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16 luglio 2007

Vicina la riforma del diritto societario europeo


La Commissione Europea annuncia, con una comunicazione al Parlamento e al Consiglio Europeo, il suo piano per la deregolamentazione amministrativa per le piccole e medie imprese e il diritto societario europeo. L'Unione Europea propone infatti un piano di riduzione dei costi amministrativi, ossia quei costi sostenuti dalle imprese per conformarsi all'obbligo giuridico di fornire informazioni sulla propria attività o produzione ad autorità pubbliche o a privati.
Lo scopo dei dieci interventi della Commissione, da porre in essere in alcuni mesi, è quello di fornire dei principi guida per gli Stati che dovranno cercare di abbattere del 25% le formalità amministrative richieste alle imprese, per lo svolgimento della loro attività economica.
I settori individuati abbracciano il diritto societario, la legislazione farmaceutica, l'ambiente e i rapporti di lavoro, la legislazione fiscale dell'IVA, le attività agricole con le relative sovvenzioni, i trasporti, la pesca, i servizi finanziari, e gli appalti pubblici. In particolare, una delle prime materie oggetto di discussione, è stato il diritto societario comunitario, con un progetto di riforma che presenta tutti i presupposti della deregolamentazione, e che sicuramente risponde ad un'economia che è sta cambiando e che in parte è già cambiata.
La Commissione presenta un piano di semplificazione in materia di diritto delle società, di contabilità e di controllo dei conti, includendo, tra le principali misure considerate, l'abrogazione di direttive in materia di diritto delle società che riguardano essenzialmente delle situazioni nazionali, fusioni e scissioni di società, Spa e Srl . È inoltre prevista l'abrogazione di certi obblighi di comunicazione che si applicano alle imprese ed alle loro filiali, e la riduzione di obblighi di trasmissione delle informazioni finanziarie per il controllo dei conti delle piccole e medie aziende. Questo tipo di norme, secondo i dati della Commissione, potrebbe colpire più di 600 000 società di capitali, e in particolar modo le società alle mani di un numero limitato di azionisti.
La deregolamentazione del diritto societario, insieme con la riduzione dei costi amministrativi per le società, rappresenta senz'altro un tipo di azione legislativa necessaria, considerando la difficoltà di iniziare e sostenere un'attività di impresa. Tuttavia, è una riforma che risponde all'esigenza di rendere le imprese più flessibili e più virtuali possibili, in modo che siano compatibili con un modello economico differente, in cui le imprese che non riescono a produrre un vero valore aggiunto muoiono, perché la competitività è molto elevata.
Il futuro del diritto societario - mediante l'eliminazione dei costi per la costituzione, degli obblighi di informativa e di comunicazione - è destinato ad avvicinarsi sempre più al modello anglosassone caratterizzato da un'amministrazione molto scarna. La costituzione avviene con costi minimi, senza obbligo di versare capitali, gli unici obblighi di informazione si riducono all'iscrizione di un registro di imprese che non è altro che un portale di imprese, la redazione dei bilanci e la tenuta della contabilità vengono effettuate mediante un software fornito dall'Amministrazione stessa, accanto ai manuali e alle guide per la gestione del programma. Viene creata una società che non esiste fisicamente, e l'unico riferimento che ha è un domicilio fiscale che di solito coincide con la sede di grandi società di consulenza; allo stesso modo la società scomparirà, con una semplice procedura di estinzione con la cancellazione del domicilio. Non essendo necessario alcun investimento di capitale iniziale, la società è a tutti gli effetti virtuale e garantisce discrezione e riservatezza ai suoi azionisti, che possono non comparire all'interno delle comunicazioni dell'impresa. Un modello di società che riscuote particolare successo è proprio la "società anonima", particolarmente indicata per attività commerciali, immobiliari e finanziaria, di consulenza e di intermediazione, o per la sola intestazione di brevetti e licenze. I detentori delle azioni possono rimanere totalmente anonimi perché emettono azioni al portatore; sia i nomi dei fondatori che degli azionisti non sono noti nemmeno dalle iscrizioni alla camera di commercio, visto che le costituzioni avvengono fiduciariamente tramite un commercialista o un avvocato.
Se queste sono le condizioni per intraprendere un'attività d'impresa in Inghilterra, il modello societario europeo non è più competitivo, non attira capitali o investimenti e rischia di non essere al passo con il cambiamento dell'economia stessa. Per cui l'Europa deve cambiare le sue leggi, e questo al costo di danneggiare quelle che sino ad oggi hanno sostenuto, con grandi sforzi e disagi, questo sistema amministrativo molto usurante. In un'economia come quella italiana, in cui sono le piccole imprese a essere l'asse portante del sistema economia, delle leggi che portano alla creazione di società con così tanta facilità, vi sarebbe un vero stillicidio. Le imprese oggi presenti sarebbero ancor di più non competitive, e il mercato le isolerebbero nel giro di pochi mesi .
Occorre invece che l'introduzione delle deregolamentazioni siano precedute da un'attività del governo che aiuti le imprese a ridurre i costi amministrativi che derivano dal mercato, dalle amministrazioni pubbliche, ad internazionalizzarsi senza oneri insostenibili. Purtroppo la nostra economia è ancora troppo burocratizzata e poco informatizzata, le imprese sono deboli e poco competitive. Per tale motivo , le riforme di questo tipo possono solo agevolare gli investitori esteri, forti e competitivi, che potranno senza molti problemi e ostacoli, facendo delle nostre imprese carne da macello.