Il terrorismo balcanico continua a far parlare di sé, dopo che due giorni fa è stato arrestato un gruppo di sette persone nel Nort Carolina (USA) , dopo che la polizia ha scoperto che il gruppo si stava preparando per vari attacchi terroristici in Pakistan, Israele , Giordania e negli stessi Balcani. Un'organizzazione che è stata definita proprio “rete balcanica” , scoperta “casualmente” dopo che è stato fermato un uomo senza il permesso di soggiorno.Il caso del North Carolina ci ricorda uno simile, verificatosi un paio mesi fa, quando sono stati arrestati quattro albanesi, tre macedoni e un kosovaro, con l'accusa di pianificazione di un attacco alla base militare americana di Fort Dicks.
Sono ormai anni che esperti e giornalisti della Bosnia avvertono sull'esistenza di legami decennali tra i gruppi islamici dal vecchio esercito dei mujahedin ai pericolosi terroristi internazionali. Legami comprovati dal fatto che molti dei veterani e degli ex membri dell'unità musulmana dell'esercito bosniaco ora hanno cittadinanza bosniaca, grazie a varie concessioni da parte del Governo della Federazione di BiH e a vari matrimoni con donne musulmane. Sono molti gli esempi che potremmo farvi, cominciando proprio dal caso di Ali Hamad che, dopo 12 anni è stato deportato lo scorso 31 marzo nel Bahrein, suo paese d'origine, ed era anche l`unico mujahedin che ha accettato di testimoniare contro l'esercito bosniaco, tra cui il comandante musulmano Rasim Delic. Un altro può essere Abu Hamza, Karay Kamel Bin Ali, cittadino bosniaco e sposato con una donna bosniaca, il quale è fuggito proprio in questi giorni dal carcere di Zenica, mentre era in vacanza grazie ad un permesso concesso dalle autorità bosniache. Ora il ministero della sicurezza di BIH ha proclamato Abu Hamza un pericolo per la “sicurezza nazionale”, cosa che invece non è accaduto quando combatteva la guerra per l'Islam contro i serbi.
Nei fatti, i mercenari islamici giunti dall'altra parte del mondo per fare la Guerra Santa contro i cristiani nel cuore dell'Europa, non hanno subito alcuna conseguenza, e hanno pienamente adempiuto il loro obiettivo, ossia compiere attentati in diverse parti del mondo dopo essere stati addestrati in Bosnia: i casi più noti sono gli attacchi di Madrid, organizzati dati terroristi addestrati in Bosnia e Jakarta. La Bosnia non ha mosso un dito contro di loro, lasciandoli vivere tranquillamente nelle loro nuove case e nuove famiglie, con la cittadinanza bosniaca. Tra i maggiori fautori di questa situazione è stato proprio il Ministro Tarik Sadovic, che ha dovuto rassegnare le sue dimissioni proprio perché era l'uomo chiave degli aiuti ai mujahedin, e qualcuno non avrebbe certo accettato le rivelazioni sui coinvolgimenti della Comunità Internazionale nelle operazioni di addestramento e trasferimento dai paesi arabi nel cuore dell'Europa. Il terrorismo balcanico continua a far parlare di sé, dopo che due giorni fa è stato arrestato un gruppo di sette persone nel Nort Carolina (USA) , dopo che la polizia ha scoperto che il gruppo si stava preparando per vari attacchi terroristici in Pakistan, Israele , Giordania e negli stessi Balcani.
Un'organizzazione che è stata definita proprio “rete balcanica” , scoperta “casualmente” dopo che è stato fermato un uomo senza il permesso di soggiorno.Il caso del North Carolina ci ricorda uno simile, verificatosi un paio mesi fa, quando sono stati arrestati quattro albanesi, tre macedoni e un kosovaro, con l'accusa di pianificazione di un attacco alla base militare americana di Fort Dicks. Vivendo in un quartiere del North Carolina, le sette persone sono stata prese nel corso di un'unica azione dell'FBI, trovando nelle loro case anche vari tipi di armi. I loro vicini, sotto shock, hanno confermato che erano "davvero dei vicini silenziosi e che non davano mai fastidio a nessuno". “L'operazione ha dimostrato che in America, tra di noi, vive gente pronta ad uccidere” , ha dichiarato l'agente speciale dell' FBI, Oven Harris, al quotidiano di Rolly (capitale del North Carolina) "News and Observer" .
Tra gli arresti del North Carolina vi è Hisen Scherifi , 24 anni , albanese di Kosovo, la cui permanenza in America non era documentata da nessun visto, ma solo da un passaporto dello "Stato indipendente del Kosovo". Da lui è stato possibile identificare Anes Subasic, 33 anni , profugo con nazionalità bosniaca nato a Banjaluka,ma con cittadinanza americana. Uno dei membri del Gruppo dei esperti per la lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata, Dzevad Galijasevic, ha confermato che Subasic è nato in Bosnia e fa parte del cosiddetto “gruppo della Bosnia”, che opera sul territorio americano. Si tratta di persone che, durante la guerra nella ex Jugoslavia, si sono rifugiati in America quando erano solo minorenni, per essere poi reclutati in campi di addestramento su territorio americano. Uno dei campi era diretto da un ex membro dell'esercito “El Mujahedin”, Abu Mali, che ora vive in libertà sotto il falso nome bosniaco-musulmano Safet Catovic.
A coordinare il gruppo è un americano, titolare di un'azienda edile, Daniel Patrick Boyd (39 anni) addestrato in Bosnia. Membri della cella islamista erano i due figli di Daniel, Zacharia (20) e Dilan (22), insieme con Mohamad Omar Ali Hasan (22) e Ziad Jagi (21), che vivevano nella stessa città. Lo scopo dei loro attacchi, come riferito dalle autorità statunitensi, era Israele e altri Paesi nell'Europa dell'est, tra cui anche il Kosovo. In particolare, Adem Scherifi, si è recato un anno fa a Pristina con l'intenzione di portare a termine un “attacco jihadista”; in tale occasione, il 26 novembre scorso, è stato intercettato un messaggio in cui diceva: “Che vada tutto bene come pianificato. Allah ha aperto la strada”. Nel mese di aprile è poi tornato in America per raccogliere i mezzi finanziari e i mercenari dell'esercito dei mujahedin, per poi organizzare su un suolo privato un campo di addestramento e poligono per l'uso delle armi. Il suo collaboratore era Subasic , impegnato nel trasferimento dei due jihadisti all'estero e nel fornire a Boyd un passaporto nuovo con falso nome.
Figlio di un Marine, Boyd ha vissuto in gioventù a Washington, e ora vive con la sua famiglia a Raleigh ( North Carolina). "Boyd era collegato ai vecchi campi in Pakistan e Afghanistan, e per tre anni ha cospirato con gli altri membri, reclutando giovani e trasferendoli in Medioriente per essere assassini", come affermato dall'assistente del Procuratore avvocato generale, David Kris. Lo stesso Daniel Boyd è stato addestrato tra il 1989 al 1992 in campi terroristici, dopodichè ha combattuto in Afghanistan contro i russi. Dopo si è unito ad un gruppo di jihadisti in Israele, Palestina, Kosovo e Bosnia. Per oltre tre anni della sua vita ha viaggiato in Medioriente segretamente, comprando armi e trasferendole al suo gruppo, che intanto programmava rapimenti, omicidi e ricatti alla gente. Due anni fa, in viaggio con la sua famiglia, Boyd e suo figlio sono stati fermati e poi respinti nel 2007 sulla frontiera di Israele, in quanto non hanno fornito un motivo per il loro viaggio in Terra Santa. La moglie disse che il motivo del loro viaggio era un semplice “pellegrinaggio”, che nel linguaggio della criminalità si trasforma in "viaggi per reperire risorse e armi".
Questo tipo di notizie da sempre spaventano il popolo americano, che rimane terrorizzato al pensiero di vivere al fianco di terroristi, per giunta con cittadinanza americana. Tuttavia rappresenta una prova evidente delle ragioni del popolo serbo, che da anni denunciano “il genocidio” perpetrato dai mercenari mujahedin in Bosnia, mentre la stessa America partecipava al loro addestramento. Nel tempo hanno continuato ad essere delle cellule attive, a combattere la loro Guerra Santa, e si stanno trasformando in un boomerang contro coloro che li hanno plasmati. D'altro canto, sembra che esistono due tipi di correnti all'interno della CIA, una che combatte il terrorismo e l'altro che lo aiuta per propri interessi finanziari, assoldando mercenari in Paesi poveri e in Guerra. Sapendo questo, si possono scoprire i veri motivi della nascita del terrorismo, diventato una realtà che non si potrà più controllare. Una polveriera resta sempre la Bosnia, dove le cellule terroristiche sono state aiutate da coloro che cercavano una base di controllo per l'Europa. L'esistenza di questi gruppi terroristici è confermata anche dall'esperto internazionale per il terrorismo , Evan Colmar, secondo cui “in Bosnia esistono un paio di tipi di terrorismo, c'è chi nega o disinforma o non sa nulla dei fatti”. I politici e le altre autorità in BiH devono sapere che, fin quando proclamano un proprio cittadino come “pericolo per la sicurezza nazionale” ma lasciano che altri terroristi come lui vivano liberalmente con la cittadinanza bosniaca, non potranno mai lamentarsi che l'Europa non li ha voluti nella lista bianca di Schengen.
Nei fatti, i mercenari islamici giunti dall'altra parte del mondo per fare la Guerra Santa contro i cristiani nel cuore dell'Europa, non hanno subito alcuna conseguenza, e hanno pienamente adempiuto il loro obiettivo, ossia compiere attentati in diverse parti del mondo dopo essere stati addestrati in Bosnia: i casi più noti sono gli attacchi di Madrid, organizzati dati terroristi addestrati in Bosnia e Jakarta. La Bosnia non ha mosso un dito contro di loro, lasciandoli vivere tranquillamente nelle loro nuove case e nuove famiglie, con la cittadinanza bosniaca. Tra i maggiori fautori di questa situazione è stato proprio il Ministro Tarik Sadovic, che ha dovuto rassegnare le sue dimissioni proprio perché era l'uomo chiave degli aiuti ai mujahedin, e qualcuno non avrebbe certo accettato le rivelazioni sui coinvolgimenti della Comunità Internazionale nelle operazioni di addestramento e trasferimento dai paesi arabi nel cuore dell'Europa. Il terrorismo balcanico continua a far parlare di sé, dopo che due giorni fa è stato arrestato un gruppo di sette persone nel Nort Carolina (USA) , dopo che la polizia ha scoperto che il gruppo si stava preparando per vari attacchi terroristici in Pakistan, Israele , Giordania e negli stessi Balcani.
Un'organizzazione che è stata definita proprio “rete balcanica” , scoperta “casualmente” dopo che è stato fermato un uomo senza il permesso di soggiorno.Il caso del North Carolina ci ricorda uno simile, verificatosi un paio mesi fa, quando sono stati arrestati quattro albanesi, tre macedoni e un kosovaro, con l'accusa di pianificazione di un attacco alla base militare americana di Fort Dicks. Vivendo in un quartiere del North Carolina, le sette persone sono stata prese nel corso di un'unica azione dell'FBI, trovando nelle loro case anche vari tipi di armi. I loro vicini, sotto shock, hanno confermato che erano "davvero dei vicini silenziosi e che non davano mai fastidio a nessuno". “L'operazione ha dimostrato che in America, tra di noi, vive gente pronta ad uccidere” , ha dichiarato l'agente speciale dell' FBI, Oven Harris, al quotidiano di Rolly (capitale del North Carolina) "News and Observer" .
Tra gli arresti del North Carolina vi è Hisen Scherifi , 24 anni , albanese di Kosovo, la cui permanenza in America non era documentata da nessun visto, ma solo da un passaporto dello "Stato indipendente del Kosovo". Da lui è stato possibile identificare Anes Subasic, 33 anni , profugo con nazionalità bosniaca nato a Banjaluka,ma con cittadinanza americana. Uno dei membri del Gruppo dei esperti per la lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata, Dzevad Galijasevic, ha confermato che Subasic è nato in Bosnia e fa parte del cosiddetto “gruppo della Bosnia”, che opera sul territorio americano. Si tratta di persone che, durante la guerra nella ex Jugoslavia, si sono rifugiati in America quando erano solo minorenni, per essere poi reclutati in campi di addestramento su territorio americano. Uno dei campi era diretto da un ex membro dell'esercito “El Mujahedin”, Abu Mali, che ora vive in libertà sotto il falso nome bosniaco-musulmano Safet Catovic.
A coordinare il gruppo è un americano, titolare di un'azienda edile, Daniel Patrick Boyd (39 anni) addestrato in Bosnia. Membri della cella islamista erano i due figli di Daniel, Zacharia (20) e Dilan (22), insieme con Mohamad Omar Ali Hasan (22) e Ziad Jagi (21), che vivevano nella stessa città. Lo scopo dei loro attacchi, come riferito dalle autorità statunitensi, era Israele e altri Paesi nell'Europa dell'est, tra cui anche il Kosovo. In particolare, Adem Scherifi, si è recato un anno fa a Pristina con l'intenzione di portare a termine un “attacco jihadista”; in tale occasione, il 26 novembre scorso, è stato intercettato un messaggio in cui diceva: “Che vada tutto bene come pianificato. Allah ha aperto la strada”. Nel mese di aprile è poi tornato in America per raccogliere i mezzi finanziari e i mercenari dell'esercito dei mujahedin, per poi organizzare su un suolo privato un campo di addestramento e poligono per l'uso delle armi. Il suo collaboratore era Subasic , impegnato nel trasferimento dei due jihadisti all'estero e nel fornire a Boyd un passaporto nuovo con falso nome.
Figlio di un Marine, Boyd ha vissuto in gioventù a Washington, e ora vive con la sua famiglia a Raleigh ( North Carolina). "Boyd era collegato ai vecchi campi in Pakistan e Afghanistan, e per tre anni ha cospirato con gli altri membri, reclutando giovani e trasferendoli in Medioriente per essere assassini", come affermato dall'assistente del Procuratore avvocato generale, David Kris. Lo stesso Daniel Boyd è stato addestrato tra il 1989 al 1992 in campi terroristici, dopodichè ha combattuto in Afghanistan contro i russi. Dopo si è unito ad un gruppo di jihadisti in Israele, Palestina, Kosovo e Bosnia. Per oltre tre anni della sua vita ha viaggiato in Medioriente segretamente, comprando armi e trasferendole al suo gruppo, che intanto programmava rapimenti, omicidi e ricatti alla gente. Due anni fa, in viaggio con la sua famiglia, Boyd e suo figlio sono stati fermati e poi respinti nel 2007 sulla frontiera di Israele, in quanto non hanno fornito un motivo per il loro viaggio in Terra Santa. La moglie disse che il motivo del loro viaggio era un semplice “pellegrinaggio”, che nel linguaggio della criminalità si trasforma in "viaggi per reperire risorse e armi".
Questo tipo di notizie da sempre spaventano il popolo americano, che rimane terrorizzato al pensiero di vivere al fianco di terroristi, per giunta con cittadinanza americana. Tuttavia rappresenta una prova evidente delle ragioni del popolo serbo, che da anni denunciano “il genocidio” perpetrato dai mercenari mujahedin in Bosnia, mentre la stessa America partecipava al loro addestramento. Nel tempo hanno continuato ad essere delle cellule attive, a combattere la loro Guerra Santa, e si stanno trasformando in un boomerang contro coloro che li hanno plasmati. D'altro canto, sembra che esistono due tipi di correnti all'interno della CIA, una che combatte il terrorismo e l'altro che lo aiuta per propri interessi finanziari, assoldando mercenari in Paesi poveri e in Guerra. Sapendo questo, si possono scoprire i veri motivi della nascita del terrorismo, diventato una realtà che non si potrà più controllare. Una polveriera resta sempre la Bosnia, dove le cellule terroristiche sono state aiutate da coloro che cercavano una base di controllo per l'Europa. L'esistenza di questi gruppi terroristici è confermata anche dall'esperto internazionale per il terrorismo , Evan Colmar, secondo cui “in Bosnia esistono un paio di tipi di terrorismo, c'è chi nega o disinforma o non sa nulla dei fatti”. I politici e le altre autorità in BiH devono sapere che, fin quando proclamano un proprio cittadino come “pericolo per la sicurezza nazionale” ma lasciano che altri terroristi come lui vivano liberalmente con la cittadinanza bosniaca, non potranno mai lamentarsi che l'Europa non li ha voluti nella lista bianca di Schengen.