Dopo venti giorni di bombardamenti e di stragi tra i civili, la comunità internazionale si è limitata ad organizzare vertici in cui il Fmi e la Banca Mondiale hanno incontrato i rappresentati dei governi delle grandi nazioni per discutere di risoluzioni e forze di contrapposizione. Ora si riapre, in contemporanea e non casualmente, le discussioni presso il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per redigere una risoluzione che incontri le esigenze di tutti e consenta di proseguire in questa guerra assurda. Allo stesso tempo, riaprono le conferenze del G8 nella quale cominciano ad apparire le prime divisioni tra le Potenze, i cui interessi possono arrivare a scontrarsi fino a creare un conflitto dalle conseguenze inaspettate.
Come è stato spesso chiarito, se si combatte questa guerra e se le potenze occidentali si mobilitano per accordarsi è perché vi sono segreti da proteggere, interessi da coltivare e risorse da depredare.
È la guerra per tenere in piedi il vecchio capitalismo, per l'accaparramento dei traffici delle merci e delle materie energetiche, ma è soprattutto la guerra per l'acqua.
È trascorsa infatti nel silenzio l'inaugurazione della pipeline di Ceyhan-Tblisi-Baku (BTC) che collega il mar Caspio al Mediterraneo Orientale, avvenuta il 13 luglio, il giorno prima dell'inizio dei bombardamenti, in presenza dei principali partner e azionisti del progetto, nonché i capi di Stato e i dirigenti di società petrolifere. Promotore e capogruppo del consorzio che si occuperà del progetto è la British Petroleum (30.1%); assieme a AzBTC (25.00%), Chevron (8.90%), Statoil (8.71%), TPAO (6.53%), Eni (5.00%), Total (5.00%), Itochu (3.40%), INPEX (2.50%), ConocoPhillips (2.50%) e Amerada Hess (2.36%).
Era presente anche il Ministro dell'Energia e delle Infrastrutture, ricevuto dal Presidente Turco e alcuni esponenti del Governo Inglese e Americano. La pipeline aggira e evita completamente il territorio della Federazione russa, transitando attraverso l'Azerbaijan e la Georgia, entrambe divenute dei "protettorati" degli Stati Uniti e con esse strette da un'alleanza militare, assieme ai paesi della Nato, oltre che dagli accordi di cooperazione militare con l'Israele. Nel 2005 hanno infatti ricevuto 24 milioni di dollari dall'America in contratti militari derivanti dal programma di finanziamento Militare .
Tale conduttura, se da un lato avvantaggia Israele dandole un notevole ruolo strategico nel Medioriente per proteggere così anche gli sbocchi sul Mediterraneo Orientale, va a intaccare l'area di influenza della Russia. Il bombardamento del Libano fa dunque parte di una road map militare machiavellicamente progettata e coordinata, perché la guerra avrà senz'altro una eco in Iran e Siria.
La pipeline di BTC, controllata da British Petroleum, ha sicuramente cambiato la geopolitica del Mediterraneo Orientale: l'Inghilterra e l'America hanno creato così un nuovo blocco con Azerbaijan, Georgia, Turchia ed Israele.
Le società petrolifere, attraverso tale asse di Stati, potranno attingere direttamente dai giacimenti del Mar Caspio, e attraverso il porto israeliano di Ashkelon si collegheranno al sistema di conduttura principale di Israele, e così al Mare Rosso. Questo darebbe un nuovo mercato di approvvigionamento alla Cina; il petrolio di Baku viaggerà dal porto turco di Ceyan passando per il porto di Eilat sino all'India e all'Estremo Oriente. Inoltre, nell'aprile del 2006, Israele e Turchia hanno annunciato la costruzione di quattro condutture subacquee che aggirerebbero la Siria e il Libano. È importate capire che queste linee non sono destinate esclusivamente al trasporto di petrolio, ma anche a quello del gas naturale, dell'elettricità e dell'acqua.
Non bisogna dimenticare che le risorse idriche dell'intera regione mediorientale sono detenute da Giordania e Turchia, la quale con un sistema di dighe e deviazione dei corsi ne conserva il controllo, con il conseguente potere di potere da un giorno all'altro prosciugare il Tigri e l'Eufrate e la stessa Israele. Per tale motivo la pipeline turco-israeliana ha un grande valore strategico perché potrà portare le risorse del Tigri e dell'Eufrate in Anatolia, mettendo in ginocchio Siria ed Iraq.
Il corridoio dell'Asia Centrale che va ad alimentare il Mediterraneo Orientale, sotto la protezione militare israeliana, per riesportarlo in Asia, serve innanzitutto a minare il sistema di corridoi che collegano Asia Centrale, Russia ad Asia Meridionale, nonché Cina e l'Estremo Oriente. Questo disegno può indebolire il ruolo della Russia in Asia Centrale, in quanto potrebbe sottrarle il ruolo di leader nella fornitura di petrolio e gas alla Cina, e può anche isolare l'Iran. È ovvio che questa gara di accaparramento dei mercati tra British Petroleum e Gazprom si traduce in una vera e propria guerra tra Stati, perché in realtà gli Stati non esistono più, i loro politici siedono nei consigli di amministrazione delle società divenendone i portatori di quegli interessi. Le condutture della Gazprom si estendono come ragnatela sino alla Georgia, e hanno un collegamento con la Turchia mediante la Blustream che da Djubga, in Russia, giunge a Samsun, in Turchia; poi attraversano il Turkemenitan sino all'Afganistan per poi connettersi con la grande pipeline dell'Iran.
Infatti Mosca, nel frattempo, ha risposto all'asse americano-israeliano-turco con la militarizzazione della costa del Mediterraneo orientale con un progetto per impiantare una base navale russa nel porto Siriano di Tartus, che si trova a 30 km dal confine libanese. Inoltre, Mosca e Damasco hanno stretto un accordo di modernizzazione delle forze d'aria della Siria, dei suoi MIG-29 così come del suo sottomarino.
Il percorso della conduttura sotterranei non abusano apertamente della sovranità territoriale del Libano e della Siria, mentre lo sviluppo di corridoi in superficie richiederebbe la militarizzazione della linea costiera del Mediterraneo orientale, estendendosi dal porto di Ceyhan attraverso Siria e Libano al confine libanese-israeliano. La guerra dunque dà proprio la possibilità alla British Petroleum, e a tutto il consorzio della BTC, di aprire uno squarcio in quella fitta nebbia di stati che dà la possibilità ad Israele di controllare un territorio enorme che si estende dal confine libanese attraverso la Siria a Turchia.
Il sacrificio di centinaia di vittime del Libano evidentemente è necessario perché il controllo dei corridoi è adesso di fondamentale importanza perché consente il futuro approvvigionamento delle risorse. Non ci riferiamo esclusivamente al petrolio o al gas, ma soprattutto all'acqua e all'elettricità in quanto sono queste le fonti di energia che alimenteranno le nostre industrie e le nostre economie.
Ciò che accade per i corridoi del Libano è già accaduto in Jugoslavia e in Albania, o in Afganistan, è storia vecchia, la conosciamo benissimo: la guerra di oggi porterà domani al caos, alla confusione in quanto l'unico modo per controllare una nazione è creare conflitti interni, nonché guerriglie tra resistenza e occupanti. Tutti sono coinvolti, per questo non abbiamo ancora assistito al cessate il fuoco ufficiale, e man mano che il conflitto prosegue vediamo come prendono forma i blocchi che si contrappongono: Russia e Francia, Inghilterra-Usa-Turchia-Israele. Non abbiamo citato la Cina, in quanto sebbene si sia schierato accanto alla Russia, la sua economia reale dipende troppo dall'America mentre la politica energetica dalla sua antagonista: la sua posizione potrebbe cambiare da un momento all'altro, soprattutto con l'avanzare della crisi del dollaro, oppure potrebbe essere sempre statica.
L'Iran dal suo canto, può sicuramente contare sulla difesa della Russia, ma sa bene che può resistere solo con una guerra psicologica che faccia a tutti capire la sua grande pericolosità.
Come è stato spesso chiarito, se si combatte questa guerra e se le potenze occidentali si mobilitano per accordarsi è perché vi sono segreti da proteggere, interessi da coltivare e risorse da depredare.
È la guerra per tenere in piedi il vecchio capitalismo, per l'accaparramento dei traffici delle merci e delle materie energetiche, ma è soprattutto la guerra per l'acqua.
È trascorsa infatti nel silenzio l'inaugurazione della pipeline di Ceyhan-Tblisi-Baku (BTC) che collega il mar Caspio al Mediterraneo Orientale, avvenuta il 13 luglio, il giorno prima dell'inizio dei bombardamenti, in presenza dei principali partner e azionisti del progetto, nonché i capi di Stato e i dirigenti di società petrolifere. Promotore e capogruppo del consorzio che si occuperà del progetto è la British Petroleum (30.1%); assieme a AzBTC (25.00%), Chevron (8.90%), Statoil (8.71%), TPAO (6.53%), Eni (5.00%), Total (5.00%), Itochu (3.40%), INPEX (2.50%), ConocoPhillips (2.50%) e Amerada Hess (2.36%).
Era presente anche il Ministro dell'Energia e delle Infrastrutture, ricevuto dal Presidente Turco e alcuni esponenti del Governo Inglese e Americano. La pipeline aggira e evita completamente il territorio della Federazione russa, transitando attraverso l'Azerbaijan e la Georgia, entrambe divenute dei "protettorati" degli Stati Uniti e con esse strette da un'alleanza militare, assieme ai paesi della Nato, oltre che dagli accordi di cooperazione militare con l'Israele. Nel 2005 hanno infatti ricevuto 24 milioni di dollari dall'America in contratti militari derivanti dal programma di finanziamento Militare .
Tale conduttura, se da un lato avvantaggia Israele dandole un notevole ruolo strategico nel Medioriente per proteggere così anche gli sbocchi sul Mediterraneo Orientale, va a intaccare l'area di influenza della Russia. Il bombardamento del Libano fa dunque parte di una road map militare machiavellicamente progettata e coordinata, perché la guerra avrà senz'altro una eco in Iran e Siria.
La pipeline di BTC, controllata da British Petroleum, ha sicuramente cambiato la geopolitica del Mediterraneo Orientale: l'Inghilterra e l'America hanno creato così un nuovo blocco con Azerbaijan, Georgia, Turchia ed Israele.
Le società petrolifere, attraverso tale asse di Stati, potranno attingere direttamente dai giacimenti del Mar Caspio, e attraverso il porto israeliano di Ashkelon si collegheranno al sistema di conduttura principale di Israele, e così al Mare Rosso. Questo darebbe un nuovo mercato di approvvigionamento alla Cina; il petrolio di Baku viaggerà dal porto turco di Ceyan passando per il porto di Eilat sino all'India e all'Estremo Oriente. Inoltre, nell'aprile del 2006, Israele e Turchia hanno annunciato la costruzione di quattro condutture subacquee che aggirerebbero la Siria e il Libano. È importate capire che queste linee non sono destinate esclusivamente al trasporto di petrolio, ma anche a quello del gas naturale, dell'elettricità e dell'acqua.
Non bisogna dimenticare che le risorse idriche dell'intera regione mediorientale sono detenute da Giordania e Turchia, la quale con un sistema di dighe e deviazione dei corsi ne conserva il controllo, con il conseguente potere di potere da un giorno all'altro prosciugare il Tigri e l'Eufrate e la stessa Israele. Per tale motivo la pipeline turco-israeliana ha un grande valore strategico perché potrà portare le risorse del Tigri e dell'Eufrate in Anatolia, mettendo in ginocchio Siria ed Iraq.
Il corridoio dell'Asia Centrale che va ad alimentare il Mediterraneo Orientale, sotto la protezione militare israeliana, per riesportarlo in Asia, serve innanzitutto a minare il sistema di corridoi che collegano Asia Centrale, Russia ad Asia Meridionale, nonché Cina e l'Estremo Oriente. Questo disegno può indebolire il ruolo della Russia in Asia Centrale, in quanto potrebbe sottrarle il ruolo di leader nella fornitura di petrolio e gas alla Cina, e può anche isolare l'Iran. È ovvio che questa gara di accaparramento dei mercati tra British Petroleum e Gazprom si traduce in una vera e propria guerra tra Stati, perché in realtà gli Stati non esistono più, i loro politici siedono nei consigli di amministrazione delle società divenendone i portatori di quegli interessi. Le condutture della Gazprom si estendono come ragnatela sino alla Georgia, e hanno un collegamento con la Turchia mediante la Blustream che da Djubga, in Russia, giunge a Samsun, in Turchia; poi attraversano il Turkemenitan sino all'Afganistan per poi connettersi con la grande pipeline dell'Iran.
Pipeline di Gazprom in Asia Centrale
Il percorso della conduttura sotterranei non abusano apertamente della sovranità territoriale del Libano e della Siria, mentre lo sviluppo di corridoi in superficie richiederebbe la militarizzazione della linea costiera del Mediterraneo orientale, estendendosi dal porto di Ceyhan attraverso Siria e Libano al confine libanese-israeliano. La guerra dunque dà proprio la possibilità alla British Petroleum, e a tutto il consorzio della BTC, di aprire uno squarcio in quella fitta nebbia di stati che dà la possibilità ad Israele di controllare un territorio enorme che si estende dal confine libanese attraverso la Siria a Turchia.
Il sacrificio di centinaia di vittime del Libano evidentemente è necessario perché il controllo dei corridoi è adesso di fondamentale importanza perché consente il futuro approvvigionamento delle risorse. Non ci riferiamo esclusivamente al petrolio o al gas, ma soprattutto all'acqua e all'elettricità in quanto sono queste le fonti di energia che alimenteranno le nostre industrie e le nostre economie.
Ciò che accade per i corridoi del Libano è già accaduto in Jugoslavia e in Albania, o in Afganistan, è storia vecchia, la conosciamo benissimo: la guerra di oggi porterà domani al caos, alla confusione in quanto l'unico modo per controllare una nazione è creare conflitti interni, nonché guerriglie tra resistenza e occupanti. Tutti sono coinvolti, per questo non abbiamo ancora assistito al cessate il fuoco ufficiale, e man mano che il conflitto prosegue vediamo come prendono forma i blocchi che si contrappongono: Russia e Francia, Inghilterra-Usa-Turchia-Israele. Non abbiamo citato la Cina, in quanto sebbene si sia schierato accanto alla Russia, la sua economia reale dipende troppo dall'America mentre la politica energetica dalla sua antagonista: la sua posizione potrebbe cambiare da un momento all'altro, soprattutto con l'avanzare della crisi del dollaro, oppure potrebbe essere sempre statica.
L'Iran dal suo canto, può sicuramente contare sulla difesa della Russia, ma sa bene che può resistere solo con una guerra psicologica che faccia a tutti capire la sua grande pericolosità.