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31 agosto 2007

La lotta contro la Mafia per nascondere il seme del male


Recapitati nel carcere di Palermo inquietanti messaggi in una busta indirizzata al carcere di Opera a Milano, in via Borsellino, spedita il 20 luglio, due chiare allusioni alla strage di Via D'Amelio. "La pace è finita" , è il messaggio che è stato accreditato alla mafia direttamente destinato ai due boss di Cosa Nostra Totò Riina e a Bernardo Provenzano. Sorgono qui i consueti dubbi di interpretazione di segnali difficili da decifrare, soprattutto perché probabilmente destinati allo Stato e non ai capi mafia, considerando che la corrispondenza che viene recapitata all'interno delle carceri viene sottoposta ad un rigido controllo. È altrettanto inverosimile che siano destinati ai capi mafia, in quanto dopo un lungo periodo di latitanza, sono stati arrestati mentre conducevano la loro normale vita. Questo ha indotto infatti la polizia a temere l'inizio di una nuova stagione di stragi e di terrore, nell'eterna lotta tra Mafia e Stato.
Non vi sono invece dubbi che ciò a cui stiamo assistendo è il consumarsi di una grande sceneggiata, tenuta in piedi allo scopo di indurre la massa a credere che la mafia sia di nuovo pronta a colpire. In realtà, esiste un fondo di verità a tali timori, in quanto ci avviciniamo sempre più ad un'epoca in cui i problemi economici, la disoccupazione e l'impossibilità di sostenere un adeguato stile di vita, porteranno gli individui sempre più vicini allo scontro di civiltà, in uno stato di guerra perenne e controllata. La situazione economica dell'Italia sta peggiorando e questo, sebbene nessuno voglia ammetterlo, lo avvertono i singoli individui, che sanno di essere trascinati in una situazione di precarietà a causa della perdita del potere d’acquisto dei propri salari e del fallimento delle imprese. Il malcontento e il malessere sociale sconvolgeranno l’equilibrio politico già precario e le folle si solleveranno in manifestazioni sempre più violente . Gli atti di criminalità saranno sempre più frequenti contribuendo a creare una sensazione di caos e smarrimento: sarà questo uno strumento di controllo mentale. Gli episodi di violenza a cui assisteremo saranno così imputati alla criminalità organizzata, mentre altre saranno le menti che manipoleranno gli eventi per fare propaganda e portare acqua al proprio mulino.
Per tale motivo oggi assistiamo agli atti di pura follia di Bossi, che aizza le folle inneggiando alla legittima difesa armata "contro il clandestino", alla nascita di partiti sempre più nazionalisti ed estremisti, nella speranza di divenire l'alternativo portavoce di quella massa che è stanca di bugie e di demagogia.
Occorre tuttavia analizzare bene e capire quali siano le vere forze che agiscono all'interno del tessuto sociale per provocarne il suo sfaldamento. Da una parte vi sono gli estremismi controllati dalle intelligence deviate, mentre un'altra parte è quella criminalità organizzata che lo Stato e i servizi segreti hanno cercato di combattere negli anni '70 e '80 colpendo tuttavia i capi ma non la rete, che ora si sta accrescendo sempre a causa di un malessere sociale sempre più diffuso. La criminalità organizzata vive in funzione delle lacune e della mancanza dello Stato in quelle politiche sociali necessarie a mantenere un buon livello di vivibilità.

La Mafia riesce a risorgere continuamente proprio in funzione del fatto che coloro che a suo tempo furono indagate e inquisite da Falcone e Borsellino ora sono al potere, e fingono di combattere di nuovo la guerra alla mafia. Questo perché il sistema in cui oggi noi viviamo è un circolo talmente vizioso che le rete criminosa della mafia non è che la punta dell'iceberg, che ha le sue basi nel sistema finanziario. Le Banche rappresentano infatti il seme del cancro che è la mafia, in quanto usano e sfruttano il tessuto criminale per porre in essere oscuri traffici di danaro e finanziare la loro rete di lavanderie. Lo scandalo del contrabbando di sigarette che è partito dal Montenegro ha visto infatti coinvolgere la mafia, le Banche e i servizi segreti, coordinati tra di loro grazie all'opera del faccendiere Gerardo Cuomo, che incontrerà la procuratrice Carla del Ponte nel 1998. La collusione del sistema finanziario con la mafia è stata per molti anni oggetto delle indagini di Falcone che, a partire dal 1981 cominciò ad indagare sulle Banche luganesi e sui loro rapporti con i boss mafiosi. Le sue indagini porteranno a sgominare il 16 dicembre del 1989 la Wall Street di Cosa Nostra, ossia la rete delle finanziarie di Lugano delle famiglie Caruana- Cuntrera, che aveva la sua base finanziaria nella Algemene Netherland Bank di Chiasso , collegata a sua volta all'avvocato Luganese Francesco Moretti, la figura più controversa dell' affare Ticinogate. Pochi mesi prima dello stesso anno, Falcone incontra sulla strada Carla Del Ponte, procuratore del Ticino, che già da tempo si adoperava per nascondere i possibili collegamenti tra le finanziarie di Chiasso e i Caruana-Cuntrera, omettendo alcun dettagli dal rapporto stilato dalla procura di Lugano consegnato alla procura di Roma. Per coprire questo errore, e far sembrare che Carla del Ponte si stesse ancora impegnando nella lotta alla mafia, nel giugno del 1989 ad Addaura, vicino Palermo, viene neutralizzata una bomba, creando così il mito della paladina della giustizia.

E' chiaro dunque che non si può parlare di lotta alla Mafia, di giustizia e di criminalità se non si annientano determinati meccanismi che portano e rigenerare il male continuamente. Abbiamo creato l'Europa intorno ad uno Stato che si chiama Svizzera e al segreto bancario svizzero, che costituisce in sé la legalizzazione della mafia e la distruzione degli Stati nazionali . Il potere decisionale dell'Ordine Mondiale è rimesso nelle mani di entità invisibili, che compaiono nel mondo reale una volta all'anno mediante le cd. riunioni del Bilderberg, il cui Presidente è anche il Presidente della UBS Bank. Contro quale nemico ci troviamo dunque a combattere? Si tratta di semplici criminali, dei pizzini, o abbiamo dinanzi a noi la più vasta rete del riciclaggio e del racket internazionale che si nasconde nei consigli di amministrazione delle Banche e delle multinazionali, per poi partecipare a stucchevoli serate di gala in beneficenza dei Paesi del terzo mondo. È ovvio dunque che il crimine di cui gli Stati sono vittime è invisibile, e le armi e gli strumenti a loro disposizione sono al di sopra di qualsiasi legge dell'uomo.

30 agosto 2007

La steganografia: l'arte della comunicazione del Nuovo Ordine Mondiale


Tutti forse conoscono le tecniche mediante le quali le intelligence o le criminalità organizzate trasmettono i propri messaggi mantenendo sempre la massima riservatezza. Ciò che forse non viene considerato è che attraverso il mondo dei mass media vengono inviate continuamente informazioni accuratamente nascosti all'interno di quelle pubbliche e alla luce del sole. È questo il mondo della steganografia, l'arte dell'occultare i messaggi , la cui parola deriva dal greco e significa, letteralmente, scrittura nascosta. Quando parliamo di steganografia il termine "nascosto" non significa che il messaggio è visibile ma codificato, bensì significa che la stessa esistenza di un'informazione diversa da quella palese non è percettibile, appunto perché nascosta in un'altra notizia.

La steganografia è un universo affascinante che ha antiche origini, da sempre utilizzata dall'uomo per poter comunicare ed essere inteso solo da coloro che conoscono la chiave del messaggio nascosto. È stata nei secoli utilizzata dai romani, che inviavano messaggi durante le battaglie, dai poeti e dai sovrani, sino a divenire una vera e propria scienza durante la seconda guerra mondiale, che ha visto nascere forme evolute e complesse di tecniche in grado di inviare messaggi ed eludere i meccanismi più sofisticati di controllo e di controspionaggio. Questo spiega perchè gli americani, che temevano molto l'uso dello steganografia da parte del nemico, hanno censurato numerose comunicazioni, fino alla diffusione di musica alla radio; d'altro canto Radio-Londra ha fatto grande uso dei messaggi personali, come i famosi versi di Verlaine "Blessent mon coeur / D'une langueur / Monotone", che hanno annunciato lo sbarco in Normandia. Lo stesso Aldo Moro inviava con le sue lettere messaggi nascosti che solo pochi avrebbero inteso, come le Brigate Rosse, che hanno avuto inizio quando gli americani fornirono loro un supporto proprio in carcere tramite un agente infiltrato.

Data la versatilità a cui questo strumento si presta, la steganografia non si è limitata ad essere una prerogativa dei servizi segreti o delle agenzie di intelligence, ma è divenuto una tecnica per comunicare in piena libertà anche in condizioni di stretta censura o sorveglianza, per proteggere comunicazioni private là dove l'utilizzo della crittografia è vietata o comunque solleverebbe troppi sospetti, e infine per pubblicare apertamente delle notizie ma all'insaputa di tutti. Utilizzano tecniche steganografiche coloro che intendono proteggere i diritti di copyright su dei documenti numerici nascondendo una firma indelebile all'interno, o segnare i documenti confindenziali per identificare una possibile fuga di notizia, oppure trasmettere direttive e ordini al di là del contenuto formale. Sono tuttavia sistemi utilizzati anche all'interno delle organizzazioni criminali, e dello stesso circuito bancario che segnala l'operazione di riciclaggio di denaro che deve rimanere occulta e continuare a perdersi con ulteriori rilanci. La comunicazione avviene così in maniera segreta in virtù del fatto che i partner hanno stabilito un protocollo o conoscono una chiave di lettura, magari inserita all'interno di precedenti messaggi : questo particolare rende la steganografia un'arte ben più raffinata e subdola da individuare in quanto, a differenza della crittografia, non fa ricorso a delle formule matematiche, che sono in qualche modo riproducibili.
Messaggi occulti possono essere presenti all'interno del testo, mediante l'utilizzo di simboli, di variazioni ortografiche o tipografiche, la scelta tra i sinonimi o delle forme grammaticali, il distanziamento tra le parole, oppure si può utilizzare anche un generatore di testo 'aleatorio' che individua un tipo di grammatica. Allo stesso modo possono essere inseriti dei messaggi all'interno dei suoni, mediante delle tenui variazioni, impercettibili per l'orecchio, nelle basse frequenze, ciò che spesso viene definito come rumore di fondo. Forse è per questo motivo che Microsoft ha prestato molta attenzione alla steganografia, in quanto può divenire una firma mediante la quale proteggere il Copyright sulle canzoni e video, rafforzando e blindando così il proprio monopolio. Al momento, grazie alla massiccia diffusione dell'informatica, sono le immagini a contenere la più alta percentuale di informazioni, mediante la manipolazione dei pixel di un'immagine "bmp" . Naturalmente, esistono anche altri mezzi in cui nascondere delle informazioni, come quelli multimediali, o anche formati di archivio e di codificazione, una semplice pagina HTML .

Come si può notare non esiste alcun tipo di controllo in grado di fermare la trasmissione di messaggi nascosti mediante tecniche di steganografia, in quanto per vietare ogni comunicazione nascosta bisognerebbe intercettare e trasformare o vietare tutte le comunicazioni, perché ciascuna è un potenziale veicolo di trasmissione. In quel caso si passerebbe dal divieto della crittografia, alla repressione della libertà di espressione di ciascun individuo, cosa di per sé inattuabile, anche se prossima. Dopo l'11 settembre 2001, numerosi furono i giornali che suggerirono che la steganografia è stata utilizzata nella fase di preparazione degli attentati: questo non è stato dimostrato mai, come molte altre affermazioni, e potrebbe senz'altro essere un tentativo di porre maggiori controlli sulla comunicazione mediante internet.
Al momento tutti i mezzi di telecomunicazione sono nelle mani di privati che detengono un forte potere nei confronti dello Stato, come Motorola, Sony Ericsson, al punto da essere entità sovranazionali sulla quale non è possibile porre un controllo. Che senso ha dunque immaginare che lo Stato esercita qualche forma di controllo su tali entità, mentre diventa più facile perseguire il singolo individuo manipolato da interessi ben più grandi. I cd. poteri forti vivono tra di noi e allo stesso tempo comunicano mediante le tecniche steganografiche, o mediante stratagemmi che hanno la medesima funzione. Si pensi alle famosi riunioni segrete del Bilderberg: esse appaiono all'opinione pubblica internazionale come semplici conventions durante la quale le diverse "associazioni" partecipano come invitati mondani, o fanno una partita di golf mentre decidono fusioni e acquisizioni. In realtà nessuno potrà mai dimostrare il vero scopo di riunioni tra gli uomini più potenti del mondo, essendo un atto privo di prove verosimili.
La steganografia rappresenta dunque il modo in cui comunica il Nuovo Ordine Mondiale, ossia personaggi che non temono di essere controllati, nella maniera più assoluta, perchè hanno raggiunto un sistema di altissima efficacia, che non può essere scardinato con elementi probatori validi, in quanto manca proprio il concetto giuridico. Tuttavia, se esiste la mafia, il traffico di droga, se esistono i paradisi fiscali, vuol dire che essi hanno una qualche funzione all'interno del Nuovo Ordine Mondiale, vuol dire che sono parte di quel progetto definito come "crimine invisibile", che condurrà il sistema economico verso la Monetica, dopodichè vi sarà il totalitarismo.

29 agosto 2007

Ancora lontano il federalismo che riscatterà le regioni


Le urla di Umberto Bossi hanno nel bene o nel male lasciato una eco che porterà probabilmente a riporre maggiore attenzione alla riforma del federalismo fiscale. Dalla feroce, quanto esibizionistica polemica, può scaturire una decisione frutto del concerto delle parti oppure un sofferto compromesso tra le Regioni - eventualmente le più ricche - e il Governo, che non potrà non accogliere le richieste di quei territori che rappresentano il più elevato gettito all'interno del Bilancio dello Stato. Si attende al momento l'incontro del 15 settembre tra il governatore della Lombardia, i principali rappresentanti della Lega - che non può certo essere considerato un partito di rappresentanza popolare - e Romano Prodi per discutere del federalismo e del federalismo fiscale. Una riunione che risponde alla delibera del Consiglio regionale della Lombardia, che ha approvato una risoluzione per ottenere dal governo la competenza su 12 nuove materie nonché una proposta di legge al Parlamento sul federalismo fiscale che prevede di trattenere nelle regioni anche l'80% dell'Iva. Ci si chiede come mai tanta priorità alle richieste di una singola regione, quando è prassi per lo Stato ignorare le prerogative delle altre autorità regionali? Occorre infatti sapere che da un recente sondaggio della Camera di Commercio di Milano è risultato che in relazione alle principali imposte nazionali (Irpef, Irap, Iva, e Ires) la Lombardia avrebbe come gettito circa 69.246.625 di euro, il Lazio invece 35.520.714 di euro, il Piemonte 22.060.006 euro, il Veneto 21.944.315 euro, l’Emilia Romagna 20.579.269 euro e la Toscana 14.975.808 euro. Dinanzi a questi dati, si intuisce che la Lombardia si conferma ancora come una delle regioni d’Europa economicamente più competitive, perché sede della maggiore concentrazione di piccole e medie imprese, delle multinazionali e di cittadini con più elevato reddito. Rappresenta dunque, da questo punto di vista, una delle regioni che ha maggiori prerogative all'interno della discussione sul federalismo fiscale, facendo così del gettito fiscale una discriminante della rappresentanza o volontà popolare.
In realtà tutto il territorio italiano chiede a gran voce maggiore autonomia fiscale in quanto le singole autorità locali subiscono in via diretta le incongruenze e le contraddizioni della legge finanziaria 2007, avendo subìto l'ulteriore taglio dei trasferimenti da parte dello Stato pur avendo consegnato all'Amministrazione centrale il proprio gettito. Per tale motivo assistiamo all'esponenziale aumento del cuneo fiscale, mediante la moltiplicazione dei costi a carico del cittadino e delle nuove tasse. Considerando dunque il grave malessere che colpisce i conti statali, una riforma del federalismo fiscale sarà sempre più necessaria perché sui singoli cittadini e sulle piccole e medie imprese si avvertirà sempre più il peso del cuneo fiscale. Allo stato attuale sono già iniziati i primi esperimenti di cui la Sardegna è l'esempio per eccellenza, dopo l'imposizione di tasse più elevate per i soggetti non residenti : le prime prove tecniche di federalismo fiscale ruotano essenzialmente sulla cd. concorrenza fiscale sulla base della residenza. La Regione Piemonte ha scelto di azzerare l'imposta per un triennio alle imprese di nuova costituzione nel terriorio Piemontese, mentre il Friuli-Venezia Giulia premia le imprese nel singolo periodo d'imposta incrementano il valore della produzione ed il costo del personale di almeno il 5% rispetto alla media del triennio precedente, nonché minor aliquote per le nuove imprese artigiane . Il Veneto riduce le aliquote per le neocostituite imprese giovanili, femminili e alle nuove cooperative sociali, mentre la provincia autonoma di Bolzano ha deciso un taglio dell'Irap dal 4,25% al 3,75%, e Trento vuole una riduzione dello 0,50% per le imprese con alcune agevolazioni per le imprese di nuova costituzione e per gli insediamenti nelle zone svantaggiate (di montagna) o le imprese agricole.
Dinanzi dunque alle nuove esigenze e al cambiamento stesso dell'economia, che non può essere ancora limitata da un organismo burocratico centralizzato, arriva in Parlamento un testo di legge che si propone di riformare il D.Lgs. 56/2000. L'intervento si prefigge di introdurre un "coordinamento" e una "omogeneizzazione" dei conti delle varie regioni e un certo collegamento con la manovra di bilancio dello Stato, per passare da un sistema di riparto dei fondi basato sulla spesa storica ad un sistema basato sui cd. costi standard di produzione dei servizi. Dinanzi alle inefficienze e gli scostamenti tra obiettivi e risultati con dei meccanismi di sanzione automatici che vanno dall’incremento automatico delle entrate tributarie ed extra-tributarie allo scioglimento degli organi degli enti inadempienti.
Sembrerà strano ma nella riforma ricorrono gli stessi principi di base del D.Lgs 56/2000 che riguardano il passaggio al nuovo regime del riparto del gettito sulla base dei costi standard e l'andamento virtuoso degli enti, e il meccanismo di perequazione volto a ridurre le differenze tra le regioni tenendo conto del rapporto gettito-dimensioni del territorio. Il problema che si ripresenta anche con il nuovo progetto di legge è come riuscire a passare da un sistema all'altro, agendo soprattutto sulla prassi della pubblica amministrazione in modo da abituarla a concepire la sua attività burocratica un'attività di impresa, e in quanto tale con i limiti di economicità e competitività che derivano dall'attività con scopo di lucro. Oggi come in futuro occorre affrontare i problemi che derivano dalla differenza tra le diverse Regioni che derivano senz'altro da una pesante eredità storica, ma che nel tempo è stata per certi versi accentuata proprio dallo Stato centrale che ha continuato a premiare le zone ricche, e ha creato una sorta di assistenzialismo per il Sud Italia. Non si è mai cercato di colmare i divari restituendo alle regioni del Sud derubate della loro fonte di ricchezza e dando loro la giusta rilevanza all'interno dell'economia nazionale, ma si è preferito creare una ridicola "Cassa del Mezzogiorno" e perpetuare un sistema economico malato. L'assistenza dello Stato centrale che riscuote e redistribuisce non ha creato delle Regioni indipendenti, ma degli enti che non sono in grado di dare al territorio un valore aggiunto.
Il cambiamento e il passaggio ad un sistema fiscale più equo può essere realizzato se innanzitutto si superano i divari mentali e si pone una nuova educazione nella gestione delle risorse e del gettito territoriale. Sta alle singole regioni prendere coscienza della propria potenzialità e della propria importanza all'interno dell'economia nazionale: a quel punto saranno le singole autorità locali che vorranno sgretolare quella piramide inutile, complessa e costosa che è la "Roma Ladrona".

23 agosto 2007

Kennedy avverte il popolo americano dell'esistenza del Nuovo Ordine Mondiale

Ecco il discorso di J.F. Kennedy del 27 Aprile 1961, presso il Waldorf-Astoria Hotel, New York, NY. Kennedy, con grande lucidità, avverte la stampa sul pericolo di un governo ombra, che annullerà gli Stati e cancellerà ogni Repubblica. Parla della continua generazione di nuovi nemici, di un evento che indurrà ad incrementare la sicurezza - perchè non l'11 settembre - e del controllo di tutti gli organi del potere e dell'informazione. Media, scienza e apparati militari saranno tutti controllati dall'egemonia di un Governo invisibile.


L'alba dei nuovi capitalisti sul crollo dell'Occidente


La crisi di liquidità delle borse e dei mercati valutari occidentali è stata senz'altro il segnale d'allarme del cambiamento del sistema economico e monetario internazionale, mettendo così a dura prova la fiducia degli investitori e dei risparmiatori di tutto il mondo. Molti hanno temuto il peggio, attendendosi che la crisi sul mercato immobiliare e così del credito, avrebbe scatenato, con un effetto domino, un crack equiparabile alla crisi del 1929. Oggi, quanto accadde un secolo fa, con il crollo della Borsa di Wall Street e il fallimento di migliaia di piccoli risparmiatori a causa della feroce svalutazione della moneta, non si è ripetuto per il semplice fatto che il sistema borsistico si basa su un circuito telematico e virtuale che ha attutito la crisi ed evitato l'espandersi del panico su ogni piazza finanziaria. A differenza di allora, non sarebbe stato verosimile immaginare di recarsi presso le Banche e ritirare i propri risparmi, in quanto il sistema monetario si basa su riserve di liquidità minime, il denaro che facciamo circolare sostanzialmente è virtuale. In ogni caso, è stato un duro colpo per le Borse europee e statunitensi che, travolte dal panico della bolla immobiliare, hanno bruciato migliaia di milioni di euro in poche ore. In tutto questo i mercati asiatici hanno subito l'allarme "liquidità", ma contemporaneamente hanno risposto con una ripresa molto più decisiva, avendo un'economia reale molto più forte, e una maggiore liquidità dovuta ad una bilancia commerciale in attivo.

Come molti si attendevano, i cd. Paesi in via di sviluppo, stanno diventando delle economie forti in grado di far fronte a shock esogeni, in particolar modo riconducibili alle speculazioni del mercato finanziario virtuale, e questo perché la struttura normativa ed economica sta subendo un'evoluzione. Per oltre un decennio le autorità cinesi hanno usato l'Occidente come una banca commerciale, investendo i propri fondi a breve, soprattutto in Usa, e prendendo a prestito a lungo termine dall'Occidente, sotto forma di joint ventures e investimenti esteri diretti. Oggi invece le autorità cinesi hanno creato enormi fondi di investimento a maggioranza partecipazione statale, per gestire la ricchezza e investono in aziende e immobili, con un flusso di investimento verso altre aree. La loro incidenza è tale che è sorta presso le autorità occidentali la preoccupazione che si vengano a creare varie forme di golden share, con acquisizioni massicce di aziende, al di fuori delle regole di mercato, proprio in virtù del privilegio che deriva dall'essere dei fondi sovrani.
La presenza dei fondi sovrani asiatici si è avvertita anche in occasione della battaglia borsista per acquistare la banca olandese ABN Amro, apportando il suo sostegno alla Banca britannica Barclays. La China Development Bank, il braccio finanziario dello Stato cinese, ha dichiarato il mese scorso la sua disponibilità a mettere a disposizione della Barclays più di 7 miliardi di euros affinché questa possa migliorare la sua offerta su ABN Amro. Questo sarà, se si conferma, il più grosso investimento mai realizzato all'esteri per la Cina, che diventa così l'arbitro della più grande battaglia borsista per la creazione di una Banca universale, nonché la prima azionista della quinta banca mondiale. La Cina aveva già acquistato qualche settimana fa, il 10% dei più grandi fondi mondiali, Blackstone. Tali operazioni sono state rese possibili proprio della grande disponibilità di riserve finanziarie, che ammontano a più di 1200 miliardi di dollari. Dunque, mentre prima la Cina si poneva come un investitore predente, oggi è divenuto un attore del capitalismo mondiale, e muore il mito della Cina come terra di investimenti e di speculazioni per l'Occidente, e cade anche la mancanza di reciprocità con l'Occidente, in quanto è il Governo stesso che incentiva gli investimenti all'estero.
Le autorità finanziarie cinesi hanno autorizzato, a partire dal 20 agosto, per la prima volta nella storia dell'investimento cinese, che i singoli risparmiatori possano investire in borse estere, con il lancio di un progetto pilota per l'acquisto di azioni del mercato di Hong Kong. Questo sarà lanciato nella zona di sviluppo economico di Binhai della città portuale di Tianjin, situata a sud di Pechino, come precisato dall'amministrazione governativa dei cambi, dando così via alla riforma di gestione dei cambi, per estendere i canali di sbocco dei fondi e promuovere l'equilibrio di base dei pagamenti internazionali. Attualmente, i risparmiatori privati cinesi non sono autorizzati ad investire all'estero tranne per la base di prodotti offerti tramite le banche, i mediatori, gli assicuratori e le società che gestiscono fondi. Pechino inoltre prenderà sulla Borsa di Shangai altre misure contro la speculazione, la manipolazione sul corso delle valute sui suoi mercati borsistici in espansione: in virtù di tali nuovi regolamenti la Borsa di Shanghai avrà maggiori poteri per sospendere la quotazione di titoli interessati da forti variazioni, ponendo nuovi obblighi di informazione. In pratica, le autorità finanziarie cinesi potranno ritirare i titoli dal mercato se sulla base del livello delle transazioni si sospettano dei reati di "insider trading", ossia se durante una mezz'ora il corso aumenta più del 100% o perde più del 50% rispetto all'apertura nei giorni senza limite di movimenti, particolarmente quando la quotazione riprende dopo una sospensione.

Non bisogna neanche sottovalutare la potenzialità degli investitori privati cinesi, che sono ormai una risorsa di risparmio: i depositi bancari delle famiglie raggiungono 1.400 miliardi di euro, le nostre riserve valutarie sono le più alte del mondo, gli investimenti esteri continuano ad affluire al ritmo di 60 miliardi di dollari all'anno. La stessa MasterCard International ha recentemente pubblicato un rapporto sull'andamento dei consumi cinesi, rilevando che il 92,6% delle famiglie cinesi hanno speso circa diecimila dollari pro capite per il tempo libero, il turismo e i beni di lusso. Quello cinese si pone dunque come un popolo emergente, che ha usato la sua povertà per creare delle opportunità di sviluppo, e gli stessi ritmi di lavori - visti come sfruttamento da parte dell'Occidente - viene visto dagli imprenditori cinesi come un mezzo attraverso il quale molti operai riescono a riscattare la propria posizione sociale: alcuni cittadini cinesi che prima erano sono dei contadini, sono ora imprenditori in ambito industriale e forniscono lavoro a migliaia di persone e sono agguerriti capitalisti, che hanno uno spirito di imprenditorialità molto forte. Questo invece è ciò che manca ad alcuni imprenditori occidentali, abituati alle speculazioni, alle logiche dello sfruttamento del valore aggiunto derivante dal lavoro altrui. Ecco dunque una delle differenze che dividono Oriente ed Occidente, nonché una spiegazione del progressivo impoverimento dei popoli europei che, allo stato attuale, non hanno "soldi" ma decine di carte di credito.

La Cina fa paura dunque per il suo ritmo di sviluppo, con una popolazione interna in continua crescita e una diaspora di oltre 100 milioni di persone: la sua produttività ha raggiunto ritmi esponenziali, con un impatto sulla bilancia commerciale, e sulla relativa provvista di riserve, sempre più rilevante. I dati ufficiali parlano oggi di 1 063,3 miliardi di dollari alla fine di 2006, aumentate di 266,3 miliardi di dollari al primo semestre dell'anno, in rialzo del 41,6% . In relazione a questo si è avuto infatti un aumento del volume del commercio esterno cinese ha raggiunto 980,9 miliardi di dollari sul periodo di gennaio a giugno, in rialzo del 23,3% rispetto al periodo corrispondente del 2006. Le esportazioni hanno aumentato del 27,6% per raggiungere 546,7 miliardi e le importazioni del 18,2% per raggiungere 434,2 miliardi.
Da qui sorgono le pressioni del Fmi circa la decisione di fermare la svalutazione dello Yuan per consentire così la rivalutazione del disavanzo commerciale degli Stati Uniti. In tal senso forse va vista la decisione dell'Autorità di controllo delle valute (SAFE), che ha autorizzato le imprese cinesi a conservare la valuta che detengono sui loro conti correnti, al fine di realizzare un equilibrio migliore della bilancia dei pagamenti. Sono state così soppresse le regole imposte agli "organismi nazionali" che limitavano l'importo delle valute estere che potevano essere conservate all'80% , con l'obbligo di vendere le valute in eccesso alla Banca centrale contro Yuan. Gli organismi nazionali comprendono i dipartimenti del governo centrale, i commerci nazionali e le istituzioni senza scopo di lucro, le entità sociali, i contingenti militari, e le compagnie straniere basate in Cina eccetto le agenzie finanziarie. Le nuove regole vanno a ridurre anche le valute detenute dalla Banca centrale che deve procedere regolarmente all' emissione di buoni per fare fronte alle eccessive entrate di fondi e al ritiro delle liquidità del sistema.

La strategia cinese sembra al tempo stesso globale e diversificata. Sperimentano, provano dei limiti, nella consapevolezza che ciò che non può essere fatto oggi potrà essere fatto domani. Pian piano sono divenuti i fornitori ufficiali degli Stati Uniti che, essendo troppo occupati ad arricchirsi col petrolio, hanno rinforzato ancora di più la loro dipendenza come consumatore . Il mercato cinese non è un mercato libero come molto credono, è protetto ma in modo intelligente: offre incentivi al libero scambio, creando delle zone franche - come le municipalità di Shenzhen, Zhuhai e Shantou - accoglie gli investimenti diretti, per apprendere le nuove tecnologie, risparmia e investe sui mercati occidentali, ormai aridi di liquidità necessarie per assicurare la necessaria stabilità. Siamo dunque senz'altro ad una svolta sui mercati internazionali, in cui quelle che erano delle economie emergenti, sono divenuti degli investitori e dei capitalisti accaniti, sia nei confronti dell'Occidente che dei Paesi del Terzo Mondo come l'Africa, utilizzando i propri fondi di investimento come contropartita a materie prime ed energia. Da questo punto di vista può dirsi che la Cina potrebbe nel giro di pochi anni superare potenze economiche come la Russia o gli Stati Uniti.

22 agosto 2007

Mutazioni genetiche sugli ortaggi

A Gaeta, in Provincia di Latina, due agricoltori notano strane mutazioni nei prodotti della loro terra, che coltivano da generazioni. Lo strano fenomeno segue di poco l'installazione, nelle vicinanze, di alcune antenne per la telefonia mobile. Il reportage di TMO, a cura di Luigi Oliviero, mostra gli esiti sugli ortaggi di questo "strano" e imprevisto fenomeno, e rappresenta dunque una delle tante prove tangibili dei danni provocati dalla tecnologia wimax.


09 agosto 2007

Paypal: una centrale dati sovranazionale


Per sottoscrivere un conto con Paypal basta seguire una semplice procedura che, in pochi minuti, dà la possibilità di effettuare transazioni con moneta elettronica sull'internet. Tuttavia, all'atto della creazione di un conto Paypal accettiamo un'informativa della privacy che autorizza alla registrazione dei nostri dati personali e al suo utilizzo sia per scopi rientrati nelle attività delle transazioni elettroniche, sia per la sua trasmissione a terzi. L'utente che inserisce i propri dati all'interno di questo sistema, viene tracciato in ogni movimento e in ogni suo contatto con terzi, e deve sottostare alle regole che Paypal in maniera unilaterale ha stabilito, altrimenti il contratto si annulla automaticamente.
Accettando l'informativa sulla privacy, l'utente fornisce in consenso alla memorizzazione delle informazioni personali e alla loro elaborazione sui computer della società madre, PayPal Inc., negli Stati Uniti, a cui si fa riferimento per la normativa da applicare, a prescindere dalla residenza dell'utente. Paypal raccoglie così una serie di informazioni: il nome, l'indirizzo, il numero di telefono e l'indirizzo email, le informazioni della carta di credito o del conto bancario, e in alcuni casi - ossia l'invio o la ricezione di transazioni di importo elevato - il numero di previdenza sociale. Ulteriori dati vengono raccolti quando si effettuano le transazioni, ossia vengono registrate le somme trasferite, la causale della transazione, l'indirizzo email, l'ID di Skype o il numero di telefono dell'altra persona, affermazioni e corrispondenza dell'utente, documentazione, preferenze del conto . Queste informazioni vengono memorizzate per ogni transazione effettuata tramite PayPal, come pure le informazioni identificative del computer o del dispositivo utilizzato per l'accesso al conto. Paypal inoltre raccoglie informazioni durante il traffico del sito web, quando l'Utente accede o esce dal sito PayPal, registrando l'indirizzo del sito web da cui proviene o a cui desidera connettersi , le pagine visitate dall'utente durante la connessione al sito PayPal, gli indirizzi IP, il tipo di browser utilizzato e il numero di accessi effettuati.

Nelle operazioni di invio o ricezione di un pagamento da un utente non iscritto a PayPal, sono conservati anche l'indirizzo email, l'ID di Skype, il numero di telefono e il nome della persona con cui effettuiamo la transazione: l'informativa della privacy di paypal precisa che le informazioni rimarranno memorizzate permanentemente.
Non è finita qui, perché Paypal raccoglie anche i dati e le informazioni tramite le banche presso le quali sono registrati le carte di credito poste a garanzia del conto di Paypal, sino a fare un controllo approfondito sull'utente e la sua azienda presso un credit bureau o un servizio di informazioni sulla solvibilità. L'utente che è debitore di PayPal, subirà l'identico controllo della solvibilità alla centrale rischi che effettuano le Banche, riservandosi inoltre il diritto di recuperare e analizzare periodicamente le informazioni sulla solvibilità di un'azienda, nonché di chiudere un conto sulla base delle informazioni ottenute . Dinanzi a tale atto unilaterale, nel caso di contestazioni e di problemi verrà attivata automaticamente una procedura burocratica complessa, scandita da computer e meccanismi automatizzati che non permetteranno mai di risolvere il problema alla radice. Alle nostre domande rispondono con protocolli standardizzati, trasmessi da un computer che affida un codice ad ogni procedura attivata. Le armi legali convenzionali, con tali procedure sono assolutamente inefficaci, in quanto i meccanismi che sono alla base utilizzano dei metodi matematici e informatici, non quelli della civiltà umana: ogni problema o richiesta viene associata ad un numero e inserita poi in un processo informatico.


Paypal dichiara nel regolamento che "non trasmetterà né divulgherà in alcun modo le informazioni personali dell'utente o l'elenco dei propri utenti a terzi", ma in determinate circostanze "condividerà alcune informazioni degli utenti con terzi" , specificate e limitate dall'informativa. Accettando l'informativa, infatti, si autorizza così a divulgare informazioni, su transazioni o conti, informazioni personali e contenuti delle comunicazioni effettuate alla polizia, alle forze di sicurezza, agli enti governativi, intergovernativi e sopranazionali competenti, alle agenzie (diverse dalle autorità fiscali), ai dipartimenti e alle autorità o organizzazioni legislative e autolegislative competenti (incluse, a titolo esemplificativo, le agenzie elencate nella tabella riportata di seguito nella sezione "Agenzie") o a terzi con i quali, a sua discrezione, ritiene opportuno collaborare nelle indagini . Inoltre Paypal potrà divulgare informazioni a terzi , come le Banche che eseguono i pagamenti, come GBC Bank Plc, Bank of America (Regno Unito e USA), JPMorgan Chase Bank (Regno Unito, USA), BNP Paribas (Francia), Netgiro (Svezia), StarFinanz (Germania), Wells Fargo (Irlanda, USA), American Express (USA). Gli Istituti di credito, e altri operatori finanziari, si occupano dei servizi di liquidazione per processare i pagamenti. Molti altri, sono i partner di Paypal, che si occupano di verificare l'identità, prendere decisioni sulla solvibilità di un utente, effettuare controlli per la prevenzione e l'identificazione di attività criminali (inclusi frode e/o riciclaggio di denaro), gestire il conto PayPal e portare avanti indagini statistiche, effettuare ricerche, studiare nuovi prodotti e servizi e sul controllo del sistema, nonché campagne marketing congiunte per carta di credito PayPal, modelli di rischio, applicazione dei termini e delle condizioni per la carta di credito PayPal. Tra questi Paypal fa riferimento alla Callcredit plc., Experian Limited e Dun & Bradsheet Limited (Regno Unito) , la SCHUFA Holding AG (Germania), la CEG Creditreform Consumer GmbH, la Creditreform Berlin Wolfram KG (Germania), la GE Capital Bank Limited e GE Capital Global Consumer Finance Limited (Regno Unito).

Tuttavia, tale rapporto di condivisione dei dati, potrebbe far sorgere il legittimo dubbio che Paypal rappresenti in sé null'altro che un database, una matrice che raccoglie e registra dati che verranno trasmessi ai suoi partner, che non sono solo Banche, ma anche operatori di Marketing e politiche commerciali: le informazioni prodotte sono infatti molto preziose per lo studio di nuovi prodotti finanziari o del comportamento dei consumatori. Infatti, Paypal non rappresenta nient'altro che una stanza di compensazione, in quanto trasforma la moneta bancaria in moneta elettronica per poi inserirla nel circuito telematico composto da utenti: chi usa paypal sosterrà un costo per la conversione, oltre alle commissioni applicate sulle somme trasferite, mentre la riconversione in moneta bancaria avverrà al costo di almeno 5 giorni di valuta. Tale meccanismo è di sé assolutamente antieconomico, tale che non si può parlare di vera moneta elettronica, tuttavia ha avuto un'ampia diffusione perché è stata creata dalla stessa società che gestisce il più grande sistema di e-commerce del mondo. Ebay, come Paypal, rappresenta un sistema di commercio elettronico, che tuttavia non sfrutta il concetto di rete o di tela, ma sempre quello della piramide, in quanto ogni transazione e ogni inserzione deve sempre passare attraverso il cervello centrale, che controlla e detta le regole di ogni operazione. Queste sono le nuove Banche a cui ci stiamo avvicinando sempre di più con i conti-on line, la diminuzione dell'utilizzo del contante e l'obbligo del ricorso alla moneta bancaria per effettuare determinate transazioni per consentire il tracciamento dei dati.
È molto strano che i rivoluzionari di oggi inneggiano all'uso di tale strutture, disinformando e non sapendo che si passa da un sistema all'altro ancora più usurante. La Cybernetica è una scienza , non una lobby , e bisogna stare molto attenti a questo tipo di strutture, perchè hanno palazzi di 14 piani al centro di Milano e dall'esterno non si riesce mai a capire cosa fanno: provate ad entrare e parlare con uno di loro, non ci riuscirete mai perché non sono altro che computer e server collegati in rete. Paypal è una delle centrale di dati, che sostituiscono quelle che un tempo erano le centrali o le antenne di ascolto: sono così diventate centrali dati sovranazionali. La Guardia di Finanza, con il suo Nucleo contro le frodi informatiche, dovrebbero indagare di queste centrali dati, e non assecondare le pazzie di uomini come Emilio Fede sequestrando i blog. I controllori e gli Stati si sono rese così complici accreditando questi sistemi come Istituzioni: lasciano così che i cittadini diventino una massa di utenti da sfruttare come "vacche da mungere".

08 agosto 2007

Amato ai Vigili: non pagate gli affitti, forse non vi cacciano!

di Etleboro Marche

Durante l'audizione del Ministero dell’Interno alla Commissione Affari Istituzionali della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza in Italia, Giuliano Amato suggerisce “…ai Vigili del Fuoco di non pagare gli affitti e pagare la benzina". Il Ministro, infatti, parlando dei debiti accumulati per effetto di forniture, bollette e canoni di affitto non pagati - si parla di un ammontare pari a 408 milioni di Euro - da parte del corpo dei Vigili del Fuoco, riferisce di aver suggerito di provilegiare il pagamento della benzina, anzichè quello dell'affitto, considerando che "il distributore li manda a quel paese se si presentano senza pagare con i loro grossi camion, mentre è possibile che il padrone di casa non li cacci". Ironicamente commenta Giuliano Amato : " ...ora, è arduo dover dare consigli di questa natura…”, “e specialmente, da parte del Ministro dell’Interno!” - interviene il Presidente della Commissione Violante. "Dovendo scegliere, pagate la benzina - prosegue Amato - perché poi quando l’andate a fare, se non ve la danno, rimanete lì col camion e non sapete…dovete spingere”, e Violante ancora più divertito risponde “… ed è pesante spingerlo!”- incalza Amato - “..è pesante spingerlo, ed intanto l’incendio si brucia la casa…”

Ad ascoltare la discussione sembra di sentire un vecchio film delle comiche, ma in realtà si tratta di di un'audizione presso una commissione Istituzionale, durante la quale, tra le righe, si afferma una dura verità. Il corpo dei Vigili del Fuoco, come anche quello dei Carabinieri e, non da ultimo anche la Polizia, sono ormai da tempo abbandonati a se stessi, lasciati privi dei mezzi minimi per poter essere in grado di operare: molti mezzi hanno le gomme lisce, tanto che nei primi giorni di Novembre dello scorso anno, un carabiniere ha dovuto multare una gazzella per attirare l'attenzione sulla scarsa manutenzione dei mezzi a disposizione.
Dichiarare, anche se nello scherzo, l'insolvenza dello Stato, è un grave segnale di malessere nonchè un campanello di allarme che sottintende un ulteriore taglio della spesa sociale, a fronte di una diminuzione dei servizi pubblici. Inoltre, se lo Stato Italiano cominciasse a non pagare gli affitti - non avendo la proprietà di parte degli immobili in cui è alloggiata la Pubblica Amministrazione - sarebbe un grave messaggio alle Istituzioni finanziarie internazionali che oggi monitorano lo Stato dell'economia italiana. Queste persone hanno perso il senso del pudore, e possono, con la loro incoscienza, mettere a repentaglio una situazione già di per sé grave. Andrebbe al più presto istituita la gogna nelle piazze, per permettere al popolo di esercitare tutto il disprezzo che meritano certe facce di bronzo. I baroni ladroni, dopo aver distrutto l’economia italiana anche in seguito alle privatizzazioni selvagge in una sorta di patto scellerato tra le forze politiche, sfrutteranno ancora di più questo "lassismo" dello Stato nei confronti dello Stato sociale.
Attualmente, il nostro sistema economico va sempre più verso il meccanismo del "rent" che sostituisce quello della proprietà, e basti vedere le tante dismissioni del Patrimonio dello Stato dai servizi pubblici - esternalizzati verso le società private - agli immobili , rientrati nelle famose cartolarizzazioni di questi ultimi anni. Questo è la conseguenza non solo dei saccheggi da parte delle lobbies bancarie e finanziarie, ma anche della cattiva gestione e amministrazione che è stata fatta del patrimonio pubblico: non dimentichiamo che i primi pirati sono stati proprio i manager, i funzionari e i dirigenti delle aziende pubbliche, che sono riusciti solo a creare debiti in virtù della copertura dello Stato, che drogava le società con continui trasferimenti.
Dinanzi alle privatizzazioni e alle dismissioni, tutti si sono scandalizzati, ma pochi hanno inteso che queste decisioni sono volute da funzionari che vogliono trasformare l'Italia in una holding che continua ad esternalizzare i suoi servizi. C'è ormai il totale disinteresse per i corpi e le società che offrono un servizio pubblico, e parole come quelle di Amato ne sono la dimostrazione. Il vero pericolo, dunque, dinanzi alla dismissione degli immobili o del patrimonio statale, non è la bolla immobiliare o la crisi del credito, ma la trasformazione dei cittadini in utenti nei confronti di migliaia società private.

07 agosto 2007

Il perchè della creazione della Troika per il Kosovo


La sostituzione del commissario dell'Onu Martti Ahtisaari come delegato dell'Ue alle negoziazioni tra Serbia e Kosovo, è stato il vero del fallimento della credibilità della Comunità Internazionale nella risoluzione della questione kosovara. Per mascherare questa grave fase di empasse è stata creata la "troika" dei mediatori europei, che tuttavia ha all'interno già un forte contrasto derivante dall'opposizione contraria di Cina, Russia e Serbia. A rappresentare il blocco nei negoziati il capo delle politica estera dell'Unione europea Javier Solana ha così nominato il diplomatico tedesco Wolfgang Ischinger , che sarà il portavoce dell'Ue all'interno delle trattative tra la Serbia e il Kosovo durante questi quattro mesi.
Molti tuttavia non sanno che la decisione di nominare il diplomatico tedesco giunge dopo il ricatto del grave dossier che denuncia la corruzione di Martti Ahtisaari, prodotto dalla intelligence tedesca BND, inviato poi al Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon ma rimasto nascosto all'opinione pubblica e ai media. Tuttavia oggi è possibile capire perchè politici come Massimo D'Alema retrocedono sulla ferma decisione di concedere un'indipendenza incondizionata al Kosovo, e lo stesso George Bush, che poche settimane fa, in visita in Albania, aveva già annunciato la creazione dello Stato kosovaro. La questione Kosovo ha così subito una forte battuta d'arresto dinanzi alla scoperta dei servizi segreti tedeschi che Martti Ahtisaari ha ricevuto una tangente di circa 40 milioni di euro, parte consegnata in contanti all'interno di valigette diplomatiche, e parte sul suo conto personale, per un ammontare di circa due milioni di euro proveniente da una banca svizzera di Basilea con numero di conto corrente 239700-93457-00097, destinato alla Banca di Cipro con n. di c/c 3459346699004533 contrassegnato con il codice VOLANND. Gli agenti della BND hanno inoltre notato che il 12 febbraio di quest'anno, alle 6:23 una jeep, targata PR-443-22CD e appartenente al governo kosovaro, si è fermata dinanzi all'edificio dove si stava recando Martti Ahtisaari . Dalla jeep sono discesi due uomini che portavano con sé due valigette diplomatiche destinate ad Ahtisaari: gli agenti hanno poi potuto confermare che le valigie contenevano del denaro. La stessa sequenza di eventi si ripete dodici giorni più tardi, verso le 5:44 quando giunge una mercedes nera, non targata, che va ad incontrarsi con le due guardie del corpo di Martti Ahtisaari consegnando altre due valigie, contenenti anch'esse diversi milioni di euro . I servizi tedeschi hanno poi precisato che tutte le quattro valigie , contrassegnate da cartellini diplomatici onde evitare i controlli in Finlandia, sono state inviate all'indirizzo di residenza di Martti Ahtisaari.
Inoltre, il 28 febbraio, alle 23:47 PM , una jeep della KFOR ha accompagnato due giovani donne scortate da guardie del corpo presso la residenza di Ahtisaari: le donne sono rimaste con lui fino alle 5:17 del mattino successivo, dopodichè hanno lasciato l'abitazione mediante lo stesso veicolo.

Resi noti tali fatti si attende ora che le Nazioni Unite valutino la posizione di Ahtisaari , che tuttavia ha esitato a fornire spiegazioni e chiarimenti al riguardo, nonché ad effettuare ulteriori indagini. Ciò induce a sospettare che all'interno dell'Onu vi è una forte corruzione tra i corpi diplomatici che impone il silenzio su un'indagine che rischia di diffondersi a macchia d'olio, coinvolgendo anche i più alti vertici. Infatti, tale rapporto è stato pubblicato solo dalla stampa dei Balcani, mentre è stato ignorato dai media internazionali, che si sono guardati bene dall'accusare di corruzione Istituzioni come l'Onu e la stessa Kfor, nonostante ciò sia emerso dalle indagini dei servizi segreti della Germania. La stessa discrezione non si sarebbe avuta se ad essere coinvolti in uno scandalo di corruzione vi fossero stati membri del governo serbo o russo. È ancor più scandaloso che i vertici dell'Unione Europea, degli Stati Uniti e dell'ONU abbiano letteralmente ignorato le indagini dei servizi di uno Stato europeo senza prendere i dovuti provvedimenti. Ciò tuttavia spiega perché è stato necessario sostituire improvvisamente Ahtisaari e rilanciare le negoziazioni per la questione Kosovara con un nuovo collettivo di diplomatici, ma tale contromisura non cancella il fatto che vertici degli organismi internazionali - che hanno potere di decidere del destino di popoli e nazioni - sono nelle mani di personaggi corrotti e incoscienti. Sono il marcio di ciò che resta delle Istituzioni della Comunità Internazionale, uomini di guerra e rappresentanti delle più potenti lobbies bancarie e multinazionali che portano con sé all'interno degli Stati caos, guerra e distruzione. Non dimentichiamo che Ahtisaari ha preso il posto a suo tempo di Bernard Kouchner, che attualmente risiede ai più alti verti dell'Onu grazie alla campagna diffamatoria contro il popolo serbo sull'esistenza di campi di concentramento di bosniaci, orchestrata dall'organizzazione di Médécin San Frontières. Le stesse Nazioni Uniti, nella persona dell'ex Segretario Generale Kofi Annan, sono state colpite in questi anni da gravi scandali, come quello di "Oil For Food", rimasti tuttavia impuniti e nel silenzio degli organismi internazionali.
Significa dunque che la più grave corruzione agli alti vertici delle Istituzioni internazionali non può essere estirpata, e viene di volta in volta strumentalizzata per realizzare un semplice cambio di potere, e l'alternanza del governo delle lobbies. Ben presto la stessa Carla del Ponte potrebbe essere colpita da un grave scandalo che svelerà, in poco tempo, "chi è" e "da dove viene" il grande procuratore svizzero, salito al potere grazie alla sua lunga carriera accanto alla lobbies bancarie. Non passerà ancora molto tempo, che i Balcani saranno colpiti dalla più grande tangentopoli degli ultimi anni in quanto, qualcosa di molto particolare, sta per essere rivelato per coinvolgere così vertici politici e lobbies bancarie. Ci risveglieremo così in un autunno molto caldo, in cui cadranno molte teste e saranno eliminati tutti i fusibili necessari a salvare la "grande madre" di tutti gli scandali. Siamo pronti a dimostrare tali fatti con ogni mezzo a nostra disposizione, sempre che abbiate il coraggio di smentirci e di rispondere pubblicamente sulla corruzione di organismi come l'ONU. Vi nascondete dietro il silenzio perche non avete più idee, ma siete ormai dei servi di un sistema crimale, siete dei corruttori e il vostro castello di bugie sta crollando come crollano le borse .

03 agosto 2007

L'agonia dell'agricoltura italiana


L'aumento dei prezzi delle derrate alimentari registrate in questi ultimi mesi, il pericolo dei pesticidi e l'emergenza idrica cominciano a diffondere tra i coltivatori e gli imprenditori italiani l'allarme per l'agricoltura . Se da una parte la spinta al rialzo delle commodities poteva servire da incentivo per l'incremento della messa a coltura delle terre, dall'altro non ha fatto altro che provocare delle gravi speculazioni in un settore vitale per l'economia degli Stati.
La riduzione dei margini di guadagno dei produttori, a causa delle speculazioni di industriali e delle tendenze al rialzo dei prezzi va invece a ridurre fortemente gli investimenti nel settore e così la messa a coltura delle terre. In un anno si sono registrati aumenti sul mercato mondiale del 30 per cento per il grano, aumenti che tuttavia non si sono tradotti in maggiori guadagni per i coltivatori e i produttori che sottostanno alle condizioni di mercato imposte dai grossisti e dalle grandi società. Denunciano , infatti i coltivatori, che molte società preferiscono acquistare grandi quantità di grano dall'estero, sottocosto , e conservare quello italiano all'interno dei silos, per evitare la svalutazione dei prezzi dei cereali.
La politica dell'industria molitoria e pastaia italiana in questi anni è stata così caratterizzata da importazioni o illegittime o di infima qualità, come quelle provenienti dall'Ucraina, e in particolare da terreni contaminati dall'esplosione della centrale di Cernobyl, mettendo così in pericolo la tipicità della pasta italiana. L'Italia al momento è costretta ad importare circa la metà del fabbisogno di grano duro, importazioni che sono arrivate anche ad un punto critico perchè sia il Canada che la Siria, due fra i principali paesi da cui l'Italia importa il grano, hanno bloccato le esportazioni . Dato, dunque, che gli acquisti dall'estero di grano duro hanno superato il 50%, vi è il forte rischio che la pasta, un prodotto principe del made in Italy, perda questo requisito, sulla base delle prescrizioni dell'etichettatura della normativa europea.

Secondo alcuni, invece, il rialzo dei prezzi sui cereali è stato provocato anche dal maggiore interesse per gli industriali nei confronti della produzione dei biocarburanti, per cui vi sono anche molte pressioni per una conversione della produzione verso il bioetanolo. Al momento la produzione di bioenergia mediante le coltivazioni rappresenta una delle maggiori opportunità per l'agricoltura comunitaria ed europea, che tuttavia non si è ancora sviluppata a pieno. Solo alcuni Stati europei riescono a garantire una produzione sostenibile di biocombustibile senza danneggiare le coltivazioni destinate al mercato alimentare, e tra questi non si può includere l'Italia. Oggi la Comunità Europea ha fissato un tasso di incorporazione dell'utilizzo di bioetanolo come combustibile pari al 10 per cento, che necessita l'utilizzo di 59 milioni di tonnellate di cereali (18 per cento del consumo dell'UE), in particolare frumento tenero e mais, e in minima parte orzo, e la paglia per la seconda generazione di biocarburanti. Tale fabbisogno potrebbe essere soddisfatto con un aumento annuo minimo dell'1 per cento nelle rese per un valore di 38 milioni di tonnellate mentre altre 14 milioni di tonnellate potrebbero essere offerte dalla messa a coltura di due milioni di ettari attualmente destinati a riposo , oppure mediante le importazioni da paesi terzi, per il 20 per cento del consumo di carburante, come Argentina e Brasile.
Sulla base di tali dati, molti sono i dubbi dei coltivatori che temono di essere costretti a convertire la destinazione delle terre, oppure ad utilizzare tecniche di coltivazioni che consentono di aumentare la produttività, tra cui anche gli organismi geneticamente modificati.

Se da una parte dunque, vi è una forte preoccupazione per la diminuzione degli investimenti nelle coltivazioni destinate all'alimentare, dall'altra vi sono valide argomentazioni che spingono a temere un cambiamento dell'agricoltura italiana, tradizionalmente legata a coltivazioni biologiche e legate alla tipicità del territorio. Infatti, la necessità di aumentare la produttività, per spingere il livello dei prezzi al ribasso e consentire anche la produzione di bioetanolo, potrebbe provocare un maggior ricordo a organismi geneticamente modificati, che, allo stato attuale non sono vietati in maniera rigorosa. Infatti, la Comunità Europea di limita a sconsigliarne l'uso e ad indicarne l'esistenza nei prodotti venduti, attraverso una descrizione nelle etichette più precisa e rigorosa. Gli Ogm, sono già entrati nelle nostre coltivazioni da molti anni, quando sono state apportate le prime modifiche al mais, rendendo le pannocchie più lunghe e resistenti agli agenti esterni, così come alle patate, divenute un ortaggio quasi perfetto. Per tale motivo è ipocrita e incoerente l'atteggiamento della Comunità Europea, che da una parte lotta gli Ogm e dall'altra favorisce le speculazioni delle grandi società e delle multinazionali che creano condizioni tali sul mercato, da costringere i coltivatori a cambiare i loro sistemi di produzioni e ad accettare gli organismi modificati. L'emergenza idrica, l'assenza di una regolamentazione dei pesticidi e di una chiara normativa che vieta gli ogm, nonché le speculazioni sui cereali in base alle leggi della borsa, stanno portando alla distruzione dell'agricoltura europea e italiana, e così della biodiversità delle coltivazioni.

01 agosto 2007

Programmato il saccheggio del popolo Italiano


Approvata oggi in Senato la risoluzione della maggioranza che dà il via libera all'approvazione del Dpef che fissa i saldi e dà le indicazioni per la predisposizione della Finanziaria 2008. Tra le direttive una grave affermazione, che dà disposizione al Governo di ridurre il debito pubblico attraverso "un utilizzo concordato delle eccedenze delle riserve delle banche centrali".
Si legge infatti testualmente che il documento impegna il Governo ( Punto 8 lett.B ) " ad effettuare, anche nei rapporti con l'Unione europea, una ricognizione di tutti gli strumenti utili a determinare una significativa riduzione del debito pubblico sia con riferimento a forme concordate di utilizzo delle riserve delle banche centrali, in oro e in valuta, eccedenti quanto richiesto dal concerto con la BCE per la difesa dell'euro, anche sulla base delle esperienze di altri paesi, sia con riferimento alla classificazione delle operazioni patrimoniali e delle partite finanziarie, nonché ad aprire nuovi spazi per forme più qualificate di spesa pubblica" .

Una tale decisione è giunta nel relativo silenzio dei media che non hanno attribuito il giusto peso alla questione, e solo alcuni quotidiani hanno rilanciato la notizia evidenziando in particolar modo l'implicazione dell'approvazione della risoluzione. L'evento "cult" era la votazione segreta per le dimissioni irrevocabili di Previti, che non ha monopolizzato giornali e media, togliendo all'approvazione del DPEF quell'attenzione che merita in relazione alle importanti e gravi implicazioni future. L'approvazione di questo documento apre infatti un iter legislativo che potrebbe portare alla decisione di vendere le riserve auree della Banca di Italia, nell'illusione di ripagare così il debito pubblico. In particolare il Governo dovrà ad analizzare tutti i possibili strumenti a disposizione per la riduzione del debito pubblico con il pagamento mediante valute e oro eccedente rispetto a quanto richiesto come riserve obbligatorie presso la Banca Centrale Europea, per garantire sicurezza e stabilità al sistema monetario. In realtà tale provvedimento farebbe oscillare di pochi punti percentuali il rapporto Pil-Debito Pubblico, riuscendo a soddisfare su una soglia limite i parametri di stabilità imposti da Maastricht, senza apportare un significativo e percepibile miglioramento all'economia. Con dati alla mano, a fronte di un debito pubblico pari che oltrepassa la quota record di 1609,12 miliardi di euro ( come risulta dai dati del mese di aprile 2007) vi sono riserve pari a 62 miliardi di euro, in un rapporto massimo - senza dunque considerare esclusivamente le eccedenze - di circa il 3 % : una percentuale critica per il rispetto dei parametri di Maastricht ma non sufficiente e dare attualmente al sistema economico italiano un sollievo tale da garantirne poi lo sviluppo. Se la politica economica italiana continuerà su questo trend, e la politica monetaria dell'Europa spingerà al rialzo i tassi di interesse, l'Italia potrebbe aumentare il debito pubblico del 3% nel giro di pochi anni solo a causa del sistema di ricapitalizzazione degli interessi. Sappiamo bene che in un sistema di usura, che va ad autogenerare il debito pubblico in funzione dell'emissione di moneta, una decisione di questo tipo non risolve il problema alla base, ma indebolisce ancora di più l'economia di un Paese che cerca di emergere.
Avremmo tuttavia ceduto ai Banchieri una ricchezza soprattutto simbolica che funge oggi da semplice contropartita negli interscambi commerciali - sono comunque ricchezze accumulate dalla comunità in quanto derivano dai surplus nelle partite correnti, cioè risparmio della nazione - avendo perso quel valore come pilastro all'interno del sistema monetario. Si tratta pur sempre dell'oro italiano, ereditato dalla nostra storia, e per tale motivo potrebbe spiegare molto sull'evoluzione del sistema economico-monetario dello Stato italiano. È ovvio che, in virtù del suo valore intrinseco, i Banchieri vogliono appropriarsene per terminare definitivamente il saccheggio del popolo italiano. Infatti, tale decisione, potrebbe rientrare perfettamente nei piani dei Banchieri, azionisti di Bankitalia Spa, di mettere le mani definitivamente su quel patrimonio dello Stato che viene ancora difeso con molte difficoltà.

Sono osservazioni che più volte sono emerse in sede di discussione sulla vendita o meno dell'oro italiano, lo stesso Fazio si trovò dinanzi a questa scelta, poco tempo prima di essere deposto dalla posizione di potere che ricopriva. Tuttavia, nessuno ha accolto questa posizione, e persino le Associazioni di consumatori, come Adusbef, hanno sostenuto, se non addirittura proposto, la vendita dell'oro italiano per ripagare il debito pubblico. Testuali parole di Elio Lannutti: "Il debito pubblico italiano, uno dei più elevati del mondo e il più alto d'Europa, è pari a 24 mila euro a cittadino (neonati compresi). Potrebbe essere ridotto se il Governatore di Bankitalia, approfittando del rialzo dell'oro, vendesse le riserve auree come fanno la maggior parte delle banche centrali europee [...] Le riserve auree italiane, pari a 79 milioni di once, dalle quali si potrebbero ricavare agli attuali prezzi di mercato ben 26 miliardi di euro, equivalenti al 30% di tutte le privatizzazioni fatte, non sono della Banca d'Italia, ma dei cittadini, che le hanno risparmiate consumando meno di quanto sia stato prodotto". Queste dichiarazioni, da parte di un'Associazione di consumatori, che crede di essere un organismo rappresentativo del popolo sovrano, sono pericolose, costituiscono un vero attentato alla Costituzione, considerando che questi personaggi firmano patti e accordi con le Banche in nome degli utenti e dei cittadini italiani.

La tentazione di mettere le mani su ciò che era rimasto della ricchezza italiana è stata troppo forte per una classe politica fallita, che sta portando lo Stato italiano verso il più grande rischio di fallimento degli ultimi 30 anni. E' evidente che l'Italia sembra non avere più altre alternative, e che i Pirati hanno ormai depredato tutto ciò che vi era, persino le ultime lenticchie del popolo. Uno scenario vicino al "Crack Argentina" oggi non è poi così lontano .