Si è tenuta ieri a Tirana la conferenza su Trasporti europei e il Corridoio VIII, indetta nell'ambito del progetto "Italbalk", volto favorire l'integrazione e la logistica dei trasporti dell'Italia e le relazioni con i Balcani. Alla conferenza hanno partecipato il Vice Ministro dei Trasporti, Ernest Noka, che ha esposto uno dei progetti attualmente in corso, e l'ambasciatore italiano a Tirana Saba D'Elia. Quest'ultimo ha ribadito la centralità del Corridoio VIII per il Governo italiano, e la criticità dello sviluppo del progetto per collegare i Balcani all'Unione Europea occidentale.
Il Corridoio VIII, che collega l'Italia con la Regione dei Balcani e la Bulgaria, resta il progetto che ha maggiore priorità per i Governi dell'area del Mediterraneo. Il completamento del corridoio è chiesto sempre più a gran voce dal Governo italiano, che ogni anno perde 1 miliardo di euro facendo passare le proprie merci attraverso la rotta di trasporto che attraversa Salonicco, in Grecia. Per questo motivo, e conoscere da vicino l'andamento del processo di costruzione di tali infrastrutture, si è tenuta domenica la conferenza indetta nell'ambito del progetto "Italbalk", per favorire l'integrazione e la logistica dei trasporti dell'Italia e le relazioni con i Balcani. Alla conferenza hanno partecipato il Vice Ministro dei Trasporti, Ernest Noka, che ha esposto uno dei progetti attualmente in corso, e l'ambasciatore italiano a Tirana Saba D'Elia. Quest'ultimo, in particolare, ritiene che il progetto di collegamento tra i quattro paesi e la sua espansione in altre linee è molto importante per il ravvicinamento per Paese all'Unione Europea.
"Credo che l'Albania abbia fatto dei grandi progressi e abbia creato delle condizioni più favorevoli rispetto ad altri paesi", ha detto l'ambasciatore italiano. Dagli interventi dei convenuti è emerso chiaramente l'importanza del Corridoio VIII per il governo italiano, soprattutto per la Regione Puglia, principale promotore del commercio con i Paesi dei Balcani, sino alla Grecia e alla Turchia. Il Corridoio VIII viene considerato non solo un progetto infrastrutturale stradale, ma anche per il trasporto ferroviario e marittimo, nonchè energetico. Ciò significa che i quattro Stati partecipanti hanno bisogno di più fondi e sicuramente di un maggiore supporto da parte dell'Unione Europea. "Alla fine dell'aprile 2010, si terrà una grande conferenza per il settore dei trasporti europeo, che avrà come protagonista, ancora una volta, il Corridoio VIII. Ora è il momento che una parte del finanziamento del progetto sarà coperto da altre istituzioni finanziarie", ha detto l'ambasciatore italiano, aggiungendo che l'Italia non esclude la possibilità di estendere la percorrenza del corridoio sino a Napoli, al fine di congiungere il corridoio a Berlino, Germania. "Senza questo asse, l'Europa avrò molte difficoltà a mantenere unita questo spazio comune commerciale", ha detto D'Elia.
Per quanto riguarda la parte albanese, l'asse Elbasan-Tirana potrebbe in futuro essere considerato parte integrante di altre strade che collegano il Porto di Durazzo alla Repubblica di Macedonia (FYROM). Per cui, stando alle parole dei rispettivi interventi, il Corridoio VIII non è solo un progetto che ricalca le vecchie rotte tracciate dai Romani per portare verso i Paesi dell'Est i loro affari, ma si tratta di uno strumento economico razionale ed efficiente per promuovere la cooperazione commerciale, non solo tra i Paesi interni alla Regione, ma anche verso il resto del mondo. Il corridoio nasce a Bari, attraversa il Mare Adriatico e giunge nel Porto di Durazzo, poi Elbasan, sbuca al valico di frontiera di Qafe-Thana verso la Fyrom-Macedonia, arriva a Skopje, Sofia e termina nel porto di Varna, Bulgaria. Praticamente il progetto tocca quattro stati, due dei quali sono membri dell'Unione europea e altri due che aspirano a diventare al più presto dei candidati. "Finora abbiamo lavorato per l'ammodernamento della rete stradale, parte del Corridoio VIII. Ciò che rimane da fare è l'adattamento del tratto stradale Elbasan-Tirana, che richiede un investimento di circa 150 milioni di euro, abbastanza per ridurre la distanza di 35 miglia", ha detto il vice Ministro dei Trasporti, Ernest Noka. Egli stima che da questo progetto trarranno vantaggio circa 1,5 milioni di abitanti, visto che i lavori di costruzione comprendono non solo la modernizzazione del tratto stradale, ma anche l'espansione dei punti di frontiera e la messa in funzione di ferrovie e porti.
Il Corridoio VIII, che collega l'Italia con la Regione dei Balcani e la Bulgaria, resta il progetto che ha maggiore priorità per i Governi dell'area del Mediterraneo. Il completamento del corridoio è chiesto sempre più a gran voce dal Governo italiano, che ogni anno perde 1 miliardo di euro facendo passare le proprie merci attraverso la rotta di trasporto che attraversa Salonicco, in Grecia. Per questo motivo, e conoscere da vicino l'andamento del processo di costruzione di tali infrastrutture, si è tenuta domenica la conferenza indetta nell'ambito del progetto "Italbalk", per favorire l'integrazione e la logistica dei trasporti dell'Italia e le relazioni con i Balcani. Alla conferenza hanno partecipato il Vice Ministro dei Trasporti, Ernest Noka, che ha esposto uno dei progetti attualmente in corso, e l'ambasciatore italiano a Tirana Saba D'Elia. Quest'ultimo, in particolare, ritiene che il progetto di collegamento tra i quattro paesi e la sua espansione in altre linee è molto importante per il ravvicinamento per Paese all'Unione Europea.
"Credo che l'Albania abbia fatto dei grandi progressi e abbia creato delle condizioni più favorevoli rispetto ad altri paesi", ha detto l'ambasciatore italiano. Dagli interventi dei convenuti è emerso chiaramente l'importanza del Corridoio VIII per il governo italiano, soprattutto per la Regione Puglia, principale promotore del commercio con i Paesi dei Balcani, sino alla Grecia e alla Turchia. Il Corridoio VIII viene considerato non solo un progetto infrastrutturale stradale, ma anche per il trasporto ferroviario e marittimo, nonchè energetico. Ciò significa che i quattro Stati partecipanti hanno bisogno di più fondi e sicuramente di un maggiore supporto da parte dell'Unione Europea. "Alla fine dell'aprile 2010, si terrà una grande conferenza per il settore dei trasporti europeo, che avrà come protagonista, ancora una volta, il Corridoio VIII. Ora è il momento che una parte del finanziamento del progetto sarà coperto da altre istituzioni finanziarie", ha detto l'ambasciatore italiano, aggiungendo che l'Italia non esclude la possibilità di estendere la percorrenza del corridoio sino a Napoli, al fine di congiungere il corridoio a Berlino, Germania. "Senza questo asse, l'Europa avrò molte difficoltà a mantenere unita questo spazio comune commerciale", ha detto D'Elia.
Per quanto riguarda la parte albanese, l'asse Elbasan-Tirana potrebbe in futuro essere considerato parte integrante di altre strade che collegano il Porto di Durazzo alla Repubblica di Macedonia (FYROM). Per cui, stando alle parole dei rispettivi interventi, il Corridoio VIII non è solo un progetto che ricalca le vecchie rotte tracciate dai Romani per portare verso i Paesi dell'Est i loro affari, ma si tratta di uno strumento economico razionale ed efficiente per promuovere la cooperazione commerciale, non solo tra i Paesi interni alla Regione, ma anche verso il resto del mondo. Il corridoio nasce a Bari, attraversa il Mare Adriatico e giunge nel Porto di Durazzo, poi Elbasan, sbuca al valico di frontiera di Qafe-Thana verso la Fyrom-Macedonia, arriva a Skopje, Sofia e termina nel porto di Varna, Bulgaria. Praticamente il progetto tocca quattro stati, due dei quali sono membri dell'Unione europea e altri due che aspirano a diventare al più presto dei candidati. "Finora abbiamo lavorato per l'ammodernamento della rete stradale, parte del Corridoio VIII. Ciò che rimane da fare è l'adattamento del tratto stradale Elbasan-Tirana, che richiede un investimento di circa 150 milioni di euro, abbastanza per ridurre la distanza di 35 miglia", ha detto il vice Ministro dei Trasporti, Ernest Noka. Egli stima che da questo progetto trarranno vantaggio circa 1,5 milioni di abitanti, visto che i lavori di costruzione comprendono non solo la modernizzazione del tratto stradale, ma anche l'espansione dei punti di frontiera e la messa in funzione di ferrovie e porti.