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16 maggio 2006

Beppe, comincia a pedalare: fai una class action


Lo strapotere delle multinazionali, le truffe dei grandi speculatori pubblicizzate da promotori finanziari ben addestrati e dai media rappresentano il vero pericolo per l’economia.
I consumatori, i piccoli investitori sono derubati quotidianamente, dai conti corrente alle finanziarie, dai contratti telefonici ai titoli comprati in banca, fino a giungere ai grandi crack e alle truffe colossali. Da molti anni in America, il sistema giudiziario offre ai singoli consumatori una potente arma: le class actions, sulla base del principio che l’unione fa la forza. Se si è da soli non si possono sfidare i colossi del tabacco per una leucemia, né ottenere il rimborso delle poche migliaia di euro sui bond di una società che fa bancarotta fraudolenta. Le class action innanzitutto, aggregando le varie richieste individuali in un’unica denuncia, contribuiscono a creare il “danno” potenziale, che non esiste se milioni di persone derubate di 100 € non espongono denuncia.
Infatti, spesso l’entità del danno non giustifica le spese legali né i tempi giudiziari per tentare il processo, con il risultato che questi criminali non saranno mai perseguiti per i miliardi che hanno rubato. Il sistema è molto efficiente perché consente di velocizzare i tempi di condanna per una società, ed elimina anche le controversie derivanti dalle sentenze tra di loro contrastanti: un’unica sentenza per 1000 casi uguali. Questo è un meccanismo ormai collaudato e funzionale nella realtà americana, nonostante le speculazioni dei grandi studi associati, che ne hanno creato un vero business: è il rovescio obbligato di ogni medaglia che luccichi come l’oro.

In Italia questo è un sistema che tarda ad arrivare, e non capiamo bene il motivo, anche perché non può certo dirsi che manchi occasione o una massa querelante. Quanti imprenditori sono stati derubati dalle Banche attraverso l’ anatocismo, quanti uomini sono falliti e sono rimasti da soli, abbandonati dai politici, dalle associazioni, e sono stati vittime anche della disinformazione perché nessuno ha mai saputo spiegare loro come chiedere il rimborso dei soldi dati agli strozzini bancari.
Scandali come quello della Parmalat hanno privato dei risparmi di una vita gli operai e i pensionati, dando poi tanto e tanto materiale per discutere all’infinito ai comici e ai pensatori. Sono stati scritti libri, fatte trasmissioni e molti si sono autoproclamati “eroi europei” dei consumatori e delle masse, diventando predicatori e Santoni dell’Economia, e poi, per mantenere una certa veste di imparzialità, dicono di essere dei “comici”. E così il grande Beppe Grillo, che ha costruito una macchina che fa soldi sul ridere delle disgrazie degli Italiani, ha raccolto del denaro tra i suoi utenti per avere una pubblicità del suo blog su di un giornale americano.
Riesce a sollevare le masse , parla a milioni di persone ma allora perché non ha mai proposto una class action sulla truffa della Parmalat, raccogliendo le adesioni delle migliaia di persone che si sono viste derubare i loro risparmi o anche solo di 1000 euro. Allora perché anche tu Beppe non ti alzi e cominci a “pedalare”, perché non scendi in piazza con un avvocato e raccogli su un foglio le firme delle migliaia di persone truffate dalla Parmalat, invece di raccogliere soldi per i tuoi spettacoli. Non sei diverso dai nostri politici, dai giornalisti e da tutti i predicatori, perché sfrutti una situazione di malessere sociale per i tuoi interessi, e non fai nulla di concreto, non ti esponi se non per farti pubblicità. Siamo stanchi delle tue belle parole, chiunque può vestirsi da rivoluzionario e sollevare le masse, chiunque può ingannarle. Hai ricevuto un premio per eroe europeo, perché salvi la libertà di stampa e di parola: è tutto molto giusto, ma se ti chiedi se puoi fare qualcosa per l’Italia, vedrai che una risposta la trovi. Non aspettare che sia sempre qualcun altro a fare qualcosa per te, o per risolvere i problemi, scendi da quel palco e vai a lavorare, perché noi di pensatori ne abbiamo già tanti.

Vedi l’Adusbef, fa una causa contro la Banca d’Italia per il diritto del popolo sovrano sul signoraggio della moneta che possiede, e poi dice quello che i Banchieri vogliono sentirsi dire: vendiamo l’oro così diminuiremo il Debito Pubblico. Ma il Debito dopo pochi anni si riforma, ma intanto gli Italiani avranno perso l’oro, così come hanno perso le loro imprese con la grande privatizzazione: è stato risollevato, per caso, il fardello dell’Italia? Vorremmo a questo punto capire che tipo di persone pretendono di difendere i nostri interessi, perché a noi sembra che stiano giocando a "guardia e ladri". Cari difensori dei consumatori, dovreste vergognarvi, perché in questo modo non ci tutelate certo, anzi divenite il portavoce ufficiale e legittimo delle Banche. Vorremmo proprio vedere cosa fareste se fossero messe le vostre di case in pegno, e non quelle degli Italiani.

Occorre riacquistare l’antico concetto che lo Stato lo fa l’individuo sovrano, che l’economia la costruisce il piccolo imprenditore, che la politica la fa il cittadino e una multinazionale la sconfigge un solo uomo. Non bisogna accentrare la propria voce in un leader, né far combattere le proprie cause ad un’Associazione, bisogna invece ridivenire sovrani della propria esistenza.