E' giunto in piena nottata l'Air Force 2 del Vice Presidente degli Stati Uniti Joe Biden all'aeroporto internazionale di Sarajevo, atteso dai rappresentanti internazionali e bosniaci come una storica celebrità. La sua presenza in Bosnia, dopo anni di Amministrazione Clinton e di stretto controllo americano sui Balcani, non sta che a significare il ritorno degli Stati Uniti in questa regione per ristabilire l'ordine geopolitico. Forse ci aspettavamo di più da un'amministrazione americana scelta dalla nuova democrazia dal web, come tanto affannosamente dichiarano tutti i media. In realtà ben poco è cambiato, perché se i popoli e gli Stati evolvono, la classe dirigente diplomatica che si trovano davanti è sempre la stessa. Nonostante la crisi, il fallimento della finanza e dell'industria, resta pur sempre l'America dei petrolieri, del dollaro, del genocidio iracheno, ma anche l'America della bomba atomica e degli antichi Baroni. Tutto ciò che è cambiato è l'uomo simbolo di questa grande multinazionale, un uomo di colore che ha vinto la sua scalata sociale (nel pieno rispetto del mito del sogno americano) scelto dallo stesso Partito Democratico di Clinton, sempre guerrafondaio e affarista senza scrupoli.
Per la Bosnia, come sarà nei prossimi giorni per Serbia e Kosovo, è un evento storico, che lusinga e rende orgogliosi, talmente fieri di ospitare un Alto Rappresentante di uno Stato così potente, dimenticando come lo stesso Biden definiva il popolo serbo, calpestando la sua dignità e fomentando i fronti dei guerriglieri kosovari. Il popolo bosniaco sembra essere fiero anche delle intimidazioni rivolte dinanzi al Parlamento, nel corso del suo intervento rivolto ai rappresentanti del popolo, che va a ricordare quali conseguenze atroci avrà "l'incapacità" per la Bosnia Erzegovina ad aderire all'Unione Europea. Biden ha affermato oggi a Sarajevo che "Washington è preoccupata per la direzione in cui la Bosnia Erzegovina sta andando", pur ricordando che gli Stati Uniti saranno lì presenti per far aiutare il Paese a raggiungere l'Europa. "Si può riuscire con due entità. Noi non siamo interessati a come sia gestito questo aspetto. Ma se non siete in grado di entrare in UE, resterete tra i paesi meno sviluppati dell'Europa. Le conseguenze ricadranno sulla vostra storia e i vostri figli se perderete questa occasione", afferma Biden, invitando così i politici della Bosnia-Erzegovina a fare la scelta giusta , con l'aiuto degli Stati Uniti. "In questi ultimi tre anni prende piede la retorica nazionalista. Siamo stati testimoni di un tentativo di riforma che ora sta ritornando indietro. Deve essere fermata", continua ancora con toni sempre più forti, sottolineando che l'Alto Rappresentante internazionale in Bosnia Erzegovina e l'OHR hanno il pieno sostegno degli Stati Uniti. "Washington - afferma Biden - non sosterrà la chiusura dell'OHR fino a quando non saranno soddisfatti i cinque obiettivi e le due condizioni", ha detto Biden.
Al tal proposito spiega che l'attuale amministrazione statunitense rafforzerà il sostegno dell'Europa, compresa la regione dei Balcani, ma allo stesso tempo invita i politici della Bosnia-Erzegovina a riflettere sul passato di questo Paese e a trovare un consenso su cui cooperare con UE e NATO. Come sempre, le parole del diplomatico americano sono state sfrontate e fin troppo chiare, come se avesse davanti a sé non un gruppo parlamentare, ma un'aula di studenti e discepoli. Si conferma essere un falsario, proprio come i Bonds stampati con il simbolo della Federal Reserve, come un politico che vive sulle parole non dette, una vergogna per la stessa amministrazione di Obama, se si tenesse a mente il suo passato. Egli ha infatti esposto il suo nome per accreditare Ramush Haradinaj dinanzi al Tribunale Penale de l'Aja come un politico e persona di rispetto, nei confronti della quale viene posto così un certo rispetto. All'indomani della pronuncia della requisitoria contro Haradinaj, Joe Biden stima : "La volontà di rinunciare volontariamente al processo e andare a L'Aia è sorprendente. E ' in evidente contrasto con il comportamento dei tre ricercati più temibili, come Ratko Mladic, Radovan Karadzic e Ante Gotivina". La stessa sentenza favorevole ad Haradinaj cita che l'ex comandante UCK "ha una eccezionale reputazione personale e politica, confermata da una serie di politici, funzionari militari e diplomatici di alto livello internazionale". Tra le alte rappresentante citate vi è proprio Joe Biden come Senatore degli Stati Uniti (si veda allegato ). Ci chiediamo come mai un Senatore americano, che poi diventerà Vice Presidente, rilascia un accredito ad un criminale di guerra, accusato di aver commesso crimini contro il popolo del Kosovo (serbo e albanese) come Ramush Haradinaj, invece di prendere la distanza.
Giungere oggi in Bosnia e parlare di cooperazione significa ignorare il fatto che per anni la Comunità Internazionale è stata volutamente zitta sulla diffusione di una criminalità organizzata, che ha avuto terreno facile perchè i politici sono corrotti e hanno usato il nazionalismo per fare i loro traffici, per rimanere a galla. Questo perché il ricatto della classe politica rendeva possibile il saccheggio e la privatizzazione delle società di Stato nel corso delle operazioni di "ristrutturazione", per poi gettare le proprie pedine ogni qual volta non sono più utili. Di qui, abbiamo ormai capito che gli impegni e i documenti firmati dagli americani non hanno nessun valore, resta solo carta straccia se cambia il vento del potere. È chiaro che la Republika Srpska non potrà mai reagire anche se viene messa in discussione il Trattato di Dayton in nome della riforma Costituzionale, perché è chiaro che questi politici sanno fare minacce e non attuarle. Innanzitutto perché non sanno bene cosa dicono, e poi perché sono assolutamente drogati da questo sistema alimentato dalle grandi istituzioni internazionali, che lasciano una branco di iene a spartirsi le quattro briciole che vengono buttate loro.
La politica è questa: l'associazione dei veterani di guerra ha ricordato le vittime dei bombardamenti NATO, mentre il suo leader, solo tre mesi fa, era stato accusato dai quotidiani di aver utilizzato i fondi dei veterani per comprare una bella macchina. Questi sarebbero i nazionalisti di cui parla Solana, gente che ha usato il suo popolo allo stesso modo in cui lo hanno fatto gli americani, ossia per sfruttarli. Dinanzi a questa realtà, le parole della propaganda di Obama ci serve a ben poco, perché la sola retorica che viene fatta è quella della cooperazione e del rispetto bilaterale. L'uomo che impersona l'America del futuro, che cambierà il proprio volto, non è altro che una geniale trovata di marketing. Se sino ad ieri hanno gettato bombe sulla popolazioni inerme della Bosnia, come è possibile credere alle promesse contornate di " sorriso di circostanza" e un insignificante "Sorry" per quanto è stato fatto in passato.