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01 luglio 2009

I casinò russi giungono in Montenegro


Il gruppo russo Korston, leader nel settore alberghiero e dei casinò, trasferisce la sua attività a Budva e compra l'Hotel Queen of Montenegro. All'indomani del provvedimento del Governo di Vladimir Putin, che mette fuori legge i casinò e l'alcool a partire dal 1 luglio 2009, è verosimile affermare che le grandi catene di casinò russi delocalizzeranno la propria attività in altri paesi, spostandosi, in particolar modo nei Balcani, e dunque in Croazia e Serbia, ma anche in Italia, Germania.

Il gruppo russo Korston, leader nel settore alberghiero e dei casinò, diventerà azionista di maggioranza della società di Hotel di Budva HTP, "The Queen of Montenegro". Lo ha annunciato il Presidente del gruppo russo, Anatoly Kuznjecov, spiegando che la società avrebbe trasferito la sua attività a Budva. Infatti, la ricapitalizzazione della società si trova nella fase finale, e l'accordo relativo alla acquisizione della quota di maggioranza dovrebbe essere firmato la prossima settimana. Secondo l'accordo concluso proprio questo fine settimana, dopo mesi di negoziati, i russi acquisiranno una quota di maggioranza attraverso una ricapitalizzazione di 37 milioni di euro, pari all'importo dei crediti che stanno bloccando l'attività delle aziende alberghiere. Inoltre, il gruppo russo avrà l'obbligo di investire, in una seconda fase, nella costruzione dell'hotel, che dovrebbe avere una capacità di cinque-stelle, e che dovrebbe essere un albergo in funzione durante tutti i 12 mesi dell'anno.

L'hotel, che dispone di 300 camere e casinò, cambierà il proprio nome in "Korston" e i suoi tavoli da gioco saranno monitorati con sistemi moderni d'avanguardia. "Prima della sua apertura, organizzeremo il primo aereo charter da Mosca a Montenegro", ha detto Kuznjecov. Tra le altre cose interessanti di questo accordo, vi è proprio la possibilità di ingrandire il casinò-hotel situato a Podgorica, di proprietà della società "Jack pot", alla quale i russi sono particolarmente interessati. Secondo quanto reso noto dal quotidiano Vjesti, la Jack Pot ha raggiunto un accordo per dotare il casinò di strutture e macchinari moderni e dando la gestione dell'attività ai Russia, in cambio di un profitto annuo. Il Proprietario della "Jack Pot" è Sava Grbovic, e la società dispone di un casinò a Podgorica, nell'Hotel Montenegro. Grbovic detiene anche il 92 per cento delle Lotterie del Montenegro.

L'ingresso del gruppo Korston sul mercato montenegrino, che si aggiunge all'elenco di alberghi famosi sulla costa, segue il provvedimento del Governo di Vladimir Putin, che mette fuori legge i casinò, a partire dal 1 luglio 2009. E' verosimile affermare che, nei prossimi mesi, le grandi catene di casinò russi delocalizzeranno la propria attività in altri paesi, spostandosi, in particolar modo nei Balcani, e dunque in Croazia e Serbia, ma anche in Italia, Germania, e nei paesi del Sud America. Anche Oleg Boiko, proprie­tario della società Ritzio - il primo operato­re di slot-machine nell’Europa dell’Est - ha annunciato che il gruppo ha già stanziato grandi risorse di denaro per organizzare tali attività in altri paesi. Oltre Kalinin­grad, la ex Prussia Orien­tale, il Mar d’Azov, la regione dei monti Altaj, e l’area di Primorye, dove potrebbero nascere le nuove città, si fa sempre più strada L'ipotesi che i casinò russi trasferiscano le loro attività nei Paesi della ex Jugoslavia. Una teoria verosimile, considerando che Mosca è collegata a tutti gli aeroporti della costa adriatica o della parte continentale dei Balcani a circa tre ore. Inoltre, i cittadini della Russia possano viaggiare senza visti in Serbia, Montenegro e Croazia in virtù degli accordi di libera circolazione bilaterali. Non è da escludere che vi sia lo sviluppo dei casinò lungo la costa adriatica, nel corso della stagione estiva, ed invernali in Serbia, accanto a centri di benessere e alberghi di lusso. Sarebbe questo l'inizio di un business che consentirebbe di portare nei Balcani una grande massa di liquidità, ma anche criminalità, connessa al riciclaggio di denaro, allo sfruttamento della prostituzione e al traffico di droga. Si tratta pur sempre di un settore che dà lavoro a circa 450 mila persone, creando nei Balcani (come già accade in Slovenia) delle strane isole di gioco d'azzardo per i turisti europei, sul modello americano di Las Vegas.