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26 aprile 2007

Verso la Banca Universale


La trattativa tra Barclays e Abn Ambro è giunta ad una vera svolta, decidendo per dare vita alla maggiore fusione bancaria della storia. La quinta banca al mondo e la seconda d'Europa si chiamerà Barclays Plc: verrà creata una holding unica, con sede in Gran Bretagna, e la società avrà come piazza primaria per la quotazione del titolo la Borsa di Londra, mentre per quanto riguarda gli aspetti regolamentari, la centrale operativa sarà ad Amsterdam ma l’autorità di riferimento sarà la Financial Services Authority britannica e non più la Banca Centrale Olandese. È la più grande fusione tra zone di confine mai realizzata nel settore finanziario del vecchio Continente: un'operazione da 120 miliardi di euro che dà vita ad un giro di affari di 47 milioni di clienti. Per il suo gigantismo, questa nuova Banca, cambierà l'immagine della banca europea perché vi sarà la commistione tra le politiche di finanziamento e investimento britanniche ed quelle europee, con la possibilità di lanciare un'aggressiva politica concorrenziale. Molto probabilmente sarà il modello inglese a vincere, basato sulla politica dell'ampio finanziamento, per accentrare sul credito ogni forma di acquisto del cliente, e della banca virtuale, che non necessita di una struttura materiale molto estesa, ma di una semplice rete di uffici virtuali. Una delle prime decisioni da prendere sarà quella del taglio del personale, con oltre 23.600 di licenziamenti o reindirizzamenti da concentrarsi soprattutto in Spagna e Italia.

La fusione, osteggiata in un primo momento dalla stessa Banca Centrale Olandese, è stata incentivata dalla Commissione Europea che, nella persona del Commissario McCreevy, ha esercitato tutte le pressioni del caso per eliminare gli eventuali ostacoli all'acquisizione stransfrontaliera, dando così una bella lezione su cosa sia l'euro. Infatti l'euro doveva facilitare e incentivare la creazione delle grandi Banche pan-europee potenti, ma alla fine ha giovato, ancora una volta, ai britannici, che restano sempre al di fuori dell'unione europea. Le Banche Inglesi si rivelano più forti di quelle europee, che invece, a seconda dei casi, subiscono le dure conseguenze dell'applicazione della normativa europea.
L'accordo tra la Barclays e la Abn Amro è stato, in un certo senso, messo in sicurezza con una penale di 200 milioni in caso di recesso da parte della Abn, e,contro una probabile replica della Rbs-Fortis-Santander con una Opa ostile, è stato previsto una sorta di smembramento controllato, definito dai tecnici "spezzatino": Abn venderà a Bank of America, per 21 miliardi di dollari in contanti, la banca statunitense LaSalle, obiettivo primario di Rbs. Gli hedge fund TCI hanno fissato così all'ordine del giorno dell'assemblea di Abn la votazione del possibile smembramento della Banca Olandese. I fondi speculatici, nonostante siano una parte di azionariato minoritario, hanno giocato un ruolo molto rilevante in quanto hanno esercitato delle forti pressioni sul consiglio di amministrazione della Abn Amro per "ottimizzare" la gestione e migliorare i risultati.

Tra gli altri progetti post-fusione vi è la probabile vendita o ulteriore smembramento del ramo italiano. La Abn Amro infatti controlla la Antonveneta e possiede l'8,6% di Capitalia, quote che in un certo senso fanno gola agli inglesi della Barclays perché possono essere utilizzate per espandere la loro presenza in Italia, grazie soprattutto alla rete distributiva della Antonveneta. Per quanto riguarda Capitalia, si pensa che la posizione di questa banca all'interno del risiko bancario sia tale da garantirle comunque una certa indipendenza. Non possiamo qui dimenticare come Groenink uscì soddisfatto e divertito dalla sede della Banca di Lodi dopo essersi aggiudicato la partita di Antonveneta, grazie alla scoperta degli accordi tra Fazio e Fiorani per non perdere una Banca italiana. Allora una Banca privata vinse, grazie anche alla Magistratura e alle agenzie private di investigatori e servizi di intelligence parallele, su una Banca Centrale Nazionale, perché Bankitalia, oltre ad essere di proprietà delle banche, è anche una Istituzione Pubblica avendo potere di controllo ed esecutivo. Una battaglia per conquistare una banca è divenuta la fronda europea anti-Fazio: tutti infatti festeggiavano la caduta di Fazio, i nemici e gli amici di sempre, ignari che caduto un re sarebbe arrivato un reggente a fare gli interessi di un'altra lobby bancaria.
Per una strana ironia della sorte, però, Abn Ambro, dopo aver fagocitato la Antonveneta e causato la caduta del sistema politico bancario accentrato sulla figura di Fazio, finisce tra le brame degli Inglesi: il predatore è diventato preda, per quella strana legge del mercato bancario che rende le Banche grandi una mira più allettante di quelle piccole, per raggiungere l'obiettivo finale che la Banca Universale. Lo scenario dinanzi a noi è proprio quello della Banca Cybernetica, dalla struttura materiale sempre più inesistente, ma onnipresente con la sua rete di Banche capillarmente distribuite all'interno di ogni Stato, che farà così da centrale per la raccolta e lo smistamento di informazioni e del credito, che confluiranno poi in un unico centro di potere posto al di sopra degli stessi Stati. La fusione a cui abbiamo assistito, non è che un ulteriore passo verso questo obiettivo, in quanto vediamo nascere una Banca molto grande, potente, che si pone al di fuori della Comunità Europea pur avendo fruito di tutti i vantaggi che derivano dalla liberalizzazione e dall'appartenenza allo spazio paneuropeo.