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31 agosto 2006

Veleni nei Balcani, mentre la Russia avanza


In occasione di un'assemblea delle Nazioni Unite, organizzata dall'ONU in Kossovo, la Uminik, Marti Ahtisaari, commissario Onu, ha tenuto un solenne discorso sulla democrazia e la difficile situazione dei balcani. Ha parlato dinanzi alla delegazione serba lì presente delle colpe dei serbi, che si sono macchiati di gravi crimini contro l'Umanità, forse probabilmente - aggiungeremmo noi - per essersi rifiutati di dialogare, e di scendere a patti con la Comunità Internazionale e il Fondo Monetario. Preso dall'enfasi del discorso, ha parlato dei serbi come dei veri criminali, pazzi e terroristi, perdendo letteralmente la testa ed ogni cognizione con la realtà. Rendendosi conto della grave gaff commessa ha aggiustato il tiro delle sue affermazioni, e ha tenuto a precisare che le sue accuse non si rivolgono solo ai presenti in sala, ma si estendono a tutto il popolo serbo. I colpevoli sono i serbi intesi come un unico popolo, e non solo i presenti. La sua controrisposta, partita con l'intento di recuperare un incidente diplomatico, è stata davvero distruttiva, perché la delegazione serba assisteva esterefatta allo sproloquio di Ahtisaari, chiedendosi se era davvero impazzito. I presenti non hanno certo fermato la loro ira e orgoglio, e hanno risposto con fermezza che il discorso di Ahtisaari manipola e sconvolge letteralmente la verità, perchè i crimini non sono collettivi ma individuali. E poi se il popolo serbo sia colpevole o meno lo deve decidere l'Aja e non lui, un consulente delle lobbies, un contractor delle forze internazionali.Il governo serbo ha dunque chiesto ad Ahtisaari di chiedere scusa alla Serbia, perché la dichiarazione di un alto rappresentante della nazioni unite in tali toni è un colpo di una bassezza tale che di peggio può esserci solo un tribunale gestito da pazzi.

In realtà questi personaggi che sono alle dipendenze di entità economiche, vengono premiati per il lavoro che svolgono e per i progressi che hanno fatto fare ad un Paese portando democrazia. Ahtisaari evidentemente non ha lavorato bene, perchè le porte della pensione si sono aperte, e ora il male viene scaricato sul soggetto più debole.
A questo punto riteniamo che il nostro Ahtisaari facesse meglio a ritirarsi, perché la sua fine è ormai giunta, quest'episodio lo dimostra senz'ombra di dubbio. Il destino del suo predecessore Stainer si sta compiendo: innamorato pazzamente della sua interprete, ha cominciato a girare nella pristina come un ragazzetto di 20 anni in cerca della anime gemelle. Gente senza cervello, né coscienza, ma solo tante cafonate da parte di piccoli uomini che si dicono di gran classe e con un gran senso dell'humor. Una sola parola di odio, come quelle mille gettate sulla folla da Ahtisaari , rischia di compromettere la vita dei serbi in kossovo, che già vivono per lottare per la loro spravvivenza, subendo quotidianamente violenze nell'animo. Sono stati obbligati a rimanere lì, in terra straniera solo perché dall'alto così è stato deciso: potete capire dunque che i nostri eserciti della kfor non sono altro che dei mercenari al servizio dei banchieri. I diplomatici, i militari, e queste figure mitologiche metà uomini metà mulo, sono i migliori clienti dei bordelli, e grandi sostenitori della pristina, quello che può essere definire il partito del sollazzo. I kossovari quando trafficano con la droga diventano albanesi, e quando sono perseguitati dicono che sono kossovari, e questo lo sanno bene gli albanesi di Tirana che hanno fatto le spese di questa politica di odio e smarrimento. Quando si aprirono le frontiere, gli albanesi sono stati derubati dai kossovari, forse in preda alla disperazione, ma comunque dei fratelli serpenti hanno lacerati dei consaguinei.
Ahtisaari ,si adatta alla vita e al destino dei suoi predecessori, purtroppo l'odore della femmina fa brutti scherzi, e fa uscire fuori di senno. Per questo consigliamo alle nazioni unite e i nostri rappresentanti che hanno eserciti di pace, organizzazioni umanitarie, e poi eserciti di oppure eserciti di salvezza, di rivedere un po' bene le cose ,perchè a noi sembra che state prendendo un granchio di dimensioni assurde.Noi sappiamo cosa abbia scatenato odio e panico all'interno della città.
La cosa più interessante è che Jiukanovik si è recato a Soci, nella residenza di Putin nel Mar Nero in modo tale da fare chiudere un accordo sul Montenegro. Vladimir Putin infatti è riuscito ad acquistare più del 66% delle terre del Montenegro, sconvolgendo l'intero mondo diplomatico. Questo suggella l'inizio di una guerra parallela sino all'ultimo stato, sino all'ultimo chilometro,e infatti se Putin avanza così, i Balcani continueranno l'antica tradizione della Guerra Fredda.
I russi sono approdati alle nostre porte, Ahtisaari impazzisce e Kofi Annan cerca di correre ai ripari, sostenendo che in quell'occasione i serbi hanno capito male ,un po' ubriaco. In fin dei conti il conto del vino lo deve pagare Ahtisaari e non i serbi, che non potevano certo travisare le parole del nostro commissario.
Forse il tempo delle indipendenze è finito, forse non la concederanno mai l'indipendenza alle province di quella zona, e alla fine si sia rivelata questa una grande truffa. I nostri soldati sono giunti nei Balcani per colonizzare queste terre tramite cartelli, per poi usare queste piccole attività e pagarli e fare tramite loro sporchi giochi di potere.
Le persone che parlano e sproloquiamo senza motivo, che fanno i predicatori come mestiere, sono alla fine corrotti nell'animo fino all'osso, per il vile denaro sarebbero disposti a vendere i proprio genitori. Queste piccole persone, ricattate e derisa, sono disposta a dire tutto quello che vuole,perche dietro vi sono gli occhi invisibili del sistema.

30 agosto 2006

Il patto tra la destra e la sinistra: tra cavallari e padellari

Alla vigilia della stesura della finanziaria, cominciano ad essere esaminate le prime proposte di legge, ipotizzando riforme del bilancio statale e della stessa Costituzione, all'insegna della "innovazione e sviluppo". Le premesse, tuttavia, non premettono nulla di buono in quanto allo stato attuale non si può parlare né di innovazione perché ritornano gli stessi schemi e le stesse parole, né di sviluppo perché i tagli alla spesa pubblica sono tanti e forse ancora di più.Quando era stata avanzata la proposta di elevare i tempi di pensionamento i sindacati portarono la rivoluzione nelle piazze, mentre ora che vengono rivalutate quelle ipotesi le appoggiano in pieno perchè i sindacalisti sono stati ben remunerati per il loro silenzio.

Le proposte del Ministro Bersani si incentrano in particolar modo sulle piccole e medie imprese, e sulle manovre di politica economica per poter risollevare la sua situazione e rilanciare il Sud Italia. Da ciò che è possibile intendere dalle prime battute di discussione, la finanziaria porrà in essere un sistema di leggi che andranno a facilitare l'accorpamento delle imprese e la concentrazione delle stesse in grandi dimensioni, per renderle competitive. La competitività delle piccole imprese è importante, ma questo non dovrebbe giustificare l'emanazione di regole che consentano acquisizioni e fusioni di imprese in difficoltà, di concorrenti diretti e indiretti. Allo stesso modo è stata ventilata l'ipotesi di creare un fondo di private equity e venture capital semi statale, come canale di finanziamento di imprese innovative. Si tratta questo di uno strumento nato per le società di grandi dimensioni, e la proposta di adottarlo anche per le piccole imprese rappresenta soprattutto un modo per portare l'Alta finanza nelle imprese a conduzione familiare, nelle aziende senza una struttura gerarchica o complessa. Anche le piccole attività produttive diventeranno degli investimenti finanziari come lo sono già le grandi società, delle attività speculative. Non bisogna poi dimenticare la grande opportunità che si presenta per i finanziatori nel poter indebitare, acquisire e rubare le conoscenze dei piccoli sperimentatori di nuove idee.
L'alta finanza è giunta anche qui, e se ciò è vero vuol dire che davvero le idee sono finite, e si cerca di rimescolare e far rivivere qualcosa di vecchio, tra l'altro nato non per le piccole imprese, vuol dire che non hanno idea di come affrontare i problemi del Sud.

Il nostro Ministro poi vuole rilanciare il Sud, e per far questo intende agire sul cuneo fiscale, cercando di cambiare sistema di tassazione, perché a quando pare non piace così com'è scritto. Vogliono ancora cambiare le regole del gioco, ma non il gioco, perché altrimenti, se avessero coraggio, cancellerebbero l'Irap per il Sud, e il debito della Sanità. Queste sono le riforme impopolari per il Parlamento, ma sono da sempre richieste dalle imprese del Sud che vorrebbero respirare dall'usura, l'usura delle Banche, delle tasse e delle camorre: mettere in sicurezza le imprese significherebbe anche la possibilità di lavorare, di dare lavoro e abbattere parte della grave disoccupazione.
Ma capiamo benissimo quale sia la difficoltà quando la Banca Centrale Europea, le agenzie di rating e il Fondo Monetario Internazionale chiedono di rispettare i vincoli di Maastricht nonostante siano loro i veri responsabili dell'aggravarsi di quell'equilibrio.

Tra le riforme che sono sbucate alla fine ne ritroviamo un'altra, a cui molti stanno facendo la corte da tempo e non riescono a convenire a giuste nozze: la riforma del Titolo V della Costituzione e l'introduzione del principio dell'interesse nazionale. L'obiettivo è riscrivere la Costituzione per fornire maggior potere e un certo sindacato di meritevolezza delle opere pubbliche agli enti statali, in modo da stroncare i passaggi e gli ostacoli nelle piccole Comunità alle opere lesive della salute e dei diritti della terra che le ospita.
Non vi ricordano qualcosa queste parole? È ovvio che è lo stesso tenore letterale della riforma costituzionale della Devolution che il popolo italiano ha già bocciato. Come abbiamo avuto modo di dire in occasione del Referendum degli scorsi mesi ( leggi ), la riforma era strumentale più al raggiungimento di questo scopo che alla devolution stessa, perché non esiste Federalismo senza federalismo fiscale. La riforma serve invece a superare ed evitare che si formino episodi come quelli della Val di Susa. L'interesse nazionale deve prevalere, ma se questo si traduce in un interesse solo di pochi, non vi sarà alcuna opera infrastrutturale fatta a beneficio della nazione. Se non è riuscito il centro-destra a far passare una tale legge, e far partire da quest'anno le opere per i rigassificatori, le turbogas e le grandi infrastrutture, ci penserà il centro sinistra che presenterà la questione come una decisione necessaria a tutela dei consumatori. I media e i giornalisti faranno il resto, e se si arriverà al referendum, questo sarà il referendum per l'interesse nazionale, per poi neutralizzare definitivamente le sommosse popolari alle grandi opere. Dopo lo stralgio delle leggi obiettivo, nel tentativo di stroncare i tempi e la burocrazia per le discussioni della messa in opera del progetto, si arriverà al Referendum delle infrastrutture. Se sarà necessario verrà chiamato decreto salva-energia, o comunque la riforma della svolta, nonostante sia stata già respinta. Cambieranno le parole, modificheranno il nostro pensiero, riscriveranno le cronache e arriveranno a dire che non si sono mai espressi in maniera contraria alla sua approvazione.
Come è stato per l'Iraq, il Libano e la Val di Susa, mentre prima erano in piazza a manifestare contro, ora siedono al potere e si ripropongono con le stesse riforme, ma con parole diverse. Evidentemente cambia lo stile, il colore, ma nulla cambia nella sostanza, perchè una mente loro non la hanno.

In verità, ciò che sentiamo è un nastro incantato, un moto perpetuo di proposte e intenzioni che vengono continuamente ritoccati per dare l'idea che al cambio del governo, si cambia anche musica, o eventualmente si migliora la situazione economica. Ciò a cui assistiamo è la vera offesa della intelligenza umana, credono che non abbiamo memoria o che dimentichiamo quante volte la storia la dite e la cancellate a ripetizione per confondere le idee delle persone. A Roma esiste il "cavallaro", cioe quello che vive di scommesse, mentre al Parlamento, seduti sui più alti troni del Governo, vi sono i padellari, cioè persone che sino a pochi mesi gridava e portava il popolo in piazza con le padelle per dimostrare contro una riforma. Adesso invece sono loro stessi che sparano sulla folla. Da quando Bertinotti è seduto su una bella poltrona, invece di lavorare, sta facendo la conta dei ragazzi da mandare in Libano assieme al suo amico D'Alema. Così mentre noi siamo qua che facciamo delle domande e esigiamo delle risposte, queste prostitute sono occupati a fare giri in barca e cenette a base di buon vino e filletto di primo taglio. Siedono insieme alla tavola rotonda dei CDA e poi si rivedono in Parlamento, fanno un po' di rumore per far passare la giornata e tirare a campare. La cosa più terribile è che non esistono carceri per contenere questo ammasso di gente, occorre trovare una soluzione perché di questo passo non avremo più gli occhi per piangere.

28 agosto 2006

La sperimentazione continua

Il video che vi mostriamo è la documentazione di un esperimento di un meccanismo, volgarmente definito "acchiappanuvole", che incanala e trasmette un'energia dalle particolari caratteristiche. Questo piccolo strumento consente di manipolare quest'energia, e i suoi effetti sono facilmente visibili dalla dinamica delle nuvole. L'acchiappanuvole dirada e poi sembra assorbire le nuvole, ma, prestando maggiore attenzione, si può notare che le disperde e poi le fa formare intorno, a non grande distanza. Mentre quelle colpite si dissolvono, le altre si ingrossano, o comunque si forma una alone biancastro nel cielo.
Il fenomeno esiste ed è evidente, per cui ci auguriamo che qualche chiarissimo professore universitario, o un premio Nobel, che si servono caviale e champagne, ci possano spiegare cosa sia. Non basta avere importanti cariche ed onorificenze, non basta avere 8 mila euro al mese per vantare il sapere e la scienza, occorre anche rispondere alle domande delle persone semplici. È ora di rispondere delle proprie azioni, della scienza occultata, è ora di prendere il coraggio e di avere anche l'umiltà di dire ho sbagliato e lasciare ad altri la possibilità di continuare.


Il video è stato prodotto da Tiziano Arena, responsabile del sito www.impattoalieno.net , e da Maurizio Bielli, imprenditore e produttore dell'Econogreen,ma da noi montato per renderlo facilmente visibile. Rinviamo per gli originali al seguente link:
http://xoomer.alice.it/10planet/_media/acchiappanuvole.htm
http://xoomer.alice.it/10planet/_media/chem_buster/

I giochi di guerra di Russia e Iran

L'approvazione della risoluzione delle nazioni unite nei confronti dell'Iran ha in qualche modo segnato l'evoluzione di questo conflitto tra Israele e Libano. Al 31 agosto l'Iran dovrà rispondere delle decisioni prese sul suo programma nucleare, e non dà alcun segnale di cedimento. Ha dato il via alla realizzazione degli impianti per la produzione dell'acqua pesante e preme per la ritrattazione della risoluzione giudicata troppo penalizzante, mentre dà prova del suo arsenale militare con le esibizioni televisive delle sue esercitazioni.
Hanno dato inizio ai giochi di guerra, provano i loro missili e fanno degli esercitazioni militari a poca distanza dal fronte americano degli Emirati Arabi, del Kuwait e dell'Arabia Saudita: si stanno preparando per rispondere in maniera forte e decisa ad un attacco israeliano. Le televisioni arabe stanno trasmettendo in questi giorni gli esercizi di difesa in tutta l'Asia centrale nel caso di un attacco chimico, biologico e nucleare per perfezionare la strategia di prevenzione del nemico. Stanno operando nelle aree di confine del sud della provincia, in maniera simultanea in circa 10 province con la partecipazione dei combattenti dall'esercito iraniano.

Stanno sperimentando e collaudando armi nuove e moderne, e, combattendo contro un nemico immaginario, inscenano una vera e propria guerra elettronica, per disarmare i radar e le telecomunicazioni del nemico. Il loro obiettivo sarà sicuramente quello di colpire le basi americane presenti in Arabia, le istallazioni petrolifere, le pipeline del gas e del petrolio per creare un embargo mondiale di petrolio e gas. L'Iran in questo momento ha il potere di bloccare le esportazioni delle multinazionali petrolifere in Arabia e nel Golfo, sacrificando con grandi perdite umane l'intera popolazione iraniana perché sono state già innescate gli ordigni nucleari, dopo che l'America ha preso il controllo delle centrali israeliane.

Gli Stati facendi parte del CSTO

Il messaggio che si vuole dare è quello di unità e solidarietà presente tra alcuni paesi arabi, giocando d'azzardo per rispondere alla presenza militare degli Stati Uniti e alle sue ambizioni in Asia Centrale. Le esercitazioni iraniane sono contemporanee e simultanee rispetto a quelle di Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Azerbayjan, Uzbekistan, e la Russia, che stanno coordinando le loro forze militari sotto il Trattato di Organizzazione di Sicurezza Collettiva (CSTO), al quale hanno aderito recentemente anche Armenia e Bielorussia.
La presa di posizione della Russia all'interno di questa coalizione è un'evidente risposta all'aumento delle pressioni sull'Iran, e difendere i suoi investimenti in Azerbaijan e Kazakstan, così per garantire una certa sicurezza alla conduttura di Baku-Tbilisi-Ceyhan, per poi compensare la sua minore presenza in Asia Centrale.

Anche se l'Iran non è un membro del CSTO, fa da osservatore nella Organizzazione di Cooperazione di Shangai (SCO) della quale la Cina è un membro, che ha una stretta relazione con il CSTO. La struttura di alleanze militari è fondamentale, perché segnalano che un attacco sull'Iran potrebbe condurre ad un conflitto militare molto più esteso. Mentre la Russia cerca l'alleanza con la Siria per creare un corridoio militare sulla costa del Mediterraneo orientale, Stati Uniti ed Israele creano degli accordi di cooperazione militare con Azerbaijan e Georgia.

Una volta chiusa la guerra al Vicino Oriente, potrebbe prodursi un fenomeno contrario ai progetti israeliani: il rigetto unanime verso i sionistici, per non sostenere la politica terroristica israeliana, e non apparire come gli alleati del colonialismo. Questo spingerà Israele a preparare un altro gioco di guerra, per rispondere all'indignazione crescente con i governi locali contro la barbarie sionistica. L'Argentina sarà un bersaglio privilegiato per una grande operazione mediatica, così come il Cile per via dell'importante comunità palestinese che vi risiede. Anche in questo caso sarà l'America ad agire tramite Israele, perché il vero obiettivo è colpire gli Stati che si stanno adesso unendo per sconfiggere i Banchieri e le multinazionali con la nazionalizzazione del petrolio e riconquistare l'antico potere perso, seguendo così l'esempio della Russia. Stanno ora usando gli scontri tra Ebrei e Palestinesi per seguire un percorso strategico sulle linee del petrolio: se non possono controllarle con i dittatori fantoccio devono farlo con la guerra. Ammesso che vogliono avanzare in america latina, che è un continente a maggioranza cristiana e cattolica, useranno gli ebrei per farlo, come ha fatto il Barone Rothschlid con Hitler.

Israele colpendo il Libano ha fatto in realtà un attacco preventivo: ha disttutto ponti, aeroporti, e autostrade, sono state incendiate le riserve petrolifere sulla costa, hanno affondato le petroliere e mandato in avaria nel centrali termoelettriche. È chiaro che è stato fatto un attacco premeditato, e dunque l'esercito Onu rischia una guerra mondiale per assecondare il piano Americano di prendere il controllo di tutta la regione Mediorientale una volta per tutte. Prendere l'Iran e appiccare diversi fuochi nella regione, significherà creare il panico completo e darà inizio ad una nuova storia, quella della balcanizzazione dell'Asia sotto il protettorato di Onu e America.

Ogni Stato al suo interno sta cercando dal suo canto di creare una propria grande società dell'Energia, cercando le fusioni interne tra le compagnie che già operano in un mercato oligopolistico: questo da una parte per difendersi dagli attacchi provenienti dall'estero e dall'altro per accentrare in un'unica grande struttura la produzione dell'Energia. L'intenzione c'è e anche gli strumenti, tuttavia manca l'approvazione della Commissione Europea che non sembra approvare questi accordi domestici, lesivi della parità di trattamento sul mercato comunitario.
L'obiettivo sicuramente è quello di consentire che il controllo sia molto più verticistico o che comunque sia ben controllato e coordinato dalle lobbies: sono loro che decidono il come e quando delle organizzazioni societarie.
Ma c'è di più. Ciò che stanno tentando di fare è qualcosa di molto più profondo e con ampie e durature prospettive. Le banche stanno infatti cercando di mettere le mani sulle società di telecomunicazioni, non solo per appropriarsi dei dati delle persone, ma anche perché i media avranno la trasmissione e la distribuzione dell'energia elettrica. Le frequenze sono le autostrade del futuro, mentre i ripetitori le nuove stazioni di servizio a cui attingere energia perpetua a pagamento. Da lì viaggeranno le nostre informazione e la nostra civiltà, noi pagheremo per il loro trasporto e il loro accesso: questo è il crimine invisibile. Quella dell'Iran è la guerra che a cui tutti devono credere, ma esistono guerre psicologiche invisibili, i nostri missili sono gli aumento della benzina, della spesa per il riscaldamento, per l'accesso ai mutui e ai finanziamenti. Nei giorni scorsi abbiamo assistito alla creazione del primo grande gruppo bancario italiano, per cui le condizioni contrattuali dei mutui, delle finanziarie e degli strumenti bancari e finanziari saranno sempre più standardizzati, lontani dalle esigenze del piccolo imprenditore.
Le macabre notizie di decapitazione a cui assistiamo sui nostri media, mostrano un aumento del crimine e snaturano anche la percezione del male e dei reati. Gli stessi crimini di guerra perdono di significato, perché le persone sono portate a dare più peso alle paure più vicine a loro: la guerra è una cosa talmente lontana dalle loro menti, così com'è lontana la notizia di una fusione bancaria.


L'America va fermata, perchè non è altro che una colonia dei Baroni Ladroni, non è una grande potenza ma semplicemente dei contractors, una cavia di esperimenti che ha trasformato un popolo senza storia in violenti, depravati, poveri, e stupidi se non hanno i soldi. Se il presidente iraniano grida di rieleggere bene la storia, vuol dire che sta mandando un monito, lo stesso che ci ha lasciano Weizmann quando disse che Israele sarà ebraica quando l'Inghilterra sarà degli Inglesi. Questo deve spiegarci la Regina d'Inghilterra,che per questo deve essere processata: lei siede su un trono fatto dal sangue dei popoli di secoli di storia.

25 agosto 2006

I soldi dell'Iri dal Ponte sullo Stretto alla Tav


L'avventura del Ponte dello Stretto di Messina, iniziata nel 1971 con l'istituzione della società pubblica Stretto di Messina, sembra proprio che stia definitivamente terminando sotto i colpi dell'attuale classe dirigenza. Non è facile buttarsi alle spalle ben trent'anni di trattative, di accordi politici ed economici per la realizzazione di un'utopia quasi compiuta, per poi riconvertire tutto: appalti, finanziamenti e società nate e vissute sino ad ora in funzione di quel Ponte. Il no al Ponte sullo Stretto di Di Pietro e Prodi all'indomani della vittoria del centrosinistra non è un semplice rinvio a data da stabilirsi, ma una definitiva archiviazione del progetto, smantellando tutto il meccanismo che era da anni in azione per la costruzione di "una grande opera" così controversa.

Innanzitutto la società Stretto di Messina, partecipata per il 67,6% dalla Fintecna, da Anas (12,38%), Rfi (12,99%) e le Regioni Sicilia e Calabria ( 3,79% ciascuna ) molto probabilmente verrà posta sotto il controllo dell'Anas, che la incorporerà. Non casualmente è giunta recentemente la notizia della nomina come di presidente dell'Anas,Pietro Ciucci amministratore delegato della Stretto di Messina Spa, l'uomo che ha cominciato la semi-concretizzazione (sempre e solo sulla carta, tanta carta) del progetto ''Ponte'', subentrando a Vincenzo Pozzi, dimessosi con l'intero consiglio dopo la sfiducia resa pubblica dal ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, che già in precedenza aveva chiesto il commissariamento della società denunciando anche alla Procura presunti illeciti legati ai bilanci. Con questo assorbimento i dirigenti dello Stretto, prima controllati da Anas, saranno le entità che controlleranno le concessionarie statali, come Autostrade SpA, con un vero capovolgimento dei ruoli.
Per quanto riguarda poi le istruttorie per gli appalti già intraprese, affidate ad un consorzio guidato da Impregilo, che a suo tempo aveva stretto collaborazioni con i Benetton, verrà chiuso il progetto esecutivo con la spesa di qualche centinaio di milioni in altre opere, per poi terminare definitivamente i procedimenti.
L'evento più interessante però riguarda il finanziamento dell'opera, che assieme ad investitori esteri, era per il 40% costituita da fondi statali, circa 1,4 miliardi di euro, derivanti dalla privatizzazione delle imprese dell'Iri e rifluiti nelle casse della Fintecna dopo che la Holding ha incorporato al suo interno la vecchia struttura statale. L'allora presidente Prato, vincolò circa 2,5 miliardi di euro agli aumenti di capitale della controllata Stretto Spa, partecipata poi , per cui i soldi dell'Iri erano, e sono tutt'ora, destinati dunque al raggiungimento di quell'obiettivo.
Mettere un punto fermo alla faccenda del Ponte significa ora anche la possibilità per il Tesoro di prendere possesso di quei soldi, deliberando ad esempio la distribuzione di maxidividendi, essendo la Fintecna una partecipata statale. In tal modo potrà davvero dirsi che la discussione Ponte sullo Stretto perda di importanza, o almeno che decada il procedimento di costruzione iniziato in questi lunghi anni.
Dopo che le grandi imprese italiane sono state svendute e la loro italianità sostituita dai grandi Marchi, ora la ex Iri dà quei soldi ai guardiani delle Lobbies, che lo vogliono non per saldare i problemi dei conti pubblici ma per boicottare definitivamente il progetto.

È chiaro che la lobbies del No sul Ponte, la stessa che trovava larghi consensi in seno alla Commissione Europea, abbia preso determinate basi di potere, mentre quelle spodestate ora stanno cercando di resistere, mediante proteste e scorribande in Parlamento. La Regione Sicilia ha infatti proposto di indire un referendum onde siano gli stessi isolani ad esprimente la loro opinione sul Ponte dello Stretto. Il Presidente Cuffaro, nonostante le sue accuse e i suoi processi, è ancora sceso nelle piazze per far sollevare i propri cittadini contro un'iniziativa sulla quale Cuffaro vanta sicuramente un conflitto di interesse. Quando nel 2002 intendeva promulgare il Federalismo Fiscale in Sicilia, l'unica riforma che effettivamente non si fa per portare al federalismo, e che allora poneva un aggravio delle aliquote in funzione dell'utilizzo dei gasdotti posti sul territorio siciliano, come una sorta di remunerazione per l'utilizzo del terreno e usurpazione del paesaggio ambientalistico, Cuffaro fu arrestato e inquisito come un mafioso. Ora che intende portare avanti questo contrasto con il Governo centrale, cosa potrà ancora accadergli?

La lobby di cui Prodi e soci si fanno degni rappresentanti, vuole oggi mettere le mani sui soldi del Ponte, che poi sono dell'Iri che loro stessi hanno ammazzato, per finanziare la Tav. L'Alta Velocità sul V Corridoio, è una delle grandi opere più importanti sulla scena comunitaria, è quella che porterà merci e beni da una parte all'altra d'Europa. Per tale motivo stanno preparando tutte le condizioni per poter, anche in futuro una posizione di potere ben consolidata, come l'intenzione di toglierebbe la Tav dalla Legge obiettivo regionale e portarlo sotto la competenza dello stato, per poi arrivare ad unico referendum che risolva il problema della resistenza delle comunità locali all'insediamento delle infrastrutture. Per quanto possa ritenere assurda l'idea, l'Italia occupa in questi mesi una grandissima importanza perché distendendosi sul Mediterraneo, affacciandosi ai due mari, e dunque a due mercati, diventa un territorio chiave da occupare se non si vuole che accada di peggio. Infatti i traffici nel mediterraneo sono, nel bene o nel male, destinate da aumentare così come il controllo delle rotte che provengono dalle terre d'Oriente, dalla Cina passando da Suez e dalla Turchia con tappa Malta, sulla quale c'è il grande progetto dell'Iterporto del Mediterraneo. Allo stesso tempo cercheranno di favorire lo sviluppo dei porti italiani, ossia della loro ristrutturazione sponsorizzata da enti privati che diverranno anhe i concessionari. Tra i progetti che più attira vi è proprio l'Interporto di Gela, ora in mano alle piccole imprese, ma che presto si trasformerà in un importante punto di smistamento del gas all'interno del Mediterraneo.
Le merci riscoprono anche le rotte fluviali che da Rotterdam, attraversando Austria, Ungheria e Balcani, portano sino al Mar Nero, nello sviluppo del Corridoio 7, che vede transitare nel porto di Ratisbona più di 7 milioni di tonnellate di merci.

La rotta delle merci è ora la chiave per uno sviluppo economico del futuro, ma se oggi saranno le banche e le multinazionali ad impossessarsene grazie all'ottimo ingaggio del nostro governo, saranno le vie della nuova usura. In maniera silenziosa e invisibile stanno muovendo le carte giuste, ed eventi simili alla polemica tra Giavazzi e Padoa-Schioppa sono fine a se stesse perché non vanno ad alterare quel meccanismo, anzi semmai lo accelerano, lo favoriscono perché ne fanno parte. La creazione di un casus belli contro Padoa-Schioppa potrebbe creare la finta sicurezza che i nostri politici hanno la situazione sotto controllo, ma ora come ora non vi è nulla di più sbagliato, perché sono in balia dei terroristi. L'esito della missione in Libano influirà anche sui piani delle infrastrutture, sui decreti per la liberalizzazione dell'Energia, sugli accordi e le fusioni che interessano le nostre grandi società di trasporto. Dopo l'opposizione della Commissione alla fusione Gdf-Suez, si sta rivalutando l'Opa intentata da Enel nel mese di febbraio, forse una vera moneta di scambio della flotta aerea cargo dell'Alitalia, che tanto interessa ad Air France. Così il caso di Autostrade è ancora al vaglio dei commissari comunitari, ma certamente le premesse di Abertis non sono di buon auspicio, perchè lasciano trasparire una forte convinzione di vittoria.
La missione in Libano ha un grande obiettivo, quello di garantire l'approvviggionamento di energia in questo inverno, nonchè di proteggere gli interessi di Eni sul gasdotto che dalla Turchia giungerà sino al Mar Rosso.
I Ladroni stanno rubando e stanno costruendo la tomba tecnologica dell'Italia, che sarà ancora per molto tempo incatenata dagli investimenti in tecnologie obsolete.

Avanti miei Prodi!

Guerra e pensiero debole
Perchè inviare truppe in Libano?


di Nereo Villa

Chi vede negli ebrei i colpevoli dei mali del mondo, non si accorge che in realtà siamo un po’ tutti diasporicamente ebrei.
Addossare agli ebrei la responsabilità di un sistema bancario mondiale criminale, per me significa pertanto solo criticare qualcuno fuori di me anziché me stesso, che come cittadino non ne voglio sapere di oppormi ad esso.
Da più di un secolo i colletti bianchi delle scuole di Stato, per poter insegnare e quindi mangiare, sono costretti alla succubanza di dover attribuire ogni conquista a Marx, Freud ed ad Einstein. Tale succubanza, generatrice di pensiero debole, non è però colpa degli ebrei, anche se costoro sono ebrei. Ma è il solito tradimento di certi chierici che continuano a rinnovarsi indisturbati come cultura dell'inautentico.
Ancora oggi, Gesù di Nazaret è per i professori “allineati” una figura da canzonare, anche se dopo tutto, Rut, bisnonna di David, da cui, secondo il Talmud, discende il messia, non era affatto ebrea. E la politica di Gesù, l’epicheia, per cui si dovrebbero pagare tasse solo se ritenute eque, è sostituita dalla “filosofia” del comunismo di Marx, la quale non ha fatto altro che modernizzare il concetto di “dittatura” ebraica, basata sulla legge (Vecchio Testamento). E sappiamo tutti da San Paolo che la legge, di per sé, genera solo ira e rovina (“lex enim iram operatur”, Rom. 4,15) proprio nella misura della sua rigidità.
Certamente le ricerche di Einstein portarono all’invenzione della bomba atomica, mentre a “bombardare” la nobiltà della mente umana, insistendo che la nostra intelligenza si trova solo nei nostri organi riproduttivi e nei nostri ani, ci pensò Freud.
Ciò nonostante resta per me insensato rimuovere la mia colpa di pensatore debole e attribuire i mali del mondo, scaturiti da insufficienza di pensiero, a questa o a quella etnìa, oppure a questa o a quell’appartenenza religiosa.
Noto che il massimo punto di arrivo attuale del pensiero debole è affermare che i colpevoli sono i sionisti, i neocon, i comunisti, o gli “illuminati”, non gli ebrei, oppure il contrario, dato che “tutto è relativo”.
Però dovremmo tutti farci un po’ più forti, e percepire che tutte queste etichette sono sinonimi di umanità debole, non di religione, né di complotto criminale.
Il pensiero umano attuale è debole per pigrizia mentale o per altro non so. E qui bisognerebbe fare un’analisi o un esame di coscienza per capire il perché si consente di fatto ad ogni gruppo di persone di depredare ed uccidere chiunque altro. Ciò è attuato da sempre, dal vecchio testamento fino ad oggi, perché nessuno in realtà ha voluto veramente accogliere il nuovo.
Gli ebrei non c’entrano. O meglio, c’entrano così come c’entrano i libanesi, i palestinesi, i siriani, ecc., o noi stessi. Ognuno di noi. E cosa facciamo invece? Oggi, attraverso il pensiero debole facciamo in realtà tutto purché non scoppi la pace. Ed in piena estate, destra e sinistra, tutti, Prodi, Berlusconi, Bonino, ecc., siamo improvvisamente diventati culo e camicia per inviare in 10 giorni a Bush un dispiegamento di 3500 uomini, assieme alla portaerei Garibaldi ed alla San Marco.
È sperabile che almeno sappiano perché mandano un esercito proprio come vuole l'America, che a quanto pare sembra voler combattere la sua guerra schierando uomini di altri Stati, e garantendo armamenti ad ambedue le parti in lotta. Forza di contrapposizione al terrorismo? O continuum dell’inganno ai danni degli Stati “sovrani” costretti a dipendere dai banchieri per la loro economia? Se scoppiasse la pace veramente, si saprebbe immediatamente in tutto il pianeta che Israele esige la propria “sovranità” in modo assoluto, cioè nel modo che nessun altro Stato del mondo si è finora permesso di pretendere, dato che i governatori del mondo sono sempre stati - fino a prova contraria - non i governi ma i signori capaci di creare denaro dal nulla, e di “prestarlo” ai governi.
Ma l’insegnamento reale di Israele al mondo non è forse che il denaro riparte per la stessa strada? La storia biblica nei suoi rapporti col denaro e col mondo è in tal senso avanguardia per tutti, e massimamente preziosa, per le leggi economiche che insegna.
Sempre che la storia degli ebrei, del mondo, e del denaro, insegni questa lezione: ogni uomo ha bisogno degli altri per essere salvato.

24 agosto 2006

I leader della Resistenza di oggi, nelle mani dei poteri di domani

Per oltre dieci anni, lo sceicco Hassan Nasrallah si è mostrato dinanzi alla comunità internazionale con le bandiere di Hezbollah, kalachnikov a pugno stretto su un fondo giallo e verde, per ricordare sistematicamente la distruzione dello stato dell'Israele. Qualche mese fa, tuttavia, prima dell'inizio degli scontri qualcosa è cambiato, i termini e i toni dei suoi comunicati si sono placati, e, lo scorso 8 marzo, al centro città di Beirut, ha deciso di stringere i suoi compatrioti intorno alla pace ed al dialogo. Si è rivolto al popolo libanese come un dirigente libanese, senza chiamare il popolo ad una resistenza musulmana contro gli occupanti stranieri.
A prima vista, Nasrallah, con il suo sogno di un Libano islamico, non è il genere di leader politico che si aspetta di vedere in un paese a larga popolazione cristiana, ma comunque in questi anni è diventato un importante attore della vita politica libanese.

Diaspora degli Hedzbollah
Anche se è considerato dalla comunità internazionale un fondamentalista islamico ed un capo terroristico, gli osservatori ufficiali israeliani e libanesi riconoscono che è molto intelligente, carismatico, e che ha il senso della politica. Riesce ad essere un fanatico delirante, e allo stesso tempo molto pragmatico, un serrato analista della situazione politca del Paese, perché ciò che vuole è essere un capo potente. Nasrallah non si presenta veramente come un terrorista, ma come un politico con l'apparenza di un fondamentalista, perché parla raramente di religione, più di politica o comunque di religione sotto un aspetto politico. Da molti ambienti accademici, viene definito un "uomo di un'intelligenza politica superiore" capace di anticipare il proprio avversario, anche se dinanzi a lui si presenta Israele o gli Stati Uniti. Nasrallah è un fenomeno raro tra i dirigenti arabi, e non solo perché vanta di avere respinto una presenza militare israeliana, ma anche perché non vive come un re, tra i lussi e gli sfarzi, bensì in un quartiere povero del sud di Beirut.
E mentre molti dirigenti arabi e musulmani non riconoscono Israele, negando persino di pronunciare il suo nome, preferendo il termine di "entità sionistica", Nasrallah si è rivolto agli israeliani ed ai loro dirigenti per far capire loro che assecondare le decisioni degli Inglesi e degli Americani non porterà alla pace tra Israele e Libano.

La prima invasione israeliana del Libano ha segnato il suo ruolo di politico, separandosi dal fronte del movimento sciita, guidato da Mousawi, che aveva delle relazioni con Israele e con i governi occidentali, destinato ad essere una facile pedina nelle mani della comunità internazionale portatrice di democrazia. I separatisti islamici hanno formato così gli Hezbollah.

Nel 1980, mentre la guerra civile libanese aizzava e fomentava rancori, il partito ha voluto separare le sue attività politiche dalle attività militari, e Nasrallah si è così accollato dell'aspetto politico del movimento. L'ala armata si sarebbe resa responsabile degli attacchi nel 1983 contro la flotta della marina americana e dell'attentato contro l'ambasciata americana di Beirut. I media allora chiamarono quest'ala armata, un'ala terroristica, perché ha al suo servizio, secondo la dirigenza militare statunitense più di 7 000 combattenti e parecchi campi di addestramento.

Quando nel febbraio 1992 Mousawi è stato ucciso, Nasrallah è stato eletto di nuovo da un consiglio di 11 membri alla carica di segretario generale. Dopo l'11 settembre, Nasrallah ha preferito concentrare i suoi sforzi per la costruzione di una larga rete sociale destinata ad aiutare gli Sciiti poveri del sud del paese e per l'espulsione delle forze israeliane del sud Libano. Sotto la direzione di Nasrallah, l'organizzazione ha acquistato un ruolo all'interno della politica internazionale completamente diverso, il movimento ha la sua rete televisiva satellitare, Al-Manar, che porta il suo messaggio ai milioni di telespettatori. Attualmente Al-Manar è stata censurata su iniziativa dello Stato Maggiore delle Forze armate israeliane. Accusato di diffondere dei programmi antisemiti, Al-Manar non è stato condannato mai per i tali fatti, ma è stata censurata per i motivi di ordine pubblico. Una decisione questa che è stata concepita esplicitamente proprio per sopprimere la voce della Resistenza libanese prima di attaccare e di distruggere il Libano. È un principio immutabile della propaganda: affinché una menzogna sembri una verità, conviene assicurarsi che nessuna voce dissidente la contraddica. Si è impedito che la televisione della Resistenza raggiungesse l'Europa e l'America.

La televisione degli Hedzibollah censurata
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Dall'assassinio dell'anziano Primo ministro Rafic Hariri in febbraio, il Libano si è diviso in due gruppi: uno di essi sostiene il dominio siriano sul Libano e l'altro si oppone. Ironicamente, anche se Nasrallah intrattiene delle relazioni strette con la Siria, il fronte di difesa del Libano, e anche se aderisce all'ideologia di una rivoluzione islamica sciita, Nasrallah non incoraggia questa idea, ossia non ha mai parlato di fare del Libano uno Stato islamico, essendo a maggioranza cristiana. La popolazione e la classe politica cristiana premono comunque per stabilire anche un dialogo con Nasrallah. Questo anche perché quando Nasrallah ha compreso che un giorno il suo movimento diventerà a pieno titolo un partito politico, si è aperto verso le altre comunità per creare un dialogo e una collaborazione. Ma affinché ciò accada, occorre che venga garantita l'esistenza degli Hedzibollah una volta cessata la resistenza armata, ipotesi considerata anche dallo stesso Nasrallah, che ha valutato anche una possibilità di disarmo, assecondando in un certo senso la risoluzione ONU.

Il problema è capire le ambizioni di Nasrallah: se vuole essere uno dei quattro capi delle etnie in libano (cristiana, sciita, druze, o sunnita) o se vuole diventare il più potente. È ovvio che per raggiungere una tale posizione di potere, molti dovranno essere i compromessi da accettare, a volte anche non trasparenti. Il fatto che Nasrallah abbia un certo ascendente sulla resistenza libanese, e goda allo stesso tempo di un favor tra gli ambienti cristiani, fa di lui un probabile leader, forse designato dalle stesse forze Onu, che per lo scopo lo manipoleranno e lo useranno a tempo debito. La guerra e l'anarchia che seguirà l'intervento delle forze di contrapposizione non risparmierà nessuno, e sarà allora che il Paese, più debole che mai, sarà in balia dei capi spirituali, dei simboli della resistenza e della pace.

23 agosto 2006

Il danno biologico del Terrorismo

Si moltiplicano di giorno in giorno gli episodi di attentato alla sicurezza dei traffici aerei, che segnalano la presenza di bombe mai esistite e di terroristi fantasma, ma che per un'automatica associazione di idee sono visti ovunque. La strategia del terrore dei maestri dell'allarmismo e del sabotaggio sta entrando sempre di più nella nostra vita quotidiana per alterare e pregiudicare l'equilibrio psicologico di tutta la società.
Quella in atto è una spietata operazione di intelligence che ha come obiettivo primario quello di modificare le persone, di influire sulla loro percezione della realtà onde indurli in questo modo a vedere ovunque mostri titanici. Questo tormenterà la nostra vita, fomenterà gli odi e i rancori contro le minoranze etniche islamiche presenti in Europa, ma soprattutto alimenterà la paranoia che, una volta diventata esasperante, renderà le persone indifese, e inermi.
In nome della difesa e della precauzione di atti terroristici stanno ora facendo una vera e propria violenza sulle persone che sono oggi in viaggio perché in vacanza, o per lavoro o per raggiungere i propri cari all'estero. Non solo è stata negata loro la tranquillità del viaggio, ma anche la fiducia che riponeva nel passeggero a lui adiacente, e tale diffidenza e insicurezza snervante rende le persone irritabili e violenti, pronti a scattare al primo comportamento sospetto. Migliaia di pendolari si spostano tutte le mattine e vivere questo trauma ogni giorno significa anche compromettere la sua sanità mentale, per creare soggetti paranoici pronti a credere a qualsiasi versione dei fatti che viene loro presentata. Se tali eventi entreranno stabilmente nel nostro quotidiano l'integrità mentale dell'intera società verrà alterata e resa una cavia di esperimenti mediatici eclatanti.
Basti pensare alle terribili bassezze dei controlli negli aeroporti britannici, che hanno spinto persino una madre ad allattare un bambino in una sala d'aspetto sotto stretta sorveglianza delle hostess: le persone sono state private del loro bagaglio e delle loro medicine se non erano di vitale importanza. È stato detto loro che si aggiravano sugli aerei dei pericolosi terroristi che con del liquido, un contenitore in plastica, e un lettore mp3 avrebbero dirottato un aereo e minacciato la morte di centinaia di persone. A quel punto tutti si sono trasformati in terroristi perché ognuno aveva con sé quei componenti, ognuno era un pericolo per l'altro.
In tal modo diventa ben più spaventoso e traumatizzante il pensiero dei controlli al check-in e della possibilità di vedere pregiudicata la partenza che l'idea del terrorismo in sé.
Protratto per troppo tempo, tutto questo va a provocare un vero e proprio danno biologico, che pregiudica l'integrità psico-fisica di un popolo, e porta all'etnocidio di uno Stato, completamente schiavizzato così al volere delle lobbies del denaro e del petrolio.

Le persone accetteranno l'invasione della privacy in cambio di sicurezza, di controllo costante e dell'intervento delle autorità in difesa della comunità presa di mira. Quanto accaduto l'11 settembre in America deve indurre il popolo europeo a riflettere bene sulle proprie azioni, sul fatto che sono pilotate e manovrate dall'alto senza che nessuno possa accorgersene. Mentre i telegiornali trasmettevano 24 ore su 24 le immagini del crollo dell'allarme "antrace", il Congresso approvava provvedimenti di urgenza anti-terrorismo, ovvero, invasivi al fine di tenere sotto controllo telefonate, transazioni e trasferimenti del popolo statunitense. La Cia ha tempestivamente monitorato il sistema di transazione della banca Swift: milioni di dollari che viaggiano da un capo all'altro del mondo, monitorate per tracciare le movimentazioni di merci e servizi, oltre che di denaro.
I decreti anti-terrorismo in Europa non sono ancora arrivati, ma quello che viene messo in atto è un vero crimine invisibile, molto sottile e subdolo perché nel silenzio agisce su altre sfere psicologiche ma che comunque è correlato con la guerra al terrorismo. Dinanzi al problema dell'allargamento della comunità europea verso l'est europeo, e la creazione di un'area di libero scambio nel Mediterraneo, gli Stati hanno risposto con leggi sull'emigrazione che lanciano come messaggio subliminale quello che induce le persone dall'estero a tentate la fortuna nella speranza di migliorare la propria vita. La situazione italiana è molto strana, perché il nostro governo ha approvato recentemente una legge che semplifica le procedure per ottenere la cittadinanza, e poi dinanzi allo sbarco di centinaia di persone sulle coste di Lampedusa e Pantelleria, si dichiara scandalizzato e sconcertato. Questo credo basti a far capire che chi ci governa sono dei "cafoni della campagna", messa lì al governo al posto degli Uomini di Stato e dei politici per realizzare i piani delle lobbies.
Il problema dell'integrazione ha così sollevato anche l'Ue che propone, come soluzione per favorire la naturalizzazione degli stranieri, e in particolare dei movimenti musulmani, mediante l'educazione degli Imam religiosi. Questi dovranno essere istruiti circa la cultura europea, la religione e le istituzioni, seguendo così gli standard e il modello perfetto e ideale del cittadino europeo. Raggiungere e manipolare le comunità musulmane mediante l'educazione degli Imam viene reso possibile proprio da una struttura decentralizzata, come quella della cultura islamica che comunque è molto più orizzontale di quella dei paesi occidentali, estremamente verticalizzate. Preso il capo, si prende e si convince anche tutte le persone che stanno sotto di lui: questa è la logica che permette alle cd. lobbies di influire sul destino e la politica di uno Stato, è il sistema che agisce perché non esistono uomini incorruttibili o scaltri al punto da prevenire inganni e giochi di potere apparentemente giusti.

Oggi hanno portato il terrorismo in Europa, e la Comunità Europea, dopo i primi momenti di silenzio e di continui rinvii nei vertici, parla per la prima volta al singolare, parla in nome di un'istituzione e non dei singoli Stati, pur non avendo una forza militare né una rappresentanza politica. L'Europa è minacciata su più fronti, stando alle loro parole, ma sarà solo l'Italia ad iniziare le danze prendendo sulle sue spalle la gestione del territorio libanese in nome della forza di contrapposizione dell'Onu. Viene affidata una missione così delicata ad uno Stato che non ha attualmente un'esperienza in questo tipo di guerre, ma solo alcune missioni di pace conservative di un equilibrio all'interno dello Stato occupato. L'Italia, tra le altre cose, non è abituata alle perdite umane, la ferita lasciata dai conflitti mondiali è ancora aperta e il dolore della perdita dei suoi uomini è ancora molto sentito. Questa non è una missione di pace, è una guerra a tutti gli effetti, una guerra strana e imprevedibile in quanto non si riesce a distinguere i nemici dagli amici: gli Israeliani hanno ucciso nel mese scorso gli osservatori Onu, mentre l'America sta armando di nascosto gli Hezbollah. Sarà questa una vera macelleria, l'esercito sarà vittima di attentati e sabotaggi, moriranno molti tra i nostri ragazzi e toglieranno all'Italia e, anche all'europa, quel senso di trauma alla morte dei soldati. Ci abitueranno a vedere morire la nostra gente, diranno che è giusto, che lo hanno fatto per la loro patria minacciata dal terrorismo, in realtà combatteranno una guerra che non gli appartiene, ma la guerra delle Banche.

La voce di una terra distrutta dalle bombe

La televisione degli Hedzbollah: le immagini in diretta della guerra

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21 agosto 2006

Il Brevetto del Software per costruire la nuova usura

La Commissione Europea è riuscita a varare una direttiva per l'illimitata brevettabilità del software, nonostante il voto contrario presentato dal Parlamento Europeo su impulso delle molteplici manifestazioni. Hanno infatti scelto un momento di "vuoto" parlamentare per assumere decisioni che si scontrano con la volontà dell’unica istituzione direttamente eletta, e sfruttando il favor della Presidenza Irlandese, forse direttamente sponsorizzata dalle maior del software. Le multinazionali extra-europee del software potranno così imporre il loro smisurato portafoglio di brevetti, ottenuti fuori dalla nostra giurisdizione, alla produzione domestica e libera di software, con grande gioia delle lobby degli avvocati che trarranno vantaggio dall'aumento della liti per far valere la titolarità dell'innovazione.
Basti pensare che si stima che IBM possieda più di 30.000 brevetti industriali validi, come Bell Labs Lucent Technology, che oggi sfornano almeno 3 brevetti industriali al giorno.

La lobby dei produttori di software hanno fatto delle forti pressioni sulla Commissione Europea per istaurare su un mercato ancora in crescita e quasi sconosciuto al sistema normativo, una propria legge, un proprio codice che accentra nelle loro mani i linguaggi dei software, con la scusa di proteggere gli investimenti e combattere la pirateria. È sufficiente adesso versare nelle casse dello Stato una piccola somma per mantenere attivo un brevetto per tutta la sua durata, 17 anni negli Stati Uniti e 20 nella maggior parte degli stati europei, con il risultato che molti consigliano il lancio delle innovazioni dei software dopo anni nell'attesa che scada il brevetto. Ovviamente raggiunto il monopolio nella programmazione, le grandi multinazionali stanno preparando il terreno per il mantenimento delle loro posizioni, tale che basterà investire maggiori fondi nel reparto legale per spiazzare i piccoli avversari ed evitare di cadere in qualche brevetto. Non sarà più una questione di ricerca & sviluppo, come sarebbe logico, ma un problema di più o meno cavilli legali. Tanto per dare l'idea della pericolosità del brevetto, occorre tenere presente che esso diventa come idea risolutiva di un certo problema, solo chi detiene il brevetto o la licenza d’uso può realizzare e distribuire la propria soluzione software: il brevetto tutelerebbe comunque l’idea originale e quindi il genere, così che molti altri verrebbero censurati per via di una somiglianza nell'idea.
Con questo voto il mercato del software europeo entra in una nuova fase, dove le imprese potranno brevettare programmi e parti di essi e dove gli sviluppatori indipendenti dovranno trovare nuovi modus operandi, aggirando quei brevetti laddove possibile o pagando le royalty a chi li avrà registrati. Ovviamente tutto questo ingabbia la piccola media impresa operante nel settore informatico, che non ha a disposizione né i mezzi di ricerca né quelli legali.

I brevetti di software sono pericolosi sia per la piccola che per la grande economia, perché il brevetto se da una parte sembra proteggere un inventore, dall'altro priva gli sviluppatori delle loro creazioni indipendenti. Il software privato stabilisce la legge del più forte, ed porta alla legalizzazione del furto delle innovazioni incluse nel software per via della concessione del diritto d'autore da parte dei piccoli programmatori: il sistema della Microsoft alla fine ha vinto su tutto e tutti.Quando il programmatore elabora dei miglioramenti, si trova a doversi scontrarsi con la proprietà del brevetto, e a soluzione di tale problema si è pensato allo sviluppo della GNU GPL, che permette di conservare la proprietà del miglioramento senza tuttavia perderne la paternità che non viene assorbita così dal brevetto privato. La concessione del diritto d'autore consente innanzitutto la "condivisione" dei software e delle informazioni, allo scopo di migliorare ancor di più il sistema di ricerca.

La decisione politica sulla brevettabilità del software dovrebbe tra l'altro essere basata su meriti, su logiche economiche e considerazioni etiche, mentre oggi viene stabilita sulle vecchie categorie logiche del diritto dei brevetti. Occorre che venga stabilita, prima di tutto, una istituzione di omologazione di eticità del software, dello Stato e delle Università in collaborazione con gli imprenditori che devono utilizzarlo. Combattere per il software libero o coperto da diritti d'autore non porta alla vera risoluzione del problema, perché se da una parte si potrebbe contrastare determinate pratiche di monopolizzazione delle multinazionali, dall'altra si viene comunque usurati dalle stesse grandi imprese. Il codice etico garantisce innanzitutto la creazione di software che rispettino la protezione dei dati del loro utilizzatore, che abbiano una programmazione trasparente, e che garantiscano il rispetto dei diritti dell'imprenditore e dell'individuo così come avviene nel settore civilistico.
Senza un codice etico e un certificato che accerti una "carta di identità" del software, rischiamo di creare con le nostre stesse mani l'usura del futuro, l'origine di ingiustizie e di ricatti che possono far fallire le imprese. Di fronte un grave e delicato problema quale quello del software, il mondo della ricerca scientifica risponde con movimenti del No che si contrappongono al quello del Si, che creano spesso confusione e sviano l'attenzione da quello che è il vero problema.

Come i Massoni hanno ben pensato di avere un codice che li indentificasse, ossia il Codice da Vinci, occorre che vi sia un codice dell'informatica. Il problema è che in un modo o nell'altro il codice se lo stiano creando da soli, come se stessero facendo un'autostrada decidendo le regole del traffico senza che le nostre auto siano in grado di entrarvi e di rispettarle. Il software di proprietà, come Windows, non permette ad esempio che determinate applicazioni escluse tra quelle incluse nel sistema, impediscono che altri software funzionino, né siamo autorizzati a modificare le caratteristiche di un programma non avendo il "codice della sorgente". Per cui si arriva al punto che non esiste nulla oltre l'alternativa che loro offrono, o accetti il sistema o non riuscirai mai ad emergere.

Il Sud che poteva essere

di Davide Cristaldi


Che storia avremmo avuto se Ferdinando II di Borbone non fosse morto nel 1859? Quale “risorgimento” ci sarebbe stato se Francesco II fosse andato di persona a difendere la Sicilia nel ’60? Che Sud avremmo avuto se i Borbone avessero governato magari fino ad oggi? Quale cultura e quale economia avrebbe avuto il Regno delle Due Sicilie senza l’invasione piemontese?

Se è certo che dopo l’unificazione italiana fummo costretti ad essere prima briganti e poi emigranti, è altrettanto certo che i Meridionali, senza le imposizioni piemontesi e senza le violenze fisiche e morali arrivate insieme alle baionette dei bersaglieri, non avrebbero mai iniziato una guerra tanto devastante come quella che in pochi mesi si diffuse in tutto il Regno.
Nella storia del nostro Sud, del resto, per motivazioni di carattere essenzialmente religioso e culturale, raramente i popoli Meridionali avevano impugnato spade, picche o fucili: non a caso questo succede proprio nel 1799 (Repubblica di Murat) e nel 1860 di fronte, cioè, a due invasioni straniere che stavano minacciando la vita stessa di un popolo anche nei suoi valori più profondi e radicati.
I Meridionali capirono che era necessaria una difesa proprio perché si trovavano contro un nemico che avrebbe condizionato anche la loro storia futura.

Nessun brigante, allora, sarebbe sceso in guerra se i Borbone avessero avuto la possibilità di governare nel Sud. E briganti sarebbero rimasti quei pochi delinquenti comuni che pure esistevano nel regno borbonico come in tutti gli altri paesi del mondo, in percentuali pari a quelle degli altri Paesi anche italiani e certo non tali da giustificare l’invio di centinaia di migliaia di soldati piemontesi per oltre dieci anni: basterebbe semplicemente e banalmente questo dato per distruggere le basi di una tesi storiografica molto diffusa presso la cultura ufficiale e accademica secondo la quale il brigantaggio post-unitario continuava una storia iniziata quasi nel periodo medioevale.

Pietrarsa: la locomotiva Bayard che percorse
la prima tratta ferroviaria italiana, il 3 ottobre 1839

E nessun emigrante, probabilmente, avrebbe conosciuto l’America o l’Australia o il Belgio o la Germania. Prima dell’unificazione italiana nessuno era stato costretto ad emigrare e senza le scelte politiche ed economiche del nuovo governo unitario avremmo continuato a lavorare e a vivere dignitosamente nella nostra terra.

Né briganti né emigranti, dunque, nel Sud che poteva essere e che non è stato.Né briganti né emigranti se riflettiamo magari sui fatti più significativi degli ultimi anni e degli ultimi mesi di vita del Regno delle Due Sicilie, cercando di capire quali prospettive avrebbe avuto il Sud in uno stato ancora autonomo.È opportuno prima di tutto indicare alcune linee di sviluppo dell’economia meridionale pre-unitaria:

Le monete degli antichi Stati italiani al momento dell’annessione ammontavano a 686 milioni così ripartiti (valori espressi in milioni):

Regno delle Due Sicilie, 443,2
Lombardia 8,1
Ducato di Modena 0,4
Parma e Piacenza 1,2

Roma 35,3
Romagna, Marche e Umbria 55,3

Sardegna 27,0
Toscana 85,2
Venezia 12,2


Il Regno delle Due Sicilie avea due volte più monete di tutti gli altri Stati della penisola uniti assieme.(Francesco Saverio Nitti, Scienza delle Finanze, 1903)

Modellino del piroscafo a vapore Sicilia (1856)

Una delle risorse più ricche di prospettive era e sarebbe stata quella del mare: i Borbone dimostrarono di aver capito concretamente l’importanza commerciale e strategica del Mediterraneo. Nel 1856 nella sola capitale c’erano 25 compagnie di navigazione; la prima, la più poderosa in Italia, era la Società di navigazione delle Due Sicilie: le navi napolitane toccavano tutti i porti del Mediterraneo, attraversavano l’Atlantico arrivando fino a New York, Boston, fino al Brasile, alla Malesia o all’Oceania.
Nel giugno del 1854 per la prima volta una nave italiana a vapore, dopo 26 giorni di navigazione, arrivò a New York: era il piroscafo Sicilia, voluto da Ferdinando II «per il tragitto periodico tra i Reali Dominii e le Americhe [...] spezialmente pel traffico di quelle derrate che in lungo viaggio soggette andrebbero a deteriorarsi»

Alcuni anni dopo l’unità d’Italia, lungo la stessa rotta, quelle derrate saranno tragicamente sostituite da milioni di Meridionali costretti ad emigrare.

Quali briganti e quali emigranti avremmo avuto se avessero assecondato lo sviluppo dei cantieri di Castellammare (il cantiere più grande e moderno d’Europa nel 1860) con i suoi 1800 operai?

A Pietrarsa avevamo la più grande fabbrica metalmeccanica con 1050 operai mentre l’Ansaldo a Genova ne occupava solo 480 e la FIAT non era ancora nata.

Per non parlare degli oltre 2000 addetti complessivi delle ferriere di Mongiana in Calabria.

Chiusero quasi tutte queste fabbriche perché fummo conquistati ed era normale che i conquistatori facessero di tutto per chiuderle e per farci diventare una loro colonia. Ed è normale che oggi anche pasta e pomodori vengano dal Nord.
Chiusero perché delle 600 locomotive occorrenti alle ferrovie italiane solo 70 furono ordinate a Pietrarsa. E agli operai della nostra antica fabbrica voluta da Ferdinando II «per affrancarci dal braccio straniero», quando si riunirono nel cortile per protestare contro i licenziamenti, spararono con le baionette: quattro di loro furono ammazzati e sono stati dimenticati anche se sono stati i primi martiri della storia operaia. Chiusero quelle fabbriche, vittime delle 34 nuove tasse del governo di Torino o schiacciate dalle politiche prima liberistiche e poi protezionistiche funzionali solo allo sviluppo delle industrie dell’Italia del Nord.

Mongiana – ruderi della fonderia

Che Sud ci sarebbe stato senza quell’unificazione sbagliata?
In questa sintesi troppo breve si è cercato solo di trovare qualche indicazione. Un Sud certamente senza briganti e senza emigranti, dove certamente non tutto sarebbe stato perfetto ma un Sud con una precisa identità culturale, religiosa, politica ed economica. Un Sud dove magari industria, agricoltura, commercio o turismo avrebbero avuto un loro sviluppo forse lento ma adeguato alle esigenze del territorio. Un Sud che in una confederazione di Stati italiani sarebbe stato rispettato e avrebbe avuto il ruolo che gli spettava, un Sud rispettato e protagonista anche in Europa e soprattutto nel Mediterraneo.

Se la storia dei se rischia spesso di perdere la sua scientificità, è davanti ai nostri occhi la storia vera, quella che ha portato alla rivolta di un intero popolo per oltre dieci anni, al suo massacro fisico e culturale, alla distruzione della sua economia, alla sua colonizzazione, ad una diaspora che non ha pari nella storia dell’umanità e che non è ancora terminata.
È storia di ieri e di oggi la totale assenza di una classe dirigente veramente legata al Sud: quel rapporto diretto che avevamo con chi ci governava e che spingeva Ferdinando II a dare fino a 50 udienze al giorno lo abbiamo perduto per sempre nel 1860 ed è da allora, forse, che il Sud non è stato più difeso e rappresentato come meritava.

19 agosto 2006

I Ladroni del Terrorismo

Mentre l'Onu prepara le missioni di contrapposizione in Libano, con uno schieramento di forze internazionali, in Europa dilaga l'allarme terrorismo. Il panico scatenato nell'aeroporto di Londra ha azionato un meccanismo di terrore e allarmismo, che cade nella paranoia, che porterà sicuramente ad una condizione di insicurezza e diffidenza tale che giustificherà la guerra al terrorismo e all'islamismo della Comunità Europea.

Nonostante la mancanza di prova sui fatti e i colpevoli, sono stati rafforzati i livelli di minaccia e sono state presentate le cosiddette misure di sicurezza che hanno creato caos nella gestione del traffico aereo e violato la privacy e i diritti democratici dei passeggeri. Le persone sono state sottoposte ad un trauma ed uno stress assurdo: sono state sequestrate le valigie costringendo le persone a viaggiare con buste di plastica, le hanno private delle bevande e dell'acqua e hanno raggiunto davvero il limite quando le hostess hanno dovuto sorvegliare una mamma che allattava suo figlio. Cinque giorni dopo il fantomatico attacco le autorità del Regno Unito hanno arrestato 24 musulmani Britannici e hanno annunciato che allo stesso modo in America era stata sgominato un colpo per far esplodere l'aero in partenza da Londra e diretto nelle capitali degli Stati Uniti. Tuttavia né gli inglesi né il governo americano hanno prodotto prove e fatti per giustificare le loro atroci sevizie sulle persone. Non è stato fornito alcun dettaglio, e noi non abbiamo sentito alcuna versione inconfutabile sui fatti che giustificherebbe l'arresto di così tante persone o l'imposizione di misure di sicurezza che hanno devastato gli aeroporti di Stati Uniti e Britannia.
Ventitrè cittadini britannici rimangono in prigione, alle loro condizioni, negando loro per il momento un leale processo e il rispetto dei loro diritti democratici; non posso avere alcun contatto con i familiari, né con un'assistente legale, e li stanno sottoponendo ad trattamento abusivo, incluso la detenzione in celle fredde e al buio. Sono stati incolpati di crimini inesistenti e arrestati senza alcun rispetto della normale procedura, proprio grazie a leggi di anti-terrore recentemente emanate, secondo le quali, per esempio, è previsto un periodo di prevenzione preventiva di più di 28 giorni.
I nomi e le fotografie dei terroristi sono stati pubblicati sui giornali ed i loro beni sono stati confiscati dal Tesoro britannico, negando così la presunzione dell'innocenza .

In questi giorni stiamo davvero toccando il fondo, la realtà superando ogni immaginazione più incredibile, e questi dovrebbero essere le tutele della nostra incolumità? Perché i nostri tutori non hanno provveduto a prevedere e ad evitare operazioni del genere?Se si ha il sospetto di un attentato si dovrebbe fare di tutto per non espandere terrore e panico nella folla, invece è proprio quello che è accaduto perché è questo quello che si intende creare, è questo l'unico obiettivo perché altrimenti le azioni sarebbero tenute nel massimo riserbo. Come sempre i "maestri" inglesi hanno sempre molto da insegnarci su queste subdole tecniche di persuasione, sono i guru degli imbrogli dall'inizio della storia del colonialismo, non a caso fu la Banca di Inghilterra a creare la carta moneta. Hanno ritrovato sui treni in Germania borse contenenti esplosivo, mentre in Spagna l'Eta si è risvegliata dal torpore, misteriosamente, dopo la resa incondizionata del mese di marzo. Non ci meraviglierebbe affatto che qualche fanatico si facesse vivo anche in Italia, a Roma o a Milano: la guerra è guerra!

A quest'episodio se ne sono susseguiti tanti altri con un'escalation davvero impressionante: già due gli aerei fermati con atterraggi di emergenza negli Stati Uniti, e l'allarme è giunto oggi anche in Italia bloccando sui cieli di Brindisi un boeing proveniente da Londra. E mentre scoppia il terrorismo del traffico aereo, Air France muove la sua offerta ad Alitalia, già svalutata nel mesi scorsi, e ora dipinta come una nave che sta affondando, salvabile solo dall'acquisizione francese. La misericordia di AirFrance costerà all'Italia anche la rinuncia all'estensione di Enel su Suez: come suol dirsi, "dopo il danno anche la beffa". Non ci sono parole per descrivere questi vermi, non hanno limiti, sono viscidi e senza vergogna, parlano sicuri della loro impunità, si fanno scherno di tutto e di tutti.
L'affare del terrorismo è davvero senza fondo, perché dopo la cancellazione dei voli, il mancato rimborso dei biglietti e dei risarcimenti delle assicurazioni, ecco che si concretizzano delle fusioni e delle acquisizioni già da tempo annunciati. Se da una parte, dunque, permette di continuare la guerra in Libano, dall'altro frutta fior fior di bilioni. D'altronde, se le autorità investigative ora si soffermassero più sui trasferimenti di denaro, sulle assicurazioni e gli accordi dei CdA delle Banche, davvero si scoprirebbero i veri terroristi. Vorremmo proprio sapere a cosa serve la Magistratura, la Corte di Giustizia, dell'Aja o la polizia amministrativa, forse solo a denunciare i macellai e la corruzione dei governi, o le resistenze alla liberalizzazione dei mercati.
Vi rendete conto delle persone che ora hanno in mano i nostri destini, la nostra vita, i mano ai pazzi. Questi sono i veri pazzi, ci porteranno alla guerra mondiale, i nostri soldati moriranno lì in Libano, non basteranno lacrime a bagnare le bare dei nostri: al confronto Nassirya sembrerà una missione di pace.
Ma basterebbe un manipolo di dieci uomini a portare la rovina questi Baroni Ladroni, e questo loro lo sanno: solo dieci uomini e tutti i loro giochi finiranno. La vera "storia" potrebbe distruggere davvero tutto, che una bomba farebbe davvero prima.
Non penserete davvero che crediamo a tutta questa montatura, a questa grande farsa? Credete che siamo stupidi, che non sappiamo cosa avete intenzione di fare o che ci faremo ingannare dai terroristi islamici per non denunciare i veri criminali?

18 agosto 2006

Le false rivoluzioni

Il governo della Repubblika Srpska ha concluso nella giornata di ieri un importante accordo per la distribuzione del gas con Gazprom, che si conferma la maior detentrice indiscussa del monopolio nel mercato del gas europeo. La sua posizione viene maggiormente confermata dall'armistizio sul gas firmato tra Mosca e Kiev, che prevede prezzi bloccati e maxiforniture fino alla fine dell'anno, in modo da ristabilire le riserve terminate dal gelido inverno scorso.
La notizia viene accolta con piacere anche dall'Eni, che vede in questo accordo spiragli positivi per la fornitura di gas anche per l'Italia, che potrà così superare anche quest'inverno. Va comunque frenato l'entusiasmo, perché, come ricorda Scaroni, siamo un paese troppo dipendente, e probabile preda dell'asse russo-algerino, l'opec del gas; tuttavia la soluzione da questi individuata, ossia la costruzione di gassificatori sulla costa del mediterraneo per poter fruire di fonti di approvvigionamento diversificate. Stiamo andando infatti incontro ad un'epoca in cui il mercato del gas si stabilizzerà intorno ad un prezzo e il suo aumento verso punti critici, chiederà l'introduzione di una nuova energia. Questo punto limite sicuramente verrà raggiunto molto prima di quanto non sia accaduto con il petrolio, considerando che in questo delicato momento il gas si è già apprezzato del 30% in America. Il gas naturale è pur sempre una fonte fossile, destinata ad esaurirsi anche in breve tempo, ma sarà ancora utile alle lobbies petrolifere per poter intanto fare gli investimenti per creare nuovi cartelli, come quello dell'acqua per esempio. Le infrastrutture che si intendono costruire non sono altro che dei legacci e delle gabbie in cui noi stessi ci rinchiudiamo perché ci costringono ad anni di ammortamento degli investimenti fatti, e ritardano sempre più quelli per l'energie alternative e per l'avvento della free energy. Questa è una trappola voluta e studiata per asservire una nazione, non con la minaccia di chiudere i rubinetti, bensì con dei vincoli per evitare che si renda indipendente energeticamente. È ovvio che la free energy dovrà partire dal basso e non dall'alto.

Si è giunti dunque a questa situazione di "sicurezza energetica" nelle mani della Russia grazie proprio alle false rivoluzioni che hanno portato migliaia di persone a sfilare in piazza: credendo di combattere per un colore politico, hanno fatto il loro stesso gioco. Ci riferiamo ovviamente alle pressioni per le liberalizzazioni del mercato energetico contro i cartelli Enel e Eni, e a quella che nei mesi scorsi è stata definita la "rivoluzione arancione". Era costata più di 65 milioni di dollari quella rivoluzione all'America, e solo un anno e mezzo dopo il grande colpo pare fallito, perché i partiti filo-russi sono tornati al potere, dopo la lunga crisi politica seguita alle elezioni del 26 marzo. Non avendo trovato un accordo sulla formazione del nuovo governo, e a causa delle pressioni dell'Unione Europea che gridava ai brogli elettorali, si è deciso per la nomina in qualità di primo ministro il leader dell’opposizione filo-russa Viktor Yanukovych, che intanto aveva dato vita a una coalizione di maggioranza nel Parlamento ucraino. Yanukovych viene nominato primo Ministro a condizione che continui la politica filo-occidentale portata avanti sino ad ora, con riferimento all'integrazione nella Nato, nell’Ue e nel Wto, e soprattutto nella rete di gasdotti occidentali che parte dal Mar Caspio tramite la pipeline-bretella Odessa-Brody: una manovra questa affine alla politica dell’Europa nelle forniture di gas dalla Russia. Tutto questo non sarebbe stato possibile, tuttavia, senza la rivoluzione popolare, che ha così legittimato una certa classe politica che si è così definita "espressione della sovranità popolare". La fine della rivoluzione si è avuta così come il suo inizio, ossia tramite un accordo delle due grandi potenze che si sono elegantemente divise le competenze dopo essersi scontrati in Ucraina durante un lungo inverno freddo. Alla rivoluzione arancione, la Russia ha risposto chiudendo il gas, mentre ora il governo arancione cede il premeriato chiedendo in cambio del favore dell'accordo con Gazprom, il sostenimento di decisioni pro-occidente. L'accordo tacito tra Russia e Usa qui è stato proprio eclatante, o comunque maggiore rispetto a quanto è avvenuto in Georgia e Libano, trascorso nel completo silenzio.

La Russia vede aggirati i suoi territori tramite una pipeline della British Petroleum, ma il silenzio sulla risoluzione emanata la dice lunga sulla posizione "comoda" di Putin: cercherà infatti di spuntare le migliori condizioni economiche per le sue imprese.Quando in Albania il Presidente Sali Berisca ha deciso di far luce sui lavori della British Petroleum all'interno dell'Albania, chiedendo una perquisizione da parte della guardia di finanza, l'intera nazione è stata privata della luce per mesi: il governo dovette porgere pubblicamente le sue scuse al FMI.


Ormai le associazioni di categorie si sono vendute e sono le armi delle multinazionali, così come "la rosa nel pugno", che abbaia sempre al momento opportuno, che non è né di destra né di sinistra, ma dei Banchieri : con i loro scioperi della fame in realtà ingrassano.
La famosa strage di Beslan, di cui la stampa parlò come di un attentato dei separatisti ceceni collegati con le cellule terroristiche di Al Queda, e diede indirettamente la responsabilità di quel macabro gesto alla Russia. In realtà quella strage è stata organizzata da veri contractor, da agenzie private, e infatti il governo russo pubblicamente dichiarò che proveniva dall'estero quell'attentato, così come il governo Indiano ha parlato dello tsunami come catastrofe, e non come un fenomeno naturale.

Dobbiamo essere molto vigili perchè l'Italia oggi è costretta a fare la guerra dell'America, perché è la nazione europea più debole. Il nostro esercito correrà un grandissimo rischio, che non avrà nulla a che vedere con quanto accaduto a Nassirya. Vi è il rischio che le forze israeliane boicotteranno, ammazzeranno e tradiranno le forze della coalizione per dare la responsabilità a Hezbollah: deve rifarsi infatti dell'umiliazione subita e sta ora giocando una partita per la soppravvivenza, e per riacquistare un equilibrio freddo con l'Europa.

Stanno ora allo stesso tempo uccidendo i musulmani e fomentando una guerra interna e intestina in Europa, mediante leggi e provvedimenti che favoriscano innanzitutto i movimenti migratori verso l'Occidente, per poi cancellare gradualmente le loro origini e adeguare la loro cultura ed etnia ai cdd. standard europei. Questo senz'altro porterà a scontri civili, a malumori tra cittadini originari e cittadini assimilati, così come alla frammentazione dei musulmani: quelli laicizzati si scontreranno contro quelli religiosi, e poi tutti contro il modello europeo. Quelli che cresceranno un domani in Europa, serviranno come dirigenti di comitati e istituzioni politiche nei paesi da colonizzare, per difendere le lobbies da eventuali proteste inaspettate dei governi locali. Stiamo dunque creando i nuovi laici, persone che verranno poste al governo di un Paese dopo il suo destabilizzamento politico-monetario, come infatti è accaduto all'Iraq e all'Afganistan. Questo viene definito "governo in esilio", composto da persone molto spesso cacciate dai loro paesi natii, che volevano prendere il potere, personaggi che politicamente aveva preso soldi dalle ong oppure dalle ambasciate. Vengono così create queste false istituzioni perché in ogni caso nessuno sa nulla di queste persone spiantate, che una volta giunte al potere predicano e pretendono di essere dei padroni. I servizi segreti europei e americani pagano agenti del servizio segreto locali per farsi consegnare prove di corruzioni che poi verranno usate dalle multinazionali che finanziano le piccole associazioni.

17 agosto 2006

Il sabotaggio ci porterà alla Guerra Mondiale

Le minacce di terrorismo alle linee aree in rotta verso l'oltreoceano stanno avendo gli sperati risultati, ma soprattutto è la strategia del sabotaggio che la fa da padrona sconvolgendo le nostre vite e la percezione della realtà che abbiamo. In un periodo di completa stasi economica in cui tutto sembra fermarsi, mentre tutti sono in vacanza, abbiamo assistito a delle importanti decisioni che hanno segnato l'inizio della guerra dell'Unione Europea. È questo il primo conflitto sponsorizzato e combattuto sotto l'alea della Comunità Europea che in sede Onu ha trovato un tacito accordo per affrontare la situazione di crisi.

La presa di posizione dell'Europa sul terrorismo è stata quasi "obbligata" o scontata dopo il caos sulle linee aeree londinese che ha, con effetto domino, colpito anche gli altri aeroporti europei con ritardi e voli cancellati. L'evento è stato così traumatizzante, sia per chi era quel giorno in aeroporto, sia per chi indirettamente ha assistito a quelle scene di vero panico, che i suoi effetti saranno ancor più disastrosi. Non deve a questo punto meravigliare quanto è infatti accaduto sul volo partito da Londra e diretto a Washington, che ha cambiato rotta e fatto un atterraggio di emergenza a causa del "turbolento" comportamento di una passeggera di 60 anni. In un primo momento si è addirittura sparsa la voce su di un suo possibile collegamento con il mondo islamico-terrorista, ma non sono stati trovati né il cacciavite, o i fiammiferi e neanche un block di appunti Al Qaida. La signora, colta da un evidente attacco di panico, ha scatenato da sola un inferno e ha costretto l'aereo ad atterrare prima di provocare un vero ammutinamento a bordo: come si è visto non occorre un islamico per dirottare un aereo.

Ora la nostra civiltà è vittima di questi trucchi psicologici che stanno ricattando i nostri governi, oltre alle palesi minacce energetiche e economiche che si nascondono in un sistema di usura a grandi livelli. Si fa tutto questo innanzitutto per creare smarrimento, in modo che il popolo impaurito digerisca più facilmente l'idea dell'inizio di una guerra, in modo che, mettendoci l'uno contro l'altra si perda un contatto con la società e gli individui. Eventi come l'annuncio dello smarrimento del filmato originale dello sbarco sulla Luna, è un chiaro modo per attirare l'attenzione degli italiani in spiaggia, onde escludere quasi del tutto il discorso della guerra e degli attentati. In tutto questo, si sta preparando un'evidente situazione economica di crisi, che, per quanto siano convinti del contrario i nostri strani politici, non risolleverà il portafogli dei consumatori, ma lo pregiudicherà portando poi con sé malessere sociale. Molti imprenditori non riescono a pagare i loro debiti, compiono crimini e cose insensate, ma in un certo senso sono costretti a farlo: il malessere economico, la disperazione li spinge a compiere dei reati se non vogliono pregiudicare l'onore e la vita della loro impresa.
Dinanzi a tutto questo, la religione, i nostri capi spirituali, ci abbandonano a noi stessi, che siamo ormai rimasti senza un'istituzione o una struttura che ponga come primaria importanza innanzitutto l'uomo. Oggi la nostra religione sono i credo dei nuovi predicatori che, accerchiati da guardiani e difensori, formano sette ed Entità che si impossessano di noi. Quando testimoniamo dinanzi ad un tribunale giuriamo sulla Bibbia, ma poi la legge ci condanna: anche questo è un vero e proprio rito a cui partecipiamo. Allora, vorremmo chiedere al nostro Papa, di "darci il nostro pane quotidiano", di fare qualcosa per noi, e di smettere di predicare, proprio ora che ci stanno ammazzando. Migliaia di persone hanno compiuto atti criminali perché costretti, perché è troppo difficile restare onesti a affrontare la vita nel suo quotidiano. La banda della "Uno bianca" dei fratelli Savi è stata creata dal sistema, così come un padre che ammazza sua figlia drogata dopo averla assicurata con una polizza a vita, anche lui è una vittima del sistema. Il marito si suicida dopo aver ucciso la moglie, perché il suo animo è ormai usurato da una vita fatti di stenti e di difficoltà economiche, di umiliazione. Noi siamo stanchi di vedere la nostra gente che muore giorno dopo giorno, per mantenere un sistema di baronie, di Baroni Ladroni mentre gli agenti del servizio segreto non fanno altro che prendere uno stipendio, venendo poi nei nostri uffici a dire che sono impotenti perché hanno una famiglia.

La cosa che più ci delude è che sicuramente sanno cosa di cui stiamo parlando, è assurdo pensare che non sappiano nulla. La nostra economia è in mano a dei politici, e dei falsi imprenditori "berlusconiani", che si sono da sempre fatti le leggi per sé, per i propri interessi, continuando a mangiare del filetto di primo taglio e lasciando poi a noi wursterl di gomma.

Basta pensare a cosa hanno fatto con l'anatocismo, che l'unica causa che si dovrebbe intentare sarebbe quella di genocidio nei confronti dei nostri politici, e non quella di recupero delle briciole degli interessi nei confronti delle Banche. Gli uomini hanno poteri nazionali e sovranazionali, posso agire in difesa della propria sopravvivenza, perchè possiamo provare l'etnocidio che stato perpetuato ai danni dell'umanità: questo lo sanno benissimo ma spesso lo dimenticano.

La guerra in Libano ha subito una svolta, ma tutto questo ha un prezzo, il nostro sangue, il sangue degli italiani, dei francesi, degli israeliani e dei palestinesi per combattere una guerra che non appartiene a nessuno, la guerra degli Stati Uniti. Prodi così ha deciso di inviare in meno di 15 giorni una forza di interposizione, un dispiegamento di 3500 uomini, assieme alla portaerei Garibaldi e alla San Marco, il secondo contingente più grande dopo quello della Francia. Una decisione questa che ha messo in po' tutti d'accordo, sia la destra che la sinistra, sia Berlusconi che la Bonino, lasciando poi Bossi urlare perché non vi sono i soldi per la missione. Speriamo che almeno sappiano perché mandiamo lì un esercito. Mentre a Malta l'Eni firmava un contratto, alla stazione di Bologna scoppiava una bomba: questo accadeva 30 anni fa, e oggi la storia si ripete come una maledizione.L'Italia, come la sua posizione in politica estera, è finita nella mani di persone come Prodi e Berlusconi, degli agenti di commercio, degli ambasciatori, che prenderanno posto nei governi per vendere e annunciare privatizzazioni delle imprese degli stati sconfitti. I servizi segreti italiani continueranno a pagare in dollari nuovi di zecca gli informatori, per ricattare i politici locali dei paesi poveri,che si oppongono alle liberalizzazioni e alle riforme. Hanno esiliato gli uomini di Stato e coloro che con coraggio hanno tentato di combattere, è stato tutta una premeditazione.

La Francia, come l'Italia, non ha scelta perché alle sue spalle vi è un rischio di attentato alle sue centrali nucleari, allarme questo che è stato lanciato molti mesi fa, denunciando l'insicurezza degli stabilimenti e distribuendo nelle farmacie circolari informative mediante le quali viene spiegata la procedura di emergenza in caso di "attacco nucleare". L'America dunque vuole combattere una guerra senza però schierare un solo uomo, garantirà però l'armamento sia ad una parte che all'altra.
Questa non è una forza di contrapposizione, ma un vero e proprio inganno, una truffa ai danni degli Stati sovrani che ora permettono ad altri di amministrare la loro politica estera. Evidentemente non hanno altra scelta, questo la Francia lo sa bene, e dopo ciò che è accaduto a Londra, ha riflettuto bene, più di una volta, sulla decisione di opporsi alla risoluzione.

La minaccia esistente a cui tutti devono rispondere è quella dell'islamizzazione dei popoli occidentali, e questo il governo lo sapeva bene quando ha deciso di emanare una legge per conferire la cittadinanza ad extracomunitari residenti da più di 5 anni in Italia. È questo un modo per accelerare l'integrazione, per garantire anche l'afflusso all'interno dello Stato: i movimenti di emigranti certo non si fermeranno e daranno vita così alla grande Europa democratica, fatta però di cittadini di serie A e cittadini di serie B. La naturalizzazione degli extracomunitari renderà la società sempre più instabile e fragile, si intraprenderà la strada degli "equilibri instabili", degli scontri e delle continue rivendicazione dei "nuovi cittadini" di essere italiani, e dinanzi a queste richieste noi risponderemo con un nazionalismo che aizzerà ancora di più il malcontento di questi popoli. Questa eventualità è nel nostro futuro perché è già nel presente della Francia: è solo una questione di tempo e vedremo anche noi i propri sintomi di una società multietnica malata.

Il rischio di un attentato in realtà non c'è, perché il colpo doveva già esserci e se non c'è stato è dovuto al fatto che i nostri governi hanno risposto a questa minaccia, hanno anticipato quanto poteva accadere e hanno preso le decisioni che intimavano di prendere. Il terrorismo ora viene utilizzato per ricattare gli Stati, per indurli a fare una guerra al posto dell'America. La psicosi degli attentati, le menzogne e i ricatti energetici rischiano di aizzare una guerra civile senza che nessuno se ne accorga. Per tale motivo destra e sinistra si sono messe d'accordo, sono tutti concordi e se a questo punto si farà un attentato, tutti lo sapranno bene e capiranno che è anche nel loro destino se non agiranno di conseguenza.

In Bosnia tre giorni fa è stato siglato un contratto tra il governo e la Gazprom, e questo sicuramente darà via libera al Tribunale dell'Aja per intentare una grande sceneggiata con la cattura di Mladic. La Russia infatti nel frattempo sta organizzando la rendita che dopo la guerra avrà; basta infatti che Gazprom si accordi con British Petroleum per la condivisione e dei gasdotti e poi davvero potranno fare ogni tipo di guerra. Alla Russia infatti interessa solo il controllo dei gasdotti, e avuto questo non ha nulla da rivendicare né motivo per opporsi. Putin non ha proferito parola sulla decisione dell'Onu, ma si è attivato per concludere un accordo con l'Ucraina: la Russia ora deve difendersi, e per far questo usa l'unica arma che ha. In fin dei conti la lobby del petrolio va ora a caccia di terreni per coltivare l'olio di colza.

L'Iran adesso è stato abbandonato, è stato davvero lasciato solo, e forse il suo bluf non durerà ancora a lungo. Sa bene Ahamaneajad's che la bomba nucleare la può concedere solo l'America, e sta usando l'armamento nucleare perchè vuole costringere la Russia e la Cina a esporsi. In realtà sta facendo una guerra solo con le parole: minaccia la fine di Israele gridando al mito dell'Olocausto, e vuole la morte dei Sionisti. È un chiaro messaggio che lui sa il gioco che stanno tentando di fare, ma è un vero Presidente suicida perché le sue controparti più vicine, come la Russia, possono ancora ingannarlo, mentre la Cina non muoverà un dito senza il consenso dei suoi finanziatori esteri.

Speriamo dunque che non succederà come nel 1945, quando gli Ambasciatori Inglesi tornarono con la pace fatta con la Germania, e il giorno dopo Hitler cominciò i bombardamenti.
Il nostro pensiero va ora ai nostri professori, che con un illustre curriculum hanno saputo rovinare il mondo, immaginiamo cosa sarebbero stati capaci di fare se non avessero studiato. In fondo Simon Perez è un blasonato "premio Nobel per la Pace", per questo ha ucciso più di 300 bambini in Libano.