Motore di ricerca

24 marzo 2006

Se non pensiamo a noi stessi, altri lo faranno


Abbiamo avuto coraggio, vi abbiamo riferito le date a cui lunge analisi ci hanno portato, abbiamo argomentato con precisione e fermezza le nostre ragioni, perchè siamo rimasti uniti, tutto il nostro gruppo è rimasto unito e compatto. Noi non siamo la Rai , l’Ansa o la BBC, non abbiamo miliardi o satelliti, elicotteri, l’unica cosa che abbiamo è l’intelligenza. Ringraziamo tutte le persone che ci scrivono e ci invogliano a continuare: i grandi media hanno taciuto su tantissime cose, ma noi abbiamo il coraggio di dirle, e se sbaglieremo, non avremo venduto nessuna copia di più di un giornale, né fatto alcuna televendita, ma avremmo profuso tutto il nostro impegno morale.
Tutti i nostri ragazzi hanno contribuito alla ricerca della verità, in queste notti mentre tutti dormono, la Etleboro cercava di spiegare come sta la situazione.
Noi abbiamo il coraggio di dirlo. In una lunga riunione notturna, controllando tutti i mercati e l’intrecciarsi degli eventi, abbiamo preso una decisione: mettervi al corrente della reale gravità della situazione. Non esistono più garanzie di solvibilità e i titoli cadranno a picco da un momento all’altro. Vi invitiamo dunque a ritirare i soldi dalla banche e dalle poste, cercando di trattenere quanta più liquidità possibile.

Già i grandi hanno pensato di mettere al sicuro il proprio denaro. Il Presidente del Consiglio ha dichiarato che le banche e i notai sono bersagliati dalle richieste di trasferimento dei capitali all’estero. È assurdo pensare che l’articolo di un programma elettorale, sull’armonizzazione fiscale, induca ad un insolito spostamento di capitali.

La FED ha deciso di non rendere più pubblico il bilancio delle voci della massa monetaria. L’America non sa quanti soldi ha stampato, solo chi lo ha fatto può saperlo, e nascondendo i bilanci di emissione, la FED potrà a proprio piacimento stampare moneta per pagare i propri debiti. Un solo sbalzo e il sistema cade giù, perché c’è solo carta, nient’altro.

Come si organizza il mondo ad affrontare una tale situazione?
Alla riunione del Consiglio Europeo, indetta per ritrovare un’idea politica sulle macerie dell’Unione Europea, si assiste ad una confusionaria baruffa. L’Italia rivendica la possibilità di creare un proprio polo energetico per garantire la luce alla nazione, mediante l’Opa ostile alla Suez, ma si scontra tuttavia con la Francia che rivendica la reciprocità per cautelare le imprese nazionali dalle decisioni puramente “finanziarie”. Chirac così abbandona l’assemblea.
Hanno paura, e quel petrolio dell’Iran serve più della stessa aria, serve all’Italia, a Israele, all’America, ma anche alla Cina e al Giappone. La Russia ha già diminuito le emissioni di gas al vecchio continente, e ora si appresta a stringere un patto storico con la Cina. Un accordo che pare coinvolga non solo gas e petrolio, ma anche transazione di beni e manufatti, nonché conoscenze e tecnologie per sviluppare energia nucleare e dissetare i 3 miliardi di persone. Il Giappone dal canto suo non ha possibilità di fuga né di parola, la Cina lo osserva e lo ricatta: nonostante le pressioni del governo americano, il Giappone vuole continuare la sua collaborazione petrolifera con l’Iran, che le fornisce il 16% delle importazioni di petrolio.
Sembra che una guerra viene già combattuta: America e Cina si scontrano indirettamente e pare che abbiano scelto come luogo di battaglia proprio l’Iran.
L’America infatti è pronta a ricorrere al WTO e al FMI o ai dazi all’importazione se la Cina non arretrerà la svalutazione dello Yuan, che sembra essere sopravvalutato del 40% per sostenere le esportazioni ed invadere il mercato mondiale. Una mossa crediamo al quanto azzardata in un situazione di debito pari a 8,9 Trilioni di dollari, e una potenza in emergenza che detiene abbastanza dollari per far crollare tutto.
Non bisogna inoltre dimenticare che lo scorso 14 marzo, le banche centrali arabe hanno deciso di convertire le proprie riserve in dollari in euro, come rappresaglia alle discriminazioni americane nel controllo dei porti commerciali.

Occorre spiegare poi la strana resa dell’ETA che tende a precisare che ratifica una tregua incondizionata nei confronti della Spagna e della Francia a partire dalla mezzanotte di questo venerdì. Forse vogliono tirarsi fuori da ogni probabile coinvolgimento in un attentato, che sicuramente non colpirà l’Italia: è solo una manovra eversiva per nascondere il vero bersaglio, perché l’Italia non serve è stata già comprata. Ha acconsentito al passaggio delle flotte e pare che sia in perfetto sincrono con Israele e America.

Un solo sbalzo e il sistema crolla. L’iperinflazione provocata dalla crisi energetica e dalla svalutazione delle riserve e della moneta di riferimento nello scambio delle materie prime, condurrà ad una crisi di liquidità che ricorda il secondo dopoguerra.