Motore di ricerca

21 dicembre 2010

Djukanovic cade in Montenegro ma i misteri restano

Sono tutti a lavoro in Montenegro per destabilizzare la situazione interna e riportare a galla delle storie appartenenti al passato, per sdoganarle o manipolarle. Tra queste vi è senz'altro il cosiddetto "Caso Mattei" che oltre a descrivere strane faccende finanziarie, affonda le radici in una realtà molto più profonda, che ha un inizio storico sin dagli anni '80, e in cui il traffico di sigarette è solo uno dei pochi strumenti utilizzati per rastrellare denaro e controllare il territorio. Nel corso dell'inchiesta della DIA di Bari, il Procuratore Scelsi ha dato per buone le dichiarazioni di Pukanovic e Knezevic. Signor Procuratore, lei veramente crede che questi personaggi fossero venuti a conoscenza dei traffici del tabacco in un aereo, nel corso dei colloqui con una cantante Folk? Pensa davvero che il Ministro degli interni croato non sapesse nulla? E di fatti gli inquirenti non hanno preso in considerazione il fatto che dietro un'organizzazione così complessa non vi fossero entità di potere molto forti.

Il contrabbando di sigarette era il pizzo che si doveva pagare, avendo alle spalle una triangolazione di armi e pratiche finanziarie destinate a finanziare un grande progetto. Milo Djukanovic è figlio del KOS, erede storico di un accordo siglato da due Paesi. La mafia italiana fu usata solo da deterrente in una rete che si espandeva oltreoceano, e non faceva solo traffici. Questi sono solo brevi stralci di una lunga indagine, durante la quale l'Osservatorio Italiano ha spiegato il cosiddetto 'Caso Oriano Mattei' ( si veda Dossier Oriano Mattei ) , pubblicando documenti molto significativi, tra cui la sentenza ufficiale emessa dal Tribunale Civile di Zurigo, che condannava la Repubblica del Montenegro e la Podgoricka Banka attuale Gruppo Société Generale ( Sentenza n. U/EQ990238 28 august 2000 Bezirksgericht Zurich Podgoricka Banka). Questa sentenza conferma che nel 1996 la Repubblica del Montenegro riceveva finanziamenti per circa un miliardo di dollari americani in titoli collaterali, portando così a termine un'operazione finanziaria durante l'embargo imposto alla Jugoslavia.

Stranamente, dopo tanti anni di silenzio, giornali come il Vijesti di Podgorica si preparano alla pubblicazione di una storia intricatissima, un affare che sfiora un iceberg molto pericoloso e che porta dritto alle porte di una grandissima banca e della CIA stessa. Sono state assoldate anche le associazioni e le organizzazioni, come la Rete per l'affermazione delle ONG (MANS), che ha sferrato un'agguerrita campagna di lotta civica, tanto da compiacere i padroni di Washington. I media internazionali sono alla ricerca di informazioni ben pagate, tanto per creare caos e confusione. Pronti anche i file di Wikileaks sul Montenegro: altro giro altra corsa. Si sta quindi dispiegando un esercito di giornali e associazioni, pronti ad agire in tutta la regione, per portare a termine una sorta di lustrazione silenziosa, mascherata da campagne di lotta alla corruzione.

Dopo Sanader in Croazia e Thaci in Kosovo, vediamo cadere Milo Djiukanovic in Montenegro. Ognuno di essi si porta dietro un gruppo di 'amici occidentali' che vengono screditati di conseguenza. Si sgretola così la cooperazione Zagabria-Carinzia (vedi scandalo Hypo Bank), l'amicizia Thaci-Blair (denunciata ora come insana dai media britannici) e ora è stato inflitto un duro colpo a Djukanovic ed indirettamente alle entità che vengono in qualche modo associate alla sua figura. Quei giornalisti che per anni hanno taciuto sugli scandali e sulle gravi pratiche illecite in corso, sembra si siano svegliati. C'è da chiedersi chi ha bussato alla loro porta offrendo così una ricca ricompensa, in nome della libertà di stampa. In realtà è in atto un crimine ben peggiore che rivela le molteplici sfaccettature del potere e della mafia: le strutture criminali vengono create per scopi ben precisi, e poi distrutte per obiettivi altrettanto ambiziosi.

15 dicembre 2010

Traffico d'organi: strategia per sabotare negoziati Serbia-Kosovo

Banja Luka - Le elezioni anticipate in Kosovo, la pubblicazione di cablogrammi delle ambasciate americane di Pristina e Belgrado, ed infine il rilancio della relazione del Consiglio d'Europa sul traffico di organi di Dick Marty, dimostrano in maniera sempre più evidente che è in atto una strategia volta a destabilizzare il Kosovo, e soprattutto a compromettere i negoziati con Belgrado. Le forze in gioco sono molte, ma l'obiettivo resta quello di allontanare il Kosovo dalla sfera dell'Unione Europea e della Serbia, che stanno cercando di raggiungere un compromesso storico per la stabilizzazione del Kosovo. Stati Uniti ed Inghilterra non sembrano accettare l'uscita di scena con il definitivo ritiro della NATO e il trasferimento dei poteri ad una classe politica che veda la partecipazione di serbi ed albanesi, insieme per garantire la sostenibilità del Kosovo. Tolte le mira politiche, restano solo lobby e sciacallaggio, visto che mentre il Governo cadeva, gruppi di interesse e società internazionali hanno privatizzato società strategiche e sottoscritto contratti senza appalti pubblici.

Sembra quindi strano che, concluse le elezioni e pronti i negoziati per creare il Governo che dovrà dialogare con la Serbia , viene rispolverato il rapporto del Consiglio d' Europa sul traffico di organi. Come più volte ribadito dall'Osservatorio Italiano ( si veda Disinformazione e insabbiamento sulla pulizia etnica del Kosovo La 'Banda Kouchner' e la piaga dei Balcani ) il dossier del traffico di organi è stato studiato ed elaborato ad hoc, confondendo informazioni reali e disinformazione per inquinare le prove su reati realmente commessi e creare casi che, di volta in volta, si prestano a strumentalizzazioni politiche. Le dichiarazioni del Procuratore Carla del Ponte, dopo i controlli degli inquirenti dell'Eulex, sono state dichiarate infondate e senza alcun seguito giuridico, a differenza invece del caso della clinica Medicus, per il quale vi sono fatti e prove circostanziate. Per quanto riguarda invece il famoso collegamento con l'Albania - intrecciato di proposito per sabotare la riconciliazione storica tra Belgrado e Tirana, promossa con grande impegno dal Premier Berisha e dal Presidente Tadic - non esiste alcuna prova che dimostrerebbe un coinvolgimento albanese nel fantomatico traffico di organi. "La Procura Generale di Tirana in Albania non ha attualmente nessuna informazione su quanto citato nel rapporto di Dick Marty e del Consiglio D'Europa. Per indagare sulle rivelazioni della Carla del Ponte è giunta in passato una delegazione della Procura dell'Aja che, in cooperazione con la Procura dell'Albania, ha effettuato le dovute indagini senza individuare alcun elemento che dimostri l'esistenza di un traffico di organi sul territorio albanese, in connessione ad organizzazioni criminali del Kosovo". Questo quanto dichiarato da Plator Nesturi, consigliere del Procuratore Ina Rama che, interrogato dall'Osservatorio Italiano, ribadisce quanto in questi mesi ha sempre detto il Governo albanese e tutte le istituzioni competenti.

Nonostante tutto, il caso è stato rimesso in pista proprio dall'intervento del Consiglio d'Europa, organizzazione internazionale costituita da oltre 47 Paesi, che non ha una diretta connessione con l'Unione Europea bensì con il Club di Londra, che lo utilizza spesso per esercitare pressioni su Bruxelles o altri Stati, in nome della difesa dei diritti umani. Non è infatti un caso che accanto al CoE si schiera un quotidiano britannico che oggi viaggia sulla cresta dell'onda, grazie ai cablogrammi di Wikileaks, accreditandosi così come 'strumento di diplomazia'. Invece il Guardian, come tutti i grandi media internazionali, sono uno strumento mediatico delle lobbies, e dietro di essi vi è un grande conflitto di interesse. Vogliamo così ricordare come in passato, la Serbia e altri Paesi, hanno messo in guardia la Comunità Internazionale sui crimini e le pericolose organizzazioni che si erano venute a creare in Kosovo, ma i loro appelli sono rimasti inascoltati, definiti complottisti e fuorvianti. Thaci era allora un paladino di democrazia, avendo al suo fianco la mano di Kouchner e della Allbright, mentre adesso è definito un trafficante e un guerrigliero.

"Dov'è la credibilità di un quotidiano che non ha memoria storica, che agisce dietro le 'veline' del Club di Londra e occulta la verità? 

14 dicembre 2010

La Meico e il traffico di armi di Slobodan Tesic


Vengono alla luce i primi documenti sui Balcani estratti dal ricco database di Wikileaks. Essi fanno riferimento al traffico di armi gestito da Slobodan Tesic, il cui nome appare sulla "lista nera" degli Stati Uniti. A causa del piccolo peso dell'Albania sulla scacchiera internazionale, il suo ruolo non viene toccato dalla pubblicazione dei dispacci 'segreti' pubblicati dai quotidiani più prestigiosi del mondo. Comunque, anche se l`Albania è coinvolta direttamente o indirettamente in affari come contrabbando di armi e droga ed nel sostegno a gruppi terroristici, d`importanza più che regionali, viene citata in maniera velata. Nei due documenti in questione, solo casualmente compare il coinvolgimento dell'Albania nel contrabbando delle armi della Serbia verso lo Yemen e il Medio Oriente. Si tratta del telegramma con data 14 dicembre 2009 ore 05:30 contrassegnato come 'secret nonforn' , e quello del 15 gennaio 2010 ore 12:34, elaborato dal funzionario Margharet Mitchell, che fanno riferimento alle informazioni fornite dal servizio segreto bulgaro in merito ad un contrabbando di armi del valore di circa 95 milioni di dollari che dalla Serbia avrebbero dovuto giungere nello Yemen attraversando il transito dal porto di Durazzo. Infatti quella operazione è fallita dietro l'intervento degli americani e degli stessi servizi segreti bulgari.

Tuttavia, da un'inchiesta di Investigim, vengono messi in evidenza due elementi. Il primo è che Slobodan Tesic, cittadino serbo considerato come uno dei più grandi esponenti del contrabbando d`armi nei Balcani. Il secondo è che l'impresa statale albanese MEICO, diretto dal Ministero della Difesa, ha fornito le munizioni di produzione albanese a Tesic, sottoscrivendo persino un contratto di vendita. L'accordo è stato firmato con il Governo albanese nell'ottobre del 2009 e le munizioni vengono esportati dalla Serbia nel gennaio 2010. Oggetto del contratto missili per artiglieria pesante, fucili snayper M70 Nagant 8mm, cannoni obuz, artiglieria contraerea, munizioni per armi leggere e esplosivi. Come compagnia di intermediazione è stata individuata la "Melvale Corporation LTD" di proprietà di Slobodan Tesic. Questa compagnia è registrata in vari stati, rispettivamente:

- a Belgrado, con indirizzo Ulica Tadeusz Koscuska 56, tel 038112920200;

- alle isole Seychelles, all' indirizzo suites 25&27 second floor Olea Trade Center Francis Rachel street P.B. 1312 Victoria, Mahe Island Tel. 0099532220934 (stranamente il numero del telefono della compagnia registrata alle Seychelles appartiene ad un ente statale della Repubblica della Georgia),

- in Svizzera e a Cipro.

I documenti americani cancellano il nome della società ma Investigim è riuscita ad identificare l'impresa e a fornire un'ampia documentazione della società. In questi documenti viene menzionato anche il partner di, Tesic Messure Sharenach Nenad, che godeva oltre della cittadinanza serba anche di quella britannica , ma non possedeva nessuna licenza rilasciata da parte del governo britannico per il commercio di armi.



Il servizio segreto bulgaro sabotò la vendita delle armi serbe, perché la Bulgaria intendeva entrare lei in affari con lo Yemen, al fine di assicurare dei profitti per le imprese statali bulgari. L'ex partner bulgaro di Slobodan Tesic, Todorov, sembra abbia fornito al servizio segreto le informazioni necessarie relative all'operazione di esportazione. Ma Slobodan Tesic, inserito anche nella lista nera delle autorità americane, è stato anche in altri casi un partner del Ministero albanese della Difesa, a partire dal 2003. Ricordiamo che le autorità bulgare, sotto la pressione americana, essendo quest'ultimo un Paese membro della NATO, nel 2005 vietò l'ingresso di Tesic in Bulgaria. Lo Stato serbo, a sua volta sotto le identiche pressioni americane, nel 2007 revoca la licenza per il commercio di armi alla compagnia di Tesic. I bulgari lo definiscono così persona non grata, e persino il servizio d`intelligence serbo gli crea degli ostacoli. Solo in Albania Tesic viene accolto senza ostilità. Così nel 2006, su richiesta del Ministero della Difesa, il Capo Commissario della Polizia, Albert Dervishi, diede a Tesic, presso l'aeroporto di Rinas, un visto albanese ( il passaporto di Tesic recava il numero 004812551 ). Assieme a lui, vengono dotati dei visti albanesi anche il cittadino georgiano Iason Chikhladze, della Mingrelia, e il cittadino armeno David Galstyan. Durante la sosta di due giorni in Albania, il contrabbandiere visita i depositi di armi e i reparti militari albanesi a Qafemolle (Tirana), Vertop (Berat) e Ullishte (Elbasan).


Così nella notte del 16-17 maggio del 2009, attraverso il Porto di Durazzo, Tesic riesce a spedire in Medio Oriente una discreta quantità di container contenenti armi. Questa operazione fu documentata completamente dagli organi legislativi americani, anche se per varie ore il Porto di Durazzo fu colpito da un improvviso black-out. Al contrario, nel gennaio del 2010, il tentativo di utilizzare ancora Durazzo come piattaforma per il contrabbando delle armi serbe fortunatamente fallisce, grazie all'intervento americano. Tuttavia Tesic riuscì in vari casi ad utilizzare l`Albania per il contrabbando delle armi senza problemi . Durante questo periodo, si sono succeduti presso il Ministero della Difesa Fatmir Mediu, Gazmend Oketa e Arben Imami, mentre il Premier è sempre stato Sali Berisha.

Ci si chiede ora perché Slobodan Tesic è un personaggio problematico per le autorità americane. Ricordiamo che nel 1992 Tesic aderì all'organizzazione “Beli Orlovi” (Le Aquile Bianche) la quale fece rinascere la tradizione cetnica nella guerra civile in Jugoslavia negli anni `90. Tesic è anche inserito nella US Security Council’s travel ban list, dopo aver violato la risoluzione ONU 1521 per l'embargo verso la Liberia, continuando ad intrattenere dei contatti dì'affari con i governi sanzionati. Gli Stati Uniti sembra che siano intervenuti più volte per evitare che le armi serbe giungessero all'esercito dello e nelle mani di organizzazioni terroristiche nello Yemen, ma anche in Iraq, persino anche grazie all`aiuto della MEICO albanese. Interessante rimane il fatto che nel febbraio del 2009, la BIA - servizio segreto serbo, sotto la forte pressione americana, fu obbligato a bloccare un contratto di fornitura d`armi della compagnia Melvale di Slobodan Tesic con la Libia della cifra di 50 milioni di dollari americani.

Gjergi Thanasi
giornalista di Investigim

08 dicembre 2010

La cybernetica e la nuova era della difesa nazionale

"In un futuro, saranno gli attacchi cybernetici ai sistemi elettronici delle strutture di difesa nazionale od istituzionali ad essere definiti terroristici. Allo stesso tempo, la difesa dei propri dati e delle informazioni degli Stati potrà essere considerata un'operazione di anti-terrorismo. [si veda La macchina pensante ] Questa è una guerra sotterranea e i Governi dovranno ammettere che esiste veramente il crimine invisibile, contro il quale sono ancora totalmente impreparati. Oggi è possibile creare un buco all'interno della rete con domini di vari livelli e scomparire in un labirinto, che è possibile attaccare un server senza essere rintracciati, perché basterà modificare qualcosa all’interno di un pc e trasferire un server". [si veda Il potere ortodosso avanza e Barack lancia la guerra cybernetica ]

Questo quanto nel 2008 scriveva l'Osservatorio Italiano, preannunciando la nuova era delle guerre elettroniche, che sostituiranno gradualmente i confronti diretti tra gli Stati. Oggi, dopo il caso Wikileaks, vi è senz'altro un nuova consapevolezza nella necessità di munirsi di un sistema telematico proprio, controllato dalle istituzioni pubbliche e non da entità private, che possa proteggere i dati dei cittadini e dello Stato. Le analisi e gli studi della Tela Italiana consentiranno di aprire una nuova era, perché molti hanno creduto nel messaggio tracciato in anni di lavoro.

06 dicembre 2010

Lo scontro tra potere ortodosso e lobbies della cybernetica

L'offensiva sferrata da Wikileaks ha catturato l'attenzione del mondo diplomatico e politico internazionale, insinuando così il dubbio che gli equilibri che oggi reggono le relazioni bilaterali e mondiali siano più instabili e precari di quel che si pensava. Una fuga di informazioni dalla rete delle ambasciate e del Departement State degli Stati Uniti apre molteplici scenari su cui gli analisti si interrogano. Tra le teorie più accreditate vi è quella secondo cui Wikileaks sia davvero una rete che vuole sabotare Washington, o l'amministrazione Obama, ed in particolare il sistema diplomatico americano: mostra com'è cinico, che agisce come se i Paesi fossero un suo dominio, ed i governi dei burattini, mostra che gli ambasciatori sono ambigui e doppiogiochisti, insomma che non sono più una controparte da ascoltare nel tutelare l'ordine mondiale. Da qui l'idea che Wikileaks voglia una nuova era, in cui mettere a nudo i potenti del passato. In secondo luogo, vi è la teoria del sabotaggio, ossia che la stessa amministrazione americana abbia creato un sistema per sabotare gli accordi con la Russia, e così la sua tela di Stati che la rendono sempre più forte ed un'inattaccabile controparte della NATO, oppure per isolare l'Iran all'interno del mondo arabo e continuare la strategia della tensione.

Questione energetica è un bersaglio. Entrambe le tesi sono verosimili, perché spiegano le reazioni degli Stati e della stessa America, rendendo perfetto questo teorema. Wikileaks attacca Berlusconi, e Hillary Clinton chiede scusa, mentre alle forti critiche dei rapporti interconnessi con Putin tutto tace da Washington. Tuttavia Russia e Italia rispondono con il rafforzamento della partnership energetica e del progetto del South Stream, che assume così aspetti sempre più complessi. Il Governo italiano e quello russo hanno confermato gli accordi di costruzione e dato a tale unione un nuovo volto, in considerazione di due operazioni societarie strategiche. Viene ratificato in primo luogo l'accordo trilaterale tra Russian Post, Poste Italiane e Finmeccanica per l'ottimizzazione della rete logistica (technology, operating and logistic system) e lo sviluppo di servizi innovativi (financial services and treasury, products and services supply) - senza però dimenticare che l'autorità postale controlla parte dello scambio dell'informazione sulla rete internet. In secondo luogo, Eni avvia il processo di vendita dei gasdotti Tenp e Transitgas, ossia la rete di interconnessione rispettivamente con Germania e Olanda, e con Svizzera e Francia, in cui si potranno probabilmente inserire 'partner terzi'. Allo stesso tempo, la Cassa Depositi e Prestiti, controllata del Tesoro e da un gruppo di Banche, diventa il nuovo socio dell'Eni, attivando lo swap delle partecipazioni detenute in Poste, Enel ed Stm. Le Banche italiane sembrano lasciare le Poste per privilegiare l'Eni e i suoi progetti nel settore del gas.

Intanto, Turchia e Russia confermano la loro volontà a costruire l'oleodotto Samsun-Ceyhan (dalla costa del Mar Nero al Mediterraneo) e così lo stesso South Stream, che necessita pure sempre del via libera di Ankara per la sua realizzazione. Non dimentichiamo infine la Bulgaria, altro Stato strategico per il gasdotto russo, che ha confermato la sua 'fedeltà' a Mosca, suggellando anche l'accordo sulla centrale nucleare di Belene, e i Balcani dove Gazprom miete consensi dalla Croazia sino all'Albania per la gassificazione della regione. Rapporto Mitrokhin: un precedente. E' proprio sulla questione energetica che ruota il 'caso Wikileaks', perché tra mito e realtà esiste la linea invisibile del vero braccio armato degli Stati, che sono le intelligence-ombra, che si sono già scontrate con il famoso caso del Dossier Mitrokhin. La raccolta di 3.500 report, destinati a 36 nazioni, e redatti dal servizio di controspionaggio inglese - SIS sulla base delle note manoscritte da Vasilij Nikitič Mitrokhin, ex archivista del KGB, fu esattamente 'una fuga di notizie segretissime' relative ad un arco temporale abbastanza ampio, che mostrarono i lati oscuri dei rapporti con la Russia. Una parte di questi erano relativi all'Italia e vennero consegnate al SISMI dal 1995 fino al 1999 (fine guerra in Bosnia - anno del bombardamento NATO alla Serbia) e corrispondono a un arco temporale che va dal 1917 al 1984. Oltre a causa della complessità della verifica dei singoli eventi e della comprensione della sua realizzazione, l'importanza del Dossier Mitrokhin è stato messo in dubbio anche perchè parte delle informazioni erano vere e già note ai servizi italiani, poste poi accanto a molte che erano false e che hanno contribuito a creare caos, in un periodo di transizione per il blocco sovietico. Lo stesso meccanismo è venuto alla luce nel 2006 , con la morte dell'ex agenteAleksandr Litvinenko e la riapertura del caso del dossier Mitrokhin, che parlava di un gruppo di agenti speciali russi (spetsnaz) definito "Dignità e onore". I 'documenti segreti' accennavano all'esistenza di ex agenti del Kgb che stavano conducendo la loro guerra fredda "contro i dissidenti del regime di Vladimir Putin". Stiamo parlando di un periodo in cui l'Italia, con Romano Prodi, poneva le basi per la costruzione del South Stream e dell'alleanza tra ENI e Gazprom, per fare del gas la fonte energetica del futuro. Il servizio segreto ortodosso. Allora, un'analisi lucida e sistemica  (si veda; "Dignità e onore": la copia strumentalizzata del Servizio Segreto Ortodosso) ha rivelato come il dossier Mitrokhin e il servizio parallelo di "dignità e onore" non era altro che una tecnica per colpire in realtà è il 'servizio segreto ortodosso'. Stiamo parlando di un'entità, la cui struttura è stata descritta per la prima volta proprio , che rappresenta un "servizio segreto parallelo che riunisse in sé i dissidenti del servizio di spionaggio al solo scopo di formare una forza invisibile e interna agli Stati". Si definisce "giusto" perché va a colpire un personaggio debole e ricattabile del sistema, costruendo su di lui un dossier e fruttano la sua posizione di debolezza per raggiungere determinati scopi. In questo modo il servizio ortodosso ha costruito una rete di contatti parallela agli Stati, in modo da collocare all'interno di ogni struttura strategica, società o istituzione, un proprio uomo fidato e dare vita ad una zona di influenza. È su questo sistema che la Russia ha creato sulle proprie ceneri un impero economico, posizionando in ogni stato e all'interno delle più grandi società un proprio contatto in modo da ottenerne il controllo. "Chi ha creato il servizio segreto ortodosso è stato intelligente perchè aveva già predisposto meccanismi che impedissero che il nemico potesse pronunciarlo e farlo uscire allo scoperto. Questo sistema esiste ed è ben saldo, ha il potere di usare tutti i mezzi per la razionalizzazione di tutte le società più importanti, in modo da colpire l'economia di uno Stato attraverso il controllo dei suoi politici o delle persone che contano davvero", 

Mitrokhin è stato un dossier studiato in ogni suo aspetto, in modo che nessuno potesse risalire alla verità proprio perché è stato scritto da fonti anonime, gestito da commissioni anonime create ad hoc per fare un po' di scena e far rientrare il caso nell'immaginario collettivo. Dell'esistenza del servizio segreto ortodosso abbiamo prove ogni giorno, ed è quello che crea alleanze tra società e gruppi, che crea progetti per pipelines ed infrastrutture, è l'anticamera degli incontri più critici, è ciò che alcuni definiscono lobbying. Esistono infatti dei 'collegamenti non convenzionali', costruiti da elementi dei servizi segreti che hanno un ruolo ibrido, a metà strada tra sfera interna ed esterna, essendo legati principalmente a lobbies. Una società ha una fascia non convenzionale che prende contatti con la sua controparte russa, ed inevitabilmente durante la gestione di tali rapporti si verificano delle distorsioni. Tuttavia nessuno può individuarli o in maniera diretta, perché scontrarsi con questo sistema sarebbe come fare la guerra totale e decretare la fine delle stesse lobbies che tentano di far cadere i governi. Forse è ciò che cerca di fare l'America ancora una volta con il suo progetto cybernetico.

Wikileaks e il crimine invisibile. In tale ottica, Wikileaks è la versione evoluta del Dossier Mitrokhin, avendo a disposizione nuovi strumenti di comunicazione ed una tecnica più affinata. E' oggi un sistema congeniato nei minimi dettagli che segue uno schema ben preciso, un progetto di propaganda per il controllo dell'internet - massima espressione del coinvolgimento delle masse all'interno della rete - che, sdoganando il segreto, attua una sorta di vaccinazione delle persone. Il crimine invisibile dell'eliminazione del segreto porta all'accettazione delle scelte difficili, di un evento non condivisibile ma necessario. Questo è ciò che l'Osservatorio  ha affermato prima della pubblicazione dei documenti, ben sapendo che all'interno dei famosi dispacci delle ambasciate vi sarebbero state inserite solo mezze-verità, che dovevano fare da veicolo per le falsità più grandi ed innestare nelle persone un'idea, in modo da poter manipolare di nuovo gli eventi a proprio favore. E' questa la nuova frontiera del contro-spionaggio, per la produzione del consenso e il controllo del dissenso, per servire gli interessi della classe dirigente. Wikileaks è una 'macchina dei messaggi' e ha al suo interno delle intelligenze artificiali, visto che i suoi fautori sono anche i proprietari delle lobbies dell'informatica e dell'informazione, costituite da software, server, motori di ricerca, computer non convenzionali, intelligenze artificiali, data center, società di elaborazione di dati statistici. Utilizzare le vecchie tecniche di base come la propaganda e il complottismo, cattura ogni singolo messaggio, inserendolo in un comando unificato che è a sua volta diviso in compartimenti e cellule (camere stagne), tale che tutti finiscono per essere inghiottiti da questa macchina di intelligence, senza essere consapevoli di essere fornitori "delle proprie idee", mentre sono soprattutto i dissidenti i soggetti interessanti.

Lo strumento ideale per l'attuazione resta quella classica del 'Dossier Mitrokhin': divulgazione di segreti ufficiali, semplicemente perché la classificazione su un qualsiasi pezzo di carta come "top secret" rende vero tutto ciò che è falso . Ad esempio, il rapporto segreto della missione NATO International Security Assistance Force nel 2006 individua Bin Laden come leader dei talebani e Mullah Omar leader della città pakistana di Quetta. E' questo un sillogismo anti-dissidenza dell'11 settembre , in quanto accreditando come vera al figura di Bin Laden, in un documento segreto, si va a confermare l'esistenza della guerra al terrorismo. Usare quindi il segreto per giustificare indirettamente un conflitto è un crimine invisibile. Il ruolo dei media e dei social networks è quello di essere il centro-accreditamento bugie, in virtù della regola "tutto ciò che si vende si può pubblicare". Il sillogismo anche stavolta è semplice. "Si tratta di notizie vecchie che confermano solo ciò che "tutti" sanno già. E' contrassegnato come segreto, ma gli eventi sono veri e anche i nomi dei relatori, quindi non è un complottismo. Si parla contro i politici quindi è libertà di stampa, in nome di una causa più grande" .

Nuovi scenari. L'intelligenza artificiale che sta dietro questo grande progetto non può certo appartenere ad un'organizzazione che agisce senza scopo di lucro, è chiaro che è invece espressione di quelle che potremo chiamare le 'Nuove Banche', ossia entità che possiedono dati e strumenti forti a sufficienza per sferrare le loro guerre. Ciò che unisce i vecchi conflitti congelati con la nuova era è proprio lo scontro tra le lobbies della Cybernetica, che fa delle informazioni e della speculazione un mezzo di ricchezza, e il potere ortodosso, simbolo dell'alleanza tra la Chiesa Ortodossa e del Vaticano, tra l'Europa dell'Est e Italia con la Russia, e che utilizza l'energia come motore dell'economia. Alla sconfitta del petrodollaro e al fallimento delle speculazioni finanziarie, gli Stati Uniti rispondono con la guerra al terrorismo, con l'invasione di Iraq e Afghanistan e con la guerra invisibile, dichiarata proprio con la creazione del nuovo consiglio presso la Casa bianca della sicurezza "cibernetica". Uno scenario che l'Osservatorio  aveva teorizzato e dimostrato in tutti i suoi aspetti, avvertendo come gli Stati non possiedono ancora gli strumenti per contrastare il crimine invisibile. E' infatti una guerra sotterranea, che parte da un server pirata e viene sferrata da computer , facendo tutti bersaglio di ritorsioni o rapine mascherate da "false collaborazioni", da dossier e files che gettano discredito sui Governi.