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05 maggio 2008

I pentiti di Al qaeda


Dopo anni di inutili guerre al terrorismo scopriamo che le famose cellule terroristiche sono frutto delle manipolazioni e degli artifici di servizi segreti. Le intelligences hanno infatti creato, grazie alle rete e alle nuove tecnologie mediatiche, i terroristi "su commessa", per infondere nelle persone la convinzione che "una cellula di Al qaeda" era pronta in qualsiasi momento a colpire obiettivi sensibili. A dimostrazione di ciò, vi mostriamo la storia di Kamel Bouchentouf, francese di origine algerina, ritenuto un membro delle cellule di Al qaeda.

Il terrorismo non è solo l’11 settembre, ma è una vera e propria macchina da guerra creata dagli "invisibili" per dare vita ad una realtà alternativa necessaria per instaurare il nuovo totalitarismo del controllo. Senza una valida motivazione che agisse sull’emotività della massa, non sarebbe stato possibile imporre ai Governi misure repressive per la libertà delle persone e per la stessa sovranità degli Stati. Le intelligences hanno così creato, grazie alle rete e alle nuove tecnologie mediatiche, i terroristi "su commessa", facendo leva sulla suggestione e sul panico di massa, nonché sul malessere e sul bisogno delle classi più deboli, per infondere nelle persone la convinzione che "una cellula di Al qaeda" era pronta in qualsiasi momento a colpire obiettivi sensibili. La vera organizzazione terroristica di Al qaeda invece si è venuta a creare in Bosnia, quando gli Stati Uniti, la Nato e l’ONU consentirono che si formasse un esercito di mercenari a cui far combattere la guerra balcanica contro il popolo serbo. Centinaia di combattenti musulmani, provenienti dall’Afghanistan, dalla Libia, dal Libano e dall’Iran, furono organizzati sotto il comando dell’esercito bosniaco-croato, assoldati in una "guerra santa" nel cuore dell’Europa. Allora, organizzazioni internazionali e banche finanziarono quell’organizzazione, e crearono Al Qaeda, uno strumento che poi servirà in futuro per la guerra del Nuovo Ordine Mondiale.

Al Qaeda, dunque, non è altro che un "data base" , o meglio una banca dati riguardate informazioni e movimenti di individui rispondenti a determinate caratteristiche - come extracomunitari, musulmani, origini arabe, appartenenza a circoli politici o religiosi, ecc. - in maniera tale che potevano diventare "la persona giusta nel momento giusto". È stata così costruita la "rete" terroristica che, non a caso, agisce su internet, usa la Western Union o altri sistemi di transfer money elettronici, che invia i suoi comunicati solo attraverso determinati siti o media controllati, e dunque utilizza dei canali "invisibili" che possono essere facilmente manipolati. Una tesi questa che è stata definita la "teoria del crimine invisibile", in quanto costruisce una realtà fittizia facendo ricorso a mezzi non convenzionali, in maniera tale da perdere ogni sua traccia, lasciando dietro di sé solo terrore psicologico. La storia recente ha pian piano dimostrato che dietro "Al Qaeda" non vi è altro che disinformazione mediatica e manipolazione delle intelligence, e ormai nessuno, dotato di un po’ di intelligenza e senso della realtà, può più credere a questa storia assurda.

A dimostrazione di quanto affermiamo, vi è il singolare episodio di Kamel Bouchentouf, francese di origine algerina, che è stato arrestato e poi condannato per terrorismo, ritenuto un membro delle cellule di Al qaeda. È stato infatti accusato di avere preparato degli attentati e di essere uno di questi nuovi combattenti di Al-Qaeda, ma Kamel Bouchentouf si difende affermando di essere stato deliberatamente manipolato dalla Direzione di Sorveglianza del Territorio francese (DST) che lo ha contattato e poi assoldato per essere un "agente infiltrato". Questa storia ha inizio all'indomani dell'11 settembre del 2001, quando tutti i servizi speciali si affrettano a reclutare degli uomini che permetteranno loro di introdurre in rete il nuovo nemico, Al-Qaeda, la base. Kamel Bouchentouf allora ha 27 anni, fa l'autista-fattorino, è di origini algerine e la sua formazione ideologica è stata fortemente influenzata dal Fronte Islamico del Saluto (FIS), inoltre è un esperto di informatica e frequenta luoghi di culto musulmano. Insomma ha il profilo perfetto del "terrorista su commessa" per il DST.
Raccontando la sua storia, afferma di essere stato contattato da un certo "Alex", e di aver incontrato il suo contatto in sei anni più di 200 volte, rifiuta ogni collaborazione ma alla fine accetta perché desidera risolvere dei problemi che gli impediscono di vedere la sua ragazza. Diventa così membro del controspionaggio francese, entrando tra le fila di gruppi islamici che, a partire da 2003, sostengono la resistenza dei fratelli iracheni. Per sfuggire alle pressioni del DST, va in Inghilterra dove gli agenti inglesi lo seguono in tutti i suoi spostamenti, e nel tentativo di far perdere le sue tracce arriva a Beirut, proprio quando nel 2003 ci sarà l'invasione americana in Iraq. Alla fine dei tre giorni, ritorna in Francia, ed il gioco continua. I servizi gli chiedono di tornare in Inghilterra per individuare i musulmani originari della Francia, poi in Iraq, poi nella striscia di Gaza e poi in Lussemburgo per incontrare un iman di origine bosniaca, per infiltrare la loro comunità. Gli chiedono di prendere contatti coi militanti del GSPC, Gruppo salafista che predica il combattimento e comunicano via Internet. Nel 2006, i servizi francesi chiedono a Bouchentouf di stabilire dei contatti con la gerarchia dell'AQMI, Al-Qaeda che si trova nel Magreb.

D’un tratto, la collaborazione si arresta e il 2 maggio 2007 una squadra del DST e del Raid fa irruzione alle sei di mattina nella città di Haut-du-Lièvre, un quartiere popolare di Nancy, arrestando Kamel Bouchentouf, accusato di aver cercato di organizzare degli attentati sul suolo francese, per conto dell'AQMI. Gli agenti del DST affermano infatti che Kamel Bouchentouf ha realizzato un video, destinato ai suoi corrispondenti, in cui documenta la preparazione di un attentato su un treno diretto a Nancy. Vengono così prodotte ogni tipo di prova per incastrare Bouchentouf, affermando che all’interno del suo appartamento vi era un arsenale per costruire bombe: il giudice accoglie l’inchiesta e rigetta ogni ipotesi di una manipolazione dei servizi. Inizia così la persecuzione degli agenti, che durante gli interrogatori minacciano Bouchentouf e la sua famiglia se non confesserà i crimini commessi, mentre i media contribuiscono a creare la sua figura di "web-soldato francese di Al qaeda" . L’epilogo interessante di tutta questa storia, è che le indagini del magistrato portano alla luce le intercettazioni degli agenti del DST che hanno ripetutamente contattato Bouchentouf per estorcere una sua collaborazione, una verità tuttavia negata dal Giudice che decide così di rinviare al Ministero della Giustizia.

Tuttavia, al sistema mediatico e propagandistico dell’ "anti-terrorismo" poco importa che sia dimostrata o meno la colpevolezza di un qualsiasi terrorista sintetico, in quanto ciò che conta è il messaggio inviato all’opinione pubblica sul pericolo di terrorismo sul territorio nazionale. Queste cellule infatti sono manipolate da centri, che poi non sono così occulti come vogliono far credere, in maniera tale da creare dei fusibili e dei capri espiatori da utilizzare per giustificare sabotaggi e attentati inspiegabili. I cosiddetti combattenti di Al Qaeda erano in realtà individui fragili, facilmente deviabili, che sono stati gestiti da un gruppo di agenti che, rubando nei cestini delle moschee, hanno giocato "a guardia e ladri". Si pensi ad esempio al caso della DSSA, una massa di esaltati e di personaggi inutili a cui i servizi segreti avevano concesso degli strumenti e delle risorse, lasciandoli liberi di agire, per poterli poi ricattare nel momento in cui era necessario che cadesse qualche pedina.
Gli uffici politici di intelligence hanno così creato il cosiddetto "popolo degli inutili", ossia la massa di diplomatici, organizzazioni non governative e contractor che operano all'estero. Personale delle ambasciate, autisti, traduttori, grandi imprenditori collegati alle ambasciate, fornitori che hanno contatti con le organizzazioni internazionali, e rappresentanti di associazioni umanitarie: tutti tra di loro connessi in un piccolo labirinto, con i loro incontri "segreti" nei locali e nei ristoranti. Terroristi e agenti, contractor e committenti, chi mette le bombe e chi le toglie, chi affitta macchine blindate e chi spara su di esse per far alzare il prezzo: coesistono da tempo per reggere il grande spettacolo dello spionaggio e della guerra al terrorismo. La nostra storia è costellata di episodi di terrorismo e di sabotaggio avvolti dal mistero, che con troppa facilità sono stati imputati a cellule terroristiche. Piazza Fontana, Ustica e Gladio sono eventi che hanno dato vita a personaggi che hanno scelto la professione di pentito per continuare a servire il sistema a cui appartengono.