Non sono un disfattista,ma sono un figlio di emigranti, con una storia di anatocismo bancario, e conosco bene le vicissitudini del nostro Bel Paese degli ultimi trent'anni. La mia storia non è diversa da quelle di migliaia di famiglie e piccole imprese. Lei sa quante aziende Italiane sono state saccheggiate, Lei sa quanti imprenditori italiani si sono cacciati in guai grossi, come traffico di droga o criminalità organizzata, solo perchè le autorità italiane dormivano sulle loro scrivanie? Siamo stati costretti a stringere le mani ai trafficanti di droga, per avere un'Italia come la conosciamo adesso. Chissà se ciò che abbiamo oggi vale il sacrificio degli italiani venduti e dimenticati... Leggiamo ogni giorno affari di milioni di euro che si preparano per l'Italia. Energia, centrali nucleari, gas russo… Ma in realtà non c'è nessun grande affare per l'Italia, bensì un gruppo ristretto di industriali o banchieri che fanno sopravvivere il loro 'impero economico' grazie ai soldi dello Stato. Dietro di essi vi sono solo multinazionali che usano l'Italia e gli italiani per servire i loro interessi lobbysti: questa è la verità. Speculazioni, disinformazione, propaganda: un'Italia irreale, non sono più italiani quelli che vedo, ma burattini in nome dello share televisivo. Internet è usato come medicinale, come sfogo, e sfogliando le pagine di facebook o dei netmeeting troverermo un popolo che vive di frustrazioni ed è insoddisfatto. Al contrario i polacchi hanno creato la logistica, i rumeni si autogestiscono e i cinesi l'esportazione diretta senza intermediari, mentre macedoni e albanesi sono pronti a partire con i loro pullman invadendo le città.
Le nostre associazioni dislocate all'estero per l'internazionalizzazione, sottoscrivono le convenzioni con gli alberghi per uno sconto del 10%: un servizio offerto da qualsiasi agenzia di viaggio online. Ma di cosa stiamo parlando, qual è la consulenza che questi esperti dovrebbero dare? Seminari con slides copiate ed incollate sulle diapositive, e poi al ristorante con le ragazzine parlando dell'Italia. E neanche dell'Italia vera, ma della pasta, della pizza, della polenta, mentre albanesi o bulgari ci chiamano "terroni" o "maccaroni". Questa è la vera integrazione che i contribuenti pagano a peso d'oro. Una politica estera fatta da gente con piercing e rasta, che lavora per hobby, e pensa che nei Balcani o nell'Europa dell'Est vi sia gente con l'anello al naso a cui insegnare la civiltà. Respiriamo un'atmosfera che fa paura, circondati dal fallimento e dalla criminalità, che avanza divorando le macerie della crisi economica. Noi 'società dell'anti-corruzione e dell'anti-corruzione" non facciamo che usare gli 'Stati canaglia' per far sopravvivere il nostro sistema marcio. È questo il frutto della cannibalizzazione delle privatizzazioni selvagge, troppo spesso associate a guerre al terrorismo, ai cosiddetti giochi sporchi di denaro. Di questo passo andrà sempre peggio, perché l'industria è morta e le multinazionali hanno comprato i nostri marchi e sarà impossibile riavere indietro una tale ricchezza. Lo Stato italiano deve smetterla di finanziare scheletri e fantasmi, sono degli anacronismi, non è questo il loro tempo e la loro occasione è miseramente fallita. Strutture come l'ICE, sono uffici che la precedente finanziaria voleva eliminare, semplicemente perché potevano fare il lavoro che fanno oggi anche seduti ad una scrivania a Roma, rinunciando ovviamente agli stipendi d'oro attuali. Il Ministero dello Sviluppo ritiene che queste strutture servono, ma ho dei forti dubbi, perché nella realtà perdiamo sempre più terreno, visto che sono occupati a fare' grandi contratti' che non portano a nulla.
Questo perché tutte le grandi società di cui parliamo sono in perdita, mangiate dalla quotazione in borsa e dalle speculazioni. Dunque il Sistema-Italia può lavorare con il Fondo Monetario o BERS alla caccia di appalti, oppure può barcamenarsi per prendere le briciole, tra gli uffici degli studi legali e commerciali di Milano e Roma. Ma l'Italia non è 'studi commerciali o legali', bensì 8800 comuni, dove risiete l'intelligenza di tante piccole e medie imprese, gente che ha 30 anni di esperienze storiche, tramandate di padre in figlio, che fanno dei prodotti che i cinesi non posso fare. Il made italy è la storia italiana, e noi abbiamo abusato in questi anni di questa eredità inestimabile, abbiamo vissuto di rendita grazie ai sacrifici dei nostri emigranti, degli italiani all'estero, che ora rinnegano quella patria parassita che ha sciupato il loro lavoro. I risultati non ci sono, le statistiche sono manipolate, le banche hanno dovuto fare imbrogli e accettare i collaterali, e far ingoiare alle amministrazioni e alle società a partecipazione statale i derivati. D'altro canto, le aziende non si sono informatizzate, mentre quelle che sono nate nell'era post comunista hanno cominciato da un pc e una piccola fabbrica: stanno diventando più competitive, ci invadono dei loro prodotti con internet ed un'ottima logistica. Bisogna velocizzare la nostra economia, rendere le nostre imprese penetranti ed efficaci dando loro una struttura cibernetica che non si possono permettere, un trampolino di lancio per dei prodotti che si vendono da soli, per il semplice fatto che sono italiani. L'Italia ha il dovere di costruire strutture in cui inserire piccole aziende, istituzioni statali ed apparati di intelligence economica, che proteggano il loro mercato e forniscano loro sempre nuovi scenari. Un progetto tra l'altro già realizzato nei Balcani, pensate dagli inglesi, che hanno costruito un'agenzia con le imprese locali, per diramare website, prodotti e notizie all'interno di una rete. Non capisco cosa stiamo aspettando noi...