In seguito allo scandalo delle intercettazioni illecite che avevano colpito grandi personalità politiche, Vodafone Grecia è stata condannata a pagare una multa per 76 milioni di euro, ossia 500,000 euro per ciascuno dei 106 telefoni messi sotto controllo. Furono infatti intercettati illegalmente diversi membri del governo, tra cui il Primo Ministro, il Ministero della Difesa Nazionale, il Capo della Polizia, la squadra antiterrorista ed un gran numero di membri di greci di organizzazioni attiviste.
La Vodafone è stato accusata di non aver adeguatamente protetto le proprie reti e di ostruzione della giustizia per aver provocati ostacoli e ritardi nello svolgimento delle indagini al momento in cui le intercettazioni sono state scoperte. Stando alle indagini ufficiali, tra l'agosto 2004 e il Marzo 2005 alcuni hacker, ignoti o appartenenti a qualche agenzia, hanno installato un software illegale riuscendo ad aggirare il sistema di sicurezza dell'IMS (Interception Managment System) dell'Ericsson. A scoprire la manomissione del sistema è stato l'Ing. della Vodafone, Costas Tsalikidis, rivelando che aveva ritrovato delle tracce di un spyware straordinariamente sofisticato all'interno della rete, che trasmetteva informazioni e registrazioni al centralino di un ufficio dell'Agenzia di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti e alla stessa ambasciata americana ad Atene. La stampa greca hanno infatti mosso fondati sospetti sugli Agenti Americani e sull'Intelligence Britannica, probabili colpevoli del sabotaggio dei sistemi, tuttavia il Governo, temendo lo scoppio di una vera guerra diplomatica con gli Stati Uniti, ordinò di mettere silenzio su tale voce.
In ogni caso, furono manomesse circa 22 bobine di registrazioni, e gli strumenti di ascolto utilizzati erano sicuramente molto più sofisticati di quanto hanno affermato i responsabili della Vodafone. Secondo Kostas Tsalikidis solamente il personale dell'Ericsson avrebbe potuto installare tali sistemi ed eventualmente attivari su richiesta dell'Intelligence Britannica.
Alle domande della magistratura l'Ericsson ammise che il Sistema di Gestione delle Intercettazioni era stato installato nelle centrali della Vodafone, ma non era mai stato attivato, tuttavia qualcuno è riuscito con un software illegale ad aggirare l'intero sistema di sicurezza, dando origine al più grande bug dei sistemi di comunicazione a livello Internazionale perché si è originato all'interno della società stessa, cosa che non è mai accaduta in passato.
L'Ericsson tenne a tal proposito a chiarire che erano due i tipi di software sotto accusa: il primo, sviluppato da Ericsson, che era stato installato sui cellulari Vodafone ma non era ancora stato attivato, il secondo, di origini ignote, era stato installato illegalmente nel sistema di Vodafone per attivare un software legale ed annullare le tracce del tracciamento.
Vodafone, dal suo canto, ha precisato che non furono mai informati di questa "caratteristica" dei telefoni, contraddicendo la versione di Ericsson che affermò di aver messo a parte di questo la compagnia telefonica.
Sistema di Gestione delle Intercettazione dell'Ericsson
In seguito all'apertura dell'inchiesta ufficiale, l'ingegnere greco viene trovato morto nel suo appartamento in circostanze misteriose, ma secondo gli inquirenti si è trattato di suicidio, per cui la sua morte non ha alcuna correlazione con le dichiarazione rilasciate. Un verdetto questo che non è stato mai accettato dai familiari che hanno depositato una denuncia contro ignoti per appropriazione indebita e falsificazione di documenti appartenenti al defunto ingegnere. La morte di Kostas Tsalikidis ha posto così un grave dubbio sull'eventuale responsabilità della Vodafone, che probabilmente ha subito eliminato l'evidenza della prove, ossia le tracce dello spyware e il collegamento con le cellule spie, come hanno testimoniato alcuni degli agenti che hanno seguito il caso.
Un caso analogo, anche se non connesso è quello che ha travolto la Telecom, con la morte dell'Ingegnere Adamo Bove, anch'egli suicidatosi gettandosi dal cavalcavia della tangenziale di Napoli, dopo aver intrapreso una collaborazione con la Magistratura durante le indagini sullo scandalo delle intercettazioni. Come Kostas Tsalikidis, Bove avevano scoperto qualcosa di anomalo all'interno dei sistemi di comunicazione, anche in questo caso, un bug che aveva manomesso la sicurezza interna della Telecom.
Le testimonianze di Bove mettono luce sui rapporti della Telecom e della stessa Pirelli con i servizi segreti italiani e molte agenzie private, che avevano così accesso ai sistemi di ascolto della società di telecomunicazione.
Occorre tuttavia capire i confini delle responsabilità delle intelligence, e quelle delle società di telecomunicazione e di telefonia. Queste, in quanto produttrici dei software e dei sistemi di comunicazione hanno modo di agire alla base, sono i controllori e i detentori delle registrazioni telefoniche: le intercettazioni nascono con il sistema stesso, ogni informazione, ogni discorso viene captato e inserito in una banca dati il cui accesso è riservato ancora a delle società private. Affermare che le società di telecomunicazioni effettuano intercettazioni è una tautologia, è ovvio che lo facciano perché è un qualcosa che nasce con il sistema stesso di comunicazione.
Tali considerazioni sono, per tale motivo, importanti al fine di individuare invece il ruolo delle intelligence, al cui interno agiscono delle entità molto pericolose, perché agiscono da contractors per le società private. Per cui, non dubitiamo la necessità di fare delle centrali di ascolto per motivi di sicurezza nazionale, tuttavia questo strumento è oggi nelle mani di personaggi che usano il loro potere all'interno dei servizi come copertura per svolgere il loro vero lavoro, per fare gli interessi dei privati, e non certo quelli dello Stato.
Se è scoppiato uno scandalo sul caso Vodafone Grecia è stato grazie all'intervento del governo che ha agito nei confronti della società di telecomunicazione Britannica con un'accusa ben precisa. Non possiamo dire che sia accaduto lo stesso in Italia, dove tale identico episodio è stato strumentalizzato per ridiscutere tutti i vertici del Sismi e consentire il cambio di potere, e per portare a buon fine un'operazione societaria, con la vendita di parte della Telecom. Infatti oggi le multinazionali utilizzano le cellule di ascolto per boicottare un proprio diretto concorrente, per minare la sicurezza dello Stato e sottomettere al giogo della privatizzazione e della liberalizzazione le politiche economiche. Allora, non dimentichiamo che il Sig. Prodi ha privatizzato la Telecom, tutte le società italiane, ha fatto delle privatizzazioni la sua strategia vincente, ma ha commesso ciò che in alcuni Stati è ritenuto un attentato alla sovranità popolare.
Allo stesso modo, oggi la condanna di queste grandi multinazionali sono rimesse nelle mani di singole persone in grado di rivelarne il trucco, ma chiaramente ormai lo Stato e le autorità sono completamente impotenti.
Non è possibile che dall'oggi al domani viene scoperta una regia occulta all'insaputa di tutti, ed è per tale motivo che occorre interrogarsi primariamente chi ha permesso alla Eriksson di produrre determinati software, non condannare chi li utilizza perché è chiaro che le intelligence lo usano per raggiungere determinati scopi. La centrale di ascolto esiste, sicuramente, e al momento che ne è stata scoperta una, già un'altra è stata attivata.
È invece evidente che il Sismi ha avuto delle forti guerre intestine, che alcuni dei suoi membri fungevano da fusibile e trasmettevano a sua volta informazioni riservate a terzi, probabilmente all'intelligence statunitense, per essere utilizzati poi per altri scopi. Ciò che è stato scoperto dagli addetti ai lavori non era un'attività di intercettazione, di per sé scontata, ma delle operazioni anomale, forse proprio l'esistenza di entità estranee a quel rapporto fiduciario Telecom-Sismi. Tuttavia, al momento della fuoriuscita delle informazioni, un gruppo di intervento immediato è entrato in azione per evitare che l'intero sistema fosse messo in discussione. Le operazioni dei servizi si svolgono sempre sotto il massimo riserbo, vi è il "segreto" su tali azioni e se dall'oggi al domani, i nomi dei dirigenti dei servizi sono coinvolti in gravi scandali, vuol dire che da colpevoli di un reato nei confronti dello Stato sono divenute le vittime di un sistema di potere, che sacrifica delle cellule per non pregiudicare l'intero apparato.
Abbiamo visto morire Pignero nel silenzio della stampa e della Autorità, oggi invece i capi del Sismi sono stati messi resi i capri espiatori dell'intero reato: è chiaro che loro pagheranno una colpa che non è loro. I veri colpevoli sono i ladri e i manipolatori con guanti bianchi che individuano la loro vittima studiando attentamente le sue mosse, colpendo sempre quella pedina che non può difendersi, che non ha un alibi. Essere un fiduciario dei servizi significa anche agire senza un contratto vero e proprio, sulla base di istruzioni che partono dall'alto che dovranno essere ritenute affidabili a attendibili senza discutere, occorre eseguire un ordine prestabilito. È dunque lo schema di potere che permette di compiere queste azioni: agire sotto un segreto significa agire a proprio rischio e sotto la propria responsabilità, in quanto non esisterà giustificazione a cui appellarsi, né prove né documenti.
Mentre oggi la colpa viene addossata completamente ai servizi o al governo, noi chiediamo invece che la Vodafone sia messa sul banco degli imputati e venga radiata dalla Comunità Europea per aver attentato alla sicurezza nazionale e alla Costituzione di uno Stato membro dell'Unione Europea. La Commissione e il Parlamento europeo devono a questo punto intervenire e chiedere la nazionalizzazione delle società delle telecomunicazione, onde sottomettere alla sorveglianza dello Stato i servizi di comunicazione e la creazione delle banche dati.