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30 ottobre 2009

I Balcani restano un corridoio della criminalità transnazionale

Il rapporto Europol 2009 sul crimine organizzato parla dell`Albania come un Paese su cui transitano e nascono le più grandi organizzazioni criminali del Mediterraneo. I trafficanti albanesi controllano tutto il traffico della droga nella zona dell'Europa Sud-Orientale, sfidando anche le organizzazioni mafiose italiane. Però l'Albania resta un mero intermediario, e fin quando ci sarà richiesta e collusione nell'Europa occidentale ricca, il traffico non cesserà.

L'ultima relazione sulla minaccia della criminalità organizzata in Europa, l'organizzazione della polizia europea EUROPOL, mette Croazia e Albania al centro della struttura criminale dell'Europa sud-orientale. Secondo i dati analitici dell'EUROPOL, in Europa esistono 5 sedi di questo tipo: "Nord-ovest" (Olanda e Belgio); "Sud-ovest" (penisola Iberica), "Nord-orientale" (i confini orientali dell'Europa), "Sud" (Italia) e "sud-orientale" dove operano i gruppi criminali di Ucraina e Moldavia, Balcani occidentali e Turchia. La "Rotta dei Balcani" viene ancora usata per il contrabbando dal Mar Nero, dalla Romania e dal Mediterraneo, fino ai porti in Slovenia, Croazia e Montenegro, riporta la relazione. Questi porti, sono usati per il passaggio di immigrati clandestini, per la tratta di essere umani, di droghe, sigarette e armi. L'eroina, la droga più venduta, prima di passare sulla "Rotta dei Balcani" per essere distribuita in Europa, viene consegnata ai gruppi criminali olandesi, mentre, a livello regionale, cade nella zona d'influenza dei gruppi criminali albanesi. Il contrabbando delle sigarette parte dall'Ucraina e dalla Moldavia. Le sigarette prodotte legalmente nelle fabbriche regionali vengono indirizzate verso il mercato nero. "La liberalizzazione del mercato, la posizione geografica dei Balcani e la presenza dei gruppi criminali organizzati, contribuiscono alle attività criminali", spiega la relazione EUROPOL.

In particolare, il rapporto per il 2009 dell'Europol sul crimine organizzato, considera l`Albania come un Paese fonte delle organizzazioni criminali. Per di più il rapporto sottolinea che il traffico della cocaina è in crescita, e il mercato diretto verso i Paesi UE passa proprio attraverso l`Albania. La polizia europea, nel suo rapporto, cita anche i gruppi etnici albanesi come i principali collusi in questi traffici. Il rapporto va anche oltre, affermando che i trafficanti albanesi controllano tutto il traffico della droga nella zona dell'Europa Sud-Orientale, sfidando anche le organizzazioni criminali europee, ad esempio quelle italiane, che finora erano anche le più organizzate. Così, mentre da parte delle autorità delle forze blu albanesi affermano che il traffico di narcotici proveniente dall'Albania è al suo minimo storico, il rapporto Europol presenta tutt'altri dati. Come se non bastassero i rimproveri del rapporto della Commissione Europea, ci si mette anche l`Europol a mettere un grande punto interrogativo sull'affidabilità dello Stato albanese nella guerra contro il crimine organizzato, inserito tra i punti base per l`integrazione nell'Unione Europea. Inoltre, il documento afferma che i legami tra l`Albania e l`Italia sul traffico di esseri umani rimangono ancora molto forti.

L`Albania, per l`Europol, non solo non ha ridotto il traffico dei narcotici, ma il Paese è diventato una centrale per il trasporto e la distribuzione della droga, principalmente eroina, in tutti i Paesi dell'Unione Europea. “La distribuzione regionale sull'Europa Sud-Orientale sembra essere ancora nelle mani dei gruppi etnici albanesi, e l`Albania serve come centro accumulatore per il trasporto e la distribuzione dell'eroina in UE", viene citato dal rapporto elaborato da Europol. “I gruppi turchi stanno usando la Romania e la Bulgaria come punti d`ingresso dell`eroina verso l`UE e stanno collaborando con gruppi albanesi e serbi, che spesso trasportano attraverso l'Albania la parte che andrà distribuita. Così da Albania e Kosovo, la rotta continua in Austria e di conclude nell'Europa Occidentale", viene citato sul rapporto. Oltre al traffico di eroina, secondo questo rapporto, anche quello di cocaina è cresciuto sensibilmente attraverso la Turchia e i Paesi dei Balcani. Ciò è avvenuto grazie al rafforzamento dei gruppi di distribuzione turchi e albanesi. Il rapporto dà rilevanza anche al ruolo del porto di Costanza nell'aumento del traffico della cocaina, la quale proviene sempre più da Turchia e i Balcani, anche se esso potrebbe essere aumentato in seguito all`effetto del suo rafforzamento nell'Africa del Nord, come zona di transito. L`asse del traffico dei narcotici si focalizza attorno all'Italia, dove i gruppi italiani continuano ad essere attivi, ma su certi fronti vengono affrontati dai gruppi albanesi, colombiani, turchi, tale che per questa ragione sono obbligati a collaborare. “L`asse criminale si trova attorno alla posizione geografica dell`Italia, come una delle porte privilegiate verso l`UE, e al ruolo centrale dei gruppi italiani del crimine organizzato, con contatti in molti paesi e regioni del mondo. Tutti i gruppi principali del crimine sono nuovamente attivi sul traffico della droga, anche se in certi casi, essi sono sfidati da quelli emergenti, e per questo motivo sono obbligati a collaborare con albanesi, colombiani, turchi e criminali africani", conclude il rapporto Europol per il 2009.

Così l`Albania per la prima volta viene considerata come porta e centro per il trasporto dell'eroina, mentre la regione dei Balcani come zona d`origine e transito per il riciclaggio di denaro e traffico d`armi. In generale, Tirana viene ritenuta responsabile non solo come Paese, ma anche per la sua diaspora, un deja-vu per la vicina Italia, con cui condivide posizione geografica e storia di emigrazione. Intanto ne dovranno passare ancora di anni per vedere ammanettato qualche "Al Capone", perché i tempi non sono ancora maturi, per il semplice fatto che l`Albania è solo un paese di transito e poi produttore di cannabis. Si tratta perciò di questioni di base economico-politiche di domanda e offerta, e di conseguenza il traffico non cesserà fin quando ci sarà la domanda da parte dei Paesi UE. Le droghe come eroina e cocaina, sono definite come parte essenziale per l`alimentazione di una società debole di principi e fondamenti. Perciò l`Italia di una volta e i Balcani di oggi sono più sane su questo aspetto, e l`Albania è addirittura al primo posto per smercio, ma non per consumo. Si tratta di conseguenza della solita domanda retorica quella dell`Europol: vi facciamo entrare se fermate il traffico! Teniamo conto inoltre che la stessa UE si fonda in piena Guerra fredda, periodo in cui si vennero a creare le zone cuscinetto, come i Balcani.

In effetti, il traffico di droga nel Mediterraneo non si è mai fermato, proprio perchè esiste una forte domanda da parte dell'Europa Occidentale. Solo la scorsa settimana, l'operazione internazionale "Guerriero balcanico" sono state sequestrate oltre alle due tonnellate di cocaina sequestrate, con il coinvolgimento della mafia balcanica e transnazionale. Alle indagini sul contrabbando di circa tre tonnellate di cocaina scoperto dai servizi segreti serbi (BIA) e dall'Agenzia americana per la lotta contro la droga (DEA), si unirà anche il Montenegro. Podgorica, ufficialmente, potrebbe contribuire alla cattura degli organizzatori e dei partecipanti a tale rete criminale, anche perchè, nonostante siano poche le attività penali sul territorio della ex Jugoslavia che vedono il coinvolgimento dei cittadini montenegrini, essi sono comunque protagonisti nella costellazione della mafia balcanica. Questo è quanto dimostrato dagli ultimi casi di contrabbando di cocaina dal Sud America e degli omicidi in Serbia e Croazia. Citando fonti vicine alle indagini, i media nella regione hanno reso noto che l'acquirente di cocaina è un cittadino montenegrino, e che una parte della spedizione dal Sud America doveva entrare attraverso il porto di Bar. "Ciononostante le autorità montenegrine hanno taciuto, perché i cartelli della droga sono molto potenti", ha detto il Presidente del Consiglio nazionale per l'integrazione europea, Nebojsa Medojevic, aggiungendo che il Paese diventa un centro di criminalità logistica. "La mafia locale è diventata una minaccia per la sicurezza e la stabilità d'Europa e dei Balcani, ma anche una minaccia per lo Stato del Montenegro. Spesso questo tipo di azioni internazionali richiedono azioni concrete, come avviene anche nei confini nazionali, per arrestare i 'pesci grossi'. Essi forniscono i dati necessari operativi di intelligence alle basi del Montenegro; tuttavia non vi è stata nessuna azione da parte della polizia del Montenegro, nessuna condanna e nessun 'pesce grande' è in prigione", afferma Medojevic. La Commissione europea afferma che in Montenegro vi è un basso livello di sentenze passate in giudicato del tribunale per la criminalità organizzata e la corruzione. D'altro canto, precisa Medojevic, la Serbia e la Croazia cercano nel Montenegro una "pattumiera" affidabile per occultare le persone coinvolte nei crimini più gravi.

La tesi del leader dell'opposizione, è in parte confermata dalla struttura stessa dei traffici transnazionali di droga. Di fatti, l'operazione in Uruguay, ha consentito di espugnare la roccaforte dei boss della droga in America Latina, che nelle loro mani tengono le redini di una rete di contrabbando di cocaina verso l'Europa, ma anche ad una serie di omicidi, sequestri, estorsioni, riciclaggio di denaro sporco. I sistemi del contrabbando di cocaina dall'America Latina verso l'Europa sembrano essere piuttosto semplici, ma la creazione di tali contatti è finora riuscita solo ad alcuni dei leader più esperti. Ciascuno di loro ha il suo uomo in America Latina, con cui ha negoziato l'acquisto di cocaina, mentre la rete di trasferimento della droga fino all'Europa passa anche attraverso il vecchio percorso marittimo di Rotterdam, per essere poi smerciata nei paesi dell'Europa occidentale, mentre solo una piccola parte giunge in Serbia. Quantità più grandi di cocaina, che entrano in Serbia, attraversano il porto di Bar e un importo inferiore all'aeroporto di Belgrado, grazie a corrieri che portano dalle loro vacanze in Venezuela modeste quantità di droga con valigie con un doppio fondo.