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19 marzo 2007

La vera natura della globalizzazione


Quella che tutti conoscono come “economia della globalizzazione” è in realtà solo un aspetto di un problema molto complesso, il più grande pericolo per la nostra economia e le nostre imprese.
È una globalizzazione disumanizzata, che sta avanzando per inglobare nel suo sistema ogni impresa o forza economica, per sottometterla ai suoi meccanismi virtuali e cancellare la sua struttura materiale. Tale sistema economico, ormai sempre più vicino alla nostra quotidianità, è il frutto di quello che può essere definito crimine invisibile, perché oggi è alla base di tutta l’economia mondiale e la governa.
Le multinazionali o le grandi società che hanno costruito le multilevel si basano su degli schemi societari a scatola cinese, piramidali che hanno al vertice Holding residenti in Stati Offshore.
Alderney, Andorra, Anguilla, Anjouan, Antigua, Aruba, Bahamas, Bahrain, Barbados, Belize, Bermuda, Botswana, Brit., Isole Virgin, Brunei, Cayman, Cook Islands, Costa Rica, Curacao, Cipro, Repubblica Dominicana, Grenada, Guernsey, Hong Kong, Isola di Man Jebel Ali, Jersey Labuan, Liberia, Liechtenstein. Luxembourg, Macao, Madeira, Malta, Marshall, Mauritius, Monaco, Montenegro, Nauru Nevis, Nuova Zeland a, Niue, Panama, San Marino, Sark, Seychelles, Singapore, Svizzara, St. Kitts, St. Lucia, St. Vincent, Turks & Caicos, Vanuatu. Questi sono i paradisi fiscali più conosciuti e disciplinati anche dalle norme anti-frode e antielusive, ma tanti altri se ne creano e si distruggono dall’oggi al domani, per ospitare quelli che si definiscono grandi capitalisti ma che in realtà si nascondono negli isolotti del Pacifico con un ufficio in cui esiste solo un computer che fa da sede legale.

Per lunghi anni le Banche hanno creato società offshore anche per compiere una sola operazione finanziaria, una società figlia a cui trasferire fondi da sottrarre al controllo delle autorità, per poi essere riciclati.Una multinazionale si è costituita così, creando in tutto il mondo società esistenti e legali a tutti gli effetti, ma costituite da un semplice ufficio che è un domicilio formale: questo insieme di piccole entità, collegate tra di loro, costituiscono la società globalizzata che riesce così a tenere le sue operazioni finanziarie su di un circuito virtuale e isolato dall’economia reale, dai controlli delle autorità e circondato da anonimato. La prassi di creare delle reti di società esistenti solo sulla carta ma non nelle realtà, ha dato vita all’economia che conosciamo oggi, fatta di marketing, di immagine, di multilevel che fa da parassita alla piccola economia reale che cerca di svilupparsi. Di queste entità non si conosce nulla, sono avvolti da una coltre di mistero, sembra che non abbiano proprietari, ma solo segreterie elettroniche e amministratori sconosciuti e riservati.
Oggi questo processo di virtualizzazione della struttura dell’economia si sta avvicinando sempre più alla piccola realtà quotidiana, e quello che poteva essere una possibilità riservata alle sole grandi società, è alla portata di tutti.
Da anni ormai si sta sviluppando un modo di creare soggetti giuridici, come società, banche e compagnie di assicurazione assolutamente virtuali , con una semplice richiesta online, seguendo la medesima procedura per la creazione di un account, di una posta elettronica o di un domain.

Le società di consulenza più all’avanguardia si occupano della creazione delle società, offrendo i propri servizi per registrare e fondare l’entità giuridica, prestano il loro domicilio come sede legale e poi gestiscono l’ordinaria amministrazione di tutte le imprese affiliate con una segreteria o amministratore. Garantiscono l’anonimato e la riservatezza per qualsiasi tipo di operazione, perché sugli atti non compariranno mai i proprietari della società ma solo gli amministratori fittizi, quelli formali affittati in maniera virtuale. Per creare una banca bastano 52 mila euro, per avere una licenza di brokeraggio o una società finanziaria 4800 euro, 12500 per un’assicurazione, 2900 per una holding, 4800 per un’università o una licenza farmaceutica: tutto questo tramite l’internet, in meno di 48 ore, con la totale fiducia nella vostra solvibilità. Con meno di 100 euro potrete avere una L.t.d. in Gran Bretagna, che sarà costituita da un numero di telefono o un fax, da un indirizzo che vi porta in un ufficio al 30esimo piano di un grattacielo al centro della capitale. Potrete avere una segretaria e un amministratore con una quota di 1000 euro annuali, oppure uffici in ogni parte del mondo mediante il semplice affitto della domiciliazione con 200 euro.

Vi abbiamo così rivelato la vera natura delle grandi società “dotate di esperienza internazionale”, di “prodotti certificati da grandi università”, dei gruppi assicurativi e dei grandi fondi di investimento. La nostra economia è già piena di queste figure emblematiche, di cui non si conosce nulla ma che riescono ad appropriarsi di una grande fetta di mercato comprando le società più piccole che lottano nell’economia reale.
La liberalizzazione delle strutture societarie è la più grande truffa che si sta preparando per le nostre imprese, che si perderanno in questa caotica economia di società estere dietro cui esiste un solo computer in un ufficio all’ultimo piano di un grattacielo. La loro veste così internazionale affascina gli imprenditori alla continua ricerca di nuovi mercati, spesso dettata dall’esigenza di sopravvivere, e così affidano i loro investimenti nel tentativo di crescere. Vi sono oggi delle società in Italia che promuovono la creazione di società estere, per riuscire a pagare meno tasse, ma presto il più grande affare della loro vita si rivelerà una truffa perché vengono inglobate in sistema virtuale deregolamentato che non ha leggi di tutela per i piccoli utenti. Quando infatti l’economia avrà raggiunto un numero critico di virtualizzazione, si impossesseranno di tutto questo sistema tramite il mercato elettronico, perchè dietro vi è la disumanizzazione e l’economia è inesistente, è invisibile.
Questi meccanismi così oscuri sono invisibili e noi non potremo mai dimostrare di aver subito degli abusi di potere, perché da un giorno all’altro potranno cambiare il campo e le regole del gioco a loro piacimento, non esistendo alcuna garanzia in contropartita.
Se oggi le entità informatiche riescono ad oscurare un sito, a cancellare delle inserzioni o a manipolare la ricerca delle informazioni, un domani potrebbero manipolare la nostra attività economica, possono decretare la nostra fine giustificandosi con la creazione di una nuova regola.
Ne abbiamo già una dimostrazione con le società virtuali che si sono venute a creare: la loro diffusione renderà inutile la consulenza di un notaio e una parte della prassi legale necessaria oggi per creare una società, ma alimenterà una moltiplicazione di entità che non hanno un’immagine speculare nell’economia reale, non hanno una fabbrica o dei dipendenti. La smisurata moltiplicazione di queste entità, anche inesistenti, ma create solo per costruire un’immagine di internazionalizzazione o di grandezza, causerà un caos, che aiuterà i colossi ad appropriarsi di tutto.
Mentre la virtualizzazione dovrebbe essere lo specchio dell'economia reale, e non qualcosa che si moltiplica all’infinito per creare confusione o disorientare i concorrenti.
Si sta dunque preparando un’operazione gigantesca mediante la quale i capitali cartacei scompariranno per essere immesso in un nuovo regno informatico che riuscirà a far cadere, in maniera controllata diverse società. Assisteremo ad un terremoto che farà crollare molte imprese, e farà fallire in un certo senso il modo di fare impresa attuale, mentre, di pari passo, andrà in crisi anche la sfera giuridica perché le liberalizzazioni distruggeranno sempre le vecchie regole, ma non creeranno le nuove che possa far fronte a questo crimine invisibile.