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25 dicembre 2006

Pericolo di attentato all'Eurotunnel: un disastro annunciato


Minaccia di attentato al Tunnel della Manica da parte di un gruppo di militanti di Al Queda entro la fine dell'anno: è il comunicato della Direzione Generale di Sicurezza Esterna (DGSE) trasmesso il 19 dicembre, ricevuto in linea diretta dalla Cia. Viene così lanciato un allarme con elevato probabilità di rischio, accentrando l'attenzione su un obiettivo altamente delicato data la situazione attuale. La Etleboro da mesi ha preannunciato il Tunnel della Manica come obiettivo sensibile, e probabile bersaglio di un attentato, come evento eclatante per rispondere alla grave crisi finanziaria internazionale e della società Eurotunnel stessa ( La banda del Buco prepara il botto) .
Il tunnel che collega Francia e Inghilterra sta registrando forti perdite, e un “buco” al suo interno potrebbe risanarne la situazione grazie ai fondi della ricostruzione, e probabilmente aiutare a occultare delle prove pericolose, come delle scorie nucleari, giacenti sul fondo dopo l'affondamento di una nave che ha spinto i governi a bloccare la pesca in quella zona. La società Eurotunnel è in bancarotta, sta sfiorando da mesi il fallimento e solo l'approvazione del piano di ristrutturazione del debito da parte dell'assemblea degli obbligazionisti, dei creditori, soprattutto grandi banche d'affari, e degli azionisti è riuscito ad evitare il lastrico. Un piano questo per sanare un debito di circa 9 miliardi di euro, mediante la creazione di una nuova società, battezzata Gruppo Eurotunnel, che per l'87% sarà di completa proprietà dei suoi creditori. Questa lancerà un'offerta pubblica di scambio (OPA) sulle azioni dell'attuale struttura quotata e sottoscriverà un prestito di 4,16 miliardi di euro presso un consorzio bancario internazionale, e approverà l'offerta di finanziamento integrale da parte di Citigroup, di Goldman Sachs e Deutsche Bank. L'attuazione del piano è prevista per marzo dell'anno venturo, tuttavia il lancio di questo allarme provocherà un grande sconvolgimento dello stesso, forse un aumento delle quotazioni stesse, che diventeranno ancora più rischiose, e darà ai creditori diritto a maggiori interessi o maggiori quote di proprietà nel gruppo. La semplice notizia di un attentato, lanciata al mercato degli investitori in un momento così delicato per l'approvazione del piano di ristrutturazione, dà sicuramente adito a manovre speculative da parte delle Banche che intendono recuperare il loro investimento.

Se l'attentato andasse veramente in porto, costituirebbe quell'evento sconvolgente che potrebbe influire anche sulle sorti dell'economia internazionale. La vertiginosa caduta del dollaro non sembra arrestarsi, ormai la sua svalutazione è critica e preoccupante anche perché tutti gli Stati in contrapposizione agli Stati Uniti hanno cominciato a diversificare le riserve, ma soprattutto a cambiare la valuta di scambio per petrolio e gas. L'Iran ha ormai annunciato che scambierà petrolio solo con euro, e la sua posizione ferma e determinata è stata già condannata con sanzioni economiche pesantissime, nel tentativo di rimarginare le gravi conseguenze di tale scelta. Ormai la guerra strategica è stata da tempo combattuta, gli Stati si stanno scontrando sul campo diplomatico ed economico, e una prima battaglia è stata già vinta. La Russia ha annunciato la Borsa del Petrolio come centro nevralgico degli scambi di materie prime del Medioriente, avendo già accolto consensi e alleanze per la sua costruzione tra i principali produttori di petrolio e gas. L'Iran è riuscito a resistere alle minacce di un intervento armato da parte delle Nazioni Unite per le sue decisioni sulla politica energetica, e continua tutt'oggi a resistere alle pressioni internazionali. L'allarme terroristico lanciato dalle agenzie di intelligence anglossasoni e americane parlano di un attentato progettato in Pakistan, mediante cellule che si trovano in Iraq e in Siria: è ovvio che l'attenzione si riverserà sul Medioriente, su quegli "Stati canaglia" che covano fondamentalismi e piani terroristici.

Utilizzare Al Queda come strumento di guerra sortisce sempre un grande impatto mediatico, perché rappresenta un'arma invisibile, senza collegamento alcuno, capace di colpire ovunque e creare il panico diffuso mediante una semplice notizia. È chiaro invece che la politica e le forze internazionali e diplomatiche sono fallite dinanzi alla crisi economica internazionale, e ora non resta che osservare come gli Stati sono costretti a pagare la bancarotta delle società e di debiti delle Banche. I media tacciono, si parla di rumori di fondo, di velate rivelazioni di collaboratori delle intelligence: aspetteranno la fine dell'anno, nel pieno dei viaggi e delle vacanze "oltre-Manica", per lanciare ufficialmente l'allarme e creare il panico tra le persone. Dobbiamo aspettarci controlli e terrorismi psicologici ben peggiori dell'allarme di questo luglio in Gran Bretagna, e deliberatamente voluto per rendere l'evento ben più traumatico e sconvolgente.