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10 maggio 2007

Il progresso tecnologico per fermare l'evoluzione umana


Nel corso degli ultimi 20 anni, la tecnologia ha avuto come unico scopo quello dell'automatizzazione totale del processo di produzione e di fare convergere i modi di lavorare dell'uomo e della macchina in modo da preparare così la sostituzione dell'uomo con i computer ed i robot. Il loro lavoro si limita a seguire delle procedure rigide e definite apriori, e in particolare si è arrivati a studiare dei processi lavorativi che sono sempre più vicini ai linguaggi dei computer al fine di facilitare la sostituzione dei lavoratori con le macchine, non solo per nei processi di assemblaggio e meccanici, ma anche in quelli di elaborazione e di lavoro mentale.

Nelle imprese si è assistito ad una "meccanizzazione" dei metodi di lavoro, ivi compreso il settore terziario, infatti i dipendenti hanno sempre meno discrezionalità nelle decisioni da prendere. Grazie alla robotizzazione, all'informatica, ed all'intelligenza artificiale, la produzione ed il trasporto dell'energia e delle merci si realizzano quasi interamente mediante dei sistemi automatici. Il numero di persone realmente necessarie al buon funzionamento del sistema produttivo è largamente inferiore al numero di salariati attuali. L'evoluzione dell'automatizzazione e della virtualizzazione dei processi produttivi, sta portando ad una sempre maggiore disumanizzazione dell'economia che provocherà una diffusa disoccupazione se non vi sarà una sorta di riconversione industriale.
Questo scenario è già reale, in quanto tutti con i nostri occhi vediamo che le grandi multinazionali il più delle volte non hanno una struttura materiale o comunque hanno basato il loro impero economico sull'automatizzazione dei processi industriali e su quelli amministrativi. Ciò che invece sfugge alla nostra osservazione è quel processo di disumanizzazione nel vero senso della parola, ossia di stravolgimento della stessa natura umana e del suo pensiero. Questi due effetti si avranno con l'impianto di strutture di nano-biotecnologia, come i chip e molecole biologiche artificiali, e con la proiezione della quotidiana vita umana nel mondo virtuale. Basti pensare al progetto di "Second Life" che ha costruito un'isola virtuale da visitare e vivere con la creazione di un account e di un "avatar" che sarà il nostro alterego e ha la possibilità di acquistare, vendere e produrre beni o servizi, oltre che di condurre una vita normale, grazie ad un videogioco che simula perfettamente la società reale. Anche i videogiochi che oggi si rivolgono ad un pubblico adulto consentono di interagire con l'azione del gioco mediante il nostro ologramma. In realtà i videogiochi che in questi anni abbiamo sviluppato e testato ci hanno proiettato in questa dimensione virtuale e sono serviti alle sperimentazioni dell'intelligenza artificiale. Esistono già infatti dei software in grado di svolgere le funzioni di polizia e di controllo, di elaborazione dei dati, o di consulenza. È chiaro dunque che vi è un processo di disumanizzazione che è ha l'obiettivo di bloccare l'evoluzione dell'uomo e di appropriarsi della sua intelligenza, mercificandola al punto da divenire l'oggetto di processi automatizzati.
Tale processo diventa poi evidente con la creazione degli androidi, degli umanoidi costituiti da uno scheletro metallico, di tessuti artificiali dotati di sensori nanometrici, di un cervello che costituisce il computer centrale: le cellule artificiali localizzano il movimento umano, le macchine fotografiche e le videocamere scannerizzano e riconoscono i visi e i gesti, mentre mediante dei microfoni riescono a sostenere un discorso. Jules della Hanson Robotics o lo Geminoid dello giapponese Ishiguro sono tra gli esempi più popolari di umanoide che clona l'uomo sia nell'aspetto che negli atteggiamenti. I robot non solo altro che media di informazioni, il loro ruolo principale nel nostro futuro è di interagire naturalmente con le persone, grazie ai suoi software di emulazione dei comportamenti a alla sua struttura antropomorfica e bipede, in modo che possono lavorare in ambienti umani con caratteristiche architettoniche con gradini. Ormai vengono considerati dai loro creatori come delle persone vere, in grado di suscitare così la più naturale comunicazione.

Il namomondo ha così aperto delle opportunità affascinanti come il calcolo quantistico, l'elettronica molecolare, diffusione della tecnologia a basso costo, medicinali pilotabili. Tutto questo però va a drogare gli uomini perché influisce in tutto per tutto sugli stati mentali e sulle folle. Vi è alla base di tutto, e nelle mani delle multinazionali dell'informatica e dell'elettronica, un programma che mette in correlazione le tecnologie nanometriche, biologiche, informatiche, cognitive, sociologiche al fine di migliorare le prestazioni umane, le sue capacità di apprendere e di difesa. La convergenza delle scienze deve riuscire a creare un modo "perfetto", un mondo in cui non esistono malesseri o bisogni, e tutto questo grazie alle macchine intelligenti, alla scomparsa completa degli ostacoli alla comunicazione generalizzata, causata dalla diversità delle lingue. Questo progetto è la diretta conseguenza logica delle tesi cybernetiche secondo le quali il reale ed il virtuale si confondono per la riduzione degli oggetti fisici e biologici ai principi dell'informazione.
La cybernetica ha condizionato il mondo della comunicazione e i processi di controllo ma ha reso effettivo il passaggio della fisica alla biologia annullando ogni distinzione tra vivente e non-vivente. Con la digitalizzazione e la virtualizzazione ogni informazione genetica e biologica è diventato un dato elettronico, mentre le idee e i pensieri non controllabili divengono dei "virus sociali" con degli effetti deleteri tanto quanto i virus biologici. Per tale motivo la nostra cultura e la nostra storia, nonché l'informazione, viene studiata e classificata con metodi bioinformatici, per arrivare poi a comprendere e dominare i misteri del genoma umano. Si arriva a creare degli "automi mentali" che possono essere dominati e controllati, perché le correnti di pensiero diventano degli oggetti quantificabili: l'etica, la morale, la religione, la politica, sono tutte aeree oggetto di studio che vengono matematizzati. Il mondo viene compreso se matematizzato, mentre diventa un virus sociale se non si può scrivere come un logaritmo. Il dolore, la gioia, l'amore possono così essere tradotti con dei software che possono essere installati sugli umanoidi.
Questa correlazione "nano-bio-info-cognitivo-sociologico" diventa così l'apoteosi dell'imperialismo tecnico ed economico, diventa quello che tutti chiamano Nuovo Ordine Mondiale. Piano piano in politica si affermeranno sempre più le ideologie transumatiste, bioetiche che rivendicano l'utilizzazione libera delle nuove tecnologie per superare i limiti del genere umano e migliorare le sue capacità fisiche e mentali, perché l'ingegneria genetica ed le nanotecnologiche dovranno cancellare le sofferenza di essere vivente.