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18 settembre 2009

No allo scudo in Polonia: si riapre la partita dei Balcani


L'America ha ordinato la cancellazione della costruzione dello scudo anti-missilistico in Polonia e Repubblica Ceca. Tuttavia, nel momento in cui si chiude una cooperazione, ecco che se apre un’altra, alla ricerca di nuove soluzioni. Tra le possibili alternative vi è la base in Israele, la Turchia e i Balcani. Si riaprono così le speranze per i Balcani, per la creazione di una nuova e grande eurozona, che qualcuno chiama Jugosfera, altri Nuova Europa.

Giunge direttamente dalla Casa Bianca la conferma che l’America ha ordinato la cancellazione della costruzione dello scudo anti-missilistico in Polonia e Repubblica Ceca. Lo stesso Presidente Barack Obama annuncia un nuovo approccio “più flessibile, più efficace e più efficiente dal punto di vista dei costi”, ma anche un sistema "più forte, più intelligente e più rapido". L’ira di Varsavia è stata implacabile, e senza mezzi termini nei confronti degli Usa, ha attaccato Washington dicendo che la Polonia è stata deliberatamente usata per propri interessi, scoprendo così una realtà a tutti nota. Delusione e senso di sconfitta, come l’ha definita il Premier polacco Donald Tusk, che nasconde anche tanta rabbia per aver perso l’occasione irripetibile di essere il centro militare europeo degli Stati Uniti, e il cuore della ‘lotta al terrorismo’ nel Medioriente, nonché di ricevere le enormi royalties derivante dallo sfruttamento del territorio polacco. Tusk ha anche chiesto ad Obama “se la decisione di Washington fosse legata ad un errore polacco ai negoziati”, e se la sicurezza polacca ne resterà intaccata dopo tale rifiuto. Obama mi ha rassicurato che i negoziati non hanno fatto altro che “rafforzare l'amicizia polacco-americana e la reciproca fiducia".

Tuttavia, nel momento in cui si chiude una cooperazione, ecco che se apre un’altra, alla ricerca di nuove soluzioni. Tra le possibili alternative vi è la base in Israele, la Turchia e i Balcani, in linea con quanto già deciso di riferimento all'abbandono del progetto originario Usa in Polonia e nella Repubblica ceca. "I segnali inviati dai generali del Pentagono sono assolutamente chiari. L'attuale amministrazione intende studiare diverse soluzioni per la difesa missilistica, e non più in Polonia e nella Repubblica ceca", ha dichiarato Ricky Ellison alcune settimane fa il quotidiano polacco Gazeta Wyborcza. Una soluzione parziale, promossa da decine di esperti, potrebbe essere un sistema mobile di difesa missilistica, offerto dalla società americana Boeing o di missili intercettori variante per le navi militari, connessi con il sistema di allarme satellitare, come affermato dal capo della Agenzia di Stato per la difesa missilistica, Patrick O'Reilly. "Il Congresso ha detto chiaramente che il sistema anti-missile in Europa deve proteggere l'Europa e gli Stati Uniti, quindi, potrebbe rivelarsi non utile in Polonia. Il Pentagono vuole trasferire i missili dalle navi alla terra, nel tentativo di distruggere i missili già in volo. Ciò richiede ulteriori basi terrestri - uno in Israele, un altro in Turchia o nei Balcani", ha detto che il principale lobbista per lo scudo di difesa missilistico americano. Non è da escludere che lo scudo sia ospitato proprio dal Kosovo, che al momento è “il territorio balcanico” più vicino agli Stati Uniti, a cui deve il suo status di ‘protettorato semi-indipendente’. Il Kosovo ospita una delle più grandi basi militari americane al mondo, e potrebbe trovare nelle royalties dello scudo un’interessante fonte di finanziamento del suo bilancio pubblico. D’altro canto, l’intera regione sta divenendo una base di negoziati e di esercitazioni militari, nonché di forti pressioni per accelerare le integrazioni e l’ingresso nella NATO.

Inoltre, gli Stati Uniti stanno cercando di usare anche la carta “Russia”, con gli accordi per il disarmo e di non-belligeranza controllata, al fine di raggiungere un nuovo accordo strategico con la Russia. Occorre però sottolineare che il disarmo, non significa che Russia e Stati Uniti abbiano messo da parte la loro rivalità nell’affermare la loro influenza sul Mediterraneo. Ed è proprio sulle sue coste che si dipana questa tela intricata, riaprendo le speranze per i Balcani, per la creazione di una nuova e grande eurozona, che qualcuno chiama Jugosfera, altri Nuova Europa. D’altro canto, l’abbandono del progetto è una linea comune, soprattutto per non creare più una politica di aggressione militare. Questa volta la guerra si fa sul piano economico, con i debiti e con le integrazioni. Così non ci sorprenderà che tutte i Governi licenzieranno a tappeto i loro dipendenti, se vi saranno tagli alla spesa sociale e alle pensioni, ma saranno aumentati gli incentivi agli investimenti e alle privatizzazioni. Le crisi finanziarie, in questi Paesi, sono state volutamente create in maniera sintetica per far sì che si mantenesse un profondo coma, sperando che il risveglio possa creare un’unione di fatto. Le proposte indipendentistiche, la protezione e la salvaguardia di etnie e strati sociali, sono solo pura propaganda psicologica, che danno solo la parvenza di poter decidere, quando in realtà dietro tale spettacolo si nasconde gente senza scrupoli, che hanno i loro eserciti, le fondazioni e gli squadristi mediatici.