Roma - Riceviamo a pubblichiamo la lettera della dirigenza de La Distributrice dei Fratelli Ladini rivolta all'ambasciatore italiano in Croazia, Emanuela D’Alessandro, il relazione alla risoluzione della controversia con lo Stato croato sulla Dalmatinka Nova.
Gentile Ambasciatrice,
abbiamo ricevuto, per posta normale lo scorso 6 giugno, la Vs. lettera dd. 24 maggio relativa al contenzioso che ci vede coinvolti con lo Stato Croato in merito all’espropriazione illegale del ns. investimento a Sinj. Respingiamo con forza e decisione - e non accettiamo - le assurde manfrine circa la non partecipazione del Ministero degli Esteri alle spese dell’arbitraggio internazionale al quale adiremo per essere risarciti dalla truffa subita in Croazia.
L’adire all’arbitraggio internazionale è previsto dalla Convenzione italo-croata del 5/11/1996 ratificata dai Parlamenti dei due Paesi, ed a tutt’oggi pienamente valida, che non può in nessun caso – nemmeno dall’Ambasciata – essere dileggiata e trattata come soap opera!
Nella Convenzione (Protocollo – Disposizioni Generali – Punto 2 – capitolo d) è specificato che in presenza di violazioni delle norme di tutela degli investimenti “ciascuna Parte Contraente (Stato Italiano – Stato Croato) assicurerà i mezzi effettivi per avanzare reclami e far valere diritti relativi agli investimenti, relative autorizzazioni ed accordi di investimento”. I mezzi effettivi indicati, ovviamente, intendono la partecipazione alle spese legali – e non potrebbero essere altro – unico mezzo giuridico consentito alla parte lesa per ottenere la soddisfazione sulle ingiustizie subite.
Gentile Ambasciatrice,
abbiamo ricevuto, per posta normale lo scorso 6 giugno, la Vs. lettera dd. 24 maggio relativa al contenzioso che ci vede coinvolti con lo Stato Croato in merito all’espropriazione illegale del ns. investimento a Sinj. Respingiamo con forza e decisione - e non accettiamo - le assurde manfrine circa la non partecipazione del Ministero degli Esteri alle spese dell’arbitraggio internazionale al quale adiremo per essere risarciti dalla truffa subita in Croazia.
L’adire all’arbitraggio internazionale è previsto dalla Convenzione italo-croata del 5/11/1996 ratificata dai Parlamenti dei due Paesi, ed a tutt’oggi pienamente valida, che non può in nessun caso – nemmeno dall’Ambasciata – essere dileggiata e trattata come soap opera!
Nella Convenzione (Protocollo – Disposizioni Generali – Punto 2 – capitolo d) è specificato che in presenza di violazioni delle norme di tutela degli investimenti “ciascuna Parte Contraente (Stato Italiano – Stato Croato) assicurerà i mezzi effettivi per avanzare reclami e far valere diritti relativi agli investimenti, relative autorizzazioni ed accordi di investimento”. I mezzi effettivi indicati, ovviamente, intendono la partecipazione alle spese legali – e non potrebbero essere altro – unico mezzo giuridico consentito alla parte lesa per ottenere la soddisfazione sulle ingiustizie subite.
Ribadiamo che dopo 10 anni di peripezie ed illegalità di ogni genere che ci hanno prodotto danni per decine di milioni di euro, il tutto comprovato da chilogrammi e chilogrammi di documenti (Sentenze Tribunali e Procure croate, Perizie Giudiziarie, Pareri Legali ecc.) - documenti che sempre Vi sono stati notificati – non siamo più disposti a tollerare lo scaricabarile o atteggiamenti tipici del “non vedo, non sento, non parlo”!!!
L’Ambasciata ha anche come principale dovere l’assistenza e l’intervento di supporto ai suoi cittadini – nelle sedi Istituzionali competenti - nei casi di comprovata illegalità come l’espropriazione da noi subita. A maggior ragione tali interventi sarebbero dovuti essere messi in atto anche a seguito della perizia da Voi richiesta autonomamente al Vs. legale (Studio Avv. Anita Prelec del 1.07.2010) che palesemente conferma le ns. piene ragioni ed elenca le numerose violazioni della Convenzione da parte dello Stato Croato.
L’Ambasciata ha anche come principale dovere l’assistenza e l’intervento di supporto ai suoi cittadini – nelle sedi Istituzionali competenti - nei casi di comprovata illegalità come l’espropriazione da noi subita. A maggior ragione tali interventi sarebbero dovuti essere messi in atto anche a seguito della perizia da Voi richiesta autonomamente al Vs. legale (Studio Avv. Anita Prelec del 1.07.2010) che palesemente conferma le ns. piene ragioni ed elenca le numerose violazioni della Convenzione da parte dello Stato Croato.
L’Ambasciata, forte di 25-26 dipendenti stipendiati dal popolo italiano, nulla ha fatto in tutti questi anni per risolvere il ns. problema!!!
Le poche, scarne, timorose e riverenti letterine ai governanti croati hanno ringalluzzito ancor di più le loro istituzioni nel continuare le nefandezze contro di noi. Le scuse da Voi addotte di non ricevere - il più delle volte – nemmeno le risposte alle istanze fatte ai croati – vedi conferma inevasa del Min. Obradovic nell’incontro dello scorso 5 aprile - ci amareggiano ed offendono l’intelligenza non solo nostra, ma di tutti gli italiani.
Visto che nessuna protesta seria sin’ora è stata fatta sul nostro caso, Vi richiediamo gentilmente di indire una conferenza stampa nei Vs. uffici - alla quale parteciperemo - onde chiarire e pubblicizzare definitivamente il ns. problema.
Da ultimo Vi preghiamo che nei prossimi incontri che andrete ad organizzare con gli imprenditori italiani di non falsificare la realtà e di ben precisare i rischi e le difficoltà che potrebbero incontrare nell’operare in quel paese. Per evitare possibili incomprensioni future, ed arrabbiature non necessarie, siamo almeno a pregarVi di far annullare le Convenzioni bilaterali a suo tempo sottoscritte e da Voi ben poco considerate.
Le poche, scarne, timorose e riverenti letterine ai governanti croati hanno ringalluzzito ancor di più le loro istituzioni nel continuare le nefandezze contro di noi. Le scuse da Voi addotte di non ricevere - il più delle volte – nemmeno le risposte alle istanze fatte ai croati – vedi conferma inevasa del Min. Obradovic nell’incontro dello scorso 5 aprile - ci amareggiano ed offendono l’intelligenza non solo nostra, ma di tutti gli italiani.
Visto che nessuna protesta seria sin’ora è stata fatta sul nostro caso, Vi richiediamo gentilmente di indire una conferenza stampa nei Vs. uffici - alla quale parteciperemo - onde chiarire e pubblicizzare definitivamente il ns. problema.
Da ultimo Vi preghiamo che nei prossimi incontri che andrete ad organizzare con gli imprenditori italiani di non falsificare la realtà e di ben precisare i rischi e le difficoltà che potrebbero incontrare nell’operare in quel paese. Per evitare possibili incomprensioni future, ed arrabbiature non necessarie, siamo almeno a pregarVi di far annullare le Convenzioni bilaterali a suo tempo sottoscritte e da Voi ben poco considerate.
Gianfranco Ladini