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27 aprile 2007

Una nuova legge per il controllo massivo degli immigrati


Arriva in Parlamento il disegno di legge di riforma alla legge per l'immigrazione per introdurre una serie di strumenti burocratici che abbiano lo scopo di garantire sicurezza ed efficienza ai flussi migratori. Le leggi che regolamentano l'immigrazione sono un'arma a doppio taglio e possono far divenire legale una tratta degli schiavi, per far sopravvivere un sistema capitalistico fallimentare. Non dimentichiamo le leggi immigratorie del secondo dopoguerra dei paesi del Nord Europa, che hanno finanziato la ricostruzione e il boom economico con la tratta degli immigrati dei paesi europei più poveri, come l'Italia. Oggi la storia si ripete e in Italia si realizza la grande contraddizione: un Paese con un elevato tasso di emigrazione, soprattutto tra le giovani menti, emana leggi per regolamentare l'immigrazione e fare così ad altri, ciò che a suo tempo è stato fatto agli Italiani.

Molteplici sono i lati oscuri e ambigui della legge. Il meccanismo dei flussi di ingresso sarà dettato da una programmazione triennale delle quote di stranieri e non annuale, stabilite in base ai dati sull’effettiva richiesta di lavoro, valutando anche i programmi di istruzione e formazione svolti nei Paesi d’origine e la sensibilizzazione sulla cultura dello Stato Italiano.
Inoltre, per i visti sono previste delle semplificazioni con una documentazione più snella da presentare presso le sedi consolari, mentre per le domande di soggiorno breve vi sarà una procedura accelerata. Obiettivo di fondo è quello di incentivare i flussi immigratori e con essi risolvere quei problemi di competitività dell'imprese, e di deficit delle casse dell'Inps, in modo da garantire il pagamento delle pensioni di oggi, ed escludere invece il pagamento della pensione di domani.
La quota del flusso immigratorio prevede delle oscillazioni per i lavori stagionali e quelli di eccessiva richiesta, e si traduce nella creazione di una lista a cui gli immigrati possono iscriversi a distanza, tramite la rete. Le liste potranno essere tenute presso le rappresentanze diplomatiche italiane o presso enti e organismi internazionali residenti all'estero. Nasce così una banca dati ministeriale con tutte le richieste di ingresso per lavoro e le offerte di impiego, che esisterà per un periodo transitorio fino a quando non entreranno in funzione le liste che si tradurranno così in un certo di raccolta e smistamento dei dati personali ed anagrafici delle persone che desiderano entrare. Uguale funzione hanno le regole per le espulsioni, perché gli immigrati che non possiedono i requisiti per rimanere in Italia possono godere del il rimpatrio volontario e assistito se collaborano alla loro identificazione .
Allo stesso tempo verranno stabilite delle misure finalizzate a incentivare il ricorso a strumenti legali per il trasferimento delle rimesse, in modo da tracciare i movimenti di denaro che escono dall'Italia al fine di studiare il reddito prodotto e quello che fuoriesce.
Alla luce di tali provvedimenti diventano sempre più chiari i motivi che hanno decretato gli scandali delle Agenzie di Transfer Money, e li stessi decreti anti-riciclaggio, che mirano a controllare i finanziamenti al terrorismo o meglio il movimento del denaro all'interno del circuito bancario.

Sul ruolo delle liste entra in gioco la figura dello sponsor, ossia di una sorta di garante che avrà il potere, accanto all'ufficio immigrazione, di far entrare in Italia immigrati in cerca di lavoro fornendo garanzie sul sostentamento e l’eventuale rimpatrio. Potranno essere sponsor enti e organismi istituzionali (Regioni ed Enti locali), associazioni imprenditoriali e professionali. Su questa norma sorgono leciti dubbi, in quanto un'associazione professionale o imprenditoriale può essere anche di copertura ad attività criminali di sfruttamento dell'immigrazione.
Viene creato inoltre un canale privilegiato per l’immigrazione di lavoratori qualificati, ossia cervelli e personale di spettacolo, che avranno come garante Multinazionali e Università: nasce così l'immigrazione di serie A e quella di serie B, perché mentre le persone che hanno avuto da sempre poche opportunità dovranno sottostare ad un regime di controllo più rigido, mentre le multinazionali avranno carta bianca nel gestire il flusso immigratorio.
Ampia discrezionalità è stata riservata alla tutela dei diritti degli immigrati che non riescono ad ottenere il rinnovo del permesso, in quanto se non sono in grado di mantenere un livello di sussistenza per almeno un anno, vengono espulsi. Basti pensare che i minori, familiari dello straniero che gode di un permesso di soggiorno, avrà diritto a rimanere in Italia solo se ha partecipato ai progetti di accoglienza e tutela gestiti da enti o associazioni pubbliche o private. In caso contrario verrà espulso, con la magra consolazione che potrà far ricorso al rimpatrio volontario e assistito.

Grande novità della riforma è l’attribuzione del diritto di votare o di candidarsi alle elezioni amministrative in favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno. Un diritto questo che sembra dare agli immigrati anche un diritto di cittadinanza alla pari a quella degli italiani, ma in realtà è solo un contentino per delle persone che non avranno mai una posizione di vero cittadino. Nasce così la nuova generazione di cittadini italiani: quelli che non hanno più origini proprie, che vengono risucchiati dalla strategia della globalizzazione, che pagano le nostre pensioni con il loro lavoro e le loro tasse, senza avere in contropartita pochi se non rari vantaggi. Probabilmente non avranno mai una pensione se rientrano nel paese di origine, potranno godere di un'assistenza sociale ridotta all'osso dalle poche garanzie degli ammortizzatori sociali, con il rischio che dopo anni di lavoro vengano espulsi perché non possiedono più i requisiti per il soggiorno. E così l'Italia, il Bel Paese, li sfrutta fin quando ne ha bisogno, e poi li espelle o li mette ai margini della società per ricordare loro che sono sempre degli stranieri, in terra straniera.