Posizionato su un animo server, è stato pubblicato un web site “poste.it” palesemente contraffatto per mettere in atto una vera truffa ai danni degli utenti e delle stesse Poste Italiane. Migliaia di e-mail sono state inviate da questo fantomatico sito delle poste, invitando gli utenti a seguire un’operazione di manutenzione del proprio conto corrente on-line, chiedendo di dare tempestivamente i propri dati, altrimenti il conto sarebbe stato considerato illecito o abusivamente utilizzato.
Visitando il sito si può notare la perfetta somiglianza, e pochi dettagli ne rivelano la natura contraffatta: http://www.4-media.cz/poste/
Visitando il sito si può notare la perfetta somiglianza, e pochi dettagli ne rivelano la natura contraffatta: http://www.4-media.cz/poste/
Tuttavia navigando con Firefox il browser segnala che il sito su cui ci troviamo è contraffatto e dobbiamo allontanarci da esso perché potrebbe nascondere una truffa, al contrario di Explorer che non protegge in questo caso la navigazione su siti contraffatti.
Il caso che vi riportiamo potrebbe sembrare una banalità in confronto alle truffe più eclatanti del web, tuttavia esso ci permette di far riflettere sul fatto che determinati episodi non sono poi così casuali e sono stranamente mirati per colpire delle società, come le Poste Italiane. Il successo di questo tentativo di truffa potrebbe indebolire in qualche modo le Poste, ed in particolar modo il sistema di banca online che ha riscosso una grande successo tra tutti gli utenti che hanno scelto Poste Italiane proprio per questo tipo di servizio. Poste.it potrebbe ricoprirsi di reclami e di cause per truffa, diffondendo un’alea di sfiducia tra gli utenti che avrebbero creduto di essere stati non protetti dalla società che deteneva i suoi dati.
Sorge a questo punto il dubbio che stranamente i pirati informatici abbiano colpito senza volerlo proprio le Poste italiane, in un periodo in cui si parla di privatizzazione, di moneta elettronica e di cyberbank. Se non è un vero attentato, è certamente una prova tecnica di rodaggio dei sistemi informatici per trovare quel bug e quell’errore che potrebbe davvero infiltrare le Poste Italiane e pregiudicarne la sua credibilità, come promotrice di avanguardia della moneta elettronica sul web e dei pagamenti sicuri. Il sabotaggio si è trasformato in uno strumento che apre subito la via della privatizzazione e della scalata amichevole, perché scredita e getta dubbi sull’affidabilità di un Istituto pubblico o sulla necessità di ristrutturare la società caduta nella degenerazione.
Ciò che accaduto alla Telecom è la prova più tangibile dell’esistenza di certi meccanismi, che vogliono criminalizzare i dirigenti o delle pedine del Sismi per poi svalutare e fare carne da macello della società. La telecom è vittima delle intercettazioni da più di un anno, sin dallo scoppiare del Lazio Gate, per poi continuare con lo scandalo Unipol, e degenerare del tutto con il caso Abu Omar: oggi scoppia un nuovo scandalo per una cellula di ascolto che condannerà di nuovo degli agenti del Sismi e sgretolerà ancora di più la credibilità della Telecom. In quest’ultimo anno i bilanci della Telecom, o almeno il valore avvertito dagli azionisti è diminuito sempre di più, fino a che questi hanno deciso di negargli ogni tipo di fiducia. Il crimine invisibile ha davvero colpito e mietuto vittime, ma con pazienza e dopo molto tempo.
Tutto questo ha una spiegazione, e risiede nel fatto che le Banche vogliono appropriarsi delle telecomunicazioni per istallare su di esse i terminali per le transazioni e il trasferimento di denaro.
Allo stesso modo, questo tipo di persuasione potrebbe colpire anche i sistemi per le transazioni sul web, e il caso di poste.it potrebbe essere solo l’inizio di una lunga serie di truffe che colpiranno i web site che hanno un proprio sistema di pagamento delle transazioni. Ogni manovra sarà comunque ben studiata in modo da far cadere una pedina, ma non l’intero sistema.
Abbiamo dunque ragione di credere che la nuova polizia informatica, sarà pilotata dai nuovi grandi Banchieri e sarà messa nelle mani di un unico grande organismo sovranazionale, forse paneuropeo come prevede il progetto del SIS II .
La pirateria informatica si espande sempre più sul web, e assume delle sfumature che vanno al di là dello spam e dei fantomatici attacchi da parte di Al Queda ai siti governativi. Parte è pura propaganda, perchè il cybercrimine non è infatti quello che vogliono far credere ma sono degli attacchi studiati e organizzati ai cybernauti, per diffondere paura e diffidenza sull’internet che spinge gli utenti ad affidarsi solo alle grandi società di informatica simbolo di sicurezza e riservatezza.
L’opera di disumanizzazione di cui noi parlavamo è reale oggi a tutti gli effetti, e noi non possiamo fermare un reato del genere perchè sono loro che hanno creato l’informatica e la stanno gestendo in modo da costruire un nuovo sistema dittatoriale. Siamo già in mano alle segreterie telefoniche, a cui non risponde nessuna persona reale ma solo computer, così come le vostre lettere e le vostre e-mail le ricevono dei computer che inviano delle risposte automatiche, sempre le stesse qualsiasi cosa voi tentiate di spiegare, perdendo giorni interi a cercare di capire quale sia il percorso burocratico giusto. Questo è un crimine, ci stanno già usurando e le persone non intuiscono cosa stanno facendo di loro, che le stanno manipolando nel silenzio riempiendole di chiacchiere, nel silenzio dei media che non sono più carta stampata ma carta straccia, e dei politici che non parlano più alla nazione ma ai banchetti. E' tuttavia vero ci sono due pesi e due misure nella giustizia sui crimini informatici, perchè la guardia di finaza controlla i cd del copyright ed è diventata ormai il guardiano delle multinazionali.Il web non è un mondo a se stante ma è la nostra nuova dimensione, in cui dovremo vivere imparando a conviverci se non vogliamo fallire o essere emarginati dalla società.
Sorge a questo punto il dubbio che stranamente i pirati informatici abbiano colpito senza volerlo proprio le Poste italiane, in un periodo in cui si parla di privatizzazione, di moneta elettronica e di cyberbank. Se non è un vero attentato, è certamente una prova tecnica di rodaggio dei sistemi informatici per trovare quel bug e quell’errore che potrebbe davvero infiltrare le Poste Italiane e pregiudicarne la sua credibilità, come promotrice di avanguardia della moneta elettronica sul web e dei pagamenti sicuri. Il sabotaggio si è trasformato in uno strumento che apre subito la via della privatizzazione e della scalata amichevole, perché scredita e getta dubbi sull’affidabilità di un Istituto pubblico o sulla necessità di ristrutturare la società caduta nella degenerazione.
Ciò che accaduto alla Telecom è la prova più tangibile dell’esistenza di certi meccanismi, che vogliono criminalizzare i dirigenti o delle pedine del Sismi per poi svalutare e fare carne da macello della società. La telecom è vittima delle intercettazioni da più di un anno, sin dallo scoppiare del Lazio Gate, per poi continuare con lo scandalo Unipol, e degenerare del tutto con il caso Abu Omar: oggi scoppia un nuovo scandalo per una cellula di ascolto che condannerà di nuovo degli agenti del Sismi e sgretolerà ancora di più la credibilità della Telecom. In quest’ultimo anno i bilanci della Telecom, o almeno il valore avvertito dagli azionisti è diminuito sempre di più, fino a che questi hanno deciso di negargli ogni tipo di fiducia. Il crimine invisibile ha davvero colpito e mietuto vittime, ma con pazienza e dopo molto tempo.
Tutto questo ha una spiegazione, e risiede nel fatto che le Banche vogliono appropriarsi delle telecomunicazioni per istallare su di esse i terminali per le transazioni e il trasferimento di denaro.
Allo stesso modo, questo tipo di persuasione potrebbe colpire anche i sistemi per le transazioni sul web, e il caso di poste.it potrebbe essere solo l’inizio di una lunga serie di truffe che colpiranno i web site che hanno un proprio sistema di pagamento delle transazioni. Ogni manovra sarà comunque ben studiata in modo da far cadere una pedina, ma non l’intero sistema.
Abbiamo dunque ragione di credere che la nuova polizia informatica, sarà pilotata dai nuovi grandi Banchieri e sarà messa nelle mani di un unico grande organismo sovranazionale, forse paneuropeo come prevede il progetto del SIS II .
La pirateria informatica si espande sempre più sul web, e assume delle sfumature che vanno al di là dello spam e dei fantomatici attacchi da parte di Al Queda ai siti governativi. Parte è pura propaganda, perchè il cybercrimine non è infatti quello che vogliono far credere ma sono degli attacchi studiati e organizzati ai cybernauti, per diffondere paura e diffidenza sull’internet che spinge gli utenti ad affidarsi solo alle grandi società di informatica simbolo di sicurezza e riservatezza.
L’opera di disumanizzazione di cui noi parlavamo è reale oggi a tutti gli effetti, e noi non possiamo fermare un reato del genere perchè sono loro che hanno creato l’informatica e la stanno gestendo in modo da costruire un nuovo sistema dittatoriale. Siamo già in mano alle segreterie telefoniche, a cui non risponde nessuna persona reale ma solo computer, così come le vostre lettere e le vostre e-mail le ricevono dei computer che inviano delle risposte automatiche, sempre le stesse qualsiasi cosa voi tentiate di spiegare, perdendo giorni interi a cercare di capire quale sia il percorso burocratico giusto. Questo è un crimine, ci stanno già usurando e le persone non intuiscono cosa stanno facendo di loro, che le stanno manipolando nel silenzio riempiendole di chiacchiere, nel silenzio dei media che non sono più carta stampata ma carta straccia, e dei politici che non parlano più alla nazione ma ai banchetti. E' tuttavia vero ci sono due pesi e due misure nella giustizia sui crimini informatici, perchè la guardia di finaza controlla i cd del copyright ed è diventata ormai il guardiano delle multinazionali.Il web non è un mondo a se stante ma è la nostra nuova dimensione, in cui dovremo vivere imparando a conviverci se non vogliamo fallire o essere emarginati dalla società.