Motore di ricerca

22 marzo 2011

L'ultima mano di poker dei Perdenti


Roma - Con il lancio del primo F16, Mister Sarkozy smette di essere un capo di Stato per rivestire il ruolo di braccio armato della Total, di GdF e delle lobbies dell'uranio, gettando fango su quegli ideali di "Liberté, Egalité e Fraternité" che solo secoli fa resero grande la Francia. Sarà così ricordato nella storia come un "giocatore di poker" che, dopo aver perso la sua ennesima partita, diventa un folle e spara sulla folla. Per vincere le elezioni il prossimo anno, e rifarsi della lunga serie di figuracce, Sarkozy va a bombardare un Paese, facendo regredire la nostra cara Europa al periodo colonialista, se non a quello dei barbari, dove vigeva la legge del 'saccheggiare e ritornare con il bottino di guerra'. Coalizione di volenterosi, Missioni di pace, tutela dei civili, è questo il vocabolario delle moderne crociate per compiacere i padroni, una nuova guerra nel Mediterraneo. Se le nostre intelligence non se ne fossero ancora accorte - e dunque è il momento di svegliarsi, di guardare in faccia la realtà, visto che le lotterie delle promozioni sono finite - ci stanno portando la guerra di prepotenza e con violenza in casa, e basta un attimo a far saltare tutto in aria.


Vogliamo però ricordare ai grandi analisti com'è cominciata questa guerra, e dunque nel 2000 con una stupida partita di calcio 'Tripoli-Bengasi' che ha avuto delle ripercussioni sino al febbraio di quest'anno. Saadi, figlio di Gheddafi ed ex calciatore del Tripoli (favorito nel corso di una partita truccata) si reca a Bengasi per trattare l'arresto di un avvocato. La città, memore dell'affronto di anni fa, sferra contro di lui una rappresaglia e lo circonda in un albergo; con l'arrivo di una brigata di 1500 uomini per salvarlo vengono uccisi 232 persone, i ribelli saccheggiano le caserme e fanno scorta di armi e munizioni. La rivolta giunge anche a Tripoli, ma ad attendere i rivoltosi ci sono le truppe di Gheddafi. Tutto questo perchè un 'somarello' con la scritta 'Saadi' viene fatto girato per le strade di Bengasi. Questo le intelligence francesi lo sanno benissimo, o forse lo ignorano di proposito.


In un sol colpo la Francia distrugge l'Europa, rompendo l'asse franco-tedesco, e l'equilibrio del Mediterraneo, in cui la Libia era fondamentale. Molte sono le riserve su Gheddafi, come leader e come personaggio storico, ma al suo tavolo si sono seduti i più grandi potenti del mondo, come ultimo baluardo dello storico compromesso tra Occidente e Africa. Siamo nelle mani di pazzi che hanno perso la ragione, ed utilizzano ogni più infimo strumento per destabilizzare il Mediterraneo, l'Europa, sino a Balcani. Nessun Paese è al sicuro da questa 'banda di debosciati' che colpisce alla cieca nascondendo, dietro le cosiddette 'rivoluzioni colorate', bande armate ed eserciti di mercenari. E' inutile parlare degli americani, non sprecheremo fiato, hanno sempre detto come la pensavano. Tuttavia, dinanzi alla follia di Francia e Inghilterra, persino Washington alza le mani, presa alla sprovvista dall'intenzione di bombardare, ancor prima di avere la risoluzione per la no-fly zone tra le mani. Tutto questo è fuori da ogni logica, nonostante non sia tanto inaspettata, visto che le pressioni franco-britannico sul Nord Africa erano evidenti sin dalla deposizione di Ben Ali. Il messaggio di Berlusconi è stato infatti chiaro: nessuna azione militare sotto il comando della Francia, solo dietro una decisione della NATO ci sarà un intervento. L'incoscienza di Parigi è divenuta sin troppo evidente e, dopo il no di Germania, Turchia e Italia, ci si aspetta che sia seriamente ridiscussa questa 'missione di pace'.


La guerra in Jugoslavia è stata sbagliata, un'aggressione, quella dell'Iraq e dell'Afghanistan manipolata, e ora questa in Libia è davvero assurda e da nessuno concepita. In prima linea vediamo proprio i più grandi perdenti dalla crisi globale ed energetica, Francia e Inghilterra, che ormai fuori dai grandi progetti di ripresa, aprono il fuoco armando terroristi e multinazionali. Sono ormai Stati che non rappresentano più le volontà popolari, hanno utilizzato e manipolato i media, i quali si sono a loro volta resi complici di un crimine contro l'umanità. Anche la questione della Nato è solo una propaganda, inscenata all'indomani della visita di Putin nei Balcani, con lo scopo di placare i toni. In realtà la situazione è totalmente fuori controllo, e i cosiddetti internazionali non hanno per nulla il polso della situazione, troppo occupati a contrastare la pioggia di ricatti mediatici crollata sulle loro spalle. Si tenga però a mente che una valanga di Kamikaze salterà fuori, ed è meglio stare un po' più attenti e non copiare e rincollare le dichiarazioni di alcuni leader. Un esempio valga per tutti: il Presidente dell'entità serba della Bosnia avverte che il Paese è sull'orlo della disintegrazione, al pari della Jugoslavia. Parole che non vogliono dire nient'altro che, qualora la Federazione non sarà in grado di fare una specie di Governo e approvare in Bilancio per sbloccare stipendi e contratti, non si sa come andrà a finire.


Purtroppo i media italiani, pagati e finanziati da lobbisti, sanno ben poco cosa sta accadendo, perchè hanno sempre mentito e disinformato, al soldo di potenti gruppi di interesse. Hanno messo su uno spettacolo per il popolino, fatto di falsi eroi della lotta alla mafia, falsi cronisti, falsi direttori, false notizie. Viviamo in un'epoca tragica e difficile, che ci porterà la guerra in casa, la vivremo non più in un telegiornale, ma con una serie di attentati, che andranno a creare una strategia della tensione, senza sapere come finirà. In questi anni abbiamo assistito ad una serie di menzogne, e oggi siamo obbligati a dare il nostro contributo, anche senza il nostro volere, questa guerra non è una guerra di pace, ma solamente un atto ipocrita, vergognoso, e pagheremo le nostre scelte con il giusto prezzo. Se da una parte ci sono dittatori, terroristi e santoni, dall'altra ci sono i volenterosi, i paladini della "società aperta", della democrazia e della giustizia. L'unico filo conduttore resta il desiderio di spartirsi i guadagni in Borsa e fonti energetiche, per poi indire conferenze di pace.