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01 dicembre 2006

L'ingresso della Turchia per risolvere la situazione di stallo dell'Economia Europea


Proprio in un momento in cui nessuno la attendeva, è arrivata l'interruzione "parziale" dei negoziati tra Turchia ed Unione Europa. All'indomani della visita del Papa Benedetto XVI e dell'ufficiale partenza dell'area euro allargata, fallisce in parte un progetto per l'integrazione e l'estensione dell'Unione Europea verso l'Oriente.
Bruxelles dunque ha annunciato che congelerà 8 dei 35 capitoli che riguardano i negoziati e sulla eliminazione delle restrizioni commerciali imposte alle merci cipriote, ritenuta invece inaccettabile per la Turchia. L'UE minaccia così di sospendere i negoziati di adesione a causa del fatto che la Turchia nega di applicare alla Repubblica di Cipro il protocollo di Ankara che estende l'unione doganale dell'UE ai dieci Stati entrati nel blocco europeo nel 2004, ossia di lasciare entrare nei suoi porti ed aeroporti le navi ed aerei ciprioti greci. Esige prima di tutto che venga tolto l'embargo che colpisce la Repubblica turca di Cipro del Nord (RTCN), proclamata unilateralmente e riconosciuta unicamente da Ankara.
Per di più, per evitare la crisi, la presidenza finlandese dell'UE aveva presentato a fine settembre un piano per riprendere il commercio diretto tra l'UE, la parte settentrionale della Turchia, e Cipro, in cambio dell'apertura dei porti ed aeroporti turchi alle navi ed aerei ciprioti greci.

L'interruzione dei negoziati e la parziale minaccia dell'Ue di interrompere i negoziati alla integrazione, fa capire quanto l'Ue abbia bisogno della Turchia e quanto debole sia la sua posizione contrattuale, dinanzi ad uno Stato che ha d'un tratto deciso di rifiutare ulteriori richieste di sacrificio. La posizione rilevante in questo caso è infatti della Turchia che, conscia delle proprie capacità e delle proprie risorse resta ferma sulla sua decisione, onde arrivare a gestire poi questa contrattazione.
Sebbene l'entrata a termine della Turchia nell'UE è uno dei temi che divide i governi e le istituzioni europee, essa è ormai necessaria affinchè venga realizzata la vera "Unione Europea", perché la Turchia costituisce la porta verso l'Oriente a tutti gli effetti, e apre prospettive geopolitiche molto attraenti. La possibilità di aver un nuovo mercato da cui attingere risorse e forza lavoro è solo un aspetto perché poi subentra il controllo delle riforme istituzionali e così degli oleodotti.

L'allargamento è previsto al solo scopo di dare ossigeno all'economia europea che si trova oggi in una situazione di stallo. Tutti gli Stati si trovano oggi nelle medesime condizioni, e gli indicatori economici stanno tutti convergendo verso livelli di instabilità: alta inflazione, riduzione delle esportazioni a causa del dollaro forte e della mancanza di regolamentazione delle importazioni, crisi finanziarie dei grandi gruppi internazionali, tentativo dei governi di trasferire aiuti pubblici, rischio di privatizzazione dei servizi pubblici, insufficienza dei fondi per le pensioni. In qualche modo, la crisi del dollaro che si sta preparando in maniera sempre più decisa sta per coinvolgere anche l'Europa e sta disegnando un trend economico standardizzato, e i problemi che sembravano appartenere ad un solo Stato sono ormai di tutti. Tuttavia le previsioni pubblicate dalla Commissione parlano di una ripresa dell'economia nel 2007 , ripresa che sembra coincidere proprio con l'ingresso di ulteriori Stati nell'Ue che daranno così nuovi incentivi allo sviluppo.

Le grandi imprese si stanno dirigendo verso il collasso e per tale motivo la politica economica dei governi è quasi tutta rivolta all'incentivo degli investimenti a lungo termine delle PMI, o ad una loro concentrazione in distretti al fine di costruire su di loro una nuova forza economica.
Per lo stesso motivo si stava facendo strada all'interno dell'area finanziaria europea l'idea di una borsa solo europea, mediante la fusione di Euronext-Deutsche Bourse e Borsa Italiana, che fosse in qualche modo collegata alla Borsa di Sanpietroburgo, che sarà presto il nuovo portale di materie prime e energia del Continente Europeo. Tale tentativo è stato in qualche modo sabotato dal Nyse, che è riuscito a conquistare l'attenzione di Euronext, distogliendola dall'idea di creare questa forza finanziaria in Europa che avrebbe affossato ancor più il dollaro e conferito all'euro una maggiore forza, perché si sarebbe agganciato al rublo e avrebbe ottenuto come fondo di garanzia una fonte di energia.
Gli scandali che oggi hanno colpito la Russia, la Francia, l'Italia sono tutti guidati e strumentalizzati al fine di creare un'instabilità diffusa e consentire alle lobbies di governare le scelte economiche in maniera indisturbata. La stessa Turchia ha percepito che la situazione le stava sfuggendo di mano, e ha deciso così di fermare le contrattazione ad un punto critico, per conquistare così una posizione di vantaggio rispetto alla Commissione Europea, che premeva per una risoluzione dei problemi nei più brevi tempi possibili.