalista globale, il «miracolo» della eterna ripresa americana, che si regge nonostante l'astronomico debito pubblico e privato. Ma nulla era normale: occorreva attrarre gli ingenui nella giostra della finanza creativa per essere spolpati ancora un po'.
Ma da alcune ore, il clima è cambiato. Persino la stampa ufficiale sta cominciando ad azzardare al fantasma della recessione, alla fuga dei capitali, e perché no, alla vittoria delle commodities.
Questo vuol dire che l'uragano in arrivo sarà così tremendo, che anche i più scettici cominciano a capire e ritornano sui loro passi, il dibattito comincia ad aprirsi perché la crisi spaventa, e anche molto.

Il braccio operativo della Federal Reserve ha annunciato ufficialmente un rialzo dei tassi al 4,75, riservandosi il diritto di “aggiustare” ancora i rendimenti sui titoli biennali nei prossimi mesi, fino ad un probabile 5,5 entro giugno. Sembra che la “lotta all’inflazione” con la stretta monetaria sia necessaria e assolutamente improrogabile. Sta mentendo, perché una tale politica non avrebbe senso se non in presenza di un debito insostenibile, di fragilità finanziaria , di colossale insolvenza. Ed in questa situazione basta un rialzo anche minimo dei tassi di altri Paesi, per far defluire dagli USA di colpo tutti i capitali prestati all'America. A questo penserà mister Euro che finalmente raggiungerà il fine per cui è stato creato: divenire la moneta forte per eccellenza sulle ceneri del dollaro, a suon di colpi di petro-euro e guerra sui tassi.
Certi della loro rivincita, festeggia l’asse Russo-Cinese che fa quadrato intorno all’Iran.
Ormai sono falliti e loro hanno petrolio e T-Bond a sufficienza per fare la loro guerra globale, ma non ci sarà nessun vincitore, perché noi tutti pagheremo la fine del capitalismo. Il cerchio si sta chiudendo e la teoria di Etleboro, confermata dagli analisti e dalla forza degli eventi, è giusta: noi siamo l’anti-capitalismo, e per questo abbiamo già vinto.