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30 agosto 2013

La nuova Al Qaida

Sulle ceneri del mito di Al-Qaida, archiviato con la scomparsa di Bin Laden, ha preso forma per poi rafforzarsi sempre più nel Medio Oriente un nuovo fenomeno terroristico, che fonde l'ideologia wahhabita con aspirazioni imperialiste. E' lo Stato Islamico di Iraq e Levante (Dawlat al-ʾIslāmiyya fi al-'Iraq wa-l-Sham - profilo Facebook), detto anche ISIS, il cui leader è Shaker al-Wahiyib Fahdaoui. L'intelligence francese lo ha già definito "il nuovo capo di Al Qaida", accreditando così il ruolo di questo movimento nello senario di destabilizzazione del mondo arabo ed in particolare dell'Iraq e della Siria. Succeduto ad Abu Musab al-Zarqawi, morto nel 2006, Fahdaoui mostra il suo volto in un video apparso il 25 agosto sul web, in cui trucida tre autotrasportatori siriani che percorrono una strada nell'Iraq occidentale. Nelle immagini, Fahdaoui è l'unico che svela il suo volto, mentre i suoi uomini indossano un passamontagna, ostentando crudeltà e sicurezza, mettendo in scena un atto dimostrativo da divulgare come propaganda, e da diffondere attraverso i media esteri.  Infatti, dal momento della pubblicazione del video, Fahdaoui è diventato l'uomo più rappresentativo dell'ISIS, ormai espressione della frangia più estrema del terrorismo islamico di matrice wahhabita.

ISIS trucida camionisti siriani in Iraq
  "Il video mostra Fahdaoui che interroga quattro camionisti fermati in Iraq, chiedendo loro l'appartenenza religiosa. Tre affermano inizialmente di essere sunniti, ma riuscendo a rispondere a quante volte occorre inchinarsi in una particolare preghiera, dicono in realtà di sono alawiti, un ramo degli sciiti, a cui appartiene anche Assad. Fahdaoui quindi fa allineare i tre uomini lungo la strada e li liquida a sangue freddo, prima di rilasciare il quarto, un sunnita."
Nasce quindi nella Iraq "liberata dagli Americani" la nuova Al Qaida, un'armata di guerriglieri votata alla distruzione dei governi arabi, da assoggettare al caos del terrorismo e dell'anarchia. 
"Non smetteremo mai di combattere fino a quando non si alzerà la voce della preghiera sino a Roma", ha diramato di recente un portavoce del movimento, lasciando quindi intendere - secondo l'ideologia wahhabita - che "nessuno potrà fermare questa armata sino ai confini della cristianità", sconfiggendo nel loro cammino tutti i governi arabi musulmani per farne uno solo, ossia la  "in cui tutti i musulmani saranno dalla Mecca a Roma", citando il Corano.  In altra parole, affermano che la loro guerra sarà inarrestabile fino a che non venga creata la "khelafa " islamica, cioè un governo islamico wahabita, che comprende Iraq, Libano, Giordania e Siria. Il loro obiettivo, quindi, è di innescare guerriglie in tutta l'area mediorientale per far cadere i Governi, e creare così un terra senza capi, dove potersi muovere in piena libertà su territori assoggettati al loro controllo. 

E' questa la nuova "terra promessa", "la guerra totale", che Al Qaida deve promettere ai suoi guerriglieri per avere ancora credibilità a livello internazionale e reclutare nuove leve disposte a dare la vita  per la gloria di Allah. Nei fatti Al Qaida quasi non esiste più, è semplicemente un mito ideologico, che tuttavia continua ad essere motivo di alleanza tra le bande criminali e terroristiche del Medio Oriente. Le fazioni  più estreme sono confluite nell'ISIS, mentre altre si sono collocate nella Aqmi - Al Qaida nel Magrheb islamico. E proprio nel Nord Africa stanno avanzando sempre di più, diffondendo caos in Tunisia e Algeria, ed infiltrando la Fratellanza Musulmana: ai propri seguaci chiedono di  mostrare la loro fede tramite la violenza, e quanto più è efferata la loro condotta, tanto più giusta è la guerra islamica.  

Da notare come questa nuova frangia terroristica abbia preso forma proprio in Iraq, nonostante parte del territorio sia sotto il contro dell'America e dell'Alleanza Atlantica, e qui abbia acquisito armi e mezzi finanziari. Grande sponsor resta il Qatar, che ha finanziato le spedizioni dei guerriglieri in Siria, ma anche in Egitto e Libia, come anche l'Arabia Saudita, con il supporto finanziario ed ideologico delle sette wahhabite e salafite. L'obiettivo della destabilizzazione del Medio Oriente potrebbe quindi avvicinarsi allo scenario preconizzato da Al Qaida, con un'incursione "lampo" degli Stati Uniti che consenta solo di indebolire Assad, in modo da far avanzare i guerriglieri, per poi lasciare l'intera area nel disordine più totale per prepararla all'auto-distruzione.