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27 giugno 2011

L'Italia sotto i colpi della Green Economy


Dopo le Poste Italiane, anche Trenitalia va in tilt a causa di un problema dei sistemi informatici IBM, con un altro black-out che va a colpire un servizio pubblico vitale e che segue immediatamente l'oscuramento dei portali di Camera e Senato. E' ormai chiaro che l'Italia è divenuta un bersaglio di un attacco di un'arma invisibile (si veda "Un'arma di distruzione di massa digitale") . Il problema dell’attacco informativo all’Italia in realtà è direttamente correlato al fatto che il 90 per cento dei software utilizzati da banche e società sensibili sono della IBM o di grandi multinazionali dell'informatica. In pratica, non esistono più dati segreti né sistemi inviolabili da intrusioni esterne, in quanto lo Stato, le società e le banche non hanno il controllo dei software né la certezza assoluta che gli stessi produttori non violino il sistema da loro creato.



Un altro 1992? L'intreccio si infittisce, e sorge quindi la domanda se esiste una qualche correlazione con lo stretto monitoraggio lanciato da Moody's su 16 banche italiane, in quanto il circuito elettronico bancario italiano non è di loro proprietà né dello Stato. Lo scenario sembra così avvicinarsi sempre più a quello creatosi nel 1992, quando all'indomani della ratifica del Trattato di Maastricht, sull'Italia gravava una minaccia di svalutazione di rating ed una tornata di speculazioni sulla lira, orchestrata dalla nostra 'vecchia conoscenza' George Soros. Ancora una volta i gruppi finanziari stanno dispiegando le loro pedine, per sferrare l'attacco contro quegli Stati che non sono caduti sotto i colpi della crisi economica globale, come avvenuto invece per Spagna, Portogallo e Grecia. Ed è lo stesso Soros che avverte sul possibile crollo dell'euro, come passo "probabilmente inevitabile" per impedire il collasso economico e la stessa estinzione dell'Unione Europea. Nella sua richiesta di passare ad un 'Piano B' traspare il chiaro invito ad adottare misure che vadano a trasferire parte della sovranità fiscale a Bruxelles - ossia dopo l'imposta sul valore aggiunto anche quelle sul reddito - nonchè a creare istituzioni europee che facciano da garanzie per le banche. Sembra che sia stata così creata l'ennesima situazione di crisi per giustificare così una decisione 'tanto difficile quanto necessaria' per garantire la conservazione dello status quo degli Stati e della comunità europea.

La Disinformazione. Lo spettro delle variabili però a questo punto si amplia: da una parte l'Italia, dall'altra i Balcani e il piano energetico. Questa è soprattutto una guerra di propaganda e di sabotaggio, in cui le persone vengono utilizzate come munizioni, strumentalizzate ed asservite ad uno scopo molto sottile, che va al di là della politica e delle leggi economiche. L'indipendenza e la sovranità sono la posta in gioco da difendere, visto che la loro cancellazione sono alla base delle teorie democratiche più fondamentaliste, di cui si stanno appropriando gruppi mediatici e ONG, scagliando le armi della manipolazione e della disinformazione. I tradizionali programmi della democrazia non sono più credibili, e così si sono inventati la 'Green economy' come nuovo sistema di economia sostenibile, ma che in realtà nasconde le stesse identiche lobbies del petrolio, del riciclaggio di denaro e delle speculazioni edilizie. Da tali programmi reazionari nascono Ong come Mans o Trasparency International per correggere il tiro dei Governi se se non seguono le direttive da loro prescritte, mentre per gli schieramenti cosiddetti ultranazionalisti si instaura la Rekom, finanziata con 3.5 milioni di euro per aprire una nuova era di lustrazione politica. Le testate locali vengono pagate per mostrare la loro misera pubblicità, mentre aggregano attorno ad uno stesso tavolo quelle Ong che da oltre 20 anni truffano i governi per progetti sulla ricostruzione dopo la guerra inesistenti, raccontando sempre le stesse storie su crimini e genocidi. Ovviamente speculari organizzazioni negli Stati Uniti non hanno mai indagato il Pentagono per aver dato un appalto da 200 milioni di dollari ad un ragazzino di 25 anni per la fornitura di armi all'esercito afghano. Né è mai stata aperta un'inchiesta sui contratti messi a segno dalla Bechtel che, dalla Romania sino al Kosovo e all'Albania, ha prodotto un indebitamento per miliardi di dollari, che graveranno sugli Stati negli anni a venire, grazie alla conseguente emissioni di Bonds per coprire i prestiti. Questo perchè dietro contractor e società schermo esiste la mano della CIA che utilizza la guerra al terrorismo come arma di aggressione delle aziende concorrenti. Finanziano questa miriade di Ong locali a suon di dollari pur di sbarrare la strada a qualsiasi azienda o stato che vuole sottoscriere un accordo o un concordato. Allo stesso tempo finanziando branchi di debosciati, in nome e per conto della democrazia, fomentando rivolte e guerriglie cittadine.

Mappatura dati. Deve però far riflettere che il gruppo di Soros finanzia aggressive campagne mediatiche e allo stesso tempo lavora alla realizzazione della mappatura delle risorse energetiche ed economiche degli Stati, finanziando progetti che si traducono nell'appropriazione di dati statistici e fonti pubbliche. La Fondazione Soros giunge in Albania e si appropria dei dati dello Stato albanese, rivendendo in contropartita un vecchio sistema di gestione dei dati statistici: nasce così la 'Open Data Albania', da un progetto dalla Open Society Institute per creare il cosiddetto portale delle statistiche, e avere in cambio il pieno accesso ad informazioni nazionali. In nome della trasparenza e della lotta alla criminalità viene imposta la pubblicazione e la consegna dei dati, sensibili e pubblici delle società. Non dimentichiamo che l'USAID e la stessa Commissione Europea hanno stanziato milioni di dollari per l'informatizzazione e l'e-governement dei Paesi non digitalizzati, fornendo non solo soldi, ma anche tecnologie e tecnici. Inoltre, tutti i progetti di digitalizzazione amministrativa nonchè di produzione dei passaporti biometrici sono nelle mani di un ristretto gruppo di società informatiche. Gli stessi Stati hanno scelto come partner per la gestione dei propri dati potenti multinazionali che, per la loro struttura e ruolo, rappresentano delle entità che agiscono nella sfera della difesa e dell'offensiva militare. Inconsapevolmente hanno così perso ogni potere sulla segretezza e la tutela della loro informazione.

Troppo potere in mani IBM. Il sospetto che sorge, adesso, è se l'unione tra Stati e società private non stia oggi sfuggendo di mano, creando nei fatti una situazione in cui gli stessi Stati Uniti, che hanno creato macchine 'infernali' come IBM, Microsoft e Google, sono stati assoggettati ad un dictat. Dopo aver creato i software, hanno elaborato i virus per sabotare i propri clienti e il troyan per controllarlo, nel quadro di una strategia di spionaggio massiva sullo schema di Echelon. Tutti i nostri computer e sistemi elettronici che trasmettono o ricevono dati sono divenuti delle cimici sempre attive a cui connettersi qualora diventi necessario o 'interessante'. Meccanismi questi noti da tempo agli addetti ai lavori, ma oscuri al grande pubblico che sarà obbligato ad accettare in nome della sicurezza. Il prossimo passo sarà probabilmente quello dell'impianto dei chip, a cominciare da soggetti pericolosi per la società, come persino hacker o programmatori, in grado di riconoscere e tradurne i linguaggi. La IBM intanto si sta trasformando in uno Stato vero e proprio, creando la "NISC – National Interest Security Company, An IBM Company (2011)", che opera nei settori che vanno dall'Energia alla Salute, dalla Difesa alla Sicurezza, "fornendo innovativi sistemi di information technology, di gestione delle informazioni nonchè consulenze e soluzioni tecnologiche a sostegno dell'interesse nazionale".


Un sistema in crash.
Quello che invece si presenta ai nostri occhi è un sistema che sta in qualche modo cedendo per far posto ad un altro, e i segnali già ci sono. Il sistema si sta avvicinando ad un punto tale di saturazione che potrebbe essere distrutto da un crash di grandi dimensioni. Un'autodistruzione che verrebbe però celata da attacchi cybernetici provenienti da movimenti di hacker ed ex dipendenti di società informatiche. Vedremo quindi così si inventerranno i contractor della democrazia. Forse i media cominceranno a chiedersi da dove viene quella pioggia di denaro che gli permette loro di portare avanti le loro campagne, aprendo così gli occhi sul fatto che se si va a combattere la corruzione si diventa un corruttore. I politici dei Balcani, le segreterie politiche, le ambasciate di tutto il mondo cominciano ad acquisire la consapevolezza che la disinformazione che è in atto è palesemente visibile. Alla sua lotta combatte ogni giorno l'Osservatorio Italiano, che ha costruito un proprio ruolo senza il denaro di nessuna lobby o dei piani di integrazione europea.