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02 marzo 2007

I capitali russi per risolvere la crisi delle telecomunicazioni?


Le crisi e gli scandali che si sono abbattuti sulle telecomunicazioni porteranno presto a notevoli cambiamenti nei gruppi societari, a conferma che l'ago della bilancia del potere sta veramente mutando a favore dei nuovi capitalisti emergenti. D'altro canto, il clima di instabilità politica che si abbatte sui governi non ferma certo le manovre di risiko societario tra i grandi operatori delle reti, e per certi aspetti accelera la chiusura di molti accordi rimasti in sospeso.

In Italia si stanno alternando vari eventi, che portano tutti verso la destabilizzazione dell'equilibrio società-potere per consentire l'ingresso di nuovi operatori che premono con accordi e trattative riservate. Protagonista è come sempre Telecomitalia, che, dopo aver superato il ciclone degli scandali delle intercettazioni che avrebbe portato alla cessione di TIM oltre che ad un piano di totale ristrutturazione del gruppo, ha aperto le trattative per la cessione di parte dell'azionariato di Olimpia ad un operatore estero, ed in particolare alla spagnola Telefonica, mantenendo solo sul piano probabilistico l'accordo con il gruppo russo Sistema AFK.
Arriva ieri tuttavia un brusco stop da parte di Telefonica, che congela per il momento gli accordi per acquisire parte delle partecipazioni di Olimpia, e sollevare Tronchetti Provera dai debiti che ha verso le Banche. Non dimentichiamo che le Banche, su Telecomitalia, sono sempre in prima linea perché grazie al loro credito di 40 miliardi possono arrivare a conquistare un potere che non ha eguali, una vera intelligence di informazioni riservate. Intesa Sanpaolo sta cercando di portare a termine la fusione tra Mittel e la Hopa, che possiede circa il 3,7% di Telecom, mentre diventa sempre più attuale la probabilità di un'entrata di Santintesa in Olimpia con il 20% di capitale.
L'interruzione improvvisa degli accordi con Telefonica sono stati motivati dal timore per l'instabilità politica italiana, che metterebbe in discussione anche la stabilità del gruppo.
Le perplessità di Telefonica a nostro parere sono immotivate perché è stato ufficialmente reso pubblico l'accordo tra il governo italiano e quello spagnolo per l'acquisto di Endesa da parte di Enel, a fronte della cessione di Autostrade ad Abertis: mentre viene rilanciata al 25% l'offerta di acquisto del capitale di Endesa, Banca Craixa, azionista di Abertis, acquista il 2% in Autostrade. Tra le due offerte esiste sicuramente reciprocità, ed un vero accordo si è avuto proprio grazie a quella crisi di governo che ha costretto tutti i piccoli partiti a firmare un vero patto di stabilità e ha tenuto impegnato molti dei personaggi che prendevano forse "troppo sul serio" il loro ruolo.
Se i timori di Telefonica sono fondati, temendo di essere stata un diversivo dell'unione tra Spagna e Italia per consentire una certa riservatezza sull'accordo Autostrade-Enel, allora forse esistono altri operatori che con grande discrezione stanno prendendo accordi con Telecomitalia.
A questo punto potrebbe andare alla ribalta il gruppo russo Sistema, il cui nome non è stato più pronunciato dal momento dell'inizio delle trattative con Telefonica, ma rappresenta una controparte da non sottovalutare perché è un gruppo finanziario che ingloba al suo interno un vasto portafoglio di attività: distribuzione commerciale, immobiliare, bancario, energia, assicurazione. Sistema, gruppo diretto dal miliardario Vladimir Evtouchenkov che controlla anche l'operatore MTS, infatti sarebbe interessata dall'acquisizione di una partecipazione minoritaria in Telecom Italia, che comprerebbe tramite Pirelli che intende cedere la partecipazione minoritaria che detiene direttamente in Telecomitalia - oltre all'80% di Olimpia, holding che controlla Telecom.
Allo stesso modo, Sistema ha lasciato intendere di voler acquisire, attraverso la controllata Sitronics, una partecipazione rilevante in Deutsche Telekom , anch'essa fortemente indebitata e con un utile in crescente contrazione. A fronte di un acquisto di 600 milioni di azioni, acquistando così il 25% del capitale di Deutsche Telekom, cederebbe MTS, prima nel settore delle telecomunicazioni russe. Un'operazione questa che sarebbe possibile solo se il governo tedesco, che controlla il 30% di Deutsche Telekom tramite la banca pubblica KfW, accettasse i capitali russi, cosa alquanto difficile vista la situazione di freddo che si è venuta a creare a causa della crisi energetica.
Inoltre Alfa Group, il primo gruppo privato russo con interessi anche nel settore petrolifero, insieme con Sistema AFK, sarebbe pronto ad acquisire delle partecipazioni in un operatore occidentale o creare una filiale comune con un partner. Mikhail Fridman avrebbe l'intenzione di acquisire il 20% del capitale di Vodafone, e il 10% in Telekom France, nel tentativo di aprire in ogni stato un punto di riferimento per il monitoraggio del mercato europeo nel suo complesso.

Le telecomunicazioni si apprestano ad essere controllate da forti operatori internazionali, per lo più Banche, che possono così consolidare un certo ruolo politico all'interno dell'economia europea, e da un insieme di regolamenti uniformi a livello europeo, sul cui rispetto vigilerà un'Authority paneuropea.

Il piano della Commissione Europea prevede l'istituzione di un'Authority paneuropea di controllo e vigilanza del settore e dell'attuazione negli Stati membri delle norme comunitarie, per creare un sistema europeo di regolatori indipendenti. Le Authority nazionali sulle telecomunicazioni verrebbero in ogni caso inglobate all'interno del progetto paneuropeo, come le regole tariffarie, la concessione delle licenze, le condizioni contrattuali, saranno disciplinate dalle direttive comunitarie. Notevoli dubbi su tali misure sono state già sollevate dagli stessi parlamentari che temono la creazione di cartelli tra le compagnie telefoniche che possano poi influenzare la stesura della direttive, o comunque falsare i meccanismi di concorrenza.