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14 febbraio 2011

Collaterali nei Balcani: garanzie per riciclaggio di denaro e traffici illeciti


Il sequestro in Italia di una ingente quantità di collaterali al portatore Federal Reserve, per un valore di oltre 20 miliardi di dollari, hanno riacceso l'allarme sulla diffusione di titoli carta-straccia nel mercato bancario e finanziario. Il pacchetto di 40 obbligazioni datati nel 1930 e denominati ciascuno per circa 500 milioni di dollari, secondo gli inquirenti, sono il risultato di un'ottima e dettagliata tecnica di falsificazione. Sono destinati a fungere da garanzia per operazioni di riciclaggio di denaro sporco o transazioni illecite, con la complicità di società fiduciarie ed istituti di credito. E' avvolta invece da mistero la loro provenienza e, sulla base di alcune informazioni ufficiose trapelate presso gli inquirenti, i titoli provengono da un Ministro albanese che li avrebbe ricevuti da un intermediario della Repubblica Popolare Cinese. Questo dettaglio va così a confermare che i Paesi dei Balcani, ed in particolare l'Albania, sono oggi diventati dei mercati molto attraenti per questo genere di transazioni, sia grazie all'assenza di controlli e alla scarsa conoscenza di queste operazioni finanziarie, sia per la diffusione di traffici illeciti di armi, droga e rifiuti.

Questo tipo di titoli falsi sono caratterizzati dal fatto che riportano cifre molto elevate (centinaia di milioni di dollari) che spesso sono inverosimili per la data di emissione (anni 1930-1950), e sono al portatore, tale che il possesso vale come proprietà. Il traffico di questi titoli viene organizzato mediante delle vere centrali tramite mercati neri, usando avvocati, brokers,personaggi affiliati a massonerie e organizzazioni nate in paradisi fiscali, che vivono nelle pieghe del sistema finanziario e politico. Si tratta di ambienti che crescono in quei Paesi ancora in via di sviluppo, ed in questo i Balcani rappresentano in vero e proprio vespaio. Montenegro, Albania, Kosovo, Macedonia, Bosnia, sono Paesi del tutto controllati da gruppi bancari, e che sono stati trasformati in crocevia per smerciare e rastrellare titoli. Singoli brokers, collegati a società di traders e poi a fiduciarie di importanti banche d’affari, comprano sulle piazze di Zurigo o di Parigi un certo quantitativo di collaterali negoziabili, ciascuno dei quali dotato di una perizia e di un certificato. Una volta acquistati i titoli cominciano a circolare sul mercato bancario e finanziario, e le prime transazioni saranno indispensabili per confermare l'autenticità e l'affidabilità degli stessi, e così infondere fiducia nei futuri acquirenti. I titoli circolano fino a quando non giungono nelle mani di imprenditori o di organizzazioni criminali, che li utilizzeranno a garanzia di operazioni di riciclaggio di denaro o di vendita di armi, di droga o rifiuti.


Nella pratica, le banche decidono di accettare grandi quantità di contante ( ad esempio 800.000 dollari ) garantite da collaterali per ( 1 milione di dollari) che verranno poi incamerati ed imputati a riserva o a deposito. Allo stesso modo, tali titoli possono essere consegnati a fronte di partite di traffici illeciti, come valore al portatore a garanzia del trasferimento di denaro. In un momento successivo il titolo viene utilizzato dalla banca a garanzia di aumenti di capitale o di ricapitalizzazioni, che nella maggior parte delle volte, devono coprire perdite o manipolare un bilancio per garantire il rialzo delle quotazioni o del rating. In caso di controlli, le banche possono decidere di passare alla svalutazione delle riserve denunciando di aver subito una truffa da parte dei brokers. Ricordiamo infatti i molteplici casi di condanna di singoli intermediari durante il grande boom della crisi finanziaria globale, ma anche i fallimenti di massa che hanno causato la scomparsa di grandi gruppi bancari. Dunque, le transazioni sono organizzate per la reciproca utilità di banche e organizzazioni criminali, e spesso anche dai Governi che scelgono di accettare come autentici i titoli sequestrati. Le autorità statali che sequestrano i titoli, di fatti, possono in via unilaterale riconoscerli come autentici, e scontare parte del loro valore. Non a caso, il traffico dei titoli si intensifica a ridosso di crisi finanziarie, che spinge gli Stati ad utilizzare i collaterali per l'emissione di moneta mediante il finanziamento di opere pubbliche o progetti di organizzazioni non governative. Nel caso in cui le autorità non provino che i titoli sono destinati ad operazioni illecite, essi devono essere restituiti in quanto la legge non punisce la detenzione di titoli obbligazionari esteri falsi. E' così che i titoli vengono dissequestrati e reimmesi sul mercato nero, per continuare ad essere riutilizzati in operazioni illecite.


Per chiarire tali pratiche finanziarie, abbiamo intervistato l'avvocato Jonathan H. Levy, nonchè professore di Scienze Politiche, che di recente sta seguendo il processo per il recupero fondi per il Kuomintang in relazione ai Chinese Gold Bonds, esperto nel settore delle obbligazioni statali e delle operazioni antiriciclaggio. L'avvocato Levy ha accettato di rispondere alle nostre domande, illustrando la sua esperienza con questo tipo di casi e i loro più controversi risvolti.

Di recente è stata sequestrata in Italia una serie di titoli collaterali FED, denominati per 500 milioni di dollari ciascuno, per un totale di 20 miliardi. Lei ritiene che questo tipo di collaterali siano autentici?
Sono sicuro al 100% sicuro che non si tratta di strumenti finanziari autentici emessi dal governo statunitense. La Federal Reserve nega che questo tipo di "bonds" siano emessi da tale istituzioni. Sul mercato nero dei bond è cosa nota il fatto che questo tipo di collaterali esistono, ma la loro emissione è avvolta dal mistero, ma molto probabilmente hanno origine in Cina, e la data della loro creazione puo essere anche negli anni precedenti al 1950. Alcuni sono praticamente delle copie false dei bonds emessi prima del 1950, quindi sono falsificazioni dei falsi.


Qual è la differenza tra i titoli cinesi e quelli americani?

In circolazione è possible trovare gold-bonds cinesi (titoli auriferi) emessi prima del 1950, ma messi fuori corso a partire dal 1939. Hanno come contro-valore ipotetico le corrispondenti quantità d’oro ed un valore di sconto effettivo. Gli scambi di bonds cinesi godono di un elevato tasso di sconto sulla Borsa di Valori di Parigi. Al contrario, i cosiddetti “Fed Bonds” non hanno un mercato di riferimento legale, perché non è noto l’emittente o la loro provenienza. Entrambi (cinesi e americani) sono però utilizzati come collaterali, come elementi di scambio per diverse transazioni a titolo di garanzia.


A che tipo di operazioni fa riferimento?

I bond con un valore nominale elevato o un contro-valore in oro sono utilizzati come collaterali o come schermo per operazioni di riciclaggio di denaro. L'utilizzo dei collaterali (come garanzia) può essere discutibile (oggetto di controversia) nel caso di obbligazioni emesse dal governo cinese, ma l'uso dei Fed Bonds è senza dubbio criminale. In altre parole, il possesso dei Federal Bonds non è illegale, ma il loro utilizzo è criminale. Le obbligazioni cinesi, invece, potrebbero essere utilizzate per commettere una truffa, ma non è illegale il loro uso o il loro commercio.


Che tipo di organizzazioni o entità utilizzano questi titoli?

I bonds falsi si trovano ovunque, sui mercati immobiliari, finanziari o bancari, e come garanzie su registri patrimoniali di bilancio. Possono tuttavia trovarsi nelle mani dei organizzazioni di stampo mafioso, di banche corrotte e di società che pongono in essere transazioni illecite utilizzando tali titoli come garanzie.


A suo parere, i titoli, dopo il loro sequestro, vengono riutilizzati e reimmessi nel mercato?

I titoli sequestrati in Italia non possono avere un uso legittimo, tuttavia il loro possesso non dovrebbe essere un reato , ma non si può passare la frontiera con titoli che non abbiano un valore reale e riconosciuto ( dalle istituzioni finanziarie). A meno che le autorità non provino che questi bonds sono destinati ad attività criminali, essi dovrebbero essere restituiti.