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12 novembre 2009

La fuga dei capitali russi dal Montenegro


L’amore storico tra Russi e Montenegrini, che dieci anni fa è stato concretizzato con l'arrivo di decine di magnati russi nell'Adriatico meridionale adesso in gran parte è svanito. Non è rimasto quasi nessun compratore russo di nuove ville, appartamenti e terreni, e sempre più spesso offrono di vendere quello che hanno comprato prima. La proprietà che hanno pagato a caro prezzo ora viene offerto a prezzi bassi. Tutto questo ha approfondito i sospetti che gli alberghi possono essere utilizzati per eventuali azioni illegali, come riciclaggio di denaro, ma non è mai stato provato.

L’amore storico tra Russi e Montenegrini, che dieci anni fa è stato concretizzato con l'arrivo di decine di magnati russi nell'Adriatico meridionale, tra il 2006 e il 2007, e così con l'acquisto di terreni e ville nonché grandi progetti di hotel e villaggi turistici, adesso in gran parte è svanito. La Riviera di Budva, il principale bersaglio dei nuovi miliardari russi, è stato il principale oggetto della discordia. Tutto è iniziato quest'autunno quando la "Guida per il Montenegro” ha definito i montenegrini di Miramax dei bugiardi, "perchè ancora tramandano l'antica tradizione dei ladri e dei predatori". Dei complessi di hotel di lusso dal marchio "Kempinski", "Sheraton", "Hilton", "Four Seasons" e tanti altri che avrebbero dovuto adornare la costa della Riviera di Budva, da Buljarice a Jaz, oggi restano solo i cantieri e gli edifici appena iniziati, hotel che non funzionano e un sacco di debiti, che i russi hanno lasciato dietro di sé. Non è rimasto quasi nessun compratore russo di nuove ville, appartamenti e terreni, e sempre più spesso offrono di vendere quello che hanno comprato prima. La proprietà che hanno pagato a caro prezzo ora viene offerto a prezzi bassi. Le informazioni sul fallimento del "Mirax Group", del miliardario russo Sergei Polonski, come riportato dalle agenzie internazionali lo scorso fine settimana, hanno agitato ancor più il mare di Budva. Questa società stava costruendo un villaggio turistico a Zavala, che ha ricevuto molta attenzione dai media. La Mirax dei Balcani nega la notizia giunta da Mosca, affermando che "molte altre aziende nel mondo che si occupano di affari immobiliari hanno dei problemi finanziari, ma non sono in bancarotta", promettendo poi di finire la costruzione di quaranta ville. L'ultima incomprensione giunge dell'hotel "Regina del Montenegro" di Becici, che quest'estate è stato rilevato dai russi del "Korston group” promettendo di creare un paradiso del gioco d'azzardo in una delle più belle spiagge del Mediterraneo. La settimana scorsa, però, hanno annunciato il licenziamento dei dipendenti stagionali, paventando anche la possibilità di chiudere l'hotel durante l'inverno, anche se la notizia sia stata poi rettificata. La situazione è stata ulteriormente complicata dall'annuncio della società "Jack pot", che ha una licenza per un hotel-casinò a Podgorica, di rischia di perdere la sua concessione non avendo ancora rispettato i propri obblighi.

Ovviamente il caso più eclatante è quello del grande oligarca russo, Oleg Deripaska, che ha abbandonato il cantiere vicino Jaz dove aveva iniziato la costruzione di alcuni Hotel. Resta, tuttavia, il progetto di "Metropol" di costruire a Sveti Marko decine di ville private di lusso. Anche il famoso "Sheraton" di Becici, che ancora non “esiste” tra l'albergo "Splendid" e "Naftagas”, dopo che la società russa Belon Group ha acquistato il terreno attraverso la sua società "Capital estate”. E' interessante ricordare la ricostruzione dell'ex "4 Luglio " e ora Hotel "Monte Casa" a Petrovac, è vuoto per due anni. I russi che nel frattempo sono falliti e hanno interrotto completamente i lavori, hanno solo iniziato a costruire 40 ville con 237 appartamenti, di cui quasi la metà sono state vendute, ma non hanno nemmeno pensato di costruire quell'hotel di lusso con 27 piani per cui gli è stato rilasciata la licenza. Dopo quattro anni di rinnovamento, è stato ufficialmente aperto nella metà di luglio 2007, e il proprietario della “Moskovskaja trastova Group“, attraverso la loro società in Montenegro "Petrohotel”, ha investito circa dieci milioni di euro in lavori di ristrutturazione. I russi più volte hanno prorogato il termine per il completamento degli investimenti, e il Ministero del Turismo ha ripetutamente ribadito sollecitando che l'hotel fosse inaugurato. Quando finalmente è stato inaugurato ufficialmente, è stato a lungo considerato un centro termale medico, ma è ancora vuoto. I lavoratori degli alberghi che erano stati assunti, avvertivano che qualcosa non andava, perché l'hotel non aveva ospiti, né pubblicità, anche de l’offerta per Petrovac rimane una delle più importanti.

Tutto questo ha approfondito i sospetti che gli alberghi possono essere utilizzati per eventuali azioni illegali, come riciclaggio di denaro, ma non è mai stato provato. Dal febbraio 2002 fino ad oggi, ogni anno arrivano russi che annunciano che nella prossima stagione di aprirà un hotel. Non vi sono dubbi però che questi "investitori" che sbarcano in Montenegro provenienti dalla Russia si sono rivelati assolutamente i più inaffidabili tra tutti gli investitori esteri. I cittadini di Budva non sono preoccupati che gli hotel non vengano costruiti, ma dei debiti che le società russe lasciano alle autorità locali. Solo Mirax deve pagare al comune di Budva quasi sette milioni di euro. Rilevando che "nessuno è stato ufficialmente informato del fallimento di Mirax", il sindaco di Budva, Rajko Kuljaca, ha detto ai giornalisti di non essere molto interessato. “Abbiamo reagito in tempo utile. La proprietà in capo alla "Mirax" non è stata registrata, e presto saranno venduti i loro appartamenti e la terra“, ha detto Kuljaca. Per la costruzione dell'hotel Zavala, per il terreno di circa sei ettari il comune non ha ancora trovato gli investitori. Ci si chiede, allora, qual è la causa del fallimento russo in Montenegro e della loro fuga , nessuno sa dirlo con precisione. La crisi economica potrebbe certamente essere uno dei motivi principali per il cattivo stato degli affari russo-montenegrini, come è stato detto per il caso della KAP e della miniera di Bauxite comprata dalla CEAc di Deripaska. Però è davvero molto strano che grandi quantità di denaro arrivano in Montenegro, girano un po' tra le banche e le agenzie immobiliari, e poi spariscono sia i progetti che gli investitori. Non possiamo allora dimenticare le parole di un nostro lettore che ha definito il Montenegro, una "piccola Columbia dell'Adriatico".