Motore di ricerca

07 marzo 2018

La rivoluzione politica dei movimenti internettiani: nuovi scenari della cannibalizzazione degli Stati nazione

In questi anni, abbiamo sempre offerto ai nostri lettori un punto di vista diverso nella lettura degli eventi che caratterizzano l'epoca che viviamo, seguendo come filo conduttore l'evoluzione delle entità della Cibernetica. Sin dalla nascita dei colossi societari che creano sistemi cibernetici e gestiscono i big data, e con essi dei fenomeni propagandastici del "web e della rete", abbiamo illustrato le dinamiche e le implicazioni di ciò che abbiamo definito "Crimine invisibile". Gli eventi di cui oggi siamo testimoni, come ad esempio l'affermazione indiscussa delle lobby della cibernetica superando così quelle energetiche ed industriali, l'aumento esponenziale della disoccupazione, la nascita di nuove "professioni" e la scomparsa dei "mestieri" , hanno avuto come logica conseguenza il declino delle associazioni di categoria e così anche dei partiti politici tradizionali, lasciando spazio ai "movimenti della rete". Si parla così di democrazia diretta, di decisioni partecipate, di dirigenze orizzontali, o altri doni miracolosi che il web ha dato alla nostra società moderna, e che porterà con sé altre utopie devastanti, come la scomparsa della disoccupazione, la comunicazione globalizzata senza confine, la fine della corruzione, e chi ne ha più ne metta. Dunque arriviamo al nocciolo della questione: qui non si tratta di populismo, bensì di una nuova frontiera filosofica che vorrebbe addirittura superare i limiti del socialismo, per cui siamo arrivati ad un punto di follia pura in cui le masse si illudono di poter prendere il potere, grazie ad una serie di algoritmi informatici o ad una piattaforma elettronica.

Chi ha seguito il nostro percorso, può anche ricordare, contestualmente, la nascita del Blog di "Beppe Grillo" e successivamente del "Movimento 5 stelle", che sembra essere nato dal nulla, dall'unione sul web dei semplici cittadini, quando nella realtà sappiamo bene che non è così. Tale movimento non è altro che "un prodotto cibernetico vuoto di contenuti" i cui diritti di Copyright sono detenuti dalle lobby cibernetiche, che investono in ogni Stato per incentivare la nascita dei cosiddetti movimenti anti-sistema. Gli argomenti proposti e i programmi presentati sembrano essere il prodotto di una rielaborazione di tutto il materiale "di dubbia origine e scarsa affidabilità" che circola sul web da anni, passando da sistemi di contro-informazione a blog di opinionisti, ma in sostanza parliamo sempre della stessa minestra. Forse i più attenti potranno ricordare le origini del cosiddetto "Reddito di Cittadinanza", propinato dai movimenti del "Signoraggio" che hanno teorizzato l'esistenza di un problema sistemico-contabile, la cui risoluzione garantirebbe la liberazione di risorse superflue da distribuire alla popolazione. Ecco, il nostro famoso Movimento cinque Stelle non ha fatto altro che riprendere questa corrente internettiana, e adattarla ai nostri giorni, parlando di "lotta alla corruzione e di malgoverno", dalla quale dovrebbero scaturire risorse da reimpiegare sul territorio , e quindi per far fronte all'esborso del "reddito di cittadinanza". Si è detto anche di implementare sistemi che già esistono in Paesi nord-europei, come ad esempio il Belgio, compiendo il grave errore di cadere nello stesso meccanismo voluto dalla potente lobby del carbone. Allora, come oggi, le lobby hanno chiesto ad uno Stato di pagare il debito derivante dalla riconversione energetica dell'economia, e quindi il costo del fallimento di un sistema economico, lasciando le compagnie indenni. A distanza di decine di anni, ci ritroviamo dinanzi allo stesso paradosso, in cui delle lobby non ben identificate chiedono allo Stato italiano di pagare il costo della disoccupazione dilagante, creata dal superamento dell'economia cibernetica (immateriale) rispetto a quella industriale e dei servizi. Stiamo parlando della progressiva decimazione di professioni come "il bancario, il pubblicitario, l'assicuratore, l'immobiliarista, il giornalista, l'operaio", letteralmente sostituiti da software e robot. 

Nessun miracolo è stato compiuto, nessuna guerra è stata vinta. Andiamo in questi famosi Paesi Nord-Europei, e scopriremo che il "reddito di cittadinanza" ha ridotto la disoccupazione, ma ha creato classi di "non lavoratori", ossia di persone che hanno personalmente scelto di non lavorare, e di accontentarsi del minimo sindacale, di vivere ai margini della società, con un degrado progressivo sino a divenire dei veri e propri clochards che vivono in piccole case, senza che nessuno li veda. Insomma tutti contenti, ma le piccole e medie imprese sono letteralmente scomparse, e le lobby la fanno da padrone. Immaginiamo cosa potrebbe accadere se introducessimo in Italia il "reddito di cittadinanza", a partire dall'ipotizzare da dove saranno raccolte le risorse per coprire un simile esborso: avremo ciò che le lobby chiedono, ossia la privatizzazione dei servizi, la scomparsa delle piccole imprese a favore delle multinazionali, la riduzione del pubblico a favore del privato. Ecco la vera guerra che ci attende, il confronto tra lo Stato e il Privato, dove i secondi entreranno nella politica senza che sia neanche necessaria una legge sulle lobby (come accade ad esempio negli Stati Uniti) con una vera e propria una cannibalizzazione degli Stati Nazione. I partiti e le ideologie di destra e di sinistra non esisteranno, e vi saranno solo i "movimenti orizzontali internettiani" che dovranno confrontarsi con quelli che definiremo i "Nation".


La nostra posizione già la conoscete, non c'è bisogno di aggiungere altro.