Barack Obama era stato mostrato come un trofeo,
come il Presidente della democrazia diretta, partecipata, insomma
“il nuovo”. Eppure, il suo insediamento ha dato inizio ad un nuovo ciclo di
guerre ed instabilità nel mondo, dalle primavere arabe sino all'eccidio della
Libia, mentre oggi si prepara a colpire la Siria.
Circa sei mila mercenari della Blackwater
stanno preparando un attacco sul territorio siriano, dando inizio alla prima
guerra privata delle Corporation sulla via di Damasco. E’ così partito il
reclutamento nei più bassi sottofondi dei ‘cani da guerra’: sono accettati
debosciati, cocainomani, debitori di gioco, detenuti del braccio della morte, violentatori
e assassini.
Intanto, la macchina della propaganda è già
stata azionata, su regia di Al Jazeera, per creare la finzione mediatica necessaria
per ottenere il benestare formale delle Nazioni Unite. Molti i video falsi, e
quei pochi veri che sono in giro sono stati fatti dai carnefici.
Un dei casi più evidenti sono i cosiddetti
elicotteri venduti ad Assad dal Governo di Mosca, per i quali è stata
presentata come prova un filmato di You Tube. Effettivamente quell’aereo
esiste, ma in realtà è un cimelio da museo, fermo in esposizione da 20 anni.
Queste, quindi, le famose informazioni del Dipartimento di Stato Americano,
declamate in diretta internazionale da Hillary Clinton come testimonianze del “regime
di Assad”. Lo stesso regime che, guidato da Afez Al Assad, fu consacrato da
Richard Nixon. Oggi l’America è pronta a negare quel patto, e
ad inviare 6000 mercenari pronti a saccheggiare un popolo sovrano. Questo ed
altro ancora è il presidente venuto dalla democrazia dal basso: non ha chiesto un
esercito, ma una banda di mercenari, facendo ben peggio di Osama Bin Laden. Un
crimine di cui, ancora una volta, anche l’Italia si fa complice, con la
magistrale ‘opera diplomatica’ del nostro Ministro Terzi di Santagata, che ha
appoggiato questa messa in scena, anch’egli ormai servo delle Corporation.
Dinanzi a questo scempio, un solo appello: “Fuori
le Corporation dallo Stato”.
Confrontare le immagini del video con le foto
dell'elicottero custodito in un museo militare