La Etleboro è stato il primo media a sostenere la tesi dell'esistenza del Servizio segreto Ortodosso, come entità invisibile e parallela rispetto ai servizi di informazione degli Stati. Una forza che ora è in rapida espansione e rafforzamento, dopo essere riuscita a proteggere certi poteri economici e politici, e a distruggerne altri. Tutto questo è accaduto grazie a Vladimir Putin, che ha conquistato una pagina di storia e rimarrà sicuramente in eterno. Ha fatto rialzare la Russia, l’ha resa di nuovo una potenza economica "democratica", ma sicuramente i piani espansionisti non si fermeranno certo al gas, e né tanto meno all’affannosa guerra al terrorismo. Dietro il servizio segreto ortodosso vi è una politica collaudata, studiata nei minimi dettagli, che riesce a minare quelle basi di un sistema di potere gerarchico e piramidale. Non bisogna sottovalutare il potere ortodosso, soprattutto oggi, all’indomani della sua maggiore espansione, dopo che la Chiesa Ortodossa ha ufficialmente riconosciuto il fatto di poter unire tutta l’Ortodossia mondiale. Un'unione, temuta dal mondo Occidentale per la sua rapida diffusione, che è stata creata proprio grazie ad un accordo tacito tra il servizio segreto ortodosso e l'Ortodossia. Per il suo prepotente ruolo nell'Est-Europeo che si spinge ai confini del Mediterraneo, non è da escludere che la Chiesa Cattolica dovrà necessariamente trovare un accordo con l’Ortodossia, e firmare un patto Cristiano-Ortodosso.
I "vaticanisti" da parte loro urlano e inneggiano strane trame nel tentativo di compattare la propria presenza nei diversi Stati Europei, ma in realtà stanno facendo lo stesso errore di una volta. Stanno creando infatti un’entità cattolica islamica, già sperimentata nel centro dei Balcani ma che non ha mai funzionato - quella tra croati e bosniaci per esempio, nata per combattere i serbi e creare la Bosnia Erzegovina, ma oramai in crisi irreversibile - né funzionerà in futuro: il tempo e la storia ci danno ragione. Chi sostiene affannosamente che la Serbia sia "ultranazionalista" e che Slobodan Milosevic sia un "carnefice" o un "macellaio" come lo stesso Radovan Karadzic, non fa altro che evidenziare il suo ruolo di "pappagallo", perché dimentica che il Presidente Milosevic non è stato mai condannato ed è morto in circostanze misteriose in carcere. Le prove presentate dall’accusa, tra l’altro, non erano sufficienti a condannarlo comunque, proprio perché il suo arresto e la sua carcerazione è stata una "detronizzazione" per far posto ai nuovi sovrani liberali. La situazione era abbastanza critica, e la mancata condanna di Milosevic avrebbe messo seriamente in crisi il Tribunale dell’Aja e tutti coloro che invece lo avevano sostenuto. Qualcosa di simile a quello che accade con tecnici e programmatori, che diventano vittime di uno strano virus che cancella tutti il lavoro da consegnare: c’è sempre un virus che evita qualsiasi ammenda per ritardi, o distruzione di dati per errore umano. Per cui come nella vita quotidiana, anche allora serviva un diversivo, ed è bastato infierire sul più debole.
Interrogazione scritta 92002-E1914 Lo Stato della Città del Vaticano (SCV) e il riciclaggio di denaro sporco
Una tangentopoli finanziaria è ore alle porte, tra cartolarizzazioni, scandali e corruzione, mentre le banche indietreggiano e, con le ossa rotte, scappano creando scatole cinesi e nuove piramidi finanziarie, e infine colonizzando i paradisi fiscali che non sono altro che specchi. Dietro il "santone" di turno, vi è sempre un burattinaio che manipola ogni operazione, salva il capitale e scappa, proprio come insegna la storia e come noi abbiamo sempre ripetuto. I cosiddetti vaticanisti, cavalieri del nuovo laicismo, da sempre lottano guerre inutili per difendere le mura del centro di riciclaggio di danaro più inespugnabile al mondo gestito dallo IOR ( si vedia Dossier IOR ) Accusare la gente di essere "macellai" dopo aver garantito e protetto crimini ben peggiori, significa sentirsi intoccabili, onnipresenti e onnipotenti. Infatti, oggi il Vaticano manovra la Massoneria, si conferma un artista nel disinformare e propagandare, con un esercito di professionisti pronti a cacciare dalle Chiese i "sans papier", la gente umile per far posto ai ladroni. L'avanzata ortodossa è pericolosa proprio perchè spazzerebbe il Vaticano in pochissimo tempo, togliendo la "piramide" per far posto ai frati, alle sorelle, e ai monasteri: dinanzi a questo il Vaticano trema, perché Gesù non disse mai che doveva esistere una piramide, ma che tutti eravamo fratelli e sorelle.
Oggi chi fa una certa controinformazione cade spesso nelle trappole preparate di proposito per deviare l’attenzione delle persone. Molto spesso diventa un semplice collage di strane tesi, riassunti di giornali, letti casualmente, ma mai comprovate da prove o documenti. Più volte abbiamo cercato di spiegare, portando prove documentali evidenti, i crimini della lobby del Vaticano, in parte condannati con l’incriminazione dei suoi artefici, ma sempre rimasti nel limbo. Al contrario, i siti di controinformazione, il più delle volte, non dimostrano le loro teorie, che restano pur sempre un mosaico della propaganda alimentata dai servizi segreti americani o inglesi, servono solo a creare falsi miti e nuove manipolazioni, distraendo la massa dal vero crimine. Il nostro buon Blondet, per esempio, si è gettato nella mischia dell’affare Karadzic per avere anche lui qualche giorno di gloria, parlando di teorie vaticaniste per un Paese che è stata una vittima della mano del Vaticano. Infatti, parlare di criminali di guerra, e poi di Telekom Serbia significa confondere le acque, ma su questo punto deve stare molto attento perché prima di millantare accuse o teorie, bisogna portare documenti, prove, e non basta manipolare l’opinione pubblica. Difendere le lobbies croate e musulmane in maniera gratuita, basandosi sulle informazioni delle agenzia di stampa, ci sembra davvero riduttivo per un professionista della controinformazione. Infatti dovrebbe sapere bene che si tratta di entità finanziate da una parte dallo speculatore George Soros e dall’altra proprio dal Vaticano, che hanno così allungato la lunga mano nei Balcani.
Il Signor Blondet dice inoltre di essere stato a Sarajevo, di aver visto ogni cosa, ma lì circondato dai media internazionali e da traduttori bosniaci era facile criminalizzare chi era dall’altra parte della barricata. Ma avrebbe dovuto andare a Srebrenica, doveva vedere anche l'altra faccia della medaglia, per poi giudicare cosa stava accadendo. E doveva farlo da buon "vaticanista" come afferma di essere. Ebbene Srebrenica era l'unica enclave boniaco-musulmana circondata da villaggi serbi, nei confronti dei quali veniva perpetrata una costante e crudele pulizia etnica contro donne e bambini. Fu allora infatti che, mentre i burocrati discutevano della pace di Dayton, tra la popolazione si scatenava la furia omicida, senza che le forze internazionali, designate a controllare la situazione, intervenissero. Il Generale Mladic, componente dell’esercito nazionale serbo, si è trovato costretto ad intervenire per difendere la popolazione locale contro guerriglieri mercenari islamici, che erano considerati come terroristi e ribelli, gli stessi che oggi gli Stati Uniti ha arrestato e rinchiuso nelle carceri di Guantanamo. Lo scontro ha ovviamente creato morti da una parte e dall’altra, con la differenza tuttavia che l’intromissione della Comunità Internazionale ha provocato l’aumento a dismisura dei corpi. A forza di scavare, sono state portate alla luce fosse comuni risalenti persino al 1993, anni in cui i bosniaci-musulmani facevano pulizia etnica tra il popolo.
I conflitti interni, erano la terribile conseguenza dell’instabile stato sociale dei Balcani, che è stato risolto né con la creazione della Jugoslavia né con la sua frammentazione secondo le regole occidentali. È chiaro che quando si crea uno Stato vengono sacrificate molte vite, e tante altre ve ne saranno quando crolla una nazione o quando si passa da un sistema economico all’altro. Spesso, caro Blondet, è meschino condannare Karadzic, perché è facile, sta bene a tutti e in fondo non c’è nessun mistero dietro di lui, come non c’è dietro Milosevic. Il tutto si riduce ad un semplice modo per mantenersi in pista, e seguire la marea senza guardare la complessità del quadro. Quando una persona commette un crimine spinto da un istinto, come la fame o la paura, viene condannato sempre come criminale, ma non viene mai visto come una vittima. A quel punto occorrerebbe fermarsi e capire cosa lo ha spinto a compiere quel gesto, e chi lo ha lasciato morire di fame. Una miopia che può derivare dall’ignoranza, dal non sapere determinate cose, oppure dall’intenzionale volontà di non voler vedere cosa veramente sta accadendo. Se Karadzic è un criminale, allora vi possiamo assicurare che vi è una lunghissima lista prima di lui, e passeranno anni prima di arrivare a condannare Milosevic e Karadzic.