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26 marzo 2009

Crolla il Governo ceco: sempre meno ostacoli all'accordo USA-Mosca


Il primo ministro ceco Mirek Topolanek, e attuale Presidente dell'Unione europea, rassegnerà oggi le sue dimissioni, dopo che il Parlamento ceco ha approvato la mozione di sfiducia presentate dalle forze di opposizione. Così anche la Repubblica Ceca, come la Polonia, è una "vittima" indiretta dell'apertura di un dialogo basato su diverse premesse, tra Barack Obama e Dmitri Medvedev, i quali hanno così deciso di escludere banali intermediari e affrontare personalmente i negoziati.

Il primo ministro ceco Mirek Topolanek, e attuale Presidente dell'Unione europea, rassegnerà oggi le sue dimissioni dopo la riunione del Consiglio dei Ministri e si recherà al Castello di Praga per presentare la sua lettera di dimissioni al presidente Vaclav Klaus, come annunciato dal suo portavoce Jana Bartosova. Martedì, il Parlamento ceco ha approvato la mozione di sfiducia presentate dalle forze di opposizione, nei confronti del governo Topolanek, accusato di essere passivo dinanzi alla crisi economica mondiale. La crisi annunciata del Governo della Repubblica Ceca, in piena reggenza della Presidenza europea, potrebbe rivelarsi un duro colpo per la stabilità interna dell'Unione Europea, che si è notevolmente divisa intorno a questioni di rilevanza internazionale, come la costruzione dello scudo missilistico nell'Europa Centrale, la gestione delle fonti di energia e la politica da adottare nei confronti di Washington. Certo è che l'accordo che potrebbe unire la Russia e gli Stati Uniti ha provocato un diffuso disorientamento, ma ha reso sempre più evidente le scelte fatte dai singoli Governi europei, e la linea politica adottata.

Anche la Repubblica Ceca, come la Polonia, è una "vittima" indiretta dell'apertura di un dialogo, basato su diverse premesse, tra Barack Obama e Dmitri Medvedev, i quali hanno così deciso di escludere banali intermediari e affrontare personalmente i negoziati. La Russia è pronta ad ampliare la cooperazione con gli Stati Uniti e l'Europa, al fine di creare un'architettura di sicurezza comune e di difesa, ha affermato lo scorso venerdì il Vice Ministro degli esteri russo Sergei Riabkov. "Questa iniziativa prevede uno studio congiunto di fonti alternative di risposta a questa minaccia, mediante l'applicazione di misure politiche e diplomatiche. In mancanza di comprensione della sua efficacia delle misure, siamo pronti a partecipare ad un progetto di sviluppo in collaborazione con gli Stati Uniti e con i partner europei , la creazione di un'architettura difesa ", ha detto il diplomatico russo in una conferenza stampa a Mosca. In questo senso, all'indomani dell'incontro dei due Presidenti a margine del vertice G20 a Londra, è stato creato un gruppo di lavoro sulle relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia, guidata da "esperti" molto noti nel mondo diplomatico, come l'ex Segretario di Stato USA Henry Kissinger e l'ex primo ministro russo Yevgeny Primakov; gruppo che dovrà preparare il faccia-a-faccia sulla gestioni delle importanti questioni che riguardano la scena internazionale, come la proliferazione delle armi e la pianificazione della strategia di difesa globale.

Proprio sulla realizzazione di questa struttura di sicurezza e di prevenzione contro nemici esterni, vacilla e poi crolla il Governo ceco, che, oltre ad aver criticato il piano anti-crisi degli Stati Uniti e la sua reale efficacia per fermare la recessione globale, decide di ritirare dalla camera dei deputati del Parlamento, l'accordo che aveva precedentemente presentato per la realizzazione sul territorio nazionale, di una stazione radar di difesa missilistica degli Stati Uniti. Un cambiamento di rotta che va senz'altro attribuito alla politica della nuova amministrazione americana con riferimento allo scudo di difesa missilistica in Europa orientale. Eppure, solo pochi mesi fa, dinanzi alle proteste dei cechi contro la ratifica dell'accordo con gli americani, furono le sole forze dell'opposizione a formare all'interno della Camera bassa del parlamento una coalizione per rinviare la chiusura dell'accordo. La crisi economica e la perdita del sostegno degli alleati americani, hanno indebolito troppo Praga, la quale si vede costretta a piegarsi ai nuovi accordi e i nuovi protocolli che fanno parte della politica dell'Europa e non riconoscono le vecchie alleanze.

Da questo punto di vista, la crisi della Repubblica Ceca era del tutto prevedibile, in considerazione di quanto è accaduto a Varsavia, che ha percepito subito il duro contraccolpo del fallimento dell'investimento americano, che si è tradotto anche in perdita di attrattività per i grandi capitali speculativi. Se il crollo del Governo ceco viene accolto con una relativa calma in seno all'Unione Europea, dalla parte dei russi sembra essere un evento risolutivo, in quanto sferza un "colpo mortale" ai progetti per implementare gli elementi del sistema di difesa missilistica degli Stati Uniti. "Ora la possibilità di formare un nuovo governo ceco costituito da forze tradizionalmente più disposte alla Russia, sono più vicine", afferma il rappresentante permanente russo presso la NATO Dmitri Rogosin. Mosca può non solo approfittare della debolezza dell'esecutivo guadagnando la fiducia dei cechi, ma anche della stessa Unione Europea, facendo crollare gli ultimi fronti di resistenza. Una variabile che ha un impatto non trascurabile anche sulla destinazione degli investimenti e dei fondi della Comunità, tra vari progetti e partnership che decideranno sempre più, in futuro, gli equilibri politici tra Russia e Unione Europea.

Così, dopo l'accantonamento del gasdotto Nabucco come progetto prioritario per l'UE, si giunge, lo scorso 23 marzo, alla firma con l'Ucraina di una dichiarazione congiunta per migliorare il sistema per il trasporto di gas (STG). Secondo gli esperi, in uno scenario di forte crisi, i funzionari UE hanno scelto la soluzione più pragmatica e conveniente nel breve periodo, scegliendo Ucraina e Russia come partner per il trasporto del gas, e valutando inutili e dispendiosi ogni altro progetto volto ad aggirare, e forse non ad evitare, il monopolio del gas russo. Tra l'altro, l'attuale possibilità di trasporto del gas naturale del sistema Ucraina sono stimate tra i 120 ei 140 miliardi di m3 all'anno, tale che Kiev è arrivata a chiedere un finanziamento agli investitori europei di 5,5 miliardi di euro. Bruxelles è pronta a investire nell' ucraina STG, vecchio ormai di 40 anni, 2,5 miliardi di euro in 7 anni, fino al 2015, somma necessario a mantenere la capacità del sistema a loro livello attuale (pari a 60 miliardi di m3). Secondo gli accordi, l'Ucraina si è impegnata, da parte sua, a garantire un sistema trasparente del mercato del gas e che gli operatori del transito del gas russo verso l'Europa possano agire su basi commerciali.

Ad ogni modo, bisogna ben intendere il ruolo che avrà la Russia in questo accordo, in quanto, se da una parte può rassicurarsi di aver eliminato un progetto rivale, dall'altra potrebbe insospettirsi per queste strette cooperazioni con l'Ucraina. D'altro canto, l'investimento che farebbe l'UE è di breve periodo e non dà alcuna sicurezza negli approvvigionamenti, ma consente a Mosca di recuperare del tempo e rendere i suoi gasdotti pienamente funzionali. Vladimir Putin ha subito fatto notare che nessuno ha chiesto il parere della Russia su questo punto, ma non si sbilancia troppo, in quanto i fondi promessi da Bruxelles per modernizzare il sistema di transito ucraino, non farebbero altro che riconfermare l'utilizzo del gas russo per il mercato europeo. Non vi sono dubbi, comunque, che la crisi economica ed energetica ha stravolto letteralmente le vecchie divisioni, e ora si è disposti ad accettare compromessi, accordi assurdi di cooperazione, persino il crollo di un Governo di un Paese "non accondiscendente" pur convenire con le condizioni dei nuovi accordi. La Russia aveva chiesto all'America l'eliminazione dello scudo missilistico dall'Europa Orientale, e ha ottenuto questo ed altro ancora, come la possibilità di rimodellare anche gli stessi Governi di questi Stati cuscinetto. Inoltre Mosca aveva suggerito ai Paesi europei che non conveniva bypassare il gas russo, e pian piano lo ha ottenuto, raggiungendo persino la riconferma di fornitore energetico ufficiale. Il raggiungimento dell'accordo storico tra USA e Russia, passa dunque per tappe progressive, e fa di questi ostacoli intermedi solo dei fusibili.