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28 febbraio 2014

La notte di Sebastopoli

Kerch - Questa notte, gli Aeroporti di Simferopoli e Sebastopoli sono stati bloccati da squadre di uomini armati e in uniforme militare non identificati, giunti a bordo di camion senza targhe e altri simboli. Stato a quanto riportato dall'Agenzia Interfax Ukraina, un gruppo di 50 uomini,  di cui non si conosce la provenienza ma sembrano siano gli stessi che hanno partecipato all'occupazione degli edifici governativi e del Parlamento della Crimea, è giunto con tre veicoli Kamaz nell'Aeroporto di Simferopoli, circondando il terminal dei voli nazionali per poi lasciare il luogo e dirigersi verso una destinazione non nota. Contestualmente, secondo fonti non accertate, un gruppo di 300 uomini in uniforme ha bloccato l'ingresso del campo d'aviazione dell'aeronautica militare di Belbek a Sebastopoli.  Secondo le stesse fonti, sarebbe in corso  un'operazione per consentire il ritorno di Yanukovich, in qualità di capo di Stato, perché possa confermare e convalidare il referendum dell'indipendenza della Crimea.

Convoglio di veicoli militari dinanzi al Parlamento di Simferopoli
Convoglio di veicoli militari si dirige verso l'Aeroporto di Simferopoli

Militari non identificati dinanzi all'ingresso dell'Aeroporto di Simferopoli


Così, dopo tanto silenzio e speculazioni, arriva la svolta. Gli eventi stanno subendo una escalation imprevedibile, il contraccolpo mediatico è stato molto rapido, la logica risposta che si aspettava ad una rivoluzione troppo veloce, accelerata dall'eccessiva propaganda dei media occidentali per mantenere i manifestanti in piazza e dare credito alla causa del popolo di Maidan. L'annuncio della conferenza stampa del Presidente ucraino Yanukovich dal territorio russo, infatti, giunge in maniera contestuale alla proclamazione da parte del Parlamento della Crimea della data del referendum per chiedere maggiore autonomia dall'Ucraina. Il messaggio che Yanukovich rivolgerà alla Comunità Internazionale, in qualità di capo di Stato eletto democraticamente e sostenuto comunque da una parte del Paese, sarà coordinato da un'azione offensiva sul territorio della Crimea da parte di unità militari che si definiranno fedeli al Presidente. La sua apparizione pubblica dovrà contrastare la campagna di criminalizzazione posta in essere nei suoi confronti, con dossier pre-confezionati da fantomatici nuclei investigativi, come quelli preparati dalla OCCRP (Usaid-Open Society Foundation), che vanno a formare il cosiddetto YanukovychLeaks


Un'azione eclatante che sarà anche un atto dimostrativo rivolto alla NATO e all'America, per porre fine ad una serie di provocazioni e attacchi di propaganda, destinati a destabilizzare la Russia dall'interno. La messa in sicurezza della regione e le successive misure per la proclamazione dell'indipendenza della Crimea dell'Ucraina è la controrisposta di Vladimir Putin, rimasto sinora in silenzio, e lasciando parlare i suoi Ministri e Dmitri Medvedev, che hanno ribadito il secco imperativo che "il Governo formato a Kiev è illegale" e che non viene riconosciuta la carta costituzionale che è stata unilateralmente messa in vigore. L'assenza di qualsiasi commento da parte di Putin ha azionato una sorta di tensione psicologica nei circoli della Comunità Internazionale, che si aspettava una reazione impulsiva e repentina, nello stile della guerra lampo in Abkhazia. Al contrario, Putin non ha rilasciato alcuna dichiarazione, impedendo nei fatti le repliche dei leader occidentali, in prima linea di Obama, pronti a criticare il suo atteggiamento di guerra-fondaio. Nei fatti Mosca non ha mostrato alcun interesse nei confronti degli eventi di Kiev, ignorando del tutto l'entusiasmo mediatico per questo 'colpo di stato' mascherato da rivoluzione, per azionare in maniera invisibile un sistema di auto-difesa che non è solo militare, ma è anche cibernetico ed ideologico. Per molto tempo, infatti, è stato sottovalutato il livello di preparazione della Russia dal punto di vista informatico, perché l'emisfero internettiano russo, sebbene non sia sviluppato dal punto di vista del marketing, è ben strutturato come sistema di rete: ha i propri motori di ricerca e socialnetwork, biblioteche e database massivi di tutta la Federazione e dei territori ex-sovietici, ha centri studi, team di hacker, utenti che producono molta informazione e aggregati in sottosistemi. Si può dire che esistono delle vere e proprie "eserciti informativi", votati alla lotta contro la disinformazione, pronte a fare da eco alla propaganda occidentale, per produrre un impatto di ridondanza e di confusione. Quella della Russia sarà infatti una reazione asimmetrica, con una guerra silenziosa votata alla contro-informazione, che avrà come destinatario tutto il popolo russo, quindi non solo quello ucraino.

Parte di tale strategia è la costituzione delle cosiddette "milizie popolari", sia militari che internettiane, che si stanno formando in tutta l'area meridionale ed orientale del Paese, grazie al supporto di una struttura operativa da tempo, che offre ogni sostegno informativo e logistico. Tutti i "patrioti" sono stati chiamati a non cadere nella "trappola della disinformazione del Maidan", e ad auto-organizzarsi, ciascuno nella regione in cui vive, facendo dimettere tutti gli attuali sindaci e governatori (sospettati quindi di collaborazionismo), e attuando la normativa prevista dalla Costituzione del 1994, che consente la nomina di un Presidente e di un Governo delle Regioni. Tale invito è stato quindi esteso a tutte le comunità russe del Paese che intendono conservare la propria identità e non vogliono sottostare all'imposizione del movimento di Maidan. E' quello che è successo infatti a Sebastopoli e successivamente a Simferopoli, dove è stato destituito il Governo mentre il Parlamento regionale è stato occupato da persone armate, senza alcuna resistenza da parte delle autorità locali. La stessa manifestazione di opposizione di alcuni membri della comunità tartara, si è conclusa in poche battute, considerando la sua contrarietà al principio di annessione alla Russia, ma non dell'indipendenza della Crimea.

In tale processo, la Russia non effettuerà un intervento militare diretto, e tutto passerà attraverso il fronte di Yanukovich e la comunità russa locale che, a differenza dei militanti del Maidan - per la maggior parte assoldati presso i movimenti estremisti come veri e propri mercenari - sarà ideologicamente motivata. Mosca darà un apporto logistico e finanziario per realizzare l'indipendenza della Crimea, come Repubblica strettamente legata alla Russia, prima che l'Ucraina entri nell'Alleanza Atlantica. Con ogni probabilità, il Cremlino cercherà di preservare la propria influenza nella Regione e assicurare ulteriormente la permanenza della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli, esercitando una leva di potere sulla stessa politica estera dell'Ucraina, in quanto la base militare russa si rivelerà una barriera all'ingresso nella NATO. La penisola, da anni frutto di contestazioni e controversie, sebbene non abbia un'economia fiorente e sia del tutto dipendente dall'istmo che la tiene legata al continente, potrebbe rivelarsi strategicamente rilevante per i futuri piani, sia dal punto di vista tattico-militare, che geopolitico, per divenire infatti una vera e propria piattaforma di movimentazione di attrezzature e merci. Va inoltre considerato che la Crimea potrebbe divenire un punto di passaggio per il South Stream, riuscendo così a bypassare le acque territoriali turche, per poi sbaragliare la concorrenza del TAP, con l'estromissione quindi della Turchia.
  
In tale ottica, non vanno sottovalutate le conseguenze collaterali di balance sulle regioni del Caucaso, dei Balcani e dell'Asia Centrale, dove potrebbero essere risvegliati altri movimenti secessionisti, asserviti agli interessi dell'una o l'altra parte. Il quadro che si sta delineando è tutt'altro che lineare, perché presenta variabili irrazionali e aleatorie, e visti i presupposti la NATO, come la stessa Europa, non può permettersi di combattere una guerra con la Russia, che ha il controllo del territorio post-sovietico molto più pregnante delle ONG e degli osservatori occidentali che lo hanno infiltrato. Ancora una volta viene sottovalutata la preparazione militare russa, che da anni combatte una guerra al terrorismo, molto più capillare ed insediato sul suo territorio nazionale. A differenza degli Stati Uniti e dell'Alleanza Atlantica, che  in questi anni hanno bombardato nazioni e creato caos dietro la copertura della disinformazione mediatica, la Russia è in grado di combattere anche guerre sul campo con artiglierie, mezzi e uomini, con una capacità di adattamento e di resistenza di gran lunga superiore a quella degli eserciti occidentali.  
D'altro canto, l'impatto economico potenziale di questa "grande Guerra Fredda" potrebbe avere forti effetti negativi sulla crescita di molti dei Paesi che stanno cercando di uscire dalla crisi finanziaria del 2008, a cominciare dalle economie dipendenti dalle importazioni di petrolio o la cui moneta è legata al dollaro. La Russia potrebbe contrastare l'azione della NATO anche in maniera non-operativa, quindi limitandosi ad immettere sul mercato i dollari in riserva e direzionare le proprie forniture alla Cina, anziché all'Europa. Questo confronto sarà quindi combattuto con la propaganda e la disinformazione, con le milizie popolari e le bande di mercenari al soldo delle lobbies, con derive nazionaliste, naziste ed anti-semite. Si verrà a creare un'onda anomala che si riverserà inevitabilmente in Europa, che potrebbe quindi conoscere la sua "Primavera Europea", una volta cadute le barriere deterrenti nei Balcani e nel Nord Africa. Potrebbe essere proprio l'Ucraina ad ospitare la futura nuova base della NATO, in cui creare eserciti di guerriglieri mercenari, nelle cui fila andrebbero a confluire le frange estremiste, con i quali combattere nuovi teatri di guerra.

21 febbraio 2014

I guerriglieri dei ‘Paesi caldi’

Questa la denominazione dei nuovi militanti assoldati dalle lobbies per portare conflitti in Paesi da destabilizzare della zona grigia. Dopo il Nord Africa e la Siria, anche l'Ucraina è stata inesorabilmente colpita dalla rivoluzione violenta dei finti movimenti spontanei pro-europei e pro-democrazia. La loro avanzata viene coperta dall’opera di regia dei media, che associano filmati di disperazione popolare ad atti di violenza della polizia, orchestrando la propaganda sino al punto da far credere che sia in atto una rivoluzione. In realtà, l’Ucraina è stata spinta in una guerra a civile dopo mesi di negoziati, inutili ed inconcludenti, che avevano come unico obiettivo quello di sovvertire l’attuale ordine politico e spezzare ogni legame tra Kiev e Mosca. Ogni richiesta presentata veniva rilanciata con nuove proposte, sino a chiudersi in un circolo vizioso. Lo scopo di fondo dell’Euromaidan non era quindi negoziare con le istituzioni, ma abbatterle. Non c’è alcuna possibilità di trattativa, niente che possa fermare una macchina distruttiva entrata in azione, per cui nel tempo andrà sempre peggio.

La cronaca dei recenti eventi offrono un interessante spunto per dimostrare quanto ci sia di vero nella tesi dell'evidente manipolazione di questa rivolta civile. Infatti, a squarciare la tregua imposta a Kiev, sono le immagini trasmesse da tutti i media internazionali di un gruppo di ‘attivisti-mercenari’ che viene colpito dalla polizia, nei pressi del palazzo presidenziale, mentre si teneva l'incontro dei funzionari di Bruxelles con gli esponenti al potere. Ad un primo sguardo, sembra che la polizia abbia sparato contro dei manifestanti "pacifici" che si stavano spostando lentamente, mentre ad un'analisi più attenta è possibile notare dei piccoli dettagli che tuttavia dimostrano come quell'incidente sia stato provocato di proposito, per essere filmato in maniera dettagliata con una resa diremmo 'professionale'. La sequenza delle immagini seguenti mostra come i primi colpi provengano dalle spalle dei manifestanti, con una raffica che in direzione della schiera dei poliziotti. Subito dopo, si può notare che solo una persona si volta in direzione degli spari e della telecamera, mentre gli altri avanzano. La polizia, avendo ricevuto la raffica di proiettili, apre il fuoco, nella convinzione che siano anch'essi armati. Quando inizia la sparatoria, molti del gruppo vengono feriti, mentre la cosiddetta 'talpa', si nasconde tra gli alberi e resta in piedi fermo. Non si spiega, tuttavia, perché questo gruppo di persone stia avanzando verso la colonna della polizia, coprendo il capo ogni tre passi e ben sapendo che gli agenti erano pronti ad aprire il fuoco. Da notare come l'immagine sia molto stabile e di alta risoluzione, cosa che lascia pensare che il cameraman fosse posizionato in un luogo molto vicino, ben sapendo dove puntare l'obiettivo e lo svolgimento dei fatti, con grande calma e controllo della situazione.

Sequenza delle immagini
Primo colpo sparato lascia un segno nell'albero (00:17)
Una sola persona del gruppo si gira (00:22)
La stessa persona si nasconde (00:45)
Contestualmente, un'altra telecamera è stata piazzata dall'altra parte della strada, riprendendo da una posizione privilegiata l'azione dei poliziotti, posizionati a difesa dei palazzi delle istituzioni.
Immagini ad alta risoluzione dell'azione degli agenti
La manipolazione del messaggio mediatico, con un rapido montaggio è stata evidente, anche perché media allineati si guardano bene dal trasmettere le immagini delle manifestazioni degli scorsi giorni, in cui i protestanti sono armati e in pieno assetto di guerriglia.





Agente colpito da una molotov in pieno viso
Agente per terra e preso a calci dai manifestanti
Ex pseudo-nazisti, criminali, teppisti, debitori di gioco, vanno a riempire le fila della guerriglia urbana, addestrata con manuali della cosiddetta “rivoluzione intelligente” e metodologie d’assalto di stampo terroristico. L'equipaggiamento militare di cui dispongono i manifestanti, infatti, non è il solo elemento che contraddistingue la frangia, perché hanno anche tattica e strategia, grazie all'addestramento da 'manuale', che ogni rivoluzione arancione che si rispetti, deve avere. In rete è infatti disponibile quella della rivoluzione egiziana, che mostra, con schemi e rapide regole, quali slogan gridare (rigorosamente contro la corruzione o il leader di turno), come dirigersi nelle strade e i percorsi da fare (prevedendo sempre una via di fuga), come affrontare le situazioni di emergenza come i gas lacrimogeni o i colpi di manganello, cosa portare con sé all'interno degli zainetti (coca cola, limone, aceto, acidi,ect), come dispiegarsi tra la folla e come affrontare gli agenti nel corpo a corpo. Vi proponiamo di seguito alcune pagine del manuale della rivoluzione in Egitto, la cui versione tradotta in ucraino sta da tempo circolando, per chiunque voglia unirsi alla lotta armata.

Come scegliere i percorsi e studiare
 il tragitto di fuga evitando vicoli ciechi
Come vestirsi e quali oggetti portare con sé
Come affrontare la polizia

Come dispiegarsi nella folla per
sfondare la colonna della polizia
Coinvolgere la polizia e convincerla
a passare dalla parte dei manifestanti

Guardando queste rapide regole per organizzare e vincere una sommossa, si possono intravedere i tanti punti in comune con le manifestazioni pseudo-democratiche a cui abbiamo assistito nelle tante piazze europee, dalla Grecia sino alla Spagna e all'Italia, sino alle più sanguinose rivolte del Nord Africa e dell'Ucraina, per poi approdare di nuovo nei Balcani, a cominciare dalla Bosnia. La portata di tali fenomeni è molto elevata, se si pensa alle competenze tecnico-militari per l'addestramento, il comando e il controllo per portare a termine la missione, come anche l'esborso economico-finanziario per la movimentazione di tali eserciti. Una frangia operativa, come quella del movimento Euromaidan, ha un costo di circa 2 milioni di euro a settimana, oltre al budget per droghe e anfetamine per mantenere il motore a giro.

Dietro tali frange mercenarie sovversive vi sono forti gruppi di interesse economico, e gli stessi Governi degli Stati Occidentali, che vedono in prima linea Stati Uniti e Germania.  Barack Obama, dall’alto del suo Premio Nobel, si è macchiato di crimini contro l’umanità come nessun Presidente americano aveva mai fatto sinora, sferrando attacchi con droni nello Yemen e in Pakistan contro civili inermi. Dal suo canto, Angela Merkel e l'Unione Cristiano Democratica - CDU, si sono resi complici della ricostituzione del partito nazista nella regione orientale dell’Europa, attraverso il quale troncare i legami con la Russia. Per non dimenticare George Soros, che con la speculazione finanziaria ha finanziato una fitta e diffusa rete di anarchici ed estremisti, pronti a colpire ovunque in Europa.  Questa è una sporca guerra, che non appartiene né ai popoli europei, né al mondo occidentale, e che rappresenta il fallimento del sistema bancario, che ha fatto ricorso al suo braccio armato per rastrellare risorse e recuperare i propri credit. Non dimentichiamo che la crisi finanziaria delle Banche tedesche, le cui tesorerie contengono ormai solo bonds e carta straccia, da tempo viene occultata, mentre il cancelliere detta regole a Bruxelles e sostiene rivolte nell’Est-europeo.

Primavere arabe, terrorismo in Siria, bombardamenti in Libia, fallimento della Grecia, guerra civile in Ucraina e destabilizzazione in Bosnia:  è stata azionata una guerra infinita, i cui risvolti sono imprevedibili. Non si può escludere che queste rivoluzioni-farsa siano parte di una Strategia della NATO, ma resta il fatto che i Governi sono diventati i contractor di queste entità economiche che controllano le materie prime e si riuniscono in grandi lobby, spingendo l'Alleanza Atlantica oltre ai limiti consentiti. Così facendo, tuttavia, non si fa che creare un terrorismo ancora più violento, le cui derive possono essere perpetue.  La strategia è sempre la stessa, ormai è possibile trovare anche su internet dei grandi progetti segreti: ad ogni incontro importante per i negoziati di pace, i media filmano una strage, mentre quando il piano propagandistico fallisce scatta l’auto-bombardamento. Ovviamente, ogni attacco viene sempre documentato, grazie ad “utile idiota” che fornisce agli ispettori ONU la prova materiale della risoluzione del caso. Da vent’anni a questa parte continuiamo ad osservare l'evoluzione di tali metodologie, che hanno portato alla creazione di nuove parole ad effetto, come ‘attivisti, manifestanti’, ‘affamati, indignati’, ‘popolo viola, forconi’,  prese dalle idee più mediocri del neuro-marketing e usate come immagine del futuro bersaglio. In realtà non siamo altro che carne da macello. Questi brevi passaggi tattici si ripetono  in ogni drammatica crisi, come quella che spinge Kiev in una vera e propria guerra civile, con un salto di qualità nell'azione di sfondamento, al fine di dare quindi un netto troncamento.

E' ovviamente in atto un processo che non si arresterà facilmente e, salvo qualche tregua, giungerà anche alle porte dell'Europa, passando attraverso i Balcani. Sul territorio italiano sono già presenti delle cellule operative estremiste pronte ad infiltrare le manifestazioni dei movimenti 'della rete', dei fenomeni di Anonymous o della corrente Occupy. Quei fenomeni che nascono come spontanei grazie all'illusione di solidarietà creata dai social-network, nonostante le buone intenzioni delle persone che vi aderiscono, si prestano ad essere facilmente manipolati, e direzionati verso scopi ben diversi. Le frange da temere maggiormente sono quelle dei pseudo-anarchici, la cui base logistica di riferimento è la Polonia, per poi dislocarsi in tutto l'Est-europeo per addestramento ed indottrinamento. Questa non è storia, è la cronaca dei nostri giorni, che si sta avvicinando inesorabilmente, perché riescono a modificare artificialmente il volere del popolo, controllando e orientando le correnti di protesta, nascondendosi dietro la democrazia. Questo nostro vuole essere un monito per tutti i movimenti italiani che stanno sostenendo l'Euromaidan, come lo stesso Movimento 5 Stelle (M5S), che rischia di subire una bruciante trasformazione nel tempo, per colpo del suo leader, divenuto ormai cieco e sordo dinanzi ai cambiamenti che stanno subendo l'Europa e il Mediterraneo. Beppe Grillo dovrebbe invece decidere ora di ritirarsi a vita privata, per non fare la stessa fine di Roberto Saviano, usato e poi gettato vai dal 'Sistema' perché ormai non più utile alla causa. Le tecniche di lusinghe e di infiltrazione sono così sottili, che spesso non sono quantificabili in denaro, ma anche in "rapida ascesa al successo", con porte che imprevedibilmente si aprono.

Il Blog di Beppe Grillo dà spazio ad un video di propaganda
del movimento di protesta in Ucraina. Una sequenza di immagini
ben studiata, in cui una bella ragazza descrive il suo 'sogno europeo'
mentre la polizia 'aggredisce brutalmente dei pacifisti'.
Un messaggio che rischia di entrare lentamente nelle fila
di un movimento che è già un partito politico, che ha
accesso alle istituzioni e non vede l'ora di 'cambiarle radicalmente'.


01 febbraio 2014

Ovunque la nostra bandiera

"Noi oggi siamo quei navigatori di un tempo, che affrontavano tempeste e mari, mentre le nostre bandiere marinare sventolavano su onde giganti. Nel nostro viaggio ci siamo persi, ma non abbiamo dimenticato chi eravamo e da dove venivamo. Tanti dispersi, tanti atti eroici e tante anime. Quel tramonto e quel mare è la nostra bandiera, il blu e l’arancio, ovunque dovunque e sempre. Essa rappresenta quegli innocenti che sono nelle carceri, quegli eroi sconosciuti alle masse, quelle invenzioni rubate agli scienziati e nascoste nei caveaux: rappresenta chi non è rappresentato. Oggi qui, più forti di prima, in prima linea contro l’onda anomala che si sta alzando".

Queste parole furono pronunciate nel corso di una conferenza in Paltalk alla fine del 2004, alla presenza di pochi ascoltatori. A distanza di pochi anni, assistiamo ad uno scenario annunciato. Le masse che oggi si sono sollevate scoprendo "la rete", non sanno che sono rinchiuse in una camera oscura, utilizzando sistemi vecchi ed obsoleti. Ognuno di loro lavora e rappresenta gli interessi delle multinazionali dell'informatica, assecondando un sano principio di conflitto di interessi. Queste entità sono il crimine invisibile
Chi ha combattuto non è stato ascoltato, ma deriso, diffamato, umiliato, e ciononostante continua nel suo via percorso senza fare clamore e sollevare schiamazzi, difendendo le aziende oltre confine. Ovunque dovunque e sempre.